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Autore: Sgrolboffia    07/04/2017    5 recensioni
“Chuuya?”
“Sì?”
“Mi annoio.”
[...]
"Facciamo qualcosa di divertente, allora!"
Oneshot insensata e con poco, davvero poco senso di esistere.
Buona lettura a tutti! :D
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chuuya?”
“Sì?”
“Mi annoio”; così si rivolse Dazai al suo partner, in un piovoso pomeriggio di un comune fine settimana.
“Bravo”, rispose lui.
“Anche tu sei annoiato?”
“Direi di sì.”
“Facciamo qualcosa di divertente, allora!” propose Dazai.
“Tipo cosa?”
“Non so, facciamo un gioco...”
“Non voglio giocare” sospirò Chuuya.
“Ti lamenti per la noia, poi sei il primo che non vuole fare nulla per combatterla... Ho trovato! Chiediamoci qualsiasi cosa a vicenda e rispondiamo con la massima sincerità!”
“Ehm...”
“Prima domanda! Secondo te questo gioco è noioso?”
“Sì, lo è anche più della noia stessa.”
“Esagerato... Beh bravo, però! Almeno sei stato sincero! – esclamò Dazai giulivo – Tocca a te, su.”
“Ma non​ voglio giocare a questo gioco idiota con te.”
“Chuuya, deve essere una domanda!”
“D'accordo, se proprio può farti felice... Pensi davvero che il mio cappello sia ridicolo?”
“Assolutamente sì”, asserì Dazai con un cenno del capo.
“Ah, basta! Il tuo maledetto giochino finisce qui!” esclamò Chuuya incrociando le braccia offeso.
“Ma era divertente...”
“No.”
“… Un modo per conoscerci meglio...”
“Affatto.”
“… Per ampliare i nostri orizzonti!”
“No, era stupido, inutile e irrispettoso per la mia persona!”
“Allora facciamo altro. Una passeggiata?”
“Piove a dirotto”, ebbe cura di fargli notare Chuuya, con una puntina d’acidità; dopotutto, era quella la motivazione che li aveva fatti segregare in casa quel pomeriggio.
“E allora? È solo acqua.”
“L'acqua mi infastidisce, Dazai. Tu... tu sei come l'acqua.”
“Che ne dici se...”
“Che ne dici se me ne andassi a dormire? – esordì Chuuya alzandosi dal divano, senza neanche dargli il tempo di finire di parlare – Tu trovati qualcosa da fare che non sia provare di nuovo a suicidarti.”
“Ma non hai neanche ascoltato la mia proposta!” esclamò Dazai, tendendo le braccia verso di lui, ma la porta della camera che sbatteva fu l’unica cosa che ricevette in risposta.
Si abbandonò sul divano, sbuffando; perché il partner più noioso della Port Mafia era capitato proprio a lui? Perché era stato così sfortunato? Ma, soprattutto, cosa avrebbe fatto da solo in quel pomeriggio che si stava presentando come innaturalmente lungo?
Sapeva bene che Chuuya sarebbe stato lungi dal limitarsi a dormire per qualche decina di minuti; avrebbe dovuto trovare qualcosa da fare, e in fretta, altrimenti sarebbe morto dalla noia.
Si sfregò il mento sovrappensiero, poi, come folgorato dall’idea del secolo, si alzò velocemente dal divano e corse a prendere il computer.
Quando Chuuya fece di nuovo il suo ingresso nella stanza dove si trovava Dazai, erano passate poco più di due ore.
“Hai trovato qualcosa da fare, alla fine?” chiese, stropicciandosi gli occhi.
“Altroché! Guarda, Chuuya, ho scritto una storia!” esclamò fiero Dazai gonfiando il petto e mostrando lo striminzito documento Word al partner, il cursore intermittente che lampeggiava allegro.
“Tu hai... Dazai, ma tu non sei capace a scrivere.”
Quell’affermazione da parte del rosso, però, non scoraggiò nemmeno in minima parte l’aspirante scrittore, che gli disse: “Via, certo che lo sono! Leggi, dimmi se ti piace”, lo invitò, bramoso di un suo parere.
Chuuya si avvicinò scettico, per poi sedersi accanto a lui e rivolgere l’attenzione allo schermo: “Ingrandisci questo testo, non vedo un accidente!” esclamò, strizzando gli occhi per cercare di mettere a fuoco i caratteri; dopo che Dazai ebbe esaudito la sua richiesta, iniziò a leggere: “C'erano una volta... Ah, quale modo più banale di iniziare una storia?”
“Continua” ordinò l’altro con un gesto della mano.
In un paese sconosciuto e in un'epoca sconosciuta...”
“Eh, qui non avevo voglia di inventare i dettagli.”
