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Autore: Liberty89    05/04/2017    1 recensioni
Infine, con la paura e l'ansia che banchettavano nei loro cuori come ingordi diavoli delle roventi cerchie infernali, custodi e Ritornanti, affiancati dal mago di corte e il capitano dei cavalieri, erano giunti di fronte a ciò che restava della gloriosa e candida sede degli antichi sovrani del Regno della Luce. La Sacra Reggia, imponente e incontenibile in un singolo sguardo, si mostrò nera e silenziosa, come una triste vedova abbandonata al suo dolore e alla sua solitudine. Soggetto di quella cupa e vecchia fotografia smangiata agli angoli, che non rappresentava più la realtà, l'edificio era reso ancor più inquietante dai freddi raggi della luna a forma di cuore, che sovrastava quella briciola di universo come un'indifferente dea, che con eterna pazienza attende il momento in cui le creature sotto di lei si saranno distrutte a vicenda, riportando tutto alla pace originale.
Tratto dalla fic, capitolo ancora da scrivere.
Seguito della fic "Sclero di una notte di mezza estate".
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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*toglie le ragnatele*
Salve a tutti! È passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento e mi sento una bruttissima persona, specialmente a tornare con un capitolo di transizione così corto. Chiedo perdono per la brevità, ma piuttosto che fare un mattone di dieci pagine ho preferito tagliare qui che lo stacco ci stava. Spero comunque che vi piaccia :3 Buona lettura!


Capitolo IX: Evoluzione


Con un sospiro stanco, Axel si passò un braccio sulla fronte sudata per poi guardarsi intorno. Il tramonto era ormai al termine, i suoi raggi rossi e gialli avevano nascosto almeno un po’ l’ardente luce delle fiamme del Ritornante, che finalmente aveva distrutto anche l’ultima traccia delle radici della donna-fiore. Al mattino avrebbe fatto un ulteriore controllo per ogni evenienza, perché purtroppo con l’arrivo della sera non si poteva fare più di così.
Il ragazzo proseguì nella sua osservazione e una smorfia gli piegò le labbra sottili: del verde giardino del Castello Disney non era rimasto altro che terra divelta e bruciata, un nero e fumante tappeto che dava al candido maniero un aspetto tetro e disturbante alla luce sanguigna del crepuscolo. E l’avanzare della notte non aiutava affatto a rendere almeno un po’ meno sgradevole la visione di quel macabro scenario.
-Ehi Lex.- esordì il rosso quando l’Eroe del Silenzio comparve al suo fianco tramite un varco. -Hai richiuso tutte le buche e le gallerie scavate da quella cosa?-
Lexaeus chiuse gli occhi e scosse il capo. -No, ho esaurito le energie. Sono riuscito a malapena a controllare l’area opposta a questa e sistemarla un poco. Domani alla luce del giorno potrò riprendere anche con un altro spirito.-
Il numero VIII annuì, incrociando le braccia. -Certo, posso capire.-
Xemnas sapeva che l’ex fondatore era stanco esattamente come lui, ma l’aveva mandato comunque perché lo aiutasse a eliminare le membra rimaste di Scarlet e a fare un controllo dei danni subiti dal luogo che custodiva la Prima Pietra della Luce. Lexaeus non si era opposto in alcun modo all’ordine e l’aveva eseguito dando fondo a quel poco di forza rimastagli in corpo e che ora gli concedeva il solo lusso di mantenersi in piedi. Axel rabbrividì al suono ruvido e inquietante della terra che da qualche parte cedette al proprio peso, chiudendo una delle tante ferite che la rosa aveva aperto da un capo all’altro del cortile, quindi spostò lo sguardo smeraldino sul compagno, scrutandone gli occhi azzurri mezzi chiusi e colmi di stanchezza.
-Andiamo gigantone.- mormorò Axel, aprendo un passaggio luminoso accanto all’amico. -Una notte di sonno farà bene a entrambi.-
Il castano assentì con un cenno muto e attraversò il varco in silenzio. Axel sospirò a labbra chiuse e guardò un’ultima volta il sole, augurandosi che gli amici che aveva lasciato nel nuovo mondo raggiunto non fossero finiti in guai troppo grossi.

