Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: LadyMintLeaf    08/04/2017    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non appena la voce della sentinella era giunta alle orecchie di Loki, il principe dai capelli scuri si era allontanato leggermente da Sigyn ed il suo corpo alto e flessuoso si era fatto teso, come quello di un gatto che avesse appena individuato la presenza di un incauto topolino avventuratosi per sbaglio nel proprio territorio di caccia. 
Teneva lo sguardo fisso sulla porta socchiusa della stanza da bagno dove si trovavano lui e la giovane asgardiana che fino a poco tempo prima lo aveva creduto essere il suo vero marito e sembrava voler penetrare le pareti con la sola forza dello sguardo pur di scorgere la guardia che aveva osato tanto scioccamente andare a disturbarli. 
Quale Einherjar poteva essere così maleducato e insolente da andare ad intrufolarsi nella camera degli sposi alla loro prima notte di nozze?
La prima notte di nozze di colui che avrebbe dovuto essere il suo capitano, per giunta. 
Non doveva essere certo una guardia delle più sveglie, pensò Loki, ricordandosi tuttavia quasi immediatamente che la sentinella aveva parlato di un messaggio urgente.
<< Capitano; devo necessariamente conferire con voi. >> insistette la voce ovattata della sentinella ancora rispettosamente immobile fuori dalla porta chiusa della stanza, probabilmente in attesa che qualcuno gli concedesse il permesso di entrare: << So che non è un buon momento, ma il principe Thor ha insistito che io venissi a parlare direttamente con voi. >>.
La mascella del Dio degli Inganni si tese, mentre esso tentava di pensare ad una azione diversiva che avrebbe impedito a quel ficcanaso di rovinare ogni suo sforzo compiuto fino ad allora. 
Non era certo rimasto ad Asgard, prendendo in moglie una fanciulla fastidiosa ed inutile solo per poi vedersi smascherato dal primo idiota che avesse varcato la porta di quella camera.
Sigyn conosceva la verità ormai; certo, ma di lei Loki poteva sbarazzarsi come e quando voleva. 
Non sarebbe stato un grosso problema costringerla a mantenere il segreto o magari toglierla di mezzo in modi un po meno galanti ma certamente più efficaci. 
Lui conosceva un migliaio di modi per dissuadere le persone dal compiere certe azioni e se, solo l'inganno non avesse funzionato, sarebbe passato alle minacce vere e proprie.
Di Sigyn non doveva preoccuparsi. 
Ma non poteva certo permettere che altri lo vedessero lì, vivo e vegeto, in compagnia di colei che avrebbe dovuto essere la sposa del capitano delle guardie reali. 
Doveva continuare a far credere a tutti gli Asgardiani che era fuggito attraverso il Bifrost.
Solo così avrebbe potuto riorganizzare le idee.
Come sempre aveva bisogno di tempo e, naturalmente questo era proprio quello che mancava. 
Mentre rifletteva sulla mossa più astuta da compiere, Loki non si accorse tuttavia che anche la fanciulla al suo fianco, dopo aver smesso di tremare impaurita, aveva iniziato a pensare.
Comprendendo che, se voleva fare qualcosa per liberarsi dalle insidiose vicinanze di Loki, avrebbe dovuto agire in quel preciso momento, ella riuscì a precedere l'uomo, mettendosi improvvisamente ad urlare, rivolta alla sentinella che sapeva trovarsi appena fuori dalla porta chiusa della stanza matrimoniale: << Qui! Siamo qui! Per favore voi dovete…. >>.
Non riuscì comunque a terminare la frase, poiché Loki indispettito, le tappò quasi immediatamente la bocca con una mano.
Quindi, tornando a spingerla bruscamente contro alla parete, le intimò a voce bassissima; quasi impercettibile: << Sta zitta! >>.
Con il viso coperto quasi per metà dalla grande ma sottile mano del Dio degli Inganni, Sigyn si sentì di nuovo inondare gli occhi di lacrime.
<< Theoric?! >> riprese a parlare la voce della guardia asgardiana: << Capitano…..Siete in camera? >>.
Quelle nuove domande vennero quasi immediatamente seguite dal suono di una porta che veniva lentamente socchiusa e da pochi ed incerti passi, leggermente strascicati.
L' Einherjar aveva evidentemente deciso di abbandonare i tentennamenti per entrare direttamente nella camera da letto riservata ai due sposi.
