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Autore: mgrandier    09/04/2017    15 recensioni
"Se in quell’istante avessi avuto il coraggio di abbassare lo sguardo,
evitando quegli occhi trasparenti come cristallo e taglienti come il filo di una lama,
allora, forse, avrei avuto la libertà.
La libertà di obbedire."
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aroma di Normandia
 
Sedettero al tavolo, una accanto all’altro, scivolando lungo la stretta seduta della panca fino a sistemarsi in modo da occuparla tutta, perché nessuno potesse pensare di sistemarsi al loro fianco, impedendo loro di lasciare la tavola, qualora avessero avuto necessità di farlo, e in modo da ottenere una visuale completa della sala della taverna.
André sollevò il capo, abbracciando con lo sguardo il caotico movimento di capi e braccia, boccali e bottiglie, senza che nessuno dei capannelli finisse per attirare la sua attenzione con gesti e toni tali da far presagire una discussione in arrivo.
- Sono sinceramente felice di incontrarvi di nuovo, Girodel; tuttavia, la vostra presenza qui mi induce a credere che si siano presentate delle difficoltà … - esordì Oscar diretta, senza nemmeno tentare di nascondere la propria preoccupazione – Forse il Conte di Fersen … -
- Potete stare tranquilli. – si intromise subito Girodel con voce pacata, passando lo sguardo trasparente da l’una all’altro e gestendo con abile gentilezza la punta di sorpresa suscitata dalla vista dall’aspetto inconsueto delle loro capigliature, che pure André riuscì comunque a cogliere – Insieme al … ad Hans, abbiamo convenuto che se avesse abbandonato la Reggia così a breve distanza di tempo dal proprio rientro, avrebbe potuto destare sospetti, soprattutto sapendo che la sua persona è stata certamente collegata al vostro … viaggio. –
Girodel attese qualche istante, perché entrambi potessero riflettere su quanto udito, poi abbassò lo sguardo e André prese ad annuire, concordando sulla convenienza della scelta compiuta, sebbene non comprendesse i dettagli di quanto affermato dall’uomo – Quindi Hans non ha seguito il percorso che aveva ipotizzato con noi e  non si è diretto qui, lasciando la Loira … -
Incrociando lo sguardo di Oscar, riuscì a notarne una leggera ombra che, velandone l’espressione per un istante, parve poi svanire, mentre lei stessa comprendeva le ragioni di quella scelta.
- E’stato molto astuto – ammise lei con un mezzo sorriso – perché in questo modo ha aggiunto un motivo di confusione per chi eventualmente fosse sulle nostre tracce, anche se … sappiamo per certo che qualcuno sta già seguendo il nostro percorso. – soggiunse poi, piegando le labbra in una espressione preoccupata, che venne immediatamente colta da Girodel.
- Credo che Hans avesse le sue motivazioni … - commentò Girodel vago, per poi rivolgersi direttamente a Oscar, colto da altri pensieri – Ma … di cosa state parlando? Qualcuno vi ha seguiti? – si informò aggrottando la fronte e palesando il proprio interesse.
André si protese un poco sulla tavola, facendosi più vicino al proprio interlocutore – Pare che un uomo abbia chiesto di noi, più o meno apertamente, dopo che abbiamo lasciato l’ultima locanda prima di recarci qui. – spiegò – Non sappiamo di chi si tratti … ma la sua presenza è sufficiente a farci temere il peggio. –
- Come avete saputo di quell’uomo? – chiese allora Girodel evidentemente preoccupato, raddrizzando le spalle – Lo avete visto con i vostri occhi? –
Oscar scosse il capo, pronta a rispondere – No, non lo abbiamo visto, ma siamo stati allertati da una persona fidata. Sappiamo che si trattava di un uomo ben abbigliato e con un bastone da passeggio … - spiegò.
