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Autore: warblerslushie    03/04/2017    2 recensioni
"Kurt rompe il fidanzamento e lascia Blaine... 3 anni dopo è in uno strip club a festeggiare il suo "nuovo" addio al celibato... e vede Blaine lavorare... Blaine sta lavorando li nello strip club... sopportando sguardi e tocchi sgradevoli solo per assicurarsi che "suo figlio" sia ben curato.... "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Vuoi che resto ancora un po’? O devo..?

“Puoi andare se vuoi. Sei all’in piedi da quando hai finito di lavorare  e odio farti stare qui più del necessario quando hai bisogno di dormire”.

Blaine lasciò cadere il borsone accanto ad una pila di scarpe sul pavimento all’ingresso, sospirando una volta che il pesante borsone lasciò la sua spalla.

Avery era di fronte a lui , le braccia incrociate al petto, mentre studiava la postura del suo amico.

Non appena Blaine varcò la porta, Avery capì che aveva avuto una serata difficile al lavoro ma , anche se avrebbe voluto parlarne con lui, sapeva che quando tornava così parlare era qualcosa che non era pronto a fare per un bel po’.

“Okay.. bene.. Landon si è addormentato presto. C’è stato un piccolo incidente prima..”

“Cos’è successo?”

“Beh.. ha vomitato . Non so se per qualcosa che ha mangiato o se non si sente molto bene, ma non ha la febbre o altro, così ho pensato che fosse successo perché ha corso come un matto .

Lo terrei d’occhio comunque e se qualcosa cambia , telefonami.

Odierei se si ammalasse; è il mio piccolo cucciolo.”

Blaine annuì , le labbra serrata mentre guardava il corridoio che conduceva alla camera da letto di Landon.

Avery lo guardò tristemente, allungando un amano per accarezzargli un braccio, poi si voltò per prendere la sua borsa e mettersi le scarpe.

Con un dolce ciao, gli diede un bacio su una guancia, accigliandosi quando sentì un forte odore di sapone provenire dalla pelle di Blaine.

Non che avesse nulla contro l’essere eccessivamente puliti, ma ormai sapeva cosa significasse quando Blaine tornava a casa profumato in questo modo e , questo , le spezzò il cuore.

“Ne parliamo domani , okay? Ti voglio bene”.

“Ti voglio bene anch‘io, Aves. Grazie per essere stata con lui questa sera”.

“Non è mai un problema. Gli voglio bene. Buonanotte Blaine chiamami se hai bisogno di qualcosa.”

Una volta che Avery se ne fu andata, Blaine chiuse la porta a chiave e si appoggiò contro il pesante legno, chiudendo gli occhi e pregando che il forte mal di testa sparisse in fretta.

Era stata una notte lunga, una delle più difficili che aveva dovuto affrontare ed era certo che lo fosse stata per la ridicola quantità di merdate riapparse nella sua vita negli ultimi giorni.

Solo poche ore fa, non solo aveva dovuto affrontare Kurt, ma anche Santana ed ora era spaventato che anche Rachel e Mercedes sarebbero arrivate per fargli un dispetto.

Onestamente non gli importava di rivederli di nuovo.

Non aveva più bisogno di loro.

Anni fa, quando era incinto e solo e sentiva la mancanza dei suoi amici, aveva desiderato incontrarli per caso perché gli mancavano da morire.

Ma ora.. ora che erano ritornati nella sua vita ( anche se solo per pochi giorni) voleva solo che se ne andassero.

Sbadigliando , controllò due volte di aver chiuso bene tutte le serrature e si diresse verso il corridoio buio e affacciandosi nella cameretta di Landon  vide il suo bambino tutto rannicchiato nel letto, le coperte di lato anche se era tutto appallottolato.

Vederlo così e sapendo che non si sentiva bene, spezzò il cuore di Blaine che deglutì a fatica per poi entrare in punta di piedi nella stanza fino al lettino.

Con dolcezza , si inginocchiò accanto a lui, sfiorando con le dita i capelli ricci di Landon e le sue guance paffute.

