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Autore: simocarre83    03/04/2017    1 recensioni
Questa raccolta di breve storielle è ambientata nei luoghi e con i personaggi dei racconti "Ricordi" pubblicati nella sezione Avventura. Sono però dei racconti a sé stanti, quindi potete leggerli come e quando volete. se poi vi incuriosiscono, sapete dove trovare gli altri. trattano di diversi argomenti, con diverse tipologie di racconto. Ed ecco perché li ho pubblicati in questa sezione. Buona lettura!
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA SVEGLIA MALEDETTA

Si sa… il momento più difficile della giornata è quello del risveglio… se poi hai 16 anni quello diventa il momento più difficile di una vita intera.
Così, Giuseppe, il nostro sedicenne, quella mattina, fuori dalle coperte non voleva proprio uscire.
La sveglia era, come ogni mattina, stata programmata alle 0645. Anche se non riusciva a connettere, alle 0630 era già sveglio. Che poi… “sveglio” era una parola grossa! Diciamo che il senso del tatto si riduceva a quella sensazione di bagnato che sentiva sul labbro inferiore, causata dalla saliva che stava quasi inondando il cuscino. La vista era, per un novanta per cento, coperta dal proprio cuscino. E il buio della stanza a quell’ora, verso la fine dell’autunno, gli metteva addosso un sonno incredibile.
Quasi piangeva.
“Ma porca trota! Ma è mai possibile che mi sveglio sempre prima della sveglia?!”
Questo era il suo pensiero e la sua tortura. Il problema era che anche se fisicamente era ancora nel mondo dei sogni, mentalmente si era già svegliato e il cervello funzionava a dovere. Anche se ancora per poco. Lentamente si riassopì. Era bello starsene lì, sdraiato, con il lenzuolo ed il piumino che lasciava fuori solo i capelli e l’occhio sinistro (Soprattutto quando la sera prima, complice l’assenza dei genitori, era rimasto a giocare ai videogame fino alle 2 e mezza), Mentre un caldo tepore lo faceva lentamente addormentare di nuo…
“Ariete: Oggi giornata fantastica per voi!!!”
Contrasse contemporaneamente tutti i muscoli del corpo, nel preciso istante in cui la radio cominciò a funzionare facendogli da sveglia. Il problema era che a quel volume avrebbe potuto svegliare tranquillamente anche Andrea, il suo migliore amico e compagno di classe, che abitava mezzo kilometro più in là.
“Andrea!” ripeté Giuseppe tra sé e sé “Se ti becco un’altra volta ad alzarmi il volume della sveglia ad un livello sovrumano ti uccido!” urlò con la mente Giuseppe, mentre riconosceva nel suo migliore amico l’attentatore alla sua salute fisica e mentale che il giorno prima aveva, neanche accidentalmente, dato mezzo giro alla rotellina del volume della sua radiosveglia, causandogli palpitazioni ed un innalzamento della pressione che ancora non passava, anche adesso che, 10 secondi dopo aver “schiacciato a canestro” il pulsante per rimandare la sveglia, era tornato nella stessa e identica posizione di prima.
Il problema era che aveva rimandato la sveglia di 15 minuti, ma non aveva abbassato il volume.
Mo’, senza che vi sto a riscrivere tutto, la STESSA E IDENTICA SCENA si ripeté alle 0700.
Alle 0714, i suoi muscoli si contrassero contemporaneamente di nuovo, tutti quanti. Questa volta era perché gli sovvenne il dubbio che non avesse staccato la sveglia.
Strano il nostro ragazzo?? Beh! Vorrei vedere voi!
Comunque si alzò, e come ogni volta da quasi tre anni a quella parte si diresse verso il bagno. Barcollando mentre si grattava la schiena. Non fece in tempo ad arrivare alla porta che scattarono le 0715. E… indovinate? Esatto!!
Questa volta fece un placcaggio rugbistico, e risolse definitivamente il problema.
“Noo! È tardi!” urlò il nostro, come se non avesse neanche spento la sveglia.
Aveva il pullman alle 0745 (gli era sempre piaciuto usare la “nomenclatura simil-militare” degli orari… e ora che era solo in casa perché i suoi genitori erano via tre giorni da suo zio in Francia, poteva permettersi anche di urlare).