- E’ davvero poco per capire di chi potesse trattarsi. – commentò André, notando l’espressione assorta di Girodel; ma poi si fermò ad osservarlo, notando il suo sguardo farsi sottile e perso in un punto invisibile, nascosto oltre il bicchiere di vino che aveva di fronte, quasi affondato nel legno consumato del ripiano del tavolo. Scambiò una rapida occhiata con Oscar, come lui, sorpresa dal comportamento di Girodel.
- Girodel … - lo chiamò a voce appena udibile, allungando una mano sul suo braccio, quasi volesse risvegliarlo – A cosa state pensando? –
Allora quello parve riscuotersi, lo sguardo tornò vivo e l’uomo gli si rivolse, con le sopracciglia ravvicinate a mostrare lo sforzo compiuto nel recuperare un ricordo sfuggente  – Un uomo con un bastone da passeggio, giusto? – chiese allora, per poi afferrare il bicchiere e svuotarlo del poco vino che vi era rimasto.
- Esatto: è così che ci è stato descritto da chi lo ha incontrato … - confermò André – Credete di sapere di chi potrebbe trattarsi? –
L’altro emise un sospiro, tendendo le labbra, piuttosto incerto – Non saprei … Questo dettaglio mi colpisce, in qualche modo; eppure non so spiegarmi perché lo faccia … -
Rimasero assorti per qualche istante, quasi volessero attendere che quel mistero potesse essere risolto, ma poi Girodel tornò ad abbassare lo sguardo, lasciando che vagasse curioso tra le venature scure della tavola resa ruvida dall’usura, fino a perdersi ed apparire di nuovo rapito da qualche pensiero lontano. André cercò Oscar con lo sguardo, incuriosito dal comportamento di Girodel, ottenendo di rimando solo una leggera alzata di spalle.
Allora Girodel si mosse, portando una mano alla tasca interna della giacca ed estraendone dei fogli ripiegati più volte.
- Ad ogni modo … - esordì quasi volesse riprendere un discorso interrotto – chiunque si trovi sulle vostre tracce, possiamo sperare che non giunga al porto prima che la vostra nave salpi … -
Girodel posò i fogli sul tavolo, coperti e protetti con il palmo della propria mano, per farli scivolare in direzione di André – Questi sono i vostri documenti di viaggio, André: Monsieur Gilles Sottevast e Madame Marie Louise, sua consorte, hanno diritto ad un passaggio per Goteborg sulla Florentia, che partirà domani mattina. Sui documenti troverete anche tutte le indicazioni per muovervi una volta che sarete sbarcati … - spiegò – Comunque, non appena lasceremo la taverna, potrete recarvi al molo settentrionale e salire a bordo, in modo da sistemarvi nella vostra cabina per la notte. Il Capitano Marval è un uomo onesto, di cui potrete fidarvi: Hans lo conosce personalmente, perché ha viaggiato sulla sua nave in passato e può garantire per lui. – concluse infine, sollevando la mano dal plico e ritraendola a sé – Questo è tutto. -
André non seppe soffocare un sorriso, mentre raccoglieva i documenti dal tavolo per riporli nella tasca interna della propria giacca, pronto a custodirli gelosamente. D’istinto, si volse a Oscar, mentre, al di sotto del piano del tavolo, il tocco della sua mano si faceva caldo sulla coscia, stringendolo appena.
- Non esistono parole adeguate a ringraziarvi, Girodel … - quasi soffocato da un improvviso groppo in gola, André riuscì a mala pena a pronunciare una frase di circostanza, incapace di esprimere completamente il proprio stato d’animo, così come l’emozione che lo aveva pervaso e scosso non appena aveva percepito nella tasca, contro il proprio petto, la presenza dei documenti, un qualcosa di gonfio e solido, incredibilmente reale.
Girodel scosse il capo, silenzioso, mentre tratteneva il sorriso che gli stava tendendo le labbra; ma poi André lo vide volgersi in direzione di Oscar, mordendosi le labbra, evidentemente indeciso … titubante sul da farsi, o forse incerto su quale fosse il modo migliore per congedarsi adeguatamente da lei