Per fortuna la pelle del bambino era fresca quindi forse non era né raffreddore né influenza come pensava spaventato; ma per poterne essere sicuro  ( e per poterlo tenere d’occhio ) si chinò e prese suo figlio in braccio e portò, con attenzione, il bimbo addormentato giù per il corridoio verso la sua camera da letto.

Appoggiò Landon sul lettone e poi andò a mettersi il pigiama.

Mentre si cambiava cercò di ignorare le impronte arrossate delle dita di cui erano pieni i suoi fianchi , oltre alla forma arrossata di una mano sul suo sedere.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime pensando alla vergogna che provava di essere ricoperto di segni come quelli.

Quando aveva cominciato a fare gli spogliarelli aveva pensato che il lavoro non sarebbe stato tanto difficile ma con il passare degli anni le cose erano cambiate ed ora era costretto a fare cose che mai avrebbe immaginato di fare.

Questi fottuti segni sulla sua pelle erano un costante ricordo di quanto fossero cambiate le cose.

Nauseato, li coprì velocemente , indossando il pantalone di una tuta ed una maglietta, prima che potesse diventare ancora più disgustato di se stesso.

Mentre gettava i vestiti nella cesta , Landon si lamentò , scalciando le piccole gambine mentre si rotolava e piagnucolava nel sonno.

“Oh tesoro.. “ mormorò Blaine, raggiungendo velocemente il letto per poi stendersi accanto al figlio, canticchiando a bassa voce quando Landon gli si accoccolò immediatamente contro il petto.

Il bimbo si lamentò di nuovo,  stringendo forte con le piccole manine la maglietta di Blaine.

“Non ti senti bene tesoro?”

“Si.. “

“Vuoi che ti porti in bagno? Devi vomitare di nuovo?”

“No..” la sua voce sembrò così piccola nella grande e silenziosa camera da letto.

Il solo sentire la voce forzata di suo figlio fece piangere di nuovo Blaine, che si voltò e accoccolò meglio, ed iniziò a cantare la canzone preferita di Landon .. la stessa che gli cantava quando , appena nato, era nervoso a causa delle colichette .

"You are the sunshine of my life..."




Ottobre 2016

Il mercato ortofrutticolo era pieno, , centinaia di persone camminavano tra le bancarelle alla ricerca della migliore frutta e verdura dell’autunno.

Blaine si aggirava tra la folle, le mani strette saldamente al passeggino di Landon mentre cercava di passare tra un fastidioso gruppo di persone che si era fermato a chiacchierare proprio davanti a lui.

Era stanco, esausto per aver lavorato fino a tardi la sera prima, ma quella mattina era l’ultimo giorno , per tutta la settimana successiva, che il mercato sarebbe stato aperto e Blaine voleva poter prendere tutto quello che poteva ora che ne aveva la possibilità.

“Mi scusi.. permesso”, si scusò , spingendo il passeggino oltre una famiglia ferma a guardare una zucca fin quando non riuscì ad arrivare dall’altra parte della bancarella.

Per un attimo, studiò le verdure, ne prese un paio per controllarne la maturazione poi le passò all’ambulante per pagarle.

Landon , che stava riposando nel passeggino, all’improvviso strillò facendo sobbalzare Blaine mentre stava prendendo il sacchetto di verdure appena pagate.

Guardando verso il basso, gli si fermò il cuore quando vide due paia di occhi verdi molto familiari che gli stavano restituendo lo sguardo.

“Non sapevo che fosse padre”.

“No.. no.. no.. no.. no.. no.. no.. no...” ripeté Blaine mentalmente mentre guardava l’uomo che era inginocchiato e stava giocando con suo figlio .

Era il suo peggiore incubo.. imbattersi in qualcuno del suo lavoro.. sia che fosse un cliente od un collega ballerino  e che scoprissero l’esistenza di suo figlio.

Tempo fa, pensava che imbattersi in un qualsiasi cliente sarebbe stato terribile.. ma ora.. vedere uno dei suoi clienti abituali ( l’unico che non avrebbe mai e poi mai voluto incontrare anche fuori dal lavoro ) giocare con suo figlio, gli fece venire voglia di vomitare.