“... un principe e una principessa. Il principe era bellissimo, castano e alto, la principessa aveva i capelli rossi ed era bassissima... Spero per te che personaggi e fatti siano puramente casuali.”
“Casualissimi. Va' avanti.”
Un giorno il perfido dottor Nakahara... Ah?! Perché devi dare il mio cognome ai tuoi personaggi?” sbottò Chuuya.
“Perché tu sei la mia musa ispiratrice, senza di te questa storia non sarebbe mai nata! Aspetta... – disse, digitando velocemente 'dedicato a Chuuya Nakahara' all'apice del documento – Ecco fatto! Quando questa storia diventerà famosa e tutti la leggeranno ti sentirai fortunato ad essere colui a cui è dedicata!”
“Sicuramente – commentò Chuuya – Dov'ero? Ah, giusto... Il perfido dottor Nakahara rapì la ragazza ridendo in modo malvagio, quindi la minacciò in modo malvagio... Dazai, non puoi ripetere sempre la stessa cosa, cerca dei sinonimi!”
“Licenza poetica, fa' silenzio!”
Dal momento che era innamoratissimo della principessa e che non voleva lasciarla libera, la principessa pensò che se avrebbe voluto essere salvata avrebbe dovuto chiedere aiuto al principe... – qui Chuuya sbatté le palpebre un paio di volte, perplesso – Se avrebbe voluto... avrebbe dovuto... – continuava a ripetere tra sé e sé, poi, dopo un po', si voltò lentamente verso Dazai, un'espressione a dir poco orripilata in viso – Come pretendi di scrivere una storia se non sai neanche utilizzare i verbi?!”
“Ma guarda che è giusto.”
“No che non è giusto, maledizione!”
“Suvvia, sarà stato un banalissimo errore di battitura! Capita, no?” disse tranquillamente Dazai facendo spallucce.
“Farai meglio a correggere questo scempio... – ribatté Chuuya acidamente – Quindi , devi scrivere ‘se avesse’ al posto di ‘se avrebbe’, capito?”
“Ho capito, ho capito! Da quando sei diventato un nazigrammar?”
“Un cosa?” chiese Chuuya alzando un sopracciglio.
“Lascia stare, continua a leggere.”
La principessa sperava nell’aiuto del suo principe. Ma il principe, invece, aveva appena trovato un fantastico albero e aveva deciso di impiccarsi senza troppi complimenti. Fine”; Chuuya rimase a fissare lo schermo per qualche secondo, la bocca leggermente aperta, lo sguardo corrucciato.
“Piaciuta?” lo fece ridestare Dazai con una pacca sulla spalla.
“... Cosa diavolo ho appena letto?”, chiese debolmente l’altro.
“Beh, ha una bella freddura alla fine, no?”
“No che non​ ce l'ha! – un tic all'occhio – È solo una storia stupida e insensata!”
“Insensata?” chiese Dazai inclinando la testa di lato.
“Insensata!”
“Ma il suo senso è dare una morale, ovvero che non bisogna mai contare troppo sui principi bellocci e con manie di suicidio!”
“Ciò non toglie il fatto che sia la cosa peggio scritta che abbia mai letto in vita mia! Niente, davvero niente a che vedere con le mie opere!”
“... Davvero è quella peggio scritta?”
“Sicuramente lo è”, asserì Chuuya severamente.
“Oh... – si rabbuiò Dazai – Quindi pensi che non dovrei più scrivere?”
“Sì, lo penso con tutto me stesso.”
“Mi ci ero impegnato così tanto! – esclamò Dazai, portandosi teatralmente una mano alla fronte – Avrei sfondato nel mondo della scrittura come un ariete con una porta aperta!”
“Un ariete con una por-”
“E avrei conquistato i cuori e le menti di migliaia di lettori! E avrei avuto ammiratori, e avrei autografato i miei libri e fatto foto con migliaia di persone! Ma le tue aspre critiche... – qui si accasciò mollemente sul divano – hanno distrutto i miei sogni e la mia carriera, come una bomba in un negozio di porcellane!”
“Una bomba in un...”
“E ora sono qui, triste e solo, ad aspettare la morte, bramata e decantata, che un giorno mi accoglierà col suo tenebroso abbraccio.”
Ci furono alcuni istanti di silenzio tra i due, poi Chuuya prese parola: “Sai, Dazai... a scrivere storie fai piuttosto schifo, ma... – lo guardò furbamente – Nel teatro avresti veramente un enorme successo.”
“Davvero?” domandò Dazai tirandosi su.
“Ne sono convinto.”
“Allora quando diventerò un attore famoso ci penserai tu a scrivermi i copioni, non è vero, Chuuya?”
“Sicuro, penso sia meglio così per tutti.”

 
   
 
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