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Autore: thewise    03/04/2017    10 recensioni
Immenso è il dominio dell'uomo, creato da Dio, motivato da Dio, ispirato da Dio. Immensa è la creatura, che del padre condivide la stessa sostanza d'intelletto per ascendere là dove un tempo il Paradiso fu perduto. Immensa è l'alba dell'uomo, rosea e amabile, ricolma di magnificenza delle antiche virtù dei lor padri classici. Immensa sarà la cupola, la cupola di Filippo Brunelleschi. Il punto in cui cielo e terra si fondono in un tutt'uno e il tutto diventa... ogni cosa, in ogni dove.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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* * *
La cupola

 


Structura si grande, erta sopra e' cieli,
ampla da coprire chon sua ombra
tutti e popoli toscani. "

 
( De Pictura, Leon Battista Alberti ) 

 
 
 
Immenso.
Gli occhi dell’artista sono fissi sulla parete del soffitto. Guardano, esaminano, studiano. È forse il cielo, maestoso e celeste infinito, che come la mano di Dio accarezza la città degli angeli? È il cielo che egli vede, attraverso la materia grezza? È immenso, come solo la divina pianura sa essere. Immenso.
Le palpebre calano un istante, lentamente. Le labbra si schiudono, il respiro si placa. L’artista s’immerge completamente nei sottili fili dorati di una connessione altra, un legame antico e profondo che con il suo vigore lega a sé l’intero universo
. Un universo così grande da rendere la bella Firenze un puntino luminoso avvolto dal buio delle braccia notturne dell’ignoto. Una stella brillante, viva, immensa.
Sì, riesce a vedere con nitidezza la mappa del mondo solcare l’intonaco bianco del soffitto. Se apre le porte della sua immaginazione e l’accoglie accanto al posto prediletto della razionalità, Filippo riesce a cogliere indistintamente l’incredula meraviglia che si espande davanti ai suoi occhi umani. La vede con chiarezza, la percepisce. Ha le sembianze d’un brivido caldo, che dolce s’arrampica lungo la spina dorsale, sfiora le spalle, scivola lungo le braccia, e lo ricopre come un manto. È conoscenza, pura e intramontabile conoscenza. Conoscenza infinita. Conoscenza immensa.
La scorge anche attraverso il vuoto che riempie la monumentale Santa Maria del Fiore, negli echi sonori dei suoi passi delicati, nel tempo scandito dalle silenziose lancette di un orologio che Paolo Uccello avrebbe dipinto solo un ventennio dopo. La percepisce ancora, Filippo, la connessione. Il suo sguardo s’innalza, si volge verso l’alto, penetra la breccia incolmabile a qualsiasi mente d’uomo e tocca con il dito della mente il grandioso Regno dei Cieli. Così vicino, così lontano.
« Immenso », sussurra, mentre il riverbero impercettibile del suo tono ammirato si prodiga a donargli la tacita risposta cui ha aspirato non appena varcata la soglia.
Immenso è il dominio dell’uomo, creato da Dio, motivato da Dio, ispirato da Dio. Immensa è la creatura, che del padre condivide la stessa sostanza d’intelletto per ascendere là dove un tempo il Paradiso fu perduto. Immensa è l’alba dell’uomo, rosea e amabile, ricolma di magnificenza delle antiche virtù dei lor padri classici.
Immensa sarà la cupola, puro fiore di giglio, gioiello d’un trono agognato da mercanti, signori e principi. Sarà immensa, sì… come la distesa eterea che dall’alto la osserva e s’inchinerà al suo basso cospetto.
Si bea del più bel panorama che abbia mai visto, Filippo Brunelleschi, impossibilitato a render tal bellezza solo frutto di un mero calcolo matematico e geometrico. Egli sa che nei numeri si cela molto più di quanto non appaia, molto più di quanto ordine e armonia possano cullare l’anima artista tra le note di una dolce melodia. In essi vi è perfezione, ed è esattamente questa che va ricercando, avido viaggiatore di mondi inconsistenti.
La perfezione dell’immenso.
L’immensità perfetta.
Il punto in cui cielo e terra si fondono in un tutt’uno, s’intessono in una complessa trama d’aggrovigliate fibre d’oro e d’argento. Il punto in cui ogni cosa è tutto e il tutto è in ogni dove, in ogni essere, in ogni filo. Anche nell’artista, com’egli stesso è parte dell’universo ch’ora osserva sull’intonaco della sua stanza malconcia. Eppure, lo vede ancora.
« Io costruirò il più grande monumento che la storia dell’umanità abbia mai visto. »




 
 



Angolo dell’autrice.
Heeeello, it's me ( again ). 
Questo è esattamente ciò che si suol dire il risultato del corso di Storia dell'Arte Moderna, di cui mi sono innamorata follemente - si nota? Non so per quale motivo, ma ho immaginato proprio queste sequenze dopo che Brunelleschi ha supervisionato più attentamente il ' foro ' su Santa Maria del Fiore, il processo mentale, spiritale in un certo senso, che lui vede come fosse reale su quel soffitto che sta guardando.
A mia discolpa... non posso dire niente, non ho difese da utilizzare contro la grande epoca del Rinascimento italiano. Ma mi è venuta questa idea e spero sia emerso qualcosa di piacevole da leggere ( in caso contrario mi scuso, davvero, è stata un'improvvisata indomabile e imperversa ). Ho il sospetto che il prossimo artista potrebbe essere il compagno di Filippo Brunelleschi, il buon Donatello, ma chi lo sa? 

Nel frattempo ringrazio di cuore chi leggerà / recensirà / ricorderà (?) / mi farà sapere qualcosa e anche a chi passerà silenziosamente. 

Un bacio! 

〔  Anna ❆  〕



 
   
 
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