Percependo il suo nervosismo , l’uomo si rialzò e fece un passo indietro e sorridendo a Blaine, gli indicò un punto del mercato più tranquillo , perché l’ambulante aveva già impacchettato tutto e se n’era andato.

Blaine lo guardò.. lo guardò davvero.. poi lo seguì, le dita artigliate alle maniglie del passeggino di Landon.

Una volta che si furono un po’ allontanati dal gruppo, l’uomo si voltò ed offri un sorriso sincero a Blaine, guardando Landon.

“E’ per questo che … balli?”

Attraverso i denti stretti , Blaine rispose.

“Si..”

“E’ un bellissimo bambino. Capisco perché fai quello che fai. Essere genitore è dura”.

“Sei…”

“Ho anche io dei figli. Anche se adesso sono grandi”.

L’uomo sorrise di nuovo e rialzò lo sguardo su Blaine.

“Riesci a guadagnare abbastanza?”

“Riesco a guadagnare abbastanza per tirare avanti”

“Ma guadagni abbastanza per vivere comodamente?”

“Non vedo come questo possano essere affari suoi “ sibillò Blaine , stancandosi sempre di più a causa della persona di fronte a lui.

Un minuto prima, si stava godendo la giornata con suo figlio, facendo compere per la loro cena, il minuto dopo veniva bombardato da uno dei suoi clienti abituali , con domande che lo mettevano a disagio sulla sua vita privata, da un uomo che non aveva nessun diritto di farlo.

“Sto solo dicendo… hai un bambino piccolo , che presto comincerà a crescere e serviranno più soldi. Ti farebbe comodo fare qualche soldo in più..”

“Non penso..”

“Sei un grande ballerino, ragazzo. Hai talento e sei molto bravo con le.. mani. Non posso immaginare quanto saresti bravo a fare altre .. cose”.

L’uomo fece scorrere lo sguardo sul corpo di Blaine, godendosi la vista di un Blaine in jeans, maglietta e giacca.

“Se alzassi la …posta.. al club , ti garantisco che la gente pagherebbe fior di quattrini per qualcuno come te. Io lo farei di sicuro”.

Fece un passo avanti , entrando con facilità nello suo spazio personale, mentre allungava una mano sul gomito del giovane uomo; il suo sorriso più ampio quando Blaine si irrigidì sotto il suo tocco.

“Pensaci .. okay, baby?”

Con questa frase , lo strano ragazzo se ne andò , lasciando un nervoso e tremante Blaine, li fermo, le mani con le nocche bianche ancora strette al passeggino di Landon.

Il bambino rideva , agitando la manina verso il signore che si era voltato a salutare la coppia ed una volta che l’uomo se ne fu andato, Blaine si asciugò le lacrime , la paura che penetrava fin dentro le ossa a causa di quello che gli era stato appena proposto davanti a suo figlio .



“Dai Lan.. fatti mettere il giubbotto. Alza le braccia!”

Il bambino , invece si lamentò ed infilò la testa nel petto del padre mentre Blaine cercava di infilargli il giubbotto.

Ruotando gli occhi, Blaine baciò la fronte febbricitante di Landon mentre tirò su il bambino e lo sistemò sul tavolo della cucina.

“Dai tesoro.. lascia che papà ti metta il giubbotto così possiamo andare. Prima arriviamo, prima starai meglio”.

Alla fine Landon obbedì, alzando le braccia in aria così che Blaine potesse infilarle nelle maniche del giubbotto prima di chiudere la cerniera per poter così coprire bene il bimbo malato.

Poi lo prese in braccio , poggiandoselo su di un fianco mentre prendeva tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno per andare in clinica.

Il portafogli, il cellulare, le chiavi, il cagnolino di Margareth Thatcher..?

Okay.

Una volta che fu sicuro di aver preso tutto, lui e Landon lasciarono l’appartamento e assicurandosi di aver chiuso bene la porta a chiave, si diressero verso l’auto.

