Cap.12 Promessa d'amore
Legolas si sfilò la tunica
e la lasciò cadere sul pavimento
della stanza. Alzò il capo e osservò il soffitto
sopra di sé.
Thranduil si
passò la
mano tra i capelli, sfiorando la propria corona di rami con le dita
affusolate.
“È
passato più di un
mese da quando ho saputo che avevi iniziato una relazione ufficiale con
una
mortale. Per quanto pensi di portarla ancora avanti?”
domandò, avanzando di un
paio di passi. Il suo corpo affusolato ondeggiava ad ogni suo
movimento. Scese
una serie di scalini e osservò suo figlio, inginocchiato ai
suoi piedi.
“Con
tutto il rispetto
che nutro per voi, ho intenzione di sposare la mortale”
rispose Legolas, con
voce rauca.
Thranduil
sospirò e si
piegò in avanti, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Sfiorò il mento del
figlio e gli fece alzare il capo.
“Temevo
qualcosa del
genere. Sposala pure” lo rassicurò. Le iridi
azzurre di Legolas brillarono.
“Davvero,
padre?”
domandò il principe elfo con voce tremante.
“Le
tue vere nozze
saranno solo rimandate. Sposerai un’elfa degna della tua
casata quando i fugaci
giorni di vita della mortale saranno terminati” disse
Thranduil con voce
gelida, lasciando andare il viso del figlio.
“Ancora non riesco a
credere che tuo padre abbia
acconsentito al nostro fidanzamento” disse Leyla. Legolas
batté un paio di
volte le palpebre e rabbrividì, voltandosi verso di lei.
“Tutto bene?”
domandò la giovane. Era immersa nella vasca di
pietra delle terme quasi completamente e la sua figura era in parte
celata dai
vapori.
La giovane osservò
l’elfo, ignudo. La sua pelle chiara e
liscia era madida di sudore e il suo corpo alto e slanciato risaltava
bianco in
contrasto con le foglie d’oro che ricoprivano le pareti della
stanza.
“Mi stavi
guardando?” domandò Legolas, le sue gote si
tinsero di rosa. La ragazza si mordicchiò il labbro e
piegò di lato il capo.
“Attendevo che entrassi in
acqua e ti ho visto preoccupato”
ammise. I lunghi capelli biondi, umidi e gocciolanti, le aderivano al
corpo.
Legolas entrò in acqua,
immergendosi completamente. Chiuse
gli occhi, si rilassò e si abbandonò contro i
bordi della vasca. Canticchiò
qualche strofa di una melodia elfica. Socchiuse gli occhi e
osservò la giovane.
Leyla lo guardò a sua
volta e lo raggiunse, cingendogli un
braccio con i propri, appoggiandogli la guancia sulla spalla nivea.
< Chiede a me se lo guardo, ma
lui mi fissa intensamente
con quei suoi occhi che hanno ben poco di umano >
rifletté la giovane.
Accarezzò il petto dell’elfo, sentendolo liscio.
“Hai una bella voce, quando
canti. Io preferisco farlo
quando lavoro, ma non sono molto intonata” ammise.
Legolas socchiuse le labbra rosee in
un sorriso.
“Gradirei sentirti
cantare” sussurrò. Leyla gli diede un
paio di pacche un po’ più forti sul petto, facendo
schizzare dell’acqua calda.
“Permettimi di lavorare un
po’ di più senza farmi sempre
distrarre con le tue splendide sorprese da principe, e me lo sentirai
fare”
borbottò.
Legolas ridacchiò.
“Amo la tua
forza” la lodò.
Leyla si sporse e gli
baciò la punta del naso, la punta
delle orecchie di Legolas si tinse di rosa.
“E che altro?” lo
interrogò. Si mise seduta a cavalcioni
sulle gambe di lui.
L’elfo sentì un
calore al basso ventre e la punta delle
orecchie gli divenne violetta.
“Perché temo
sarebbe noioso considerare tutti i tuoi pregi.
Mi chiedo se tu abbia difetti. Prendi il tuo corpo, non ha una ruga,
una
smagliatura o una cicatrice” borbottò la ragazza.
“In realtà ho
delle cicatrici, solo che sono quasi
invisibili per l’occhio umano” spiegò.
< Le uniche cicatrici elfiche
evidenti che io abbia mai
visto sono quelle che deturpano mio padre e temo siano arrivate a
ledere anche
il suo animo > pensò. Si deterse le labbra con la
lingua.
“Rispondendo, invece, al
quesito sui tuoi pregi, ho
finalmente avuto modo di conoscerne alcuni. Hai una lingua rapida,
possiede
come te l’argento vivo addosso. E sei bella come una
stella”. Aggiunse.
Leyla ridacchiò.
“Io, una stella? Sei tu
quello che rifulge. Brilli come un
diamante. Come puoi dire che io sono bella?”
domandò.
“Hai ragione. La bellezza
delle stelle è spesso noiosa
perché appare immutabile. Tu brilli come la luce
sull’acqua del lago di cui
incarni la vitalità. Amo molto di più le tue
sembianze e ogni ruga o segno sul
tuo viso, sarà da me salutato con gioia, come qualcosa da
amare ancor di più”
ribatté Legolas. Le baciò l’incavo del
collo.
“Non mi merito la vostra
devozioni, ma sarò lieta di
divenire vostra sposa” ammise Leyla.
Legolas chiuse gli occhi e le sorrise.
“Staremo
insieme?” domandò Leyla con voce tremante.
“Fino alla fine, mia
amata” promise Legolas.