Non pareva comunque aver udito le suppliche della giovane che Loki stava tenendo prigioniera; altrimenti esso sospettava che l' Einherjar avrebbe fatto irruzione nella camera in ben altro modo.
Non sarebbe certo rimasto a ciondolare appena dentro l'uscio, trascindo quasi i piedi sul pavimento; incerto sul da farsi. 
<< Capitano? è permesso? >> proseguì l' Einherjar sempre più confuso e, ora con una leggera punta di sospetto nella voce. 
La mano che Loki teneva poggiata alla parete a poca distanza dal viso di Sigyn si chiuse improvvisamente a pugno e tutto il suo corpo parve farsi ancora più teso al di sotto di ciò che restava dell'armatura di Theoric. 
Adesso, il Dio degli Inganni stava quasi schiacciando Sigyn contro la parete con il suo corpo, mentre teneva lo sguardo puntato verso la direzione dalla quale proveniva il suono dei passi del nuovo venuto, che, allontanata definitivamente da sé l'esitazione che fino ad allora lo aveva tenuto immobile dinnanzi alla porta aperta della stanza, si era deciso ad avanzare.
Loki fremette, sforzandosi di pensare ad un modo per sbarazzarsi di quel ficcanaso e Sigyn si accorse che, nonostante esso tentasse di mostrarsi ai suoi occhi completamente padrone della situazione, in realtà non lo era poi tanto. 
Era agitato e non sembrava sapere bene cosa fare. 
Le nocche della mano che esso teneva poggiata contro la parete erano diventata bianche da quanto Loki teneva stretto il pugno.
I suoi occhi verdi erano sempre fissi sulla porta del bagno, ma avevano incominciato a danzare qua e la, mentre i suoi pensieri si muovevano con sempre maggior rapidità, mentre i passi dell' Einherjar si facevano di minuto in minuto più vicini. 
Poi, inaspettatamente, Sigyn si accorse di alcuni piccoli ma repentini cambiamenti nei gesti dell'uomo che la teneva imprigionata fra il suo corpo e la parete della stanza da bagno. 
La mano con cui le teneva chiusa la bocca, aveva allentato un poco la presa ed il suo alto corpo pareva essersi fatto ancora più rigido, come se il Dio degli Inganni si stesse preparando a compiere un enorme sforzo. 
Allora, stupita e preoccupata al contempo, Sigyn accantonò per un istante i propri pensieri di fuga e si decise a sollevare cautamente lo sguardo verso il volto pallido del principe traditore. 
Loki adesso non stava più guardando verso la porta con il proprio sguardo acuto ed in qualche modo inquietante.
Aveva invece chiuso gli occhi e dopo aver inspirato una profonda boccata d'aria come per calmarsi, aveva trattenuto bruscamente il fiato fra le labbra socchiuse. 
Per un istante la donna, frastornata, continuò a osservare ad occhi spalancati i gesti che l’uomo stava compiendo, senza comprendere quello che realmente esso aveva intenzione di fare.
Poi, improvvisamente capì.
Loki aveva ideato un nuovo piano e; come molte altre volte stava tentando di evocare il proprio potere per metterlo in atto. 
D'altronde non era forse quello l’uomo che tutti ad Asgard dicevano essere un vero e proprio maestro di magia?
Senza poter far altro se non restare inerme con le spalle al muro guardando quello che Loki stava facendo, Sigyn volse le proprie attenzioni verso la porta aperta che dal bagno conduceva alla camera da letto; pregando mentalmente che l’Einherjar sopraggiunto nella stanza, riuscisse ad aiutarla in qualche modo, senza cascare nell'inganno che di certo Loki stava ordendo appositamente per lui.
Solo allora, la donna si accorse con sgomento che proprio dinnanzi alla porta aperta aveva cominciato a prendere forma una lieve nebbiolina verde che in breve tempo assunse le forme di una persona umana.
Mani, gambe e testa si definirono meglio ed in un battito di ciglia Sigyn si trovò a fissare una copia esatta di Theoric. 
Theoric; il suo amato o forse…. 
Forse no. 
Quello non era Theoric, ma solo una perfida illusione. 
Un’illusione creata da Loki; lo stesso uomo che l’aveva già ingannata per ben due volte; prima al matrimonio sostituendosi al capitano degli Einherjar ed ora rubandole un bacio che ella non avrebbe mai desiderato donargli, tenendola vincolata a lui con la forza. 
Sigyn scosse il capo, sentendosi quasi soffocare sotto alla mano che Loki teneva stretta sulla sua bocca, mozzandole il respiro, insieme alle parole che ella avrebbe potuto pronunciare. 