***

Terminato l’incontro con Saix, il Ritornante si era congedato con poche parole e un cenno, quindi aveva attraversato un varco per tornare al Castello Disney e fare rapporto al Re e Xemnas. Ancora seduto sul divanetto dell’ufficio di Crea Dorosera, Sora incrociò le braccia sul petto e liberò un lungo sospiro, volgendo lo sguardo fuori dall’ampia finestra. La sera avanzava lenta e in poche ore era successo anche troppo.
-D’accordo.- esordì a un tratto, attirando l’attenzione dei tre amici. -Xemnas e gli altri sapranno cavarsela, noi dobbiamo concentrarci sulla nostra missione qui, che sarà tutt’altro che semplice.-
Riku annuì, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso sulle mani intrecciate. -Ci penso da prima. Non avevo mai sentito di una serratura doppia, spero che non ci sia bisogno di spostarsi sul secondo mondo per poterle chiudere entrambe.-
-Questo potrebbe rivelarsi un bel problema.- riprese il castano, girandosi verso la porta. -Queste persone non hanno idea di come arrivarci, solo chi viene da lì sembra saperlo.-
-Voi ragazzi come al solito vi preoccupate troppo.- s’intromise Jessie, attirando gli occhi dei compagni su di sé. -Questo mondo, anzi, questi mondi hanno bisogno di noi. Quando sarà il momento, troveremo una soluzione. È inutile pensarci ora che sappiamo a malapena come funzionano le cose qui.-
-Quindi…- intervenne Kairi. -…suggerisci di aspettare finché non succede qualcosa?-
-Non mi sembra che abbiamo molte alternative.-
Un curioso e rumoroso brontolio replicò a viva voce quell’affermazione, e Kairi e Riku si voltarono a guardare il custode della Catena Regale, che si teneva una mano contro lo stomaco.
-…che ne dite se andiamo a chiedere a che ora viene servita la cena?-

Consumato un rapido ma abbondante pasto in quello stesso ufficio in compagnia della Presidentessa e del Comandante, i custodi erano venuti a conoscenza dei dettagli della guerra che la Neo-DEAVA stava affrontando. La Presidentessa Dorosera spiegò loro che gli allievi di quell’Accademia -vecchia di dodicimila anni- possedevano ognuno una capacità diversa che li identificava come Element, ossia individui prescelti per pilotare delle macchine chiamate Vector. I loro nemici usavano qualcosa di simile per combatterli, mentre le Bestie Mietitrici si occupavano della raccolta di persone comuni per scopi a loro ancora ignoti.
-Con che frequenza venite attaccati?- domandò Jessie, volgendo il viso in direzione della Presidentessa.
-Se le azioni del nemico fossero prevedibili come le mosse di una partita a scacchi, basterebbe trovare una strategia che ti porti alla vittoria in meno mosse possibili.- intervenne il Comandante Fudo. -Ma a noi è preclusa la vista della seconda scacchiera, chi può dire quando il nemico esaurirà i pedoni e deciderà di schierare il suo alfiere?-
-…un modo molto originale per dirci che non avete idea di quando avverrà il prossimo attacco.- dedusse Sora. -E dove si concentrano gli attacchi di solito?-
-Solitamente in città.- rispose Crea, dopo aver preso un sorso di tè da una tazzina finemente decorata. -Per voi è importante essere presenti?-
-Non saprei.- ammise il ragazzo, incrociando le braccia. -È la prima volta che ci capita una situazione del genere. La nostra priorità è chiudere le Serrature dei due mondi, ma non abbiamo idea di come si presenteranno.-
-Possiamo supporre che avremo bisogno di recarci sul secondo mondo.- disse Riku. -Come farlo al momento non lo sappiamo.-
-D’accordo.- disse Crea Dorosera, alzandosi dalla poltrona posta dietro la scrivania. -Per questa notte sarete nostri ospiti, non mi sembra il caso di farvi tornare in città col buio. Domani pomeriggio, se vorrete, vi organizzeremo una traversata per tornare indietro.-

