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Autore: kamy    09/04/2017    0 recensioni
Elfi e umani non possono stare insieme, neanche dopo la morte. Questo, però, non ferma l'amore.
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.



Cap.12 Promessa d'amore



Legolas si sfilò la tunica e la lasciò cadere sul pavimento della stanza. Alzò il capo e osservò il soffitto sopra di sé.

 

Thranduil si passò la mano tra i capelli, sfiorando la propria corona di rami con le dita affusolate.

“È passato più di un mese da quando ho saputo che avevi iniziato una relazione ufficiale con una mortale. Per quanto pensi di portarla ancora avanti?” domandò, avanzando di un paio di passi. Il suo corpo affusolato ondeggiava ad ogni suo movimento. Scese una serie di scalini e osservò suo figlio, inginocchiato ai suoi piedi.

“Con tutto il rispetto che nutro per voi, ho intenzione di sposare la mortale” rispose Legolas, con voce rauca.

Thranduil sospirò e si piegò in avanti, facendo ondeggiare i lunghi capelli. Sfiorò il mento del figlio e gli fece alzare il capo.

“Temevo qualcosa del genere. Sposala pure” lo rassicurò. Le iridi azzurre di Legolas brillarono.

“Davvero, padre?” domandò il principe elfo con voce tremante.

“Le tue vere nozze saranno solo rimandate. Sposerai un’elfa degna della tua casata quando i fugaci giorni di vita della mortale saranno terminati” disse Thranduil con voce gelida, lasciando andare il viso del figlio.

 

“Ancora non riesco a credere che tuo padre abbia acconsentito al nostro fidanzamento” disse Leyla. Legolas batté un paio di volte le palpebre e rabbrividì, voltandosi verso di lei.

“Tutto bene?” domandò la giovane. Era immersa nella vasca di pietra delle terme quasi completamente e la sua figura era in parte celata dai vapori.

La giovane osservò l’elfo, ignudo. La sua pelle chiara e liscia era madida di sudore e il suo corpo alto e slanciato risaltava bianco in contrasto con le foglie d’oro che ricoprivano le pareti della stanza.

“Mi stavi guardando?” domandò Legolas, le sue gote si tinsero di rosa. La ragazza si mordicchiò il labbro e piegò di lato il capo.

“Attendevo che entrassi in acqua e ti ho visto preoccupato” ammise. I lunghi capelli biondi, umidi e gocciolanti, le aderivano al corpo.

Legolas entrò in acqua, immergendosi completamente. Chiuse gli occhi, si rilassò e si abbandonò contro i bordi della vasca. Canticchiò qualche strofa di una melodia elfica. Socchiuse gli occhi e osservò la giovane.

Leyla lo guardò a sua volta e lo raggiunse, cingendogli un braccio con i propri, appoggiandogli la guancia sulla spalla nivea.

< Chiede a me se lo guardo, ma lui mi fissa intensamente con quei suoi occhi che hanno ben poco di umano > rifletté la giovane. Accarezzò il petto dell’elfo, sentendolo liscio.

“Hai una bella voce, quando canti. Io preferisco farlo quando lavoro, ma non sono molto intonata” ammise.

Legolas socchiuse le labbra rosee in un sorriso.

“Gradirei sentirti cantare” sussurrò. Leyla gli diede un paio di pacche un po’ più forti sul petto, facendo schizzare dell’acqua calda.

“Permettimi di lavorare un po’ di più senza farmi sempre distrarre con le tue splendide sorprese da principe, e me lo sentirai fare” borbottò.

Legolas ridacchiò.

“Amo la tua forza” la lodò.

Leyla si sporse e gli baciò la punta del naso, la punta delle orecchie di Legolas si tinse di rosa.

“E che altro?” lo interrogò. Si mise seduta a cavalcioni sulle gambe di lui.

L’elfo sentì un calore al basso ventre e la punta delle orecchie gli divenne violetta.

“Perché temo sarebbe noioso considerare tutti i tuoi pregi. Mi chiedo se tu abbia difetti. Prendi il tuo corpo, non ha una ruga, una smagliatura o una cicatrice” borbottò la ragazza.

“In realtà ho delle cicatrici, solo che sono quasi invisibili per l’occhio umano” spiegò.

< Le uniche cicatrici elfiche evidenti che io abbia mai visto sono quelle che deturpano mio padre e temo siano arrivate a ledere anche il suo animo > pensò. Si deterse le labbra con la lingua.

“Rispondendo, invece, al quesito sui tuoi pregi, ho finalmente avuto modo di conoscerne alcuni. Hai una lingua rapida, possiede come te l’argento vivo addosso. E sei bella come una stella”. Aggiunse.

Leyla ridacchiò.

“Io, una stella? Sei tu quello che rifulge. Brilli come un diamante. Come puoi dire che io sono bella?” domandò.

“Hai ragione. La bellezza delle stelle è spesso noiosa perché appare immutabile. Tu brilli come la luce sull’acqua del lago di cui incarni la vitalità. Amo molto di più le tue sembianze e ogni ruga o segno sul tuo viso, sarà da me salutato con gioia, come qualcosa da amare ancor di più” ribatté Legolas. Le baciò l’incavo del collo.

“Non mi merito la vostra devozioni, ma sarò lieta di divenire vostra sposa” ammise Leyla.

Legolas chiuse gli occhi e le sorrise.

“Staremo insieme?” domandò Leyla con voce tremante.

“Fino alla fine, mia amata” promise Legolas.

  
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