Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Jackthesmoker7    09/04/2017    2 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
<< Secondo voi è sopravvissuto? >> chiese BB, dopo aver visto l'enorme massa nera che era la Hellbat venire sbalzata lontano, contro le sagome degli edifici di Jump City.
Cyborg era ancora a terra a tremare, quindi toccò a Stella rispondergli, che con tono di superiorità gli disse: << No, non è possibile. Questo scudo potrebbe fulminare un elefante e non lasciarne nemmeno le ossa. Non può essere... >>
Sbang!
I ragazzi rabbrividirono per lo spavento.
Il demone era tornato indietro ed aveva cozzato di nuovo contro la cupola, senza sortire alcun effetto, anzi venendo rispedito dove si era schiantato poco prima.
Gli ex compagni di squadra di Robin sapevano benissimo che poteva colpire quanto forte voleva.
Non sarebbe mai riuscito a scalfirla. Era una barriera che poteva reggere ai colpi di Superman, agli attacchi magici, persino una bomba atomica!
Non poteva entrare.
Però, mentre i ragazzi guardavano quell'enorme essere, quel diavolo infernale, assediare senza sosta e con furia inaudita la sottile barriera che li separava, provarono paura, ma una paura diversa da quella che conoscevano.
Provarono una paura nuova.
Provarono terrore.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"Ha smesso" concluse Slado.
Doveva ammettere che non credeva sarebbe ritornato indietro.
Credeva che una scossa sarebbe bastata, ma tutta quell'energia non aveva minimamente danneggiato l'armatura. Doveva pensare a qualcos'altro per neutralizzarla.
Intanto Robin aveva smesso di bussare, avendo capito che non poteva entrare con lo scudo alzato. Quindi rimase lì, immobile, sospeso a mezz'aria.
Stava analizzando il problema.
"Non troverà niente. Non ho tralasciato nulla" pensò il mercenario, osservando il ragazzo che lasciò perdere.
Sembrava stesse per andarsene quando si ricordò di non essere venuto da solo.
Raccolse Corvina da terra e se ne andò.
Slado poteva considerarsi fortunato che lo scudo fosse così potente. Aveva passato ore a curarne i dettagli. Ogni singola cellula energetica è stato un eccellente acquisto.
Il mercenario si riscosse dai suoi pensieri e si decise a ritornare nella torre, illeso ma turbato nel profondo.
Prima di entrare nel passaggio che l'avrebbe portato dai suoi compagni, alzò lo sguardo al cielo.
Non si ricordava l'ultima volta che l'aveva fatto.
Di sicuro prima che cominciasse tutto. Prima che si arruolasse nell'esercito, prima di diventare una delle loro cavie, prima di perdere suo figlio...
"Non ho tempo per questo"
Percorse un lungo corridoio illuminato da lunghe strisce di lampade al neon, e per poco non cadde quando Stella gli volò incontro abbracciandolo forte: << Amore! Ho avuto così tanta paura! >> si staccò un poco per guardarlo negli occhi: << Ti prego, non farlo mai più! Mi sono spaventata a morte! >>
Slado la accarezzò, spostandole dei capelli ribelli dietro l'orecchio: << Non preoccuparti per me. Ti avevo promesso che sarei tornato, ed io mi impegno a mantenere le promesse >>
Stella lo riabbracciò più forte di prima, soffocando il viso sul petto di lui. Era così contenta che fosse vivo.
<< Quando avrete finito, vi ricordo che avremmo delle cose importanti da fare >> si intromise BB, raggiungendoli: << Come ad esempio pestare a sangue il bastardo che ci ha attaccato e che ha rapito Corvina. >>
Stella si staccò definitivamente da Slado, insieme imbarazzata e irritata, e volò via. Quando se ne fu andata, Slado si rivolse verso il mutaforma, con disappunto: << Si può sapere che ti prende? Ti avevo già avvertito di dare una regolata a questo atteggiamento! >> era così arrabbiato che il verdolino poteva considerarsi fortunato a non raffigurasti già come concime biologico per il giardino: << Non osare mai più parlarmi con quel tono!