Però doveva ancora lavarsi, farsi la barba, vestirsi, fare colazione e uscire, percorrendo quel centinaio di metri che lo separavano dalla fermata del pullman.
0717 era in doccia.
0720 era fuori dalla doccia (!!)
0721 era di nuovo in doccia, perché preso dal sonno si era insaponato ma non si era sciacquato.
0722 era, per la seconda volta, fuori dalla doccia (!!!!)
0730 aveva chiuso tutti i tagli causati dalla rasatura affrettata e alquanto imprecisa.
0735 aveva bruciato il latte.
0737 aveva urlato parolacce in turco per essersi scottato tutta la bocca con il latte.
0740 aveva finito di preparare lo zaino mettendo la roba del giovedì.
0742 quasi uscito di casa si ricordò che, essendo giovedì aveva anche educazione fisica, quindi ritornò in casa a prendere il cambio.
*scusate ma a questo punto diventa necessario inserire anche i secondi*
0742 30s Esce di casa, cadendo pietosamente dalle scale.
0743 12s Esce dal cancelletto, si volta e vede che la porta di casa è rimasta aperta (questa volta le parolacce sono in svedese)
0743 55s Esce dal cancelletto, e appena chiuso, si ricorda di essersi dimenticato il cellulare in casa.
0744 00s In corsa si accorge di una figura strana al di là della strada. È il suo vicino di casa, milanese di 70 anni, che gli dice, in milanese, qualcosa che tanto non capisce. Gli pare solo di sentire “scuola” e “drogato” ma era anche coperto dal continuo abbaiare di quel suo cane che, da quando era piccolo, voleva solo rincorrerlo per morderlo, pensava lui.
0744 30s era alla fermata del pullman. In tempo. Anzi in anticipo.
“Quasi quasi vado a prendermi una brioche al bar” pensò, riferendosi a quello dall’altro lato della strada, proprio di fronte alla fermata. Prima che un aura di sconcerto e orrore attanagliasse il suo animo per quello che vide.
La saracinesca del bar era abbassata. Il bar chiuso. E lì, finalmente, per la prima volta ebbe un sussulto. Un piccolo, impercettibile dubbio. Gli venne mal di testa (tutto suo padre).
Attraversò la strada e si avvicinò al negozio perché riconobbe il cartellino esposto sulla saracinesca. Era il solito che si mette quando un negozio è chiuso per ferie. Ed effettivamente c’era scritto “Chiusi per ferie! Riapriamo lunedì 11 dicembre”
Sentì il cricetino ritornare sulla rotella e cominciare a correre, mentre poteva quasi sentire nella sua testa la rotella che girava.
“Dunque lunedì 11 dicembre… oggi è giovedì, quindi lunedì 11, domenica 10, sabato… sabato 9, venerdì 10… no venerdì 8… giovedì… eh! se domani è l’8, oggi è il 7 dicembre. NUOOOOO!!!!!!!” e stavolta l’urlo lo sentì anche il vecchietto con il cane ad un centinaio di metri di distanza, mentre un sorriso a 5 denti (comunque) gli uscì dalla bocca, soddisfatto per aver insegnato qualcosa al ragazzino.
Prese la strada di casa a tutta velocità. Il dubbio stava sempre di più facendosi spazio nel suo cervello.
Soprattutto quella frase, pronunciata dal vecchietto, ora acquistava vero significato nella sua mente. Conoscendolo, quell’uomo gli avrà detto, con lo spiccato accento milanese che lo caratterizzava “Oggi la scuola è chiusa… drogato!!”.
Eh Si!! Quel giorno la scuola era proprio chiusa. Era festa. “Da più di cinquecento anni, a Milano il 7 Dicembre è festa” pensò.
Aprì il cancelletto, entrò in casa e in camera. Controllò, come sarebbe stato giusto fare almeno un’ora prima, il suo calendario, per ottenere la conferma che la sua vita era stata inutile, almeno per quell’ultima ora.
E qui, le parolacce si sprecarono in un idioma sconosciuto a tutti gli esseri umani, salvo forse qualche indios del sud America.
“Andrea, sicuramente, lo sapeva!” ripensò, mentre già pregustava la vendetta che, tremenda, si sarebbe da li a poco abbattuta sul suo migliore amico e compagno di classe.

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NdA: Buongiorno a tutti! Spero che leggere questo capitolo possa avervi divertito quanto ha divertito me scriverlo! Se così fosse, fatemelo sapere! E fatemi sapere anche qualora le cose non stiano così! :)
Buona giornata!
  
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