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Autore: njaalls    08/04/2017    1 recensioni
Meritano di provare quei sentimenti?
Meritano di paragonare la loro storia e i loro baci, incasinati e superficiali, a quelli di un amore apparentemente forte come quello dei loro amici? Eva si sente quasi sporca a pensare che il loro interesse nato in maniera puramente carnale e superficiale, possa essere paragonato a qualcosa di così grande quanto lo è la devozione di Even per Isak. Non crede di poter competere, o forse è solo lei che dovrebbe smettere di credersi inferiore agli altri.

[Raccolta Chriseva]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa os è proprio triste, no sense e scritta in tempo record perchè mi frullava in mente da un po': l'dea era quella di postarla prima dell'inizio della quarta, ma il preavviso di Julie è stato davvero minimo, quindi ieri -arrabbiata e alquanto confusa per la decisone riguardo la s4 come ultima stagione- ho inizato a buttare giù questo.
Non è il massimo e potrebbero esserci errori/ripetizioni/schifezze del genere, ma l'ho letta mille volte e non mi convince: la posto perchè sento di doverlo fare ora, in questo momento di ansia ed eccitazione per la s4 e per un probabile (non?) ritorno di Christoffer. Spero davvero di sì, come tutti.
Parlando brevemente della one shot, vi anticipo che non è ispirata a nessun prompt, ma nasce da un possibile percorso che avrebbero potuto/potrebbero (ma dubbito) far intraprendere a Chris: ovvero quello utilizzare la scelta Herman di entrare nel servizio militare per il personaggio, in caso non sia davvero presente in questa ultima stagione. 
Ve la lascio qui. Con taaaanto amore.

njaalls

 
 

