Anime & Manga > Diabolik Lovers
Ricorda la storia  |      
Autore: I_love_villains    02/04/2017    2 recensioni
Parodia della nota fiaba, con Yui ed i Sakamaki come protagonisti.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yui Komori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C’era una volta una regina che, ad inverno inoltrato, cuciva accanto ad una finestra d’ebano. A forza di alzare gli occhi per guardare nevicare, si punse un dito e due gocce di sangue caddero sulla neve. L’insieme dei colori piacque alla regina, che sospirò: “Avessi una creatura bianca come la neve, nera come l’ebano e con gli occhi rossi come il sangue.”
Qualche giorno dopo il marito le comprò un coniglio. Dopo nove mesi invece nacque la piccola Yui, ma la regina morì. Il re pensò che era quasi come la moglie la voleva: pelle bianca, occhi rossi, ma capelli biondo platino. Si strinse nelle spalle. In fondo poteva sempre tingerglieli. Cosa che fece, tanto che Yui credeva di essere mora naturale.
La piccola divenne una ragazza tanto bella quanto scema chiamata da tutti Biancaneve. Quando la giovane domandò al padre l’origine del soprannome, il buon genitore le rispose che la gente la chiamava così per via della pelle tanto candida, bianca appunto come la neve. In realtà tutti credevano che nella sua mente ci fosse una bufera perenne che le rendesse difficile fare anche il ragionamento più banale.
Un giorno il padre si risposò con una donna molto bella ma orgogliosa, che non sopportava l’idiozia di Biancaneve. La matrigna decise di sbarazzarsi di lei in modo da non avere figli di cui doversi vergognare. Chiamò la fanciulla e le parlò così: “Biancaneve cara, ormai sei abbastanza grande per andare nella foresta selvaggia. Tuo padre ha tanta voglia di funghi, ma ho bisogno che qualcuno me li raccolga per prepararli. Lì crescono i più buoni e tu sei l’unica che me li può procurare.”
Lei non se lo fece ripetere due volte, ma dieci, e partì. La ragazza non aveva ben chiaro cosa fosse una foresta e che quindi di funghi non ne avrebbe mai trovati, visto che quelli crescevano nel bosco. Si inoltrò sempre più fra gli alberi, con gli occhi fissi a terra. A fine giornata aveva evitato per un soffio di cadere in un burrone, finire nelle sabbie mobili, essere morsa da un serpente, attaccata da un pappagallo e punta da un ragno velenoso. In compenso però si era procurata diversi bernocoli e graffi. Si fermò esausta, rendendosi conto di essersi persa. Biancaneve allora si sedette su un masso e pianse disperata. Mentre tirava su con il naso scorse un filo di fumo in cielo. La curiosità le fece dimenticare tutto. La giovane seguì il fumo, inciampando ogni tanto, fino a che raggiunse una lussuosa villa costruita in una radura. Orgogliosa di sapere come si apre una porta, entrò senza bussare. Per sua fortuna in casa non c’era nessuno, così poté aggirarsi liberamente per quelle stanze. Arrivata in cucina, le venne in mente di avere fame e sete. Si accorse che il tavolo era apparecchiato per - alzò le dita per contare, dopo un paio di tentativi ... - sette persone. Dunque c’era cibo anche per lei. Infatti si sa che, se c’è da mangiare per sette, ce n’è anche per otto. Una volta satolla, a Biancaneve venne un gran sonno. Cercò una camera da letto e ivi si addormentò.
Quella villa, ovviamente, non era disabitata. Vi abitavano sette fratelli, rifugiatisi lì pur di non lavorare. Infatti tutti e sette erano dei gran fannulloni, nonché dei principi. Karlheinz, il re loro padre, non sapeva a chi affidare il trono nel caso gli fosse successo qualcosa ed era solito sottoporli a dure prove per decidere chi fosse il più degno. Stanchi di tutto ciò, i fratelli erano scappati e pur di non farsi trovare avevano abbandonato i loro nomi.
