Dead People don't come back

Si rigira nel letto.
Suda e ansima e la testa gli sta per esplodere e vorrebbe semplicemente mettere fine a tutto quel rumore.
Urla, sirene, pianti.
Non ce la fa più.
Si alza, sbatte contro un mobile.
« Cazzo »
Ma non gli importa più del dolore fisico.
Non gli importa più di niente.
Apre il frigo, la luce lo abbaglia.
Prende una birra ghiacciata mentre socchiude gli occhi abituati alla tenebra.
Beve di getto, ignorando l'alcool che gli brucia la gola.
Si siede per terra.
Le gambe rabbrividiscono a contatto con il pavimento freddo, ma non gli importa.
Osserva il vuoto vedendo delle ombre.
Chi sono quei mostri che sembrano volerlo divorare?
Chiude gli occhi aspettandosi di venire afferrato da un momento all'altro.
Ma non succede niente, ovviamente, e lui è troppo grande per avere ancora paura del buio.
Si alza, ma la testa gli gira e subito si appoggia al tavolo della cucina.
Respira piano mentre le ombre continuano a guardarlo.
Sorridono.
Sono felici della sua sofferenza, si nutrono di esse.
E lui inizia a ridere.
Alle due di notte.
Una risata di quelle isteriche, pazze.
Si, sta diventando pazzo.
E vede le ombre divorargli l'anima, ma non gli interessa.
Che gli mangino pure l'anima, il corpo e tutto quello che vogliono.
Tanto ormai si sente solo buio.
È diventato così terribilmente tenebra che non riesce neanche più ad osservare la luce del sole.
Tendou continua a ripetergli che non ci deve stare così male, che non è colpa sua, che sono cose che possono succedere.
Terribili si, ma succedono.
Ma lui non ci ha neanche provato, a perdonarsi, a dimenticare.
Non vuole dimenticare.
Non gli interessa.
Vuole solo morire.
Perché se le persone morte non tornano indietro lui può andare dalle persone morte.
Ma ne vale la pena?
No.
Si.
Non lo sa più, e non vuole più pensare perché ha la testa troppo piena di tutto e sarebbe grato se quelle ombre malvagie gli dessero un colpo in testa.
Così da non sentire più niente.
Forse potrebbe finalmente dormire, dormire come si deve, come non fa da giorni.
Eppure ogni volta che chiude gli occhi ecco che quelle immagini gli tornano alla mente.
In più i giornalisti non gli danno tregua, lo riportano sempre a quel momento.
Al momento in cui si è spenta una stella.
La stella.

“La nazionale di pallavolo riporta una terribile perdita: Toorou Oikawa è morto”

Anche se il buio copre le scritte del giornale ripercorre quelle parole nella mente. Parole che ha imparato a memoria a furia di rileggerle.
Lui c'era quando è successo.
È la cosa più terribile è che la fredda dama grigia si è presa solo lui.
Ushijima non ha mai creduto nel destino, una cosa per deboli, per persone che non sanno darsi delle risposte.
Ma adesso non può fare a meno di chiedersi se non ci sia un destino, karma, dio o come lo si vuole chiamare.
Avevano vinto una partita importante.
Era una giornata felice.
Lui, Oikawa, Tendou e Kuroo avevano deciso di andare a festeggiare in un locale.
All'andata Toroou aveva assolutamente voluto stare davanti, così al ritorno gli era toccato il posto dietro, insieme a Kuroo.
È stato un attimo, e in quell'attimo Ushijima ha visto la morte.
Una macchina in contro mano ad alta velocità.
Lui che gira bruscamente lo sterzo, ma non abbastanza in fretta.
La macchia li colpisce sul fianco.
Sente rumori, l'airbag che esplode, Tendou che impreca, Kuroo che geme di dolore.
E Oikawa che muore.
È quello più vicino all'impatto.
Ha la testa letteralmente spaccata a metà. Neanche il 118 sa cosa fare.
Chiamano un medico.
Gli deve cucire la testa sul posto.
Si vede il cervello.
Ushijima osserva la scena da lontano, come se fosse un estraneo.
Come se fosse impotente.
Lo è.
Kuroo ha un femore rotto.
Lui e Tendou solo qualche graffio.
Toorou muore dopo qualche ora di coma.
Lui ha ucciso Oikawa Toorou.
Lui ha ucciso la persona che ama.
La persona a cui, nonostante tutto, non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi.
E al funerale vicino ai genitori dell'ex alzatore c'è Iwaizumi Hajime.
È a lui che fanno le condoglianze.
Mentre lui non fa che rimanere in silenzio, impotente.
È giorno che non mangia come si deve, che non dorme, che non esce di casa.
Che non vive.
E gli va bene così perché una vita senza Toorou non la vuole.
Anche se lui non lo ha mai guardato con gli occhi con cui si rivolgeva ad Iwaizumi.
Gli andava bene così.
Anche solo schiacciare le sue alzate lo faceva sentire felice.
Ma adesso non può più.
Le persone morte non tornano indietro.
Questo Ushijima lo sa bene.
Ma non sa se vuole accettarlo.
Forse deve trovare una soluzione.
E intanto le ombre ridono.

Angolo autrice:
Eccomi qui, con l'ennesima Angst. *scrive mille storie tutte uguali*
Come al solito se l'angst chiama K risponde, però lo so che divento seccante a scrivere sempre della morte u.u.
Non sapevo se mettere l'avvertimento "incompiuta", alla fine ho deciso di non metterlo perché un finale lo si può immaginare, dipende un po' da ognuno di noi. Se volete immaginare un Ushijima forte che va avanti lo stesso nessuno ve lo vieta xD
Comunque non avevo mai scritto di questo bimbo, ed è stato un po' strano e spero di non essere caduta nell'ooc anche se in realtà non è che faccia molto, sono più che altro le sue seghe mentali (?).
E nulla, spero che questa piccola fic vi sia piaciuta.
Fatemelo sapere!
K