Eva non comprende perché, ma lo accetta, deve farlo e sicuramente ci si abituerà. Gli accarezza ora le spalle, con le sue mani piccole e lisce, le unghie laccate tempo prima di rosso, ma che ora hanno solo dei rimasugli, di quello smalto. Lo stringe forte e i polpastrelli che prima seguivano la linea delle sue scapole, fino a scendere giù, lungo alla colonna vertebrale, risalgono alla nuca. 
Poi tocca quei capelli corti, troppo corti, che le mettono addosso una strana inquietudine. Vorrebbe aggrapparsi a loro, stringerli quanto basta per trasmettere la propria diffidenza nei confronti di quella decisione che non capisce del tutto, ma non può farlo, perché sono così piccoli al tatto che non riesce nemmeno ad afferrarli.
Eva abbraccia Chris, gli si stringe contro, corpo contro corpo ed è strano quando lo sente ricambiare. Affonda di più il viso contro il petto nudo del ragazzo, mentre le loro gambe si intrecciano tra le coperte.
«Quando te ne andrai?» sussurra Eva nella propria camera buia, ascoltando il rumore delle proprie parole, nel silenzio affettuoso che li circonda. Gli respira contro la pelle nuda, ma lui non si scosta infastidito dal calore che emana: al contrario, avvolge di più le proprie braccia intorno alle spalle e alla schiena liscia della ragazza, lasciando che si incastri meglio contro il suo petto.
«Domani» ed è un sussurro impercettibile quello di Chris, incerto, cosciente che non le piaccia quella decisione. Si sente strano a cercare l'approvazione di qualcuno, sopratutto la sua, perché, cosa sono loro? Chris non lo sa, e nemmeno Eva, anche se ora dividono lo stesso letto, si stringono l'uno all'altro e il fiato di entrambi è corto.
Ripensa al viso di quella rossa sempre allegra e gentile, nell'istante in cui l'ha messa al corrente delle proprie intenzioni e se la ricorda, l'espressione spaesata e confusa che aveva fatto capolino sulle sue labbra piene e gli occhi sgranati.
«Che vuol dire che entrerai nell'esercito?!» aveva quasi urlato, quando glielo aveva detto con tutta la nonchalance del mondo, una tazza di caffè tra le mani ed Eva seduta al suo fianco, al tavolino della caffetteria. Lei si era scostata bruscamente, senza nemmeno rendersene conto e Chris aveva notato tutto lo stupore, ma anche il disappunto. 
Sono trascorse due settimane da quel pomeriggio, ma nulla può cancellare dalla sua mente il viso di Eva contorto dall'incredulità, mentre lo stesso Christoffer Schistad non aveva creduto possibile, che qualcuno potesse dimostrarsi tanto in pena per lui. Le aveva assicurato che sarebbe stato un solo anno e che non sarebbe andato mica in guerra, ma quelle parole non avevano avuto l'effetto sperato: anziché rilassarsi, le spalle di Eva si erano tese come le corde di un violino e le sue labbra si erano increspate, come le onde del mare durante un tempesta.
Non devi, vorrebbe dirgli adesso lei, mentre lo stringe come mai prima d'ora e cerca di tenerselo stretto più a lungo possibile. È strano che a volte ci si ritrovi a voler una persona via dalla propria vita, e subito dopo a non volerla lasciare andare. Eva sa che la sua vita continuerà come è sempre andata, che ci sono le sue amiche e qualche bel ragazzo da abbordare in un locale, eppure la gola è secca e gli sono occhi umidi: non lo vuole dire ad alta voce ed evita di sbattere le palpebre, per non lasciare cadere nessuna lacrima di malinconia. 
Sono due settimane che gli mette il muso, anche se involontariamente, continua a giurare lei quando Chris glielo fa notare, poi la guarda e vede Eva sospirare, cosciente che sia la scelta giusta, se lui la ritiene tale. Non è nessuno per poter protestare, per afferrarlo tra le braccia e chiedergli di rifletterci meglio, anche se inutilmente.
Adesso Chris la prende in giro e «Ti mancherò» le dice, dandole un bacio sulle labbra, ma quelle parole sono meno divertenti di quanto desideri.
La verità per Eva Mohn è che Christoffer Schistad gli mancherà da morire, che anche se quella sera si saluteranno promettendosi di vedersi, magari durante uno dei suoi weekend liberi. Nessuno dei due ci crederà davvero, perché avranno le loro vite, le nuove conoscenze e se saranno fortunati —come lo sono stati quando si sono ritrovati ognuno sul percorso dell'altro— si incontreranno di nuovo. Forse.
È già successo dopo il loro primo incontro ed Eva chiude gli occhi, sperando che accada un'altra volta: una lacrima che ha cercato di trattenere, cade giù. 
Ha difficoltà a credere che quello sia lo stesso Christoffer delle feste sfrenate e del bus più in voga della Nissen.
Ora Eva chiude gli occhi e le sue mani  si poggiano sulle spalle di Chris, spingendolo delicatamente fino a farlo sdraiare con le spalle contro il materasso. Gli si siede a cavalcioni e gli da un bacio, nuda, piegandosi in avanti. Le dita di Christoffer Schistad, ex membro dei Penetrators e del Riot Club, la toccano con così tanto tatto che la pelle di Eva si elettrizza. La delicatezza non è il suo forte, ma c'è il modo sicuro e gentile in cui la sfiora, che fa desiderare ad Eva che non smettesse mai.
Lo bacia, piegandosi in avanti, i capelli contro il viso del ragazzo che intravede appena, nel buio della propria camera. Scende dalla guancia alla mascella e si ferma sotto l'orecchio. Gli da un bacio. Poi un altro.
«Mi mancherai» ammette allora e ogni emozione si scopre, rivelando per l'ennesima volta la vera Eva: quella che si affeziona troppo e impara ad amare incondizionatamente chiunque faccia lo stesso con lei. Quel vizio le rimane sempre e comunque sulla pelle, pronto a ferirla ogni volta che è costretta a allontanarsi a malincuore da qualcuno. Chris si allunga verso il suo viso e, non lo confessa ad alta voce, ma il bacio che dà dice che forse mancherà anche a lui. 
Finché, casualmente o no, non si incontreranno di nuovo. O così sperano.
  
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