-Separati?- ripeté Sora, sbattendo le palpebre incredulo. -State dicendo che io e Riku saremo in una stanza molto lontana da Kairi e Jessie?-
-Sì.- confermò Andy W. Hole, sistemandosi il berretto sui capelli. -Purtroppo queste sono le regole della base, non avete idea di quanto mi faccia soffrire questa situazione.- spiegò con un sospiro afflitto, portandosi una mano al petto. -Costretti a restare separati da tanto ben di dio solo perché è stato stabilito che l’amore è proibito!-
Il custode si ritrovò più confuso di prima. -… Eh?-
Amata sospirò. -Dopo la caduta del Berlin, il muro interno che prima divideva in due la base rendendo di fatto impossibili le interazioni tra ragazzi e ragazze, il Comandante Fudo ha deciso di lasciarlo così com’è, però ha introdotto una nuova regola: l’amore è proibito. Quindi Element maschi ed Element femmine ora sono liberi di attraversare il Berlin, ma i dormitori sono separati.-
-E meno male!- esclamò Mix, portandosi le mani sui fianchi. -Noi ragazze non ci faremo infettare da voi ragazzi!
-Jessie-san, Kairi-san, venite con me. Vi mostrerò la vostra stanza.- detto ciò si voltò e s’incamminò con passi imperiosi sotto lo sguardo perplesso dei custodi e le espressioni imbarazzate di Amata e Andy.
-Mh… Non mi piace l’idea di separarci così, ma queste sono le regole qui e dobbiamo rispettarle.- disse Sora ai tre compagni. -Ci vediamo domani mattina a colazione.- aggiunse poi rivolto alle ragazze.
-D’accordo.- rispose Kairi con un sorriso.
La custode del Tramonto rimase in silenzio, poco convinta della piega presa dagli eventi. Separarsi dai compagni non le dava buone sensazioni, la presenza di Riku in special modo la aiutava a restare concentrata e negli ultimi tempi era riuscita a riposare senza avere troppo timore di possibili incursioni dell’Emissario. Trattenne un sospiro, purtroppo non poteva farci niente.
Riconobbe immediatamente le mani che strinsero le sue un momento dopo. -Sei preoccupata?- chiese Riku, scrutando il suo viso. -Non negarlo.-
-Un po’, lo ammetto.-
-Non esserlo. Sono certo che andrà tutto bene. C’è Kairi con te e io non sarò lontano.- replicò lui, carezzandole una guancia e baciandole la fronte.
Jessie sorrise, di nuovo tranquilla. -Hai ragione.-

