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Autore: _ A r i a    09/04/2017    2 recensioni
[Reina/Maki | Malinconico | 469 words]
«Carry, perché lo fai?»
«A cosa ti riferisci?»
«Lo sai… quel gesto, quello del violino.»
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Carry/Maki, Isabelle/Reina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo aveva notato quasi per caso, una sera mentre rientrava a casa.
Carry era seduta sul bordo del letto, nella loro camera, lo sguardo melanconico fisso sulla parete davanti a sé.
Isabelle era lì ferma, sulla porta d’ingresso, intenta ad osservare quell’insolito comportamento della sua ragazza. Entrando, era stata attenta a non fare rumore, pur di non attirare l’attenzione dell’altra ragazza su di sé. In verità era preoccupata: Carry era tornata ad essere una ragazza solare, ora che le loro esperienze passate non erano ormai nient’altro che un brutto ricordo, per cui quell’improvviso cambiamento l’aveva impensierita non poco.
Si era appostata, sempre nel silenzio più totale, dietro lo stipite della porta della camera, gli occhi puntati sulla sua fidanzata, che non aveva dato segno di essersi accorta della sua presenza all’interno della casa.
Poi, d’improvviso, Carry aveva sospirato, mentre la sua posizione mutava: un braccio era disteso in avanti, la mano nell’atto di stringere un oggetto, l’altro invece era flesso, il palmo chiuso a pugno, come se stesse impugnando qualcosa.
Ma tra le sue mani non v’era che aria.
Sotto lo sguardo sbigottito di Isabelle, la giovane aveva iniziato a muovere il braccio piegato da sinistra a destra e viceversa, in un movimento ritmico e perpetuo, quasi ipnotico. Lo faceva scorrere a mezz’aria, poco sopra l’altro braccio, mentre le dita della mano destra si muovevano in posizioni ogni volta diverse.
Isabelle sembrò realizzare solo in quel momento che il gesto che la sua fidanzata stava compiendo corrispondeva all’azione di chi suona un violino. Probabilmente, se gliel’avessero chiesto, non avrebbe saputo dire se l’avesse compreso grazie a quegli inusuali movimenti delle braccia o alla guancia premuta contro la spalla, in una posizione così innaturale.
Peccato che Carry non avesse né lo strumento in questione, né l’archetto per suonarlo.
Quando la musica, per Carry, era finita, la ragazza aveva abbassato le braccia, come deponendo le proprie armi. Per tutto il tempo, il suo sguardo era rimasto incollato alla parete della stanza; ora che aveva portato a termine il brano, si era voltata alla propria destra, incontrando lo sguardo allarmato di Isabelle. Carry le aveva sorriso, come se niente fosse accaduto.
«Oh, sei arrivata, finalmente. Vieni, stasera cuciniamo la cena insieme, ti va?»

***

«Carry, perché lo fai?»
«A cosa ti riferisci?»
«Lo sai… quel gesto, quello del violino.»
«Ahh, quello… non credevo che lo avessi notato.»
«No, me ne sono accorta. Solo… non vorrei che fosse per via di qualche brutto ricordo che ti tormenta.»
«Beh… si tratta di un frammento che è rimasto impigliato nella mia memoria, tanti anni fa. Ricordo che mia madre era una musicista, una violinista, per l’esattezza. Ogni sera, per farmi addormentare, era solita suonarmi uno dei suoi brani preferiti. Io… mi manca molto, Isabelle.»
«Lo so. Mi dispiace. Ti amo, Carry.»
«Ti amo anch’io, Isabelle.»

[469 words]


 O T E S 
In realtà non avevo voglia di inserire delle note, questa volta; mi rendo conto, tuttavia, di dovervi almeno un briciolo di spiegazioni, dopo essermi assentata dal fandom per tutto questo tempo. Così, eccomi qui.
Sono sparita per un po’ perché ho trovato un lavoro come archivista, per cui non ho avuto molto tempo a mia disposizione da dedicare alla scrittura. Mi dispiace di non essere stata presente come avrei dovuto, forse, ma ultimamente sono in un periodo della mia vita in cui preferisco un momento subordinare l’attività di ficwriter rispetto a tutto il resto.
Ho deciso tuttavia di pubblicare questa flash, visto che ormai l’avevo scritta. L'idea nasce da un prompt – quello di mimare l'azione di suonare uno strumento – trovato in una vecchia challenge sul forum Torre di Carta (vi lascio il ilnk qui). Ad ogni modo, si tratta solo un breve slice of life su quel che accade dopo che la Alius si scioglie: le esperienze che “non erano ormai nient’altro che un brutto ricordo” a cui fa riferimento Isabelle all’inizio della storia, infatti, sono chiaramente i fatti avvenuti quando ancora lei e Carry erano sotto l’influenza della pietra. Qui infatti il carattere di Carry è quello solare di un tempo – e non quindi freddo e crudele come quando si trovava ancora alla Epsilon – ed ecco perché Isabelle è così impensierita nel vedere l’amica e fidanzata tanto malinconica.
Le apprezzo molto, come coppia,quindi probabilmente tornerò a scriverci sopra qualcosa in futuro. Anche perché, forse, la parte finale è troppo frettolosa: volevo lasciare un velo di mistero intorno alla figura di Maki, ma non so se l’effetto che desideravo sia riuscito o meno. Non so, in caso ditemelo voi.
Come al solito, grazie a chiunque leggerà, a tutti quelli che arriveranno fin qui, alle eventuali persone che decideranno di inserire la storia tra le ricordate o le preferite o coloro che invece recensiranno… nah, non ci credo nemmeno io: anche se avevo voglia di allenarmi un po' in merito non so scrivere flashfic, per cui sono abbastanza certa che questa storia sia pietosa – abbiate pietà di me, pls.

Aria
   
 
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