Ma ormai l' Einherjar era arrivato dinnanzi alla porta e aveva notato l'illusione creata da Loki.
Ovviamente nessun sospetto subentrò nella mente della sentinella asgardiana che, facendosi aventi, esclamò: << Capitano! Finalmente vi ho trovato! >>.
<< Ebbene, spero per voi che questo messaggio sia davvero urgete come dite! >> sbottò Loki di nuovo ad occhi chiusi, muovendo appena le labbra.
Contemporaneamente l'ologramma che esso aveva creato con la magia dinnanzi alla porta socchiusa del bagno ripeté le parole una ad una, e dalle sue labbra immateriali ma all'apparenza tanto reali e tangibili, fuoriuscì la voce del capitano delle guardie reali. 
Era un inganno creato alla perfezione ma Sigyn all'improvviso intuì che quella doveva essere una magia molto complessa da tenere viva, poiché il volto del Dio degli Inganni si era fatto più livido del solito; teso per lo sforzo di mantenere vivida la forma evanescente del fasullo capitano degli Einherjar.
Forse quella magia non era difficile come quella che il Dio degli Inganni aveva usato in precedenza; quando aveva trasformato direttamente il suo corpo in quello di Theoric; ma sembrava costargli comunque un intenso dispendio di energie.
 L'immagine di Theoric vacillò leggermente dinnanzi agli occhi della sentinella e Loki digrignò i denti con forza, allontanando contemporaneamente la mano che fino a poco tempo prima aveva tenuto premuta sulle labbra di Sigyn per stringerla a pugno lungo il fianco.
Piccole goccioline di sudore avevano iniziato a formarglisi sulla fronte ampia ed il suo respiro si era fatto leggermente irregolare.
I suoi occhi che Sigyn trovava così inquietanti e minacciosi quando erano aperti, avevano iniziato a fremere sotto le palpebre chiuse.
Sembrava stesse faticando molto per dare vita a quell'illusione effimera come fumo ma all'apparenza tanto reale; che stava tuttavia ingannando con estrema facilità la guardia asgardiana, ancora immobile dinnanzi alla porta che dalla camera da letto nuziale conduceva alla adiacente stanza da bagno.
Ogni minuto che passava il Dio degli Inganni sembrava indebolirsi sempre di più.
Ed allora Sigyn ebbe un idea.
Forse, mentre l'oscuro fratello di Thor era impegnato con quella messinscena, lei avrebbe potuto riuscire ad allontanarsi dalla parete dove ancora la teneva prigioniera con il suo corpo tanto vicino a quello di lei.
Ad occhi chiusi il Dio degli Inganni non avrebbe mai potuto scorgere i suoi movimenti e se lei sarebbe stata cauta; forse avrebbe potuto spostarsi tanto da entrare nella visuale dell'Einherjar, ancora impegnato a parlare con l'immagine evanescente del falso Theoric.
Se Sigyn sarebbe riuscita a far notare la propria presenza alla guardia, allora avrebbe avuto una possibilità di salvezza.
Così, con questi propositi di fuga nella mente, la donna dai lunghi capelli biondi, iniziò a spostarsi con estrema lentezza; scivolando con la schiena lungo la parete levigata, abbassandosi in modo da poter passare al di sotto del braccio teso che il Dio degli Inganni teneva ancora poggiato alla parete; per imprigionarla e vincolarla a sè.
Mancava poco.
Se fosse stava abbastanza silenziosa e rapida nel compiere quegli ultimi gesti, sarebbe stata ben presto libera.
Forse poteva farcela.
Forse...
Non riuscì a concludere quel pensiero, poiché tanto repentinamente da lasciarla senza fiato, la giovane promessa sposa di Theoric si sentì afferrare il polso da una mano sottile ma forte come l'acciaio.
<< Dove credi di andare, piccola, piagnucolante donnicciola? >> sbottò la voce del Dio degli Inganni,distruggendo in un solo attimo tutte le speranze della donna.
Loki non si era voltato verso di lei con mosse rapide, ma così lentamente da strappare a Sigyn un gemito involontario, mentre un brivido freddo le attraversava la schiena, raggelandola.
Le strattonò il polso e riuscì a farla tornare in piedi.
Sigyn chiuse gli occhi, lottando contro il dolore che le aveva invaso il braccio, per evitare di mettersi ad urlare.