L’aria del mattino era fresca e sentire il vento gelido contro la pelle fece preoccupare ancora di più Blaine, soprattutto quando sentì la fronte di suo figlio , poggiata contro la pelle nuda del suo collo , ancora più calda.

“Andrà tutto bene, tesoro. Papà ti farà stare meglio”.

Con una mano aprì la macchina e si abbassò con attenzione per poggiare Landon nel suo seggiolino , agganciandolo poi prima di sedersi al posto di giuda per iniziare il lungo viaggio verso il pediatra.

Da quando si erano trasferiti dal vecchio e poco raccomandabile quartiere in questo  quartiere più bello, faceva avanti ed indietro tra i suoi due lavori e tutti gli altri posti ogni giorno.

Il tragitto era lunga ma doveva ancora trovare un pediatra migliore qui in questa zona ed entrambi i suoi lavori erano nella vecchia zona in cui viveva quindi non poteva fare diversamente.

Le paghe erano buone e poteva fare il pendolare… quindi semplicemente affrontava il viaggio.

Anche se era sicuro che un giorno avrebbe avuto bisogno di cambiare le cose.

Quando?

Non ne era certo, ma se ne avresse avuto bisogno , lo avrebbe fatto.

“Stai bene li , tesoro? “ chiese , guardando nello specchietto retrovisore come stesse affrontando il viaggio suo figlio.

Il bambino aprì gli occhi stanchi e fece una smorfia, la pelle pallida e le guance rosse per la febbre.

La vista spezzò il cuore di Blaine .

“Stiamo andando da zia Avery e dal suo amico Bob, okay? Ti faremo stare meglio”.

Non osava dire la parola dottore, sapendo quanti capricci avrebbe fatto suo figlio a questa parola, così chiamava il dottore semplicemente con il suo nome.

Avery era già li in clinica ad aspettarli visto che il suo turno in ospedale iniziava non prima di un paio di ore.

Dopo che Blaine l’aveva chiamata quella mattina, si era offerta di andare con loro per assicurarsi che qualsiasi cosa avesse Landon non fosse qualcosa di serio.

Onestamente, Avery pensava che fosse uno di quei virus che prendeva lo stomaco per 24H, ma Blaine, come un padre apprensivo, era preoccupato che fosse qualcosa di peggio..

Così , una volta sveglio ed aver sentito il figlio accoccolato a lui caldo come una stufa, decise di portare Landon immediatamente dal dottore, che fosse influenza o meno.

“Siamo quasi arrivati, cucciolo” diceva dolcemente ogni volta che Landon brontolava, piagnucolando , con la sua tenera vocina, di avere mal di pancia.

“Ancora un minuto”.

Riusciva a vedere la clinica poco più avanti in fondo alla strada quando prese l’ultima curva.

Ma proprio un attimo prima che Blaine parcheggiasse, Landon urlò e vomitò, singhiozzando quando capì cosa gli era successo.

“Oh tesoro..” mormorò Blaine, parcheggiando in fretta la macchina prima di scendere dalla macchina e correre velocemente verso il sedile posteriore.

Avery stava già uscendo dall’edificio quando Blaine si lanciò verso i sedili, così iniziò subito ad aiutarlo a slacciare le cinture di sicurezza al piccolo bambino malato.

“Ha appena vomitato?”

“Si.. stavo facendo la rotonda per entrare nel parcheggio ed ha iniziato a vomitare. Oh.. tesoro” disse Blaine mentre puliva la bocca di Landon ed i suoi vestitini con delle salviette per neonati , gettandoli con noncuranza per terra, fin quando suo figlio non fu quasi del tutto pulito.

Una volta che Landon sembrò stare meglio, Blaine lo tirò su e lo portò con attenzione in clinica con Avery al seguito.

La sua amica infermiera fece quello che sapeva fare meglio: trascrivere tutto quello che era successo a Landon nella ultime 24h.

Circa un’ora dopo , la piccola famigliola ( Avery compresa) uscì dalla clinica con varie prescrizioni e con l’ordine di tenere a letto Landon per un giorno o due per far riposare il suo corpicino stanco.

