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Autore: jess803    09/04/2017    0 recensioni
In un mondo post-apocalittico, segnato profondamente dagli esiti di una distruttiva guerra nucleare, in cui le risorse idriche e i generi alimentari scarseggiano, si muove una donna, Hadiya De Wit, spia al servizio della Confederazione, ossessionata dai demoni del passato e legata da una catena invisibile ad un amore misteriosamente scomparso.
Ambientata nel torrido deserto nord africano, è una storia di spie, amicizie tradite, intrighi politici, ma soprattutto di un amore destinato, forse, a non finire mai.
"Erano come due anime in bilico sull’orlo dello stesso precipizio, che lottavano contro la stessa forza invisibile che cercava in tutti i modi di farle andare giù, che avrebbero potuto restare in equilibrio solo se fossero rimaste immobili a sostenersi a vicenda… due anime a cui sarebbe bastato solo il soffio di un alito di vento per precipitare sul fondo del baratro e restarci per sempre."
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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<< C’è la signorina Ikeda per lei, signore>> disse con la solita fredda cordialità la bella segreteria vestita di tutto punto, dopo essersi affacciata nel suo ufficio.
<< Oh, finalmente!>> rispose soddisfatto il dottore mostrando uno smagliante sorriso a trentadue denti << la faccia entrare subito Miss Cruz, grazie>>.
La donna annuì e si congedò chiudendosi la porta alle spalle senza far rumore. Il dottore spense a distanza la console, poggiò il joystick sul ripiano sopra alla Tv gigante a schermo piatto e poi si preparò ad accogliere la sua ospite su uno dei due divanetti bianchi posti al centro della stanza.
La signorina Ikeda, una bella donna giapponese sui quaranta, vestita con un semplice pinocchietto kaki e una camicia lunga bianca, entrò nell’ufficio del dottore a passi ampi. Fece un lieve inchino, si sedette compostamente sul divano di fronte al suo interlocutore, poi disse secca: << porto grosse novità. E non di quelle buone>>.
<< Hanako, amica cara, non ci vediamo da quasi un anno ormai, permettimi almeno di chiederti come stai. Com’è andato il viaggio? Ancora scombussolata dal jet lag? E la tua famiglia?>> rispose l’uomo, sfoderando di nuovo il suo sorriso benevolo.
La donna gli lanciò un’occhiata truce, ma il dottore non accennò a ritirare il suo sorriso. Alla giapponese non restò altro da fare che sorridere a sua volta e dire: << La mia famiglia gode di ottima salute Dottor Vilger, la ringrazio. Il viaggio è andato bene, la nuova linea è decisamente più comoda e veloce di quella precedente>>.
<< Bene bene, ne sono lieto. Come ben sai, ci siamo molto prodigati affinché la transatlantica diventasse più efficiente, fino a qualche anno fa assomigliava più ad una linea di aerei cargo, una cosa inaccettabile. Ad ogni modo, sono stato molto in pensiero per te in questi mesi Hanako, sei rimasta in silenzio per troppo tempo>> aggiunse con un velo di dispiacere il Dottore.
<< Abbiamo avuto problemi con l’orfanotrofio e l’ospedale, siamo stati oberati di lavoro sin dai primi giorni di gennaio>> si scusò con poca convinzione la donna.
<< Ah, davvero? Mi dispiace sentirlo Hanako, pensavo le cose fossero migliorate laggiù>> fece distrattamente l’uomo, guardando la sabbia bianca e il mare azzurro attraverso le vetrate dell’ufficio.
<< Sì, signore e a questo proposito, sono qui per dirle…>>. Vilger la interruppe prima che potesse completare la frase.
Si alzò dal divanetto, si avvicinò alla scrivania e pigiò sul pulsante dell’interfono, << signorina Cruz, ci porti del tè verde per favore… Anzi no, ci porti quel meraviglioso tè nero che abbiamo comprato io e mia moglie in Indonesia qualche mese fa e dei biscotti alla cannella; abbiamo un’ospite d’eccezione oggi, non posso certo permettermi di sfigurare>>.