Il viso di Loki adesso era ad un soffio dal suo; mentre il Dio degli Inganni teneva il corpo alto chino su di lei, quasi soffocandola con la sua vicinanza. 
Una ciocca dei lunghi capelli corvini; scarmigliati, gli era finita davanti al volto ed i suoi occhi; quegli occhi che Sigyn aveva tanto paura di guardare perché sapeva pieni di demoni, sembravano adesso veramente quelli di un folle.
Mentre Loki continuava a fissarla con un intensità raggelante, la giovane promessa sposa di Theoric voltò in fretta il capo, abbassando il proprio sguardo; ora ancora più spaventata di quanto non fosse stata in precedenza.
Aveva paura di quell'uomo alto che le teneva stretto con troppa forza l'esile polso fra le dita, facendole male.
Lei temeva d'aver osato troppo nel tentare la fuga; speranzosa che esso, concentrato com'era nel creare l'illusione per la guardia armata, si fosse scordato di lei e della sua presenza.
Sigyn aveva voluto sottovalutare le capacità del Dio degli Inganni; ma si era solo illusa e adesso temeva per le conseguenze che l'attendevano.
Il Dio degli Inganni non l'avrebbe certo lasciata in pace dopo quell'affronto.
Istintivamente ella premette con maggior forza la schiena contro la parete.
<< Credi forse di essere più furba di me? >> le afferrò il volto fra le mani brutalmente; aggressivamente e la costrinse a voltarlo ancora una volta verso di lui.
Sigyn non poté fare a meno di assecondarlo, ma mantenne lo sguardo lontano da lui, singhiozzando.
<< Rispondi! >> la incitò lui spazientito e furente, ignorando il fatto che le stava veramente facendo del male.
<<.... Si... >> mormorò Sigyn, ma non si stava riferendo alla domanda che l'altro le aveva appena posto.
A pochi passi da lei, infatti, la figura del falso capitano degli Einherjar stava iniziando a sbiadire, disfacendosi come una nuvola di fumo trasportata lontano dalla brezza della sera.
Forse il suo tentativo di fuga non era riuscito, ma almeno era servito a distrarre Loki e ad intaccare la magia che esso stava compiendo dinnanzi agli occhi della sentinella asgardiana.
Questo, infatti, trovandosi a osservare adesso il viso ed il corpo di quello che lui aveva creduto essere il vero Theoric, che scompariva lentamente ma inesorabilmente davanti ai suoi occhi, aveva iniziato ad indietreggiare boccheggiando come un pesce fuor d'acqua.
<<.... Ma cosa?... >> l'esclamazione soffocata della sentinella, richiamò all'improvviso l'attenzione di Loki su di essa e finalmente il Dio degli Inganni capì ciò che stava accadendo.
La donna era riuscita a distrarlo, facendogli perdere la concentrazione; spezzando i fili della magia che lui stava tessendo come una tela dinnanzi agli occhi della guardia che; adesso aveva voltato esterrefatta il viso proprio nella direzione dove lui e Sigyn si trovavano.
Per un breve attimo, Loki, Sigyn e l'Einherjar rimasero a guardarsi l'un l'altro senza muoversi nè parlare; ognuno immerso nei propri pensieri e nelle proprie domande.
Poi, fu la sentinella a riscuotersi per prima ansimando: << ..Principe Loki, voi... >>  
Aveva gli occhi sgranati, come se all'improvviso si fosse trovato non ad affrontare un essere in carne ed ossa, ma fosse stato alla presenza di un oscuro fantasma risorto dalla propria tomba. 
Mosse lentamente un incerto passo a ritroso, annaspando: << ..No...Questo è... Impossibile.... Voi dovreste essere fuggito come un codardo attraverso il Bifrost...>>.
<< Era tutto un inganno! >> urlò Sigyn, sentendo di colpo il gelo del terrore che fino ad allora l'aveva paralizzata, allentare un poco la sua morsa: << Lui non se ne è mai andato da Asgard! >>.
<< Ma non mi dire. >> borbottò Loki, scoccando un'occhiataccia furente alla donna, prima di osservare il volto inebetito della guardia dinnanzi a lui senza la minima ombra di interesse.
Poi, senza alcun preavviso, prima che Sigyn o la guardia asgardiana potessero intuire ciò che esso avesse intenzione di fare, e potessero perciò magari tentare di reagire, il Dio degli Inganni balzò contro l'Einherjar, colpendo rapido il malcapitato con una gomitata dritta in viso che lo lasciò ancor più senza parole di quanto già non fosse stato in precedenza. 
