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Autore: Eirynij    06/04/2017    1 recensioni
“Quando arriva la notte” è una raccolta di missing moments che segue l’ordine cronologico delle puntate di Tokyo Mew Mew prendendo spunto proprio da esse. L’inizio della narrazione coincide con la puntata numero tre, quella in cui entra in scena il nostro alieno dagli occhi d’oro. La notte è un momento magico in cui si ripensano agli avvenimenti della giornata e, soprattutto, è il momento in cui si può avere una pausa dal tran tran quotidiano. Quindi, mentre il giorno impone a Kisshu e Ichigo di combattersi ed essere nemici, la notte li avvicina lasciando loro la possibilità del dialogo e della conoscenza reciproca.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dancing in the dark
- Kisshu -
 
 
La vidi scendere dalla macchina, il tulle dell’abito rosa svolazzava per i movimenti felini, era primavera inoltrata e iniziava a sentirsi il caldo anche la sera. Ascoltai i passi veloci percorrere il vialetto e salire le scale mentre lanciava un saluto ai genitori. Ed eccola che riappariva, potevo scorgerne la figura dietro le tendine della finestra: via il vestito e dentro una leggera camicia da notte sbracciata. Era di un giallo tenue, screziato di rosa sul fondo e ricordava i lontani paesi esotici con mari di sabbia e nuvole di sogni, là dove si incontrano l’oleandro e il gelsomino. Magnifica Terra! Mi ha sempre affascinato fin da quando frequentavo l’accademia e ci mostravano immagini di questo pianeta: un connubio di acqua, montagne, deserti e vegetazione rigogliosa. Quello era il motivo per cui ero lì: donare una splendida casa al mio popolo sfinito dal freddo e dalla miseria. E allora non ci sarebbe stato più posto per questi parassiti incapaci di apprezzare questo mondo, ma lei no, lei l’avrei salvata portandola via con me prima della fine.
Guardai Ichigo seduta sul bordo del letto, era particolarmente pensierosa e scrutava il pavimento in cerca di verità nascoste mentre dalle labbra dischiuse usciva lieve la melodia della festa. Al café Mew Mew si era svolta una serata a base di musica classica con una pianista straniera, da me interrotta, al solito, con un feroce chimero; senza successo per la cronaca, ma era inutile ripensarci ora che ero davanti alla finestra della mia micetta, con il capo avrei fatto i conti l’indomani.
Bussai.
Si riscosse avvicinandosi per aprire.
‹‹Buonasera, micet…››.
‹‹Chi è Profondo Blu?›› la voce ruvida.
Merda. Mi ero lasciato sfuggire qualcosa sul capo preso dall’eccitazione dello scontro, ma era ancora presto per svelare quel segreto. Urgeva cambiare argomento così dissi le prime parole che mi passarono per la mente: ‹‹Perché la gente cammina abbracciata mentre ascolta la musica?››.
‹‹Cosa?›› mi guardò stupefatta, le sopracciglia aggrottate con aria interrogativa.
‹‹Voi umani, mentre ascoltate la musica›› iniziai a spiegare scandendo bene le parole ‹‹camminate a coppie stringendovi gli uni agli altri. Perché?››.
‹‹Ballare, intendi?›› ipotizzò lei.
‹‹Ballare›› ripetei, assaporando quel nuovo vocabolo. Suonava armonioso nella mia bocca e pronunciarlo mi costringeva a tirare gli angoli della bocca in su, quasi in un sorriso.
‹‹Tu non balli?›› azzardò Ichigo scostandosi finalmente dalla finestra e lasciandomi entrare. Atterrai sul pavimento in legno nella camera buia. Sul nostro pianeta si stava fermi ascoltando la musica, in contemplazione poiché sentire qualche nota era cosa abbastanza rara. Nella mia colonia non più di due o tre persone erano in grado dare vita ai suoni con piccoli strumenti a fiato.
‹‹Voi umani siete molto strani… fare una cosa così inutile›› decretai.
‹‹Non è affatto inutile, è divertente!›› protestò lei.
Soppesai questa risposta, quindi chiesi: ‹‹A te piace ballare?››.
Ridacchiò portandosi una mano dietro la testa e grattandosi la nuca: ‹‹Non sono una gran ballerina, mi ha insegnato Ryo qualche passo stasera… però sì mi piace ballare››.
Fece una giravolta su se stessa, la veste leggere svolazzava ostentando e nascondendo lembi di pelle, poi mi afferrò il polso agitandomi il braccio al ritmo immaginario che seguivano i suoi piedi scalzi.
Un'altra piroetta ma sbilanciata, tant’è che ruzzolò tra le mie braccia. La strinsi a me, un leggero profumo di vaniglia proveniva dai suoi capelli stuzzicandomi il naso, le cinsi il fianco con una mano mentre intrecciavo le dita dell’altra con quelle di Ichigo.
‹‹E ora?›› domandai.
‹‹Ora?›› ribadì. I suoi occhi si specchiavano nei miei, eravamo vicini come non mai fino ad allora. Un leggero rossore le imporporava le guance esaltando gli occhi scuri. Era bellissima e volevo baciarla. Mi sporsi sulle sue labbra e sussurrai: ‹‹Come si balla?››.
‹‹Ah!›› sobbalzò arrossendo ancora di più.
Ondeggiò adagio.
‹‹Uno…›› e mi spinse leggermente indietro premendo il suo corpo contro il mio, ‹‹…due…›› si mosse a destra, ‹‹…tre!›› mi tirò verso di sé mentre si ritraeva.
Fatti un paio di giri di prova avevo capito il meccanismo e iniziai a condurre io mentre lei canticchiava una musichetta.
Danzavamo nel buio della notte.
 
 
 
Angolo dell’autrice: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Grazie per averlo letto! Mi raccomando, lasciate un commento! A presto!
Un bacio,
Eirynij
   
 
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