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Attorno a lei c'era un quieto silenzio, interrotto solamente dai respiri delle ragazze placidamente addormentate che occupavano la stanza. Jessie, però, non dormiva né riposava. Con le ginocchia strette al petto e il viso posato su di esse, teneva gli occhi schiusi e fissi nel nero vuoto che aveva sostituito la sua vista. Sospirò stancamente. Sapeva che sarebbe andata in quel modo: non appena aveva cercato di assopirsi, la sua mente era stata trascinata in un vortice nebuloso di ricordi confusi e di paure legate all’ultimo attacco di Marluxia, mentre in sottofondo la risata graffiante dell’Emissario le lasciava l’orribile sensazione di subire tante piccole ferite su ogni parte del corpo.
Era certa che se ci fosse stato il suo compagno accanto a lei sarebbe quantomeno riuscita a riposare fino al sorgere del sole, ma non le era stato concesso. In quella strana base militare mista ad accademia per l'addestramento dei giovani dotati di poteri Element, uomini e donne dovevano dormire separati, in due ale ben distinte dell'immenso edificio che ospitava la Neo-DEAVA, e lei ora era costretta a restare vigile per non cadere vittima della subdola rete allestita dal loro nemico, che ormai si era ben infiltrato tra i suoi ricordi, come un appassionato lettore tra gli scaffali di una vasta biblioteca che non sa mai da quale volume cominciare.
Alzò il viso e lo girò alla propria sinistra, gli occhi completamente aperti: un numero incalcolabile luci più o meno fioche riempì il nero del suo mondo, ma subito fra tutte individuò i cuori di Sora e Riku, uno accanto all’altro, legati come fratelli di sangue. Così lontani da lei, eppure così vicini allo stesso tempo.
-Che razza di regola…- pensò, per poi lasciarsi andare a un sussulto di consapevolezza quando ricordò le parole del prescelto dell’Alba.
La custode del Tramonto sorrise, dopodiché scese dal letto, facendo attenzione a non sbattere la testa contro il telaio del letto soprastante. Infilate le scarpe si alzò in volo e cercò a tentoni il corpo della principessa della Luce per scuoterla appena su una spalla.
-Kairi? Kairi svegliati.- chiamò a bassa voce, per non rischiare di disturbare l’altra ragazza che dormiva nella stanza. -Kairi!-
La rossa mugugnò un istante, prima di sollevarsi sui gomiti. -Mh? Jessie…? Che succede?- bofonchiò. -Non riesci a dormire?-
La castana confermò con un lieve mormorio. -Vado a cercare Riku, volevo solo avvertirti. Ci vediamo domani mattina a colazione.- spiegò per poi allontanarsi dal letto a castello e volare in direzione della porta, che ricordava essere alla sua sinistra.
-Cos- Aspetta!- esclamò la principessa a bassa voce. -Aspetta Jessie, come pensi di arrivare fino ai dormitori maschili?!-
-Posso seguire la luce di Riku, la vedo chiaramente.- spiegò l'altra, posando le mani sulla porta automatica, che si aprì scorrendo sui propri binari.
-Ferma, ferma!- ordinò Kairi mentre scendeva dal letto, facendo attenzione a non inciampare nella camicia da notte presa in prestito. -Ti accompagno!-
-Ma posso- tentò di obiettare Jessie, restando comunque sospesa a pochi centimetri dal pavimento.
-No, non puoi.- sospirò la custode del Flower Key, prendendola per mano quando le fu vicina. -Andiamo, se ti accompagno farai prima, no?-
La castana sorrise, ricambiando la stretta. -Grazie.-
S'incamminarono prive di timori lungo i corridoi illuminati dalla luce della luna che passava dalle ampie finestre e dalle luci soffuse accese sul soffitto. Non avevano percorso molta strada, quando a un tratto la prescelta del Tramonto si fermò, voltandosi indietro.
-Che succede?- chiese Kairi, guardando l'amica in viso.
-Qualcuno ci segue.- disse. -Fatti vedere.-
-Jessie-san, Kairi-san, sono io.- rispose una voce piccola e gentile, che costrinse la rossa a girarsi a sua volta per trovare il pupazzo di una rana verde sospeso a mezz'aria.
-Yunoha?- chiamò, ottenendo un assenso mentre la ragazza tornava visibile. -Cosa fai qui?-
-Ecco… Vi ho sentite uscire e vi ho seguite… Mi dispiace.- si scusò la ragazzina, abbassando lo sguardo intimidita e svanendo nuovamente grazie al suo potere Element.
-Non scusarti.- intervenne la castana. -Credo che tu abbia fatto bene a seguirci, almeno dopo potrai riaccompagnare Kairi in camera senza il rischio che si perda. Giusto?- chiese, stringendo la mano dell'amica.
-Giusto.- concordò la principessa. -Forza, proseguiamo.-
-Kairi-san, ma dove state andando?- domandò Yunoha, incamminandosi con loro. -Vi ho sentite uscire, ma non ho capito perché…-
-Stiamo andando ai dormitori maschili.- rispose Jessie. -Trovo molto seccante l'averci costretto a dormire lontane dai nostri compagni.-
-Ma… Jessie-san, per noi ragazze è vietato recarci al dormitorio maschile!- replicò la ragazzina.
-Non ha importanza.- disse l’altra, seguendo lentamente lo spostarsi della principessa quando svoltò un angolo. -Yunoha, io ho bisogno di stare vicina a Riku… È dura ammetterlo, ma sto combattendo una battaglia che da sola non posso vincere e lui… lui mi dà la forza di resistere.-
L’Element rimase interdetta di fronte a simili parole e quando Jessie si voltò nella sua direzione, incrociare il suo sguardo cieco la lasciò senza fiato. Come potevano essere così tristi due occhi spenti e quasi privi di colore? Non l’avrebbe mai creduto possibile, eppure la custode era lì che la guardava come se potesse leggerle dentro e allo stesso tempo tentasse di comunicarle l’urgenza del suo bisogno e la difficoltà nell’ammettere una debolezza. Poi, così com’era cominciata quella conversazione silenziosa terminò e Jessie tornò a guardare avanti, sicura che Yunoha avesse capito.