La donna dall’altra parte rispose subito alla chiamata del superiore, dicendo che le sarebbero bastati solo pochi minuti.
La giapponese, che stava cominciando a stancarsi di tutte quelle frivole cerimonie, assottigliando lo sguardo e usando una buona dose di sfacciataggine, disse: << Per quanto apprezzi la sua cordialità signore, voglio ricordarle che non ho fatto più di sedici ore di viaggio per fare una chiacchierata davanti a tè e pasticcini>>.
<< Ti ricordavo più paziente e rilassata, Hanako>> rispose con un tono inquietante il dottore dopo averla osservata un attimo, << è evidente che gli anni trascorsi in quelle lande devastate ti hanno cambiata>>.
<< Signore, mi perdoni se mi permetto, ma lei non capisce quanto sia disperata la situazione laggiù. Ogni giorno arrivano decine e decine di feriti, l’orfanotrofio è più pieno che mai e le stanze dell’ospedale sembrano i vagoni di un cargo bestiame. Ormai viviamo in una polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro>> aggiunse con franchezza la donna.
<< E credi che non me ne dispiaccia? Ti ricordo che il novanta per cento del denaro della fondazione mia e di mia moglie è destinato al mantenimento di quelle strutture, Hanako. Non c’è nessuno che soffra più di noi per la terribile situazione in cui versate, ma questo non significa che non possa godermi una chiacchierata davanti ad un buon tè con una vecchia amica>> fece lievemente irritato il dottore, che poi si affrettò a mettere di nuovo su il suo rassicurante sorriso.
Ikeda, spiazzata da quelle parole amare, sospirò di nuovo e decise di restare in silenzio fino a che la signorina Cruz non avesse servito tè e biscotti: era inutile cercare di insistere, parlare con quell’uomo era come parlare con un muro. Quando finalmente la segretaria ebbe concluso la propria mansione, il dottor Vilger bevve avidamente un’intera tazza della bollente bevanda, mangiò due biscotti, poi prese a raccontare delle avventure universitarie dei due figli più grandi, che erano stati ammessi da pochi mesi al college. Ikeda cercò di restare in silenzio e ascoltare fingendosi interessata, poi, quando si rese conto che la cosa sarebbe andata ancora per le lunghe, decise di lasciar perdere i convenevoli e arrivare al punto della situazione.
<< Suo nipote si è messo in moto, dottore, e stavolta sembra deciso ad andare fino in fondo>> lo interruppe senza farsi troppi scrupoli.
<< Non riuscirò proprio a farti cambiare idea oggi, vero?>> chiese sconfortato l’uomo, mentre dava un morso al terzo biscotto. La donna fece cenno di no col capo, così l’altro riprese sospirando: << Lo so Hanako, lo so. Ne sono stato informato immediatamente, appena si è messo sulle tracce del professore. Come vedi, ho tutto sotto controllo, non c’è bisogno di perdere la calma. Ora mi dici perché sei così agitata? C’è qualche mistero sotto? Un uomo, forse?>>.
<< Se davvero è al corrente degli ultimi sviluppi, dottore, il vero mistero a questo punto è perché non è agitato anche lei quanto lo sono io>> ribattè schiettamente la donna, guardandolo con aria seria dritto negli occhi scuri. Ormai aveva perso la pazienza, non sarebbe riuscita a tenere un pelo sulla lingua neanche se avesse voluto.
Finalmente vide il sorriso sornione dell’uomo indebolirsi, fino a scomparire completamente.
Il dottore posò sul piattino l’ultimo pezzo di biscotto, strinse gli occhi riducendoli ad una fessura e con voce greve disse: << Perché io conosco il suo unico punto debole, Hanako; e credimi, quando sarà il momento, saprò usare il mio asso nella manica nel migliore dei modi>>.
Mangiò l’ultimo pezzo di biscotto, poi riprese a parlare, come se nulla fosse, della vita universitaria dei suoi figli.
   
 
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