Ora, i sette si erano recati nel paese più vicino in cerca di servitù. Appena rincasati si accorsero subito che qualcuno era entrato: Biancaneve sapeva aprire le porte, non chiuderle. I ragazzi si sparpagliarono alla ricerca dell’intruso. La ricerca fu breve. Si radunarono tutti intorno alla giovane dormiente, chiedendosi che farne. Il più pervertito aveva le idee chiare, ma gli altri lo fermarono. Forse avevano trovato una domestica ...
Finalmente, dopo l’ennesimo punzecchiamento, Biancaneve aprì gli occhi. Urlò vedendosi circondata, ma i sette principi le intimarono di calmarsi, cosa che lei fece dopo un quarto d’ora di strilli. Alla fine riuscì a concentrarsi quel tanto che bastava per osservarli e capire che si stavano presentando. Inutile dire che la giovane imparò chi fossero solo convivendoci.
Il maggiore era un ragazzo biondo con gli occhi azzurri. Delle cuffiette gli coprivano sempre le orecchie, isolandolo dal mondo. Siccome dormiva dalla mattina alla sera era stato soprannominato Pisolo.
Il secondogenito aveva capelli grigio scuro e occhi magenta. Portava gli occhiali ed era un vero e proprio topo di biblioteca. Per la sua vasta conoscenza veniva chiamato Dotto.
C’erano poi tre gemelli. Yui non comprese chi era il più grande fra loro, la sua intelligenza era limitata, così si basò sulle apparenze.
Uno di loro aveva capelli rossi e occhi verdi. I fratelli lo chiamavano Eolo per la sua tendenza a darsi delle arie.
Anche l’altro gemello aveva occhi verdi e capelli rossi, ma questi ultimi erano più lunghi. Non si toglieva mai cappello e boa piumato. Dato che sorrideva sempre, lo avevano soprannominato Gongolo.
L’ultimo gemello era molto diverso, con capelli e occhi violetti. Stringeva sempre un orsetto di peluche, Teddy, che secondo lui era vivo. Sembrava il più piccolo dei fratelli, quindi gli altri lo chiamavano Cucciolo.
Il penultimo fratello aveva capelli scuri ed occhi magenta. Non si staccava quasi mai dal suo cellulare, di cui adorava i giochini. Era stato soprannominato Mammolo in quanto l’unico ad avere la madre ancora in vita. *
Infine c’era un ragazzo con gli occhi rossi e i capelli molto chiari. Sul suo viso non scompariva mai un’espressione arrabbiata, perciò il suo soprannome era Brontolo.
Biancaneve divenne la cameriera dei sette principi. Ogni tanto pensava al padre lontano, ma subito una nuova mansione la distoglieva dai ricordi. Oltre che fare le faccende domestiche, la ragazza assecondava gli hobby dei fratelli: sprimacciava cuscini per Pisolo, comprava nuovi volumi per Dotto, giocava a basket con Eolo, noleggiava strani film per Gongolo, prendeva il thè con Cucciolo e Teddy, si faceva selfie con Mammolo e riparava le crepe prodotte dai pugni di Brontolo.
Trascorse così un mese. Il buon padre e la perfida matrigna credevano morta Biancaneve. Tuttavia una sera la donna, taggando alcune foto, riconobbe la figliastra sullo sfondo. Non poteva essere ancora viva! Cercò altre foto del party in cui era stata scattata quella e capì che si trattava proprio di Biancaneve. Allibì. Suo marito non doveva assolutamente scoprirlo! Meditò sul da farsi: l’avrebbe rintracciata e si sarebbe assicurata della sua dipartita personalmente. Visto che era una strega, prese una mela rossa, la rese ancora più bella e appetitosa e la avvelenò. Dopodiché attraversò la foresta selvaggia. Caso volle che quel giorno i fratelli non erano in casa – dovevano pagare le bollette – e che quindi Yui era da sola. La falsa mora corse ad abbracciare la matrigna.
“Biancaneve, ma che ci fai qui? Ci hai fatti disperare” fece la donna fingendosi addolorata. “Siamo stati così in pensiero.”
“Mi spiace, mia buona mammina. Purtroppo adesso lavoro per sette principi, non li posso abbandonare.”
“Capisco. Prendi questa mela come dono, allora. Ti ricorderà i frutti del nostro giardino. Addio, Biancaneve.”
“Addio, mammina. Salutami papino.”