Sfortunatamente aveva l’influenza ( come aveva pensato Avery) ed anche se era un’influenza leggera, il dottore voleva che il bimbo riposasse quanto più poteva per evitare che le cose peggiorassero.

Sospirando , Blaine riallacciò il suo bimbo addormentato nel seggiolino , poi salutò Avery promettendole di chiamarla più tardi se qualcosa nella temperatura o negli atteggiamenti di Landon fosse cambiata.

Quando la sua migliore amica se ne fu andata, Blaine rimase in macchina seduto al posto di guida, il petto ansimante, cercando di riprendere fiato.

Sembrava come se , tutto in una volta, il mondo gli stesse crollando addosso, soprattutto in così poco tempo.

Il lavoro stava diventando sempre più difficile, dover lasciare spesso Landon, per essere sicuri di non avere di nuovo difficoltà economiche .. era sempre più dura e come se le cosa non potessero andar peggio, l’ultima settimana da solo era stata probabilmente la peggiore che Blaine avesse avuto da un po’.

Un paio di settimane prima, la sua macchina si era rotta e così Avery dovette accompagnarlo al lavoro tutte le volte che aveva potuto; aveva ritirato la macchina proprio il giorno prima ed il conto era stato atroce.

Inoltre, Kurt ed i suoi amici lo avevano trovato e gli stavano creando problemi, così aveva i nervi a fior di pelle ed ora quest’altro problema con Landon.

Era come se non potesse avere un attimo di tregua, come se un potere superiore pensava fosse divertente fotterlo ancora un po’ prima di farlo crollare definitivamente.

E.. oddio.. era davvero ad un passo dal crollare…

Così fottutamente vicino..

Respirando a fatica, uscì con la macchina dal parcheggio e si mise in viaggio per tornare a casa, le mani tremanti mentre cercava di mantenere il controllo , fino a quando sarebbe arrivato al sicuro nel suo appartamento.

Nel giro di un'ora , era nell'ascensore del suo palazzo con Landon addormentato contro il suo petto, gli occhi chiusi mentre aspettava che l'ascensore si fermasse al suo piano così che potesse portare suo figlio malato a casa, accoccolarsi accanto a lui sul letto ed addormentarsi, ignorando tutto il mondo attorno a lui.

Quando l'ascensore arrivò al piano, Blaine sospirò, ne uscì e strinse con una sola mano Landon mentre con l'altra giocherellava con le chiavi per poter poi aprire la porta.

Fu solo quando arrivò a pochi passi dal suo appartamento , che si accorse che c'era qualcuno davanti la porta.. una persona alta, bionda e che lo stava fissando.

"Blaine..".

"No.. non posso affrontare anche questo ora.. Vattene Sam.. "

"Hai.."

"Mio figlio è malato. Non posso intrattenermi con te, o ascoltare le tue scuse o qualsiasi altra cosa per cui sei qui. .. Per favore.. solo.. vattene. Non posso affrontare questo..."

Sam si allontanò dalla porta, gli occhi azzurri spalancati mentre il suo ex migliore amico lo stava allontanando per poter aprire la porta.

La mano dell'altro uomo tremava, mentre cercava di infilare la chiave nella serratura, l'altro braccio teso sotto il peso di suo figlio completamente a peso morto mentre dormiva contro il petto di Blaine.

I suoi occhi si riempirono di lacrime, mentre imprecava sotto voce cercando di infilare la chiave in quella cazzo di serratura.

"Hai bisogno.."

"Non mi serve niente da te" Blaine esplose.. boccheggiando quando la chiave gli scivolò dalle dita e cadde sul pavimento.

Landon si agitò tra le sue braccia, piagnucolando un pò quando l'urlo disturbò il suo sonno.

"Scusa tesoro.. Papà è dispiaciuto.. Ti porto dentro in un secondo.. Resisti".

