Fanfic su artisti musicali > Lana Del Rey
Segui la storia  |       
Autore: AnnVicious    03/04/2017    0 recensioni
Lana è una ragazza di ventisette anni che fa ritorno a Woodville, il suo paese di nascita, a causa di una recente perdita in famiglia che l'ha parecchio scossa. Essendo stata sempre una ragazza insicura, incapace di osare e trasgredire anche alla minima cosa, si sente persa, ancora più debole ed insicura, per giunta in quel paese che ora le sembra totalmente diverso, privo dell'energia che emanava una volta.
Ma proprio quando è al laghetto, il luogo dove da ragazzina andava a giocare, a distanza di dieci anni, rivede Alex.
Per lei è stato il primo amico, la prima cotta, il primo amore, il primo a lasciarla sola.
Alexander è a sua volta in un periodo difficile della sua vita: con un lavoro che non soddisfa le sue ambizioni, una delicata situazione in famiglia e la relazione con la sua ragazza in bilico ma riesce comunque ad avere coraggio e a vivere appieno la propria vita, nonostante sia solito indossare delle maschere pur di non mostrarsi per la persona che è nel profondo.
Entrambi sono cambiati molto, in alcune cose in meglio ed in altre in peggio, ma il ricordo della loro spensieratezza e del loro primo amore vive nelle loro menti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lana si trovava nello spazioso bagno dell'appartamento di Alex.
Aveva sempre creduto di poter vedere quei bagni così ampi solo nei programmi televisivi dove le persone ostentavano le proprie ricchezze. Quella stanza era verniciata di un verde acqua vivido e la vasca dove poco prima si era concessa un bagno rilassante a dir poco, era grande e quadrata, sopra di essa vi era uno scaffale dove vi era posizionato tutto ciò che rendeva il rituale del farsi il bagno un vero paradiso: dalle bombe da bagno che redevano l'acqua multicolore e suggestiva ai sali da bagno fino alle candele profumate, gli incensi e persino una bottiglia di champagne e addirittura un lettore musicale attaccato alla parete che si poteva impostare su ogni tipo di musica da atmosfera. Quel bagno era persino dotato di luci soffuse e uno strano marchingegno che permetteva con un tocco di chiudere automaticamente sia le tapparelle che le tende. Ma il tocco finale era il lungo specchio a scomparsa che lei non avrebbe mai trovato se non fosse stato per Alex che prima del bagno le aveva indicato una piccola maniglia che se tirata, avrebbe svelato quello specchio dentro al quale la ragazza si vedeva riflessa in quel momento.
Quando aveva ritrovato in valigia il proprio vestito rosso, si era autoringraziata per averlo messo lì dentro prima di partire per Woodville, qualche giorno prima. Avevano scelto di andare a cena in un ristorante in città e Lana non avrebbe mai voluto mettere a disagio Alex presentandosi in jeans e maglietta. Quel vestito aderiva perfettamente al suo corpo come fosse stato una seconda pelle e le scarpe, anch'esse di un rosso acceso, le conferivano un aspetto slanciato, facendo risaltare le sue lunghe gambe.
Si era appena finita di truccare con un tocco finale di rossetto rosso fuoco e sistemare i capelli che le ricadevano, ondulati a ridosso di una spalla e dopo aver sistemato le proprie cose nella valigia che si era portata in bagno, prese la borsa ed aprì la porta.
Proprio a qualche metro da lei, Alex si stava abbottonando un bottone in una manica della camicia e Lana era sicura di non aver mai visto un ragazzo di una bellezza divina come la sua: era una sorta di fusione tra James Dean ed Elvis Presley con quella camicia rossa come il vestito di Lana e la giacca elegante fatta di chissà quale pregiato tessuto di un blu scuro, quasi nero. I suoi pantaloni erano neri ed attillati e le sue scarpe lucide come non mai. I suoi capelli erano lucidi e colmi di brillantina tirati indietro, con un ciuffo che andava a sfiorare la sua fronte.
Aveva appena finito di aggiustarsi anche il colletto della camicia quando si voltò a guardare Lana, rimanendo improvvisamente incantato.
Le guance della ragazza non persero l'occasione di diventare rosse almeno quanto il suo vestito e se non avesse indossato il rossetto, si sarebbe morsa le labbra fino a farle sanguinare per l'imbarazzo che provava.
"Wow". Disse poi lui, spezzando il silenzio ed offrendo la mano alla ragazza che lei strinse appena.
"Mi avevi detto solo che il tuo vestito era rosso, non che saresti sembrata una venere". Sussurrò senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
"E tu non mi avevi detto che saresti sembrato un divo di Hollywood". Rispose lei, avvicinandosi a lui.
Alex le regalò un sorriso che in un primo momento poteva quasi essere scambiato per impacciato, ma poi disse, sicuro: "beh, presto ci andrò, quindi devo allenarmi".
Lana si lasciò andare ad una risata ed Alex posò una mano su una sua guancia, accarezzandola appena per poi aggiungere: "ma solo se tu vieni con me".
"Hai così tanto bisogno di una domestica?". Scherzò Lana, sentendo lo stomaco in subbuglio quando Alex sfiorò la sua guancia con tanta delicatezza.
"Ho bisogno di una venere". Disse lui senza perdere quel tono di voce che avrebbe conquistato anche il più duro dei cuori.

Quella sera, Alex lasciò guidare a Lana la sua preziosa jaguar per arrivare fino al ristorante anche se in quei cinque chilometri percorsi per arrivare in centro, la aveva pregata di andare piano e di andare a picchiare con una mazza chiunque avesse osato avvicinarsi troppo all'auto, rischiando magari di rigarla.
Una volta dentro, i due non faticarono a trovare un tavolo dal momento in cui Alex conosceva i proprietari del posto e data la propria popolarità in quella città, non avrebbe probabilmente dovuto pagare nulla.
Erano infatti riusciti ad avere un tavolo appartato con tanto di candele e fiori freschi al di sopra di esso. Non poteva mancare nemmeno il vino più pregiato ed i cibi più prelibati.
Lana quella sera come in nessun'altra della sua vita, si sentiva davvero trattata come una regina, ma anche se aveva quella sensazione di regalità, non riusciva comunque a spostare lo sguardo da quello di Alex che a sua volta, era incantato dallo splendore di quella donna che aveva di fronte.
"Lo sai che non ti caverò gli occhi di dosso per tutta la sera, vero?". Disse Alex mentre mangiava il proprio salmone affumicato.
Lana non potè fare a meno di arrossire di nuovo a quelle parole. "Penso che la cosa sarà reciproca, sai?". Disse lei, con le guance nuovamente arrossate.
 "Per me va bene così. In questo modo potrò guardarti più a lungo negli occhi". Sussurrò lui, con un timbro di voce incredibilmente romantico.
"Alex, ho le guance così rosse che tra poco dovrai chiamare i pompieri per spegnerle". Sussurrò lei con una risata nervosa mentre mangiava il proprio pasto con lentezza: voleva godersi ogni più piccolo momento con quel ragazzo che le stava regalando così tante emozioni l'una dopo l'altra e non voleva nemmeno pensare a quando sarebbe stata costretta ad andarsene, almeno in quella sera non voleva avere dubbi, non voleva avere paura.
"Ma no, sono deliziose le tue guance in questo momento". Continuò Alex.
"Forse devi farti controllare la vista". Rispose Lana, accennando una risata per poi bere la fine del secondo bicchiere di vino.
"La mia vista funziona benissimo e non capisco come mai tu non abbia una scia di spasimanti dietro di te che ti supplichino anche solo per un'occhiata". Rispose lui mentre continuava a mangiare.
"Perché la magia svanisce quando apro bocca". Disse Lana, accennando una risata.
Alex dopo aver bevuto il quarto o forse il quinto bicchiere di vino, le rispose: "io adoro la tua bocca".
Lana nell'udire la sua risposta, rise e picchiettò le proprie unghie sul calice di Alex. "E' questo che ti fa essere così smielato?".
Alex fece 'no' con la testa, ridendo con lei. "Fidati, sono ancora abbastanza lucido. Anni di alcolismo hanno reso il mio fegato più forte che mai".
"Oh, buono a sapersi". Rispose Lana con un sorriso tra le labbra. Avrebbe voluto sapere di più riguardo a quella dipendenza di Alex ma non le sembrava il momento opportuno e non aveva intenzione di imporgli di smettere: aveva sempre rispettato la libertà altrui e non si era mai permessa di imporsi su qualcuno, nè con gli amici, con i suoi ex o con i suoi genitori.
"E tu come mai hai iniziato il terzo bicchiere di vino senza finire in coma etilico?". Chiese Alex, scatenando una risata nella ragazza che proprio in quel momento si stava riempiendo il calice per metà.
"Non ho mai assaggiato un vino così buono, lasciami fare". Disse lei con voce dura che sciolse poi con l'ennesimo sorriso mentre si apprestava a sorseggiare il vino bianco e frizzante dal proprio bicchiere.
"Voglio proprio vederti da ubriaca". Disse curioso Alex per poi iniziare a mangiare il contorno ma senza poter fare a meno di guardare la ragazza di tanto in tanto.
"Faccio battute pessime ed inizio a ridere come una gallina". Rispose lei, senza riuscire a togliersi il sorriso dalle labbra mentre mangiava ciò che rimaneva del proprio pasto.
"Ehi ma volevo scoprirlo da me!". Protestò Alex, incrociando le braccia e fingendosi offeso.
"Ma non c'è nulla di così interessante da scoprire". Disse lei, ridendo ancora ed accorgendosi del fatto che forse era già molto brilla dal momento in cui si iniziava a sentire stranamente la testa leggera e aggiunse: "anzi, penso che potrai vedermi in azione molto, molto presto".
Alex rise nel vederla sollevare ancora il suo calice e non perse l'occasione di farlo sfiorare con il proprio per un brindisi per poi concedersi qualche sorso della bevanda.
"Tu sei una persona molto interessante, Lana. Non sottovalutarti". Disse poi Alex che in un lampo si era fatto serio.
Lana, ancora una volta non voleva rovinare quella bellissima serata, quindi decise di non rispondere in modo approfondito, dicendo solo: "hai ragione, devo cercare di non farlo". Sapeva benissimo, però che non avrebbe risolto nulla.
"Ti insegnerò io a far alzare quella tua maledetta autostima, miss". Rispose Alex deciso, notando che lei non aveva voluto spendere altre parole nell'argomento.
"Farai meglio ad aprire un cantiere allora, perché c'è molto lavoro da fare". Rispose lei ridendo, ma in quel sorriso che voleva essere autoironico, Lana sapeva bene che celava una profonda ed implacabile tristezza.

Dopo aver finito di cenare in quel lussuoso ristorante senza aver dovuto sganciare nemmeno un centesimo data la popolarità di Alex ad Iron Valley. i due decisero di andare a smaltire la sbronza che si erano inevitabilmente presi entrambi, in uno dei minuscoli parchi poco distante da lì, senza smettere per un secondo di ridere e parlare anche quando si ritrovarono seduti da soli su una panchina di legno del parco e le loro voci diventate forti e squillanti a causa dell'alcool, rimbombavano nelle vicinanze.
La serata non stava andando come entrambi a modo loro, se l'erano immaginata ma ne Alex e ne Lana avevano o celavano un minimo segno di delusione sul volto o dentro di essi: si sentivano semplicemente più leggeri e spensierati, per una volta senza dover fare lo sforzo di relazionarsi con il mondo esterno, perché loro due in quei momenti così stranamente magici, viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda e non avevano bisogno d'altro, se non l'uno dell'altra.
"Alex ti giuro che lo abbiamo visto quell'ufo, non è colpa mia se sei anziano e non te ne ricordi!". Disse Lana che non la smetteva più di ridere anche mentre parlava e sembrava aver contagiato anche Alex, il quale seduto di fianco a lei, rispose: "ti ho detto di no, avevamo fumato troppa erba quel pomeriggio!".
Lana per un momento si domandò come fossero finiti a parlare di alieni ma ci rinunciò subito: in pochissimo tempo avevano cambiato almeno una quindicina di argomenti che avevano collegato l'uno all'altro con chissà quale strampalato ragionamento. In fondo che importava da dove venisse quel discorso se erano così in sintonia?
"Ma no, era erba, mica acidi!". Rispose con foga Lana, senza perdere il sorriso.
"Anche se fosse come dici tu, è passato troppo tempo, non mi ricordo niente!". Esclamò divertito Alex.
"Appunto, perché ormai sei anziano e la memoria inizia a giocarti brutti scherzi. Stanotte ti alzerai tre volte per andare in bagno, me lo sento". Disse lei ridendo nel vedere Alex alzarsi sulla panchina per poi fare dei piccoli salti.
"Questa ti sembra opera di un vecchio, miss Del Rey?". Chiese lui, continuando a saltellare.
"Sembra opera di una scimmia ubriaca". Rispose Lana, continuando a ridere.
Alex si rimise a sedere, affannato e si portò una mano tra i capelli in disordine. "Ehi, guarda che è tutta classe".
"Eh si, la classe degli elefanti". Disse lei per poi dargli una pacca sulla spalle e aggiungere: "non lo vedi che per due saltelli che hai fatto, ormai ti viene un un infarto?".
Alex rise e si accese una sigaretta che poi indicò con la mano libera. "E' colpa sua, non mia".
"Quindi è la sigaretta che ti si infila tra i denti senza pietà e ti fa fumare di controvoglia?". Ridacchiò Lana.
"Si, non lo vedi?". Alex finse in un modo alquanto buffo, di essere costretto dalla sigaretta ad essere fumata e Lana a quel punto, non riusciva più a smettere di ridere, contagiando ancora una volta con la sua risata semplice e cristallina, anche Alex.
"Mi sei mancato tantissimo in tutti questi anni, Al". Disse poi lei, andando ad appoggiarsi sulla sua spalla e raggomitolandosi accanto a lui.
Alex accarezzò una spalla della ragazza e nel vedere la pelle d'oca su un suo braccio, subito si tolse la giacca elegante che mise sulle sue spalle.
"Ehi, se hai molto freddo, andiamo a casa".
"No, non voglio". Sussurrò lei dopo aver fatto uno sbadiglio.
"Perché no?". Chiese dolce Alex, dopo aver fatto qualche tiro dalla propria sigaretta che lasciava una leggera nebbiolina nell'aria già satura di chissà quante altre sostanze nocive.
"Perché non voglio che questa serata finisca". Sussurrò sincera lei, spostando appena la testa in modo da poter guardare Alex negli occhi.
Ma non voglio che tu collassi su questa panchina". Rispose lui ridendo appena, allungandosi poi per poter baciare sulla fronte quella ragazza della quale sembrava non poter fare più a meno.
"Non fa niente, almeno sono con te". Sussurrò Lana, stringendosi al suo braccio mentre faceva un secondo sbadiglio.
Lui gettò la sigaretta a terra, poi posò le labbra tra i suoi capelli, vicino al suo orecchio ed inebriato dall'odore di cocco che emanava la lunga chioma scura della ragazza, sussurrò.
"Sarai con me, ma in un bel letto comodo con tanto di cuscino, lenzuola ed anche le mie braccia che ti stringeranno forte".
Lana sentì dei brividi percorrerle tutto il collo e la schiena nell'udire quel dolce sussurro di Alex e rabbrividì appena: sentiva una strana fitta allo stomaco e anche se avrebbe voluto tanto ignorarne la causa, sapeva benissimo che doveva affrontarla in quel determinato momento visto che quella sera aveva intenzione di passarla serenamente.
Quella fitta allo stomaco e quei brividi improvvisi erano scaturiti dai pensieri paranoici di Lana che le dicevano che forse quella sera Alex non voleva solo stare nel letto con lei ma anche andare oltre. Lei era ovviamente affascinata da lui e da ciò che si stava mostrando a lei, ma quei brividi erano dovuti anche al fatto che era trascorso più di un anno da quando lei aveva avuto l'ultimo rapporto sessuale e come se non bastasse, non se la sentiva quella sera di andare oltre e poi si sentiva già troppo in colpa verso Taylor, la ormai ex ragazza di Alex.
Lana continuava a ripetersi di non pensare a tutti quei dilemmi che la assalivano senza sosta, ma non poteva farne a meno dato che quello era il suo carattere. Sentì il braccio di Alex stringerla leggermente di più (evidentemente aveva sentito il brivido improvviso della ragazza di qualche secondo prima) e poi sussurrò: "ehi Lana, hai ancora freddo?". Il ragazzo cercò lo sguardo di Lana, la quale colse il momento per liberarsi una volta per tutte di quelle paranoie.
"Alex, posso chiederti una cosa?". Chiese, cercando tenere gli occhi sui suoi nonostante le girasse la testa.
Lui, notando il tono di voce improvvisamente serio della ragazza, abbozzò appena un sorriso ed annuì. "Certo, sfogati con papà Alex".
La sua risposta fece sfuggire un sorriso a Lana che però non perse la propria serietà.
"Quali sono le tue aspettative per quando torneremo a casa tua?". Chiese lei ed Alex, guardandola negli occhi capì subito cosa lei volesse davvero intendere.
"Lana, perché non lasciamo semplicemente che le cose seguano il loro corso?".
Lana si morse il labbro inferiore ancora decorato con un filo di rossetto rosso, senza scostare gli occhi da quelli di Alex e si mise a sedere.
"Non me lo perdonerei mai... Mi sentirei una poco di buono nei confronti di Taylor...". Disse lei, stringendosi nella giacca che Alex le aveva prestato.
"Lei è già storia vecchia, ormai e non dovresti essere tu a preoccupartene, ma se è solo per questo, non dovresti scervellarti". Anche Alex voleva un contatto visivo con Lana e non smetteva di osservarla.
"Come fai ad essere sempre così rilassato?". Chiese Lana, sospirando.
Alex si alzò, leggermente barcollante e rispose semplicemente, allargando appena le braccia.
"Ci sarà sempre qualcuno che ti odierà per quello che farai, quindi chissene frega e fai quello che vuoi fare. Hai idea di quante persone mi odiano solo perché io sono ciò che loro non hanno avuto il coraggio di essere? Se dovessi fermarmi a pensare a loro, a quest'ora avrei i capelli bianchi e sarei rintanato in casa con la paura di uscire per non incontrare quelle persone. Invece sono qui e ho avuto il piacere di vederti dopo la bellezza di dieci anni e di loro non mi interessa assolutamente nulla".
Lana aveva gli occhi che brillavano per l'emozione del breve discorso che aveva appena fatto Alex, il quale le si avvicinò e si piegò sulle gambe per poi accarezzare una sua mano.
"Lana. Vivi e basta. Fa quello che vuoi. Io non ti costringerò a fare nulla ma abbiamo solo questa sera e domani e voglio che tu abbia un bel ricordo di questi giorni".
In quel momento, lei era rimasta incantata a fissare Alex, come se non fosse sicura che una persona così energica, positiva e con così tanta voglia di vivere, potesse davvero esistere. Strinse la sua mano e poi si avvicinò per baciarlo, cosa che lui ricambiò con un dolce sorriso tra le labbra.
"Come fai ad essere così... Splendente?". Chiese lei con una certa commozione nella voce.
Alex si rialzò e le porse la propria mano che Lana accettò, ritrovandosi in piedi con lui e stretta tra le sue braccia.
"Basta ignorare chi ti dice che non puoi farcela". Rispose lui sorridendole.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Lana Del Rey / Vai alla pagina dell'autore: AnnVicious