Proseguirono in religioso silenzio, la custode del Tramonto che teneva gli occhi ciechi fissi sulla luce del cuore del suo compagno, mentre Kairi accanto a lei seguiva le indicazioni di Yunoha, l’unica in grado di avvisarle se stavano sbagliando direzione.
Man mano che avanzavano lungo i corridoi, senza accorgersene Jessie accelerò di poco il passo. Sapeva di essere sempre più vicina e questo la rendeva impaziente. Kairi sorrideva, sentendo la presa della mano della compagna ben salda sulla propria. Era lieta che l’amica l’avesse avvertita dei suoi movimenti, era un segno dell’intimo cambiamento che Jessie stava attraversando. Perché era certa che se si fossero trovati in questa situazione giorni prima molto probabilmente la castana sarebbe scivolata fuori dalla stanza senza dire nulla a nessuno, convinta di poter fare tutto da sola, contando solo sulle proprie forze.
Si ridestò dalle proprie riflessioni quando avvertì la ragazza accanto a lei fermarsi di colpo. -Jessie? Che succede?-
-Riku.- rispose lei, gli occhi ciechi puntati con sicurezza avanti a sé.
La principessa si voltò a guardare e con stupore vide l’amico dai capelli argentei uscire da una stanza in fondo al corridoio. Persa nei propri pensieri non si era resa conto della strada che avevano percorso né di essere arrivate a destinazione.
-Hai resistito più del previsto.- esordì il ragazzo con tono di falsa ammirazione, prendendo le mani della compagna nelle sue. -Dovrò rivalutarti.-
-Mi sottovaluti sempre. Sei pessimo.- replicò lei falsamente offesa. Le sue labbra però si distesero in un sorriso quando Riku le toccò con le proprie in un bacio leggero.
Bacio che fece arrossire Yunoha fino all’attaccatura dei capelli e che la fece svanire con uno squittio imbarazzato, lasciando visibile solo la rana verde.
-Ops, stiamo dando spettacolo.- mormorò l’argenteo, scusandosi con la ragazza Element, che pian piano tornò a farsi vedere. -Vi ringrazio per aver accompagnato Jessie.-
-Non c’è di che.- rispose la rossa, alzando una mano per salutarli. -Ci vediamo a colazione. Buona notte!-
-Kairi, aspetta.- disse Jessie all’improvviso, tornando in direzione dell’amica per abbracciarla. -Grazie.-
L’altra custode sorrise e ricambiò la stretta. -Prego.-