Accarezzando con la mano, adesso libera, la schiena di Landon , Blaine scosse la testa , tirando su col naso e deglutendo prima di iniziare a cercare di inginocchiarsi per prendere la chiave,

Sam lo aveva anticipato ed aveva già preso le chiavi e , superandoli, cercò la chiave che aveva visto prima in mano a Blaine.

Con un sospiro triste, infilò la chiave nella prima serratura per sbloccarla, aspettando che Blaine gli indicasse poi la chiave per la maniglia prima di sbloccare anche quella.

Una volta che la porta fu aperta, Sam restituì le chiavi al suo ex migliore amico e guardò l'uomo scivolare in casa , dando poi un calcio alla porta per chiuderla dietro di lui.

Prima che la porta si chiudesse completamente, Sam riuscì a sentire il suo amico singhiozzare e gli si spezzò il cuore per quando male si sentisse per averlo fatto arrabbiare così tanto.

 

Dicembre 2014

Landon urlava, il suo piccolo volto corrucciato e le guance arrossate ,mentre piangeva perché aveva bisogno che Blaine gli cambiasse il pannolino.

Per essere un bambino così piccolo , aveva dei polmoni che potevano competere con i cantanti d'opera e Blaine a volte si chiedeva se suo figlio da grande volesse diventare un performer come lo erano entrambi i suoi papà.

Anche se in quel momento Blaine non aveva nulla per cui cantare.

Era appena diventato padre, tutto solo in una grande, grande città.

Certo, stava vivendo con Cooper in quel momento, ma suo fratello stava registrando qualcosa a Chicago e non era nemmeno tornato a casa per vedere suo nipote, così per gli ultimi mesi Blaine aveva fatto tutto da solo .

Landon aveva poco più di un mese ormai, essendo nato pochi giorni prima di Halloween e , nonostante il Natale fosse dietro l'angolo, Blaine non si sentiva di festeggiarlo.

Soprattutto visto che era così dannatamente stanco.

La stanchezza gli era penetrata fin dentro le ossa.

I giorni e le notti le passava a cullare suo figlio malato, piangendo insieme a lui , mentre Landon urlava come un matto a causa dei dolori alla pancia perché soffriva spesso di coliche.

Il tempo sembrò fondersi; le ore ed i giorni acceleravano poco a poco e quando Landon ebbe un mese d'età, Blaine aveva completamente dimenticato che giorno fosse.

Lui stesso stava ancora guarendo dopo il parto, la cicatrice , sotto  la pancia, stava guarendo bene ma gli faceva ancora molto male a causa dell'eccessiva fatica di essere un padre single.

Non aveva nemmeno nessuno che potesse guardare Landon mentre si faceva il bagno o mangiava.

Ogni volta che aveva bisogno di fare qualcosa doveva legare suo figlio al seggiolino in modo da poterselo portare ovunque avesse bisogno di andare o tenerlo in braccio per cullarlo contro il suo petto mentre lui si trascinava a consumare l'ennesima cena precotta o qualsiasi cosa fosse facile da preparare.

Sentì un altro forte urlo e Blaine abbassò lo sguardo sospirando quando capì di aver di nuovo la testa tra e nuvole e che suo figlio stava ancora aspettando che gli mettesse il pannolino  pulito.

Controllandolo per essere sicuro di aver pulito ed asciugato bene il bambino chiuse il pannolino e lo rivestì , lavandosi velocemente le mani , prima di riprendere suo figlio in braccio  e lasciare il bagno pubblico per tornare nel supermercato.

Era quasi uscito dalla zona in cui c'erano i bagni quando si scontrò con una donna. Chiese rapidamente scusa e fece un passo indietro, stringendo più forte Landon.

Anche la donna chiese scusa, parlando a raffica, mentre alzava lo sguardo per vedere con chi si fosse scontrata.. e fu in quel momento che si riconobbero.

“infermiera Avery?”

“Oh mio dio! Blaine!.. Che bello rivederti. Oh.. oh santo cielo.. c’è anche Landon.. Oh com’è cresciuto. Ma quanto è bello!”

La donna cominciò a coccolare il bambino e Blaine sorrise, abbassando un po’ le braccia per permetterle di guardare Landon più da vicino.