Non sei tu a comandare qui! >>
BB indietreggiò intimorito, ma la rabbia lo rese incosciente e spavaldo: << Non pensarci neanche! Devo vendicarmi! 
Non puoi negarmelo!
Ha traumatizzato Cyborg, ci ha attaccato, ha rapito Corvina! Dimmi perché non dovrei prenderlo e farlo a pezzi seduta stante! >>
Era furioso. Dentro di se provava rabbia, odio, paura... stava per esplodere.
Ma Slado non aveva problemi ad occuparsi di persone ridotte in quello stato.
Infatti raddrizzò la schiena e lo fissò dritto negli occhi: << Perché ti ammazzerebbe! Ti schiaccerebbe come una formica usando solo una mano di quel suo costume robotico! >> disse, scandendo bene le parole.
BB non indietreggiò una seconda volta: << Me ne frego! Farò a pezzi quella cosa che indossa e gliela farò ingoiare a quel bastardo! E tu non mi fermerai! >> detto questo si trasformò in un falco e schizzò lungo il tunnel, verso l'uscita esterna.
Non riuscì neanche a fare due metri, che Slado con uno scatto quasi sovrumano lo agguantò al volo e lo schiantò al suolo, schiacciandolo sotto il suo stivale
<< No! Non osare disobbedirmi! >> urlò rabbioso.
Non voleva che lui andasse a combattere Robin, sarebbe stato uno spreco di risorse se fosse morto.
E poi, nessuno poteva trasgredire i suoi ordini e passarla liscia.
BB si trasformò e Slado finì a terra. Era diventato una tigre.
Slado si rialzò appena in tempo per evitare una zampata e si lanciò di peso contro il suo avversario, menando un pugno contro l’occhio destro del mutaforma.
Mentre la tigre indietreggiava, il mercenario gli saltò in groppa e le avvolse le braccia intorno al collo, stringendo forte.
BB cercò di liberarsi.
Provò a saltare avanti e indietro, a schiantarsi contro le pareti, a mordere il suo nemico ma niente. Slado non mollava.
Quindi provò a cambiare forma.
Si trasformò in un orso, ma la situazione non cambiò. Anzi, Slado stringeva più forte di prima.
<< E va bene BB, ultima possibilità! Torna umano immediatamente oppure finirà molto male per te >> disse lui, facendo infuriare il ragazzo ancora di più.
Mutò in una mangusta e sgusciò tra due braccia ormai troppo grandi per lui, e per un istante credette di essergli sfuggito.
Non aveva mai sbagliato di così tanto.
Slado fulmineo lo afferrò per la coda e lo fece roteare sopra la testa.
Doveva semplicemente continuare così finché non lo avesse fatto svenire ed a quel punto rinchiuderlo in una cella rinforzata, ma era troppo arrabbiato.
E la rabbia lo rese cieco.
Calò con tutta la sua forza l’animale sul pavimento di cemento, dove risuonò con un forte schiocco di ossa rotte e .
BB non si rialzò per combattere.
Non avrebbe farlo per un po'.
Slado si erse in piedi vittorioso, posando lo sguardo freddo e tagliente sullo sconfitto. Poi, mentre il ragazzo ritornava lentamente umano, gli disse, con voce rabbiosa: << Ecco cosa succede quando mi disobbedisci Logan! Ecco cosa succede! >> 
Si voltò, e senza voltarsi indietro lo lasciò lì, esanime, e si diresse verso la porta che conduceva ai piani superiori.
Prima di varcare la porta però, gettò un solo sguardo sul corpo straziato del ragazzo, compiacendosi del suo operato.
Provò la stessa sensazione di quando si arruolò mentendo sulla sua età. Quella sensazione di quando sai di aver fatto qualcosa che dovrebbe essere proibito, eppure ne vai lo stesso orgoglioso.
“Non avresti dovuto farlo Logan. È colpa tua.
Non mi dispiace per niente!”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
<< Ah, tesoro eccoti qui! >> disse Stella quando lui salì nella Main Ops Room.
L'aliena era in cucina, dove cercava di alleviare la tensione preparando dello strano cibo alieno immangiabile.
