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Autore: DhakiraHijikatasouji    03/04/2017    0 recensioni
Stefano, un timido e curioso ragazzo orfano, con la vita rovinata dal bullismo. Sascha, il tipico Bad Boy con qualcosa da nascondere. Saranno i loro destini che, incrociandosi, daranno vita ad un incontro che il fato non avrebbe mai potuto separare.
"Le difficili sfide della vita esistono per questo, a farti vedere fin quanto puoi resistere...ebbene, facciamogli vedere che insieme noi resisteremo fino in fondo"
#SASCHEFANO
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anima, St3pNy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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POV's Stefano
Un'altra mattinata mi costringeva ad aprire gli occhi e ad alzarmi dal letto. La stanza buia, grigia, mi ricordava quanto fosse deprimente la mia vita. Prendo una felpa due taglie sopra la mia e tiro su il cappuccio fino al naso. Mi sentivo più al sicuro con indumenti grandi addosso, anche se mi facevano sembrare grasso. Ero solito tenere lo sguardo basso, senza attirare l'attenzione, facendo i fatti miei. Mi misi le scarpe e uscii da quella piccola casa nella quale un anno fa abitavo con mia madre, prima che mi lasciasse per una malattia chiamata Neoplasia. Anche prima che morisse la mia vita non era di certo migliore. Avevo cambiato scuola 3 volte per colpa dei bulli che la frequentavano. Oggi sarebbe stato il primo giorno nella terza scuola.
Improvvisamente andai a sbattere contro una figura.
Scusa...
-Dissi continuando a tenere lo sguardo basso senza minimamente provare a vedere chi fosse. Non mi importava molto, dato che comunque non lo conoscevo. Cercai di cambiare strada, ma questo mosse i piedi in sincronia con me nella stessa direzione impedendomi di proseguire.
Sa - La prossima volta bada a dove metti i piedi, ti è chiaro bimbetto?-
La voce era di un ragazzo...così sfottente e seria. Alzai lo sguardo puntando i miei occhi su di lui.
Occhi scuri, capelli corvini, sguardo che uccideva da dentro...
 
POV's Sascha
Quando mi puntò gli occhi addosso, mi saltò quasi un battito a vedere la particolarità delle sfumature che si concentravano in quelle pupille timide. Erano castani con una leggera, ma evidente, macchia di verde smeraldo. Vedevo che voleva provare a ribattere perché aprì bocca, ma non disse niente.
Allora? Aspetto una tua risposta!
-Continuai con tono duro.
Lui abbassava la testa sempre più ad ogni mia parola. Era proprio gay!
Oh, frocetto, ti hanno tagliato la lingua?
-Gli diedi uno spintone e lo feci indietreggiare di qualche passo prima che cadesse al suolo e i suoi libri si sparsero per terra.
Incredibile il fatto che non mi implorasse di lasciarlo andare.
Non disse niente, cominciò a raccogliersi i libri in silenzio per riporli nello zaino.
Non avevo mai incontrato persona più strana.
Ero irritato da questo comportamento insolito alle mie 'vittime' e gli calciai un libro lontano non appena una sua mano stava per raccoglierlo. Alzò di nuovo gli occhi per guardarmi.
Occhi stupendi...
Erano seri, quasi interrogativi...vitrei. Tristi. Sì, tristi era l'aggettivo più azzeccato.
Anche se non doveva importarmi perché non lo conoscevo minimamente, per un istante mi domandai perché. Rimasi a bocca aperta quando lo vidi gattonare verso il libro, prenderlo e metterlo nello zaino...come se non fosse successo niente, come se gli fosse semplicemente caduto di mano. Si alzò da terra, si mise lo zaino sulle spalle e scappò via.
Quel tipo era strano.
 
POV's Stefano
Ero troppo abituato a queste cose, ci avevo già avuto a che fare fin dall'elementari. La campanella era già suonata da qualche minuto. Entrai nella classe senza bussare e lo sguardo della professoressa era agghiacciante. Ovviamente venni sgridato e buttato fuori. Perfetto. Approfittai per andare in bagno. Mi guardai allo specchio, avevo delle occhiaie evidenti, ma non me ne preoccupai molto siccome era normale dato il poco sonno che riuscivo ad applicare. Mi sedetti per terra, portando le ginocchia al petto e nascondendo il viso tra di esse.
Cominciai a piangere. La mia vita era veramente insopportabile. Più volte avevo provato ad uccidermi, ma alla fine mi sono convinto che l'autolesionismo era meglio. Alzai la manica del mio braccio sinistro sfiorando le cicatrici degli ultimi tagli che mi ero fatto. Mi spuntò un piccolo e sadico sorriso.
Stavo bene; stavo proprio bene ogni volta che la lama scorreva sulla mia pelle, lasciando uscire il sangue. Sentii bussare alla porta del bagno. Non risposi, e il bussare si fece insistente siccome mi ero chiuso a chiave dentro.
Occupato!
-Dissi a voce alta, ma non servì a niente, il tipo non smetteva di rompere. Mi dovetti alzare ed aprire. Appena tolsi leggermente la porta dalla mia vista, potei avvertire del bagnato sui pantaloni, oltre che delle risate. Abbassai lo sguardo e avevo una grossa macchia d'acqua in mezzo alle gambe. Vidi quel ragazzo di stamattina, insieme ad un altro che teneva un secchio. Si stavano proprio ammazzando di risate. Sentivo che le lacrime stavano pungendo i miei occhi, così scappai passando in mezzo a loro due che continuavano a ridere.
X - Ben fatto, Sascha-
Sentii dal bagno.
Sascha...
Quindi era quello il suo nome. Uscii dall'istituto correndo verso il piazzale dove al centro c'erano delle panchine messe in modo circolare. Mi sedetti su una di quelle cominciando a singhiozzare. Sarei stato deriso da tutta la classe appena sarei entrato. Avrei potuto scappare e non entrare proprio. Ma ho promesso a mia madre che sarei sempre andato a scuola, e che non mi sarei mai arreso. Faceva troppo male, però.
Sussultai non appena sentii una mano che a mo' di pacca si posò sul mio ginocchio destro. Era una mano sconosciuta, e per forza! Una mano amica non l'avevo mai trovata in vita mia. Senza pensarci, mi voltai verso chi aveva fatto quel gesto leggermente sfacciato. Era un ragazzo con gli occhiali ad Harry Potter e l'apparecchio ai denti. Mi sorrideva.
Sal - Ciao, anche tu qui?-
Non risposi squadrandolo per qualche minuto prima di riporre di nuovo lo sguardo verso il pavimento.
Sal - Non sei proprio la rappresentazione della compagnia. Comunque io mi chiamo Salvatore. E' il tuo primo giorno di scuola? Intendo qui...-
Ma che voleva? Magari voleva soltanto conoscermi, provare ad essere mio amico. Stava facendo un grande errore.
 