Quando gli chiese se poteva prenderlo in braccio, Blaine glielo diede volentieri, ricordandosi quanto fosse stata dolce e gentile con Landon quando era stata la loro infermiera in ospedale.

Mentre teneva il bambino, chiese a Blaine come fossero andate le cose in questo mese o poco più, aggrottando le sopracciglia quando il suo ex paziente le rispose con un’unica e tesa parola.

Passò le dita tra i capelli ricci che adornavano la testa di Landon e quando fece una considerazione su di loro, non poté fare di notare quando l’uomo accanto a lei sembrasse triste mentre guardava suo figlio.

“Va tutto bene, Blaine?”

Ci mise un secondo, come se stesse pensando di non rispondere del tutto.. quando alla fine crollò, raccontandole di quanto fosse stato tutto difficile e che stava facendo tutto da solo.

Non appena finì di parlarle di tutte le difficoltà incontrate , Avery lo trascinò verso una caffetteria dall’altra parte del negozio e lo fece sedere mentre si sedeva anche lei accanto a lui.

“Raccontami tutto” gli disse e Blaine lo fece, raccontando tutto dal principio; le parlò del suo ex fidanzato e di come lui lo avesse lasciato e di come, poco prima di andarsene , avesse scoperto di essere incinto.

Quando finì di raccontare , pianse per la vergogna di aver spifferato così tanto a qualcuno che a malapena conosceva, ma la ragazza accanto a lui, gli prese la mano e gli promise che lo avrebbe aiutato .

Avrebbe badato a lui, lo avrebbe aiutato ogni volta che ne avrebbe avuto bisogno.

Potevano essere amici, migliori amici.

E col passare del tempo… lo erano diventati davvero.



“Cosa farò? Non posso andare al lavoro stanotte e loro.. loro continuano ad apparire ovunque”

“Gli hai detto che avresti chiamato la polizia?”

“l’ho detto a Kurt. Gli altri.. si sono semplicemente presentati al club pretendendo di parlarmi. E non è che posso semplicemente sbatterli fuori a calci.

Ho potuto chiedere a Vinny di cacciare Kurt l’altra sera, ma non lo potrò fare ancora.. pensa che così perderà dei soldi.”

Blaine sospirò, sistemando il telefono tra l’orecchio e la spalla, mentre si allungava a prendere dal mobile un dado di brodo per la zuppa di pollo che stava preparando.

Sentì Avery brontolare al telefono e capì che stava pensando a qualcosa.. forse stava pianificando qualcosa per aiutarlo.

“Non posso fare nulla visto che ho il turno stanotte, ma posso fermarmi domattina dopo il lavoro e stare con te in caso venisse qualcuno.

Poi posso restare con Landon se Cooper non può o se invece può, posso semplicemente venire al club con te e se qualcuno di quegli stronzi si dovesse presentare dovranno prima vedersela con me…”

“Non posso chiedertelo , Aves.. Stai lavorando così tanto e non dormi mai..”

“Nemmeno tu..”

“Le nostre vite sono completamente differenti. Tu non dormi perché sei un’infermiera ed aiuti le persone. Io non dormo perché..”

“Sei un padre ed hai un figlio di cui prenderti cura..”

“Questo non è..”

“Sai che è la verità. Ed intendo tutto quello che fai per Landon con questo.. lavoro e tutto il resto, quindi non discutere. Ora, ti chiamo non appena finisco il turno e poi sarò da te. Conservami un po’ di zuppa.”

“Questo posso farlo” ridacchiò Blaine, salutando la sua amica, prima di posare il cellulare sul bancone tornando a mescolare gli ingredienti della zuppa che stava cucinando per il figlio malato.

Landon era nell’altra stanza, raggomitolato sul divano mentre guardava i cartoni, le braccia avvolte attorno al cane di Margareth Thatcher .

La febbre era scesa un po’ e sembrava che il suo appetito fosse tornato, così Blaine gli stava facendo una zuppa buona per il suo pancino malato che sperava suo figlio riuscisse a mangiare.