<< Sai dov'è BB? Non l'ho visto rientrare. >>
Slado ripensò a ciò che si era lasciato dietro, alle ossa rotte ad al sangue, e sotto la maschera sorrise: << Non preoccuparti dolcezza, gli ho detto di preparare una squadra di androidi e di fare un giro di ricognizione.
Non rientrerà prima di domani. >> rispose, avvicinandosi alla ragazza da dietro.
Le appoggiò le mani sui fianchi: << Cyborg? >>
<< Ancora niente >> lo informò, scurendosi in volto: << È spaventato a morte. Credo che rimarrà così per un bel po'. >>
Slado la girò, facendole distogliere l'attenzione dal qualunque-cosa-sia che stava cucinando: << Non preoccuparti tesoro. Quando tutto sarà finito, quando il mio piano avrà successo, ti prometto che non dovrai più preoccuparti di nulla. >> le prese le mani: << Penserò io a tutto. >>
L’umore di Stella migliorò un poco: << Grazie tesoro. Che fortuna averti qui, con me. >>
Fece per avvicinarsi, come a baciarlo sulla maschera, quando sentì odore di bruciato: << Oh no, il quaglok! >>
Si precipitò alla fonte del fumo e tirò fuori una specie di mattone grigio carbonizzato stretto in una forma per torta circolare.
Mentre Stella dissipava il fumo, Slado se la squagliò: << Tesoro, tu occupati del fumo, devo fare una cosa. Torno subito >> disse mentre se la squagliava verso l'interno della torre.
Si diresse verso la stanza di Cyborg. Quando aprì la porta, gli venne da credere che fino ad un attimo fosse passato un tornando di lamiere per la stanza: i mobili erano rotti ed i frammenti erano sparpagliati per terra, senza lasciare zone libere dalle schegge; gli schermi che mostravano le condizioni del ragazzo e le partite di calcio erano stati fracassati, ed i frammenti facevano compagnia alle schegge. Alcuni avevano segni di graffi profondi, e rivelavano i circuiti interni.
Non c’era traccia della panca hi-tech che Cyborg usava per ricaricarsi, ma dalla finestra rotta e dai bulloni scardinati sparsi a terra si poteva capire che qualcuno l’aveva scardinata e lanciata contro il campo di forza, dove doveva essersi vaporizzata.
Cyborg era seduto in mezzo alla stanza, con le ginocchia cromate raggomitolate a sé. Dondolava tremante come prima, senza cambiamenti visibili.
<< Alzati, non ho intenzione di improvvisarmi psicologo! >> ordinò Slado: << Non ho farmi sprecare tempo ed energie per uno smidollato come te! Non ti conviene!
Datti una mossa! >>
Cyborg all’improvviso si lanciò verso il mercenario e lo sollevò da terra, tenendolo alzato con le mani sul collo: << Tu non hai la minima idea di che cosa mi sia successo! >>
Il suo occhio umano era lo specchio della paura, e si perdeva in un abisso scuro e frastagliato. Il software non riusciva a gestire tutte quelle emozioni, stava per collassare: << È un mostro! È un demone! È un… >>
Slado lo interruppe colpendolo con un bastone elettrificato dritto in testa, facendolo svenire. 
<< Adesso vediamo che succede dentro la tua testolina bullonata. >> disse, poi tirò fuori da una tasca una chiavetta USB.
Prese il ragazzo e lo appoggiò contro la parete, poi estrasse dal bracciale un cavo e lo attaccò ad una delle sue prese sulla nuca, poi attivò lo schermo ologramma sull’avambraccio.
Premette qualche tasto ed individuò subito il problema: << Ecco che cos’hai. Un virus polimorfo disturbante. Non ti cancella niente in memoria, ma incasina tutti i tuoi dati. Disturba la tua componente robotica lasciando intatto il tuo lato organico.