La sentinella asgardiana, ancora interdetta da ciò che aveva appena visto; incredula e spaesata nel trovarsi faccia a faccia con il principe traditore del regno; colui che tutti credevano essere ormai fuggito dal pianeta per andare a nascondersi in un luogo dimenticato della galassia, magari in attesa di recuperare le forze, non riuscì ad evitare quel colpo sferrato con tanta aggressività e barcollò all'indietro, portandosi la mano libera al naso.
Alle loro spalle, ancora ferma accanto alla parete dove il Dio degli Inganni l'aveva malamente spinta, Sigyn si portò istintivamente le mani alla bocca, soffocando il gridolino terrorizzato che le stava salendo alle labbra.
Ignorando completamente i singhiozzi spaventati della donna, come se lei non fosse nemmeno presente nella stessa stanza ad osservare la scena, Loki si lanciò di nuovo sull'Einherjar che continuava ad arretrare stordito.
Quindi, senza perdere altro tempo, afferrò la sentinella per un braccio deciso a colpire di nuovo. 
Riuscendo ad evitare per un soffio il fendente che l'Einherjar stava tentando di dirigere contro il suo petto, Loki afferrò anche l'altro braccio della sentinella, torcendogli con forza il polso nel quale stringeva il pugnale d'ordinanza che cadde al solo con un tintinnio sinistro. 
Poi, prima che la guardia potesse anche solo pensare di chinarsi a raccogliere di nuovo l'arma, il principe dai capelli neri sferrò un calcio al pugnale, facendolo ruzzolare sul pavimento, lontano da entrambi.
Allora, con un intenso strattone, il Dio degli Inganni riuscì a trascinare la allibita e dolorante sentinella nella stanza da bagno, facendogli sbattere la testa contro al mobile di legno alle sue spalle.
L'elmo che la sentinella indossava schizzò via per poi andare a ruzzolare al suolo e servì a ben poco per proteggere il suo proprietario che, battuta violentemente la testa, si accasciò al suolo con un gemito. 
<< Poche lamentele, soldato! >> ghignò Loki, ritraendosi di qualche passo dalla guardia intontita.
<< Avrei potuto fare di peggio. >>. 
In quelle sue ultime azioni stava ritrovando un pò della suo solito scherno e della sua arroganza e probabilmente avrebbe anche aggiunto dell'altro, se all'improvviso non avesse sentito la terra mancargli sotto ai piedi. 
Quelle mosse rapide gli avevano fatto tornare i capogiri e una fitta di dolore gli trapassò la testa da una parte all'altra come se avesse già quelli che i terrestri chiamavano postumi di una sbornia.
Che cosa stava succedendo?
Aveva perso di nuovo il controllo.
Il potere magico che lui credeva d'avere quasi totalmente recuperato si stava affievolendo ancora una volta.
Perché?
Aveva forse sopravvalutato le proprie capacità di resistenza?
La magia non lo aveva mai tradito; eppure ora pareva voler abbandonare il suo corpo insieme alle sue forze vitali.
Ancora una volta Loki maledisse le circostanze che lo avevano condotto sin lì, in quella stanza.
Quelle stesse circostanze per le quali aveva dovuto sposare quella Sigyn e che lo avevano spinto a bere troppo, comportandosi come un vero irresponsabile senza cervello.
A comportarsi come Thor.
In silenzio, mentre cercava di farsi passare i capogiri che lo tormentavano insieme a quella fastidiosa emicrania, ripromise a sé stesso, quasi disgustato dalle proprie ultime scellerate azioni, che mai e poi mai avrebbe osato toccare di nuovo un solo calice di vino.
Stava ancora riflettendo, aspettando che quel malessere si placasse come già era successo le volte precedenti, quando all'improvviso, colse un movimento alla sua sinistra.
Lo vide con la coda dell'occhio: indistinto e rapido; come una lama di luce che tagliava la semioscurità della stanza.
In fretta, colto da un improvviso pensiero; sicuro che avrebbe fatto bene a togliersi da lì, il Dio degli Inganni rizzò la schiena, pronto a voltarsi; certo che lo sguardo non gli avesse giocato solamente un brutto scherzo. 
Esso non ebbe tuttavia neppure il tempo di reagire, quando inavvertitamente si ritrovò con una lama affilata ad un soffio dal proprio zigomo destro. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: LadyMintLeaf