“Hey Lan. Vuoi dell’altro succo?”

Quando non ricevette risposta, Blaine si precipitò nel soggiorno, sorridendo quando trovò suo figlio addormentato, la testa appoggiata di lato mentre sbavava sul cuscino.

Abbassandosi , coprì il bimbo con una coperta e gli diede un bacio sui capelli prima di ritornare in cucina per finire di preparare la loro cena.

Mentre tagliava le carote ed il sedano, lasciò che la sua mente tornasse a qualche ora prima quando aveva trovato Sam davanti la sua porta.

Era stato uno shock all’inizio, poi era subentrata un po’ di paura di vedere il suo ex migliore amico a Los Angeles anni dopo che Sam gli aveva voltato le spalle.

In quel preciso momento, avrebbe voluto incazzarsi con lui così come aveva fatto con Kurt e Santana , ma con Landon malato e con tutto che pesava sulle sue spalle , tutto quello che Blaine poté fare fu chiedere a Sam di andarsene.

Per fortuna, lo aveva fatto.

Certamente, ora che sapeva che praticamente tutti era a Los Angeles per qualche motivo, gli fece rizzare i capelli.. perché ora erano ovunque in attesa di parlare con lui, scusarsi con lui o qualsiasi altra cosa che a Blaine non interessava proprio.

Se l’era cavata così bene in questi 3 anni  senza di loro, quindi cosa gli faceva credere che adesso aveva bisogno di loro?

Brontolando raccolse le verdure appena tagliate e le buttò nella pentola del brodo di pollo, coprì subito con un coperchio, appoggiandosi poi contro il bancone mentre guardava il telefono che aveva poggiato prima.

Alla fine avrebbe dovuto chiamare Vinny per dirgli che non sarebbe andato , ma al momento tutto quello che voleva realmente fare era mandare tutti a farsi fottere, prendere suo figlio e scappare di nuovo.

Non gli importava , non più.

Voleva solo restare solo.

Questa volta sarebbe stato  più facile .

Ogni volta che erano lui e Landon ( a volte Avery)  le cose erano più facili.

Non doveva più pensare a quanto avesse fallito nel tenersi gli amici ed un fidanzato , a quando tutti lo avessero odiato abbastanza da lasciarlo andare senza combattere.

Poteva scomparire nel suo piccolo mondo e poter fare tutto quello di cui aveva bisogno  per assicurarsi che suo figlio fosse ben curato.

Ora aveva questa nube oscura che incombeva su di lui, sulla possibilità che Kurt tornasse di corsa a casa dal suo fidanzato  ( che Blaine immaginava fosse un avvocato) e che entrambi avrebbero cercato di ottenere la custodia di Landon contro di lui.. ed avrebbero vinto perché sarebbero andati dal giudice a dirgli che Blaine era un pessimo padre che si spogliava e che faceva, a volte, delle seghe a degli uomini sconosciuti.

Così avrebbe perso la custodia e non avrebbe più avuto nulla per cui vivere e …

Basta Blaine.

Scosse la testa, allontanandosi dal bancone per poter mescolare la zuppa sul fuoco.

Le budella attorcigliate, lo stomaco in subbuglio  mentre pensava a cosa c’era ancora in serbo per il futuro suo e di suo figlio , ora che tutto il suo vecchio gruppo di amici di New York aveva saputo di loro due.

Un giorno , forse presto, le cose per lui potrebbero crollare di nuovo , come accadeva ogni qual volta c’era New York di mezzo.

“Papà?”

Ma se fosse successo, Blaine avrebbe combattuto per tenere suo figlio al sicuro e non importava come .

Scuse o no, questa volta non si sarebbe arreso senza combattere.

Non quando si trattava di Landon , non quando si trattava di proteggere la cosa più importante della sua vita.

“Arrivo, tesoro.. Aspetta, papà sta arrivando”.



Note

Con questo capitolo abbiamo conosciuto un pò Avery e come sono diventati amici..

Alla prossima settimana,..

Link capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10334792/5/What-I-Call-Life
  
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