Spogliata di pantaloni e canotta -si era rifiutata categoricamente di mettersi addosso una camicia da notte tutta fronzoli- Jessie si ritrovò vestita con la lunga maglietta a maniche corte che Riku aveva avuto in prestito per dormire. Nessuno degli altri presenti nella stanza si era accorto dei movimenti dell’argenteo né della presenza di un nuovo ospite nel suo letto. Rannicchiata contro il petto del suo compagno, la custode del Tramonto si concesse un sospiro sollevato, che le fece chiudere gli occhi priva di timori. Il cuore di Riku batteva tranquillo sotto il suo orecchio e il suo ritmo costante la accompagnò nel sonno come la più dolce ninnananna faceva con un bimbo che sa di essere al sicuro.

***

Kingdom Hearts Birth By Sleep - Destiny’s Union

Riconobbe quel luogo senza alcuna difficoltà.
Le faceva strano vedere qualcosa con i propri occhi a causa della sua cecità, ma all’interno di se stessa tutto era possibile, soprattutto all’interno del suo cuore.
Osservò il mosaico della grande vetrata su cui posava i piedi e per un attimo Jessie tremò. Il fuoco del sole al tramonto era ancora rosso e arancio, ancora saldamente legato al blu della notte che ospitava la luna piena, ma quelle che un tempo erano due esatte metà ora apparivano come due aree quasi in conflitto: il lato che ospitava il candido astro notturno prevaleva su quello in cui albergava il sole al crepuscolo, occupando quasi tre quarti della vetrata. I colori però erano meno nitidi, quasi nebulosi.
Si portò una mano al petto, inquieta e preoccupata nel vedere in che misura il suo cuore aveva già ceduto il passo alle tenebre. La presenza dell’Emissario nella sua mente doveva aver accelerato quel processo e questo non fece altro che impensierirla ancora di più.
-Le cose sono cambiate così tanto…- mormorò, muovendo qualche passo sul mosaico.
-Molto è cambiato figlia della Luce e ancora molto dovrà cambiare.- esordì una voce incolore, proveniente da una direzione imprecisata. -Vieni avanti e non aver timore.-
Jessie avanzò fino al centro del mosaico e la Via del Tramonto apparve davanti a lei, restando sospeso a mezz’aria in posizione verticale. Ora più che mai la custode si sentì inadatta per impugnarla. La cecità l’aveva indebolita al punto tale di non essere più in grado di brandire l’arma di cui era la prescelta: il fardello della chiave era troppo pesante per il suo corpo e per il suo cuore ormai ridotto in quello stato.
-Non sono più degna di impugnare il keyblade.- affermò colpevole.
-Non disperare custode del Tramonto. Molto deve ancora cambiare e la chiave che ti sta di fronte non è altro che uno specchio del tuo cuore.- replicò la voce. -Anch’essa si evolverà per poter svolgere il suo compito.-
-E dopo sarò in grado di combattere?-
-Le tue capacità non sono mai venute meno.- assicurò la voce. -Temi il cambiamento custode del Tramonto?-
Jessie rifletté sulla domanda senza mai distogliere lo sguardo dal suo keyblade. In che modo sarebbe cambiato? Forse lei non sarebbe mai stata in grado di notare la differenza dall’esterno, ma un cambiamento esteriore non aveva importanza, era quello interiore a risvegliare in lei una certa dose di ansia. Si disse però, che se era necessario un cambiamento perché potesse tornare a lottare al fianco dei suoi compagni allora lo avrebbe accettato e non l’avrebbe temuto.
-No. Cambiamento sia.-
Il keyblade s’illuminò di una luce rosata e bianca e svanì nel nulla, poi tutto venne avvolto dalla luce rossa e calda del fuoco che scorreva nel suo corpo e Jessie cadde in un sonno senza sogni.

  
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