La strega resistette all’impulso di urlarle in faccia che non era sua madre. Fece finta di allontanarsi, poi si avvicinò di soppiatto alla finestra per vedere se la giovane avrebbe mangiato il pomo.
Biancaneve contemplò felice la mela. Avrebbe tanto desiderato mangiarla, ma da brava bambina viziata qual era doveva prima sbucciarla e non poteva farlo da sola. Infatti i sette fratelli le avevano proibito di usare alcunché di tagliante. Il desiderio divenne più forte e il suo povero cervellino non sapeva se mordere la mela così com’era o se sbucciarsela da sé. Passò il tempo a fissare il frutto, dimentica delle faccende da sbrigare. La matrigna si addormentò appoggiata al davanzale.
Quando i fratelli tornarono la situazione di stallo si sbloccò: Yui fu rimproverata, la mela sbucciata e la regina ghignò pregustando gli istanti successivi. Biancaneve morse l’invitante frutto. Dopo qualche secondo boccheggiava in cerca d’aria. La matrigna si batté una mano sulla fronte: possibile che quella maledetta ragazza non sapesse nemmeno inghiottire?!
“Ragazzi, Teddy ha visto qualcuno fuori dalla finestra” riferì Cucciolo.
Sei paia di occhi si voltarono nel momento in cui la strega si abbassava precipitosamente. Gongolo smise di dare colpetti alla schiena di Biancaneve e si avvicinò con gli altri. Vedendosi scoperta, la regina prese a correre di gran carriera, ma niente poteva contro i riflessi di Eolo. Il rosso la acciuffò dopo un paio di metri e la strattonò fin dentro casa, dove Dotto impediva a Yui di mangiare la mela.
“Ci sono fin troppe donne qui!” esclamò Brontolo, e crepò un muro.
“Non ce ne sono abbastanza” lo contraddisse Gongolo ammiccando alla donna.
“Che facciamo?” domandò Mammolo.
“Non può andarsene, o rivelerà il nostro segreto” disse Pisolo, per poi tornare a ronfare.
“Aiuterà Biancaneve con le faccende” sentenziò Dotto.
“Noooo!” urlò la matrigna. “Tutto ma non questo! Vi giuro che manterrò il segreto, non vi disturberò mai più, ma tenete quella ragazza lontana da me!”
Spronata da Eolo, la regina confessò ogni cosa. I sette principi annuirono comprensivi, consci della stupidità della loro serva. Biancaneve nel frattempo fissava incantata uno specchio: non si era mai accorta che nella villa ci fosse un’altra ragazza! Doveva essere una spiritosona, visto che ripeteva ogni suo gesto.
I fratelli distolsero lo sguardo da quello spettacolo penoso, lasciarono sola la strega e si consultarono sul da farsi. Dopo pochi minuti tornarono dalla matrigna.
“Puoi tornare a casa, a patto che tu tenga davvero la bocca chiusa” annunciò Dotto.
“Se parli ti ammazziamo” la minacciò Brontolo.
“Quanto a Biancaneve, lei rimane con noi” proseguì Eolo.
“Io cancellerò ogni sua traccia sul web” garantì Mammolo.
“Non uscirà più dalla villa” promise Pisolo.
“Nessuno saprà della sua esistenza” continuò Gongolo.
“Giocheremo insieme per sempre, vero Teddy?” concluse Cucciolo.
La donna li ringraziò calorosamente, strinse le mani a ciascuno di loro e tornò a casa a cuor leggero.
Così tutti vissero felici e contenti: la matrigna ebbe quattro figli normali assieme al padre di Yui, ormai dimentico della figlia scomparsa; Biancaneve non capì mai il suo stato di inferiorità e continuò a meravigliarsi di ogni cosa normale; i sette fratelli sfruttarono indisturbati la giovane e rimasero dei fannulloni.

FINE!




***Angolo Autrice***
* non l'ho inventato io. Per non fare spoiler, chi volesse consultasse questo sito
Spero che questa fiaba demenziale vi sia piaciuta!
Bye!
P. S.: piccolo appello per "Mammolo": votatelo per inserirlo nella lista dei personaggi, please.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: I_love_villains