Intelligente. >>
Premette altri pulsanti ed aprì una mappa del sistema cibernetico del ragazzo, rivelando l’area colpita dal virus: << Eccoti qui! Nel sistema percettivo. Ora proviamo con… >>
Inserì la chiavetta, premette pulsanti su pulsanti, provò diverse combinazioni numeriche ed inserì alcuni codici antivirus e dei nuovi firewall preventivi. Dopo un’ora Cyborg era pronto e poteva tornare a combattere.
<< Ecco qui, come appena uscito dalla confezione. Ora dovresti valere di nuovo qualcosa. >>
Cyborg si mosse meccanicamente, molto rigido sulle giunture, e si mise in piedi sull’attenti: << Signor Slado, attendo ordini. >>
Slado era sorprendentemente contento del suo operato. Aveva reso Cyborg il soldato perfetto: forte, deciso, perfettamente disciplinato.
“Peccato che durerà solo qualche giorno. Ma del resto non voglio che Stella si preoccupi troppo per lui.
Almeno non dovrò fare niente, ci penserà la sua componente biologica.”
Gli diede un paio di ordini e lo lasciò lavorare.
Tornò in cucina, e sorprese Stella a sonnecchiare sul divano.
Aveva pulito la cucina e si era buttata lì, esausta. Troppe emozioni, anche per lei.
“È così bella” pensò, sedendole accanto.
Le accarezzò i capelli, pensando a ciò che voleva dirle ma che non poteva.
La ragazza aprì un occhio: << Mmmh, amore? Che c’è? >> disse con voce stanca.
<< Niente, pensavo solo che sarebbe meglio se andassimo in camera nostra. Insieme. >> disse lui prendendola in braccio.
Stella sorrise contenta: << Che tesoro che sei. >>
Guardandola, il mercenario cominciò a chiedersi se fosse giusto ciò che stava facendo.
Quando l’aveva soggiogata, non poteva neanche immaginare di potersi innamorare ancora, non dopo ciò che era successo alle persone che amava. Ad Adeline. A Grant.
Ma non voleva pensarci. Voleva godersi il momento fino all’ultimo.
Fino alla fine.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
BB non riusciva a sentire le gambe. A stento respirava.
“Mi ha conciato proprio male” pensò: “Devo provare a trasformarmi. Di solito così guarisco dalle ferite.”
Si sforzò al massimo per trasformarsi in un animale, soprattutto in uno minuscolo. Per qualche minuto non accadde niente, e lui restò a terra inerme.
Poi le sue membra si ritirarono. La pelle cominciò a raggrinzirsi e a riempirsi di peli. Gli spuntò una piccola coda.
Cominciò a rimpicciolirsi, dapprima piano, poi sempre più veloce, fino a diventare grande quanto la sua mano.
Si era trasformato in un topo: “Che ironia” commentò.
Si controllò tutto il corpo: non aveva segni o ferite, le ossa erano integre e non c’erano fuoriuscite di sangue.
Però era esausto. Più di quando si trasformava in un grande animale.
Lentamente, faticosamente, riuscì ad arrivare in camera sua senza essere visto. Lì si ritrasformò in umano, si buttò a peso morto sul letto e cercò di dormire.
Non ci riuscì. Continuava a tornargli in mente il pestaggio di poco prima: la violenza di Slado, la sua forza, il dolore che era riuscito a causargli così facilmente.
Gli occhi cominciarono ad inumidirsi di lacrime: "Perché l'ha fatto? Capivo la punizione, ma perché così tanto? E perché così violentemente?
Noi dovremmo comandare tutto insieme!"
Era così sconvolto che le sue orecchie non colsero il lieve fruscio di pelo proveniente dall'altro lato della stanza.
Non lo immaginava, ma non era solo lì dentro.
"Corvina, se solo fossi qui. Anche solo vederti mi farebbe sentire meglio".
Una creatura dai tratti felini aprì gli occhi, grandi e penetranti, e li puntò su BB.
"Tu non lo immagini neanche cosa provo per te."
Lenta e silenziosa, essa si accovacciò su quattro zampe, sfoderando lunghi artigli affilati, pronta a balzare sulla preda ignara.
"Corvina io..."
Spiccò un balzo verso il ragazzo.
"Io ti amo"
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Jackthesmoker7