POV's Salvatore
Avevo capito subito che era un ragazzo timido. Era adorabile, quasi. Era appannatotto come costituzione, dovevo ammettere, ma era adorabile lo stesso. Mi sembrava un bambino al quale avevano rubato la cioccolata. Lo vidi annuire alla mia domanda, ero felice che stesse provando ad avere un dialogo con me...come io stavo provando ad averlo con lui.
Siamo ancora a inizio settembre eh, non ti fa caldo con quel cappuccio? Respira un po'
-Allungai una mano verso il cappuccio della sua felpa per spostarlo, ma una sua mano strinse tremante il mio polso non appena lo sfiorai.
Ok ok...tranquillo, te lo lascio se non vuoi
-Rimanemmo un po' in silenzio. O meglio, io rimasi in silenzio essendo che lui la quiete sembrava averla a vita. Non è che era muto?
Ma...tu parli? Se volessi, saresti capace di parlarmi, vero?
-Annuì anche a quella domanda. Allora era solamente timido e parecchio insicuro, oltre ad un'autostima palesemente bassa. Sentimmo da fuori il suono della campanella che annunciava la seconda ora. Lo vidi alzarsi di scatto, e potei intravedere una macchia sui suoi pantaloni.
Aspe...
-Non feci in tempo a fermarlo che lo vidi andare via a passo spedito. Da quello che avevo visto potevo fare due supposizioni: la prima è che forse facevo così paura, oppure ero stato così avventato, che se l'era fatta sotto...o semplicemente era stato preso di mira da Sascha e dalla sua gang. Sospirai fino a che sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. Era Giuseppe, il mio migliore amico.
 
POV's Giuseppe
Sal - Oh, ciao Giuse-
Mi disse con tono preoccupato. Un attimo fa lo vedevo sorridere insieme a quel ragazzo che adesso se ne stava andando via, quindi l'unico motivo della sua preoccupazione non poteva essere che lui.
Dobbiamo entrare anche noi...ma che hai?
Sal - Guardalo, Giuse-
Mi disse senza staccare gli occhi dalla felpa nera di quel ragazzo che si muoveva ritmicamente a seconda dell'ondeggiare dei suoi fianchi ad ogni suo passo.
Sal - E' troppo timido per sopravvivere a questa scuola, e noi lo sappiamo bene-
Già...
Gli risposi semplicemente capendo quello che voleva intendere dato che anche io e Salvatore ne siamo state vittime...e forse lo siamo ancora.
Sal - Ha bisogno di amici, ed io sono disposto ad esserlo...voglio aiutarlo, Giuseppe-
Lo capivo. Salvatore era solito aiutare i suoi amici ed è per questo che l'ho sempre ammirato. Io invece non sono uno che socializza facilmente, sto molto sulle mie. Comincio a essere simpatico con persone che ritengo amiche. Salvatore non era così, no. Lui aiutava tutti nonostante li avesse appena conosciuti, come quel ragazzo che adesso era scomparso ai nostri occhi.
Sono con te
Si voltò e mi sorrise. Io gli porsi la mia mano che lui afferrò stringendola forte e convinto.
Sal -Grazie, Giuse-
Quando sorrideva lui, sorridevo io. Era incredibile come la felicità di un amico facesse stare bene anche te. Quel ragazzo doveva diventare nostro amico, almeno il sorriso di Salvatore non si sarebbe mai spento. In effetti lui è salvatore di nome e di fatto ora che ci penso. Vabbè, vediamo come andrà...per ora sono sicuro di una cosa sola:
Il ritardo in classe sarebbe stato assicurato.
Già che siamo entrati alla seconda ora perché la prima avevamo matematica e c'eravamo messi d'accordo di saltarla. Tanto la giustificazione ce la saremo fatta da soli.
Prepariamoci a questa avventura

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Nota dell'autrice (delle autrici): Questa fanfiction è scritta a quattro mani. Perdonate ma non potevo vedere EFP, il più grande sito di fanfiction italiane, senza storie con alcuni degli youtuber più famosi! Ci credete che quando nella barra dei personaggi ho selezionato Anima e St3pNy e mi è uscita carta bianca, mi stava per prendere un colpo? Comunque spero che questo primo capitolo che ha introdotto la storia vi piaccia.
By Hijikatasouji e autrice in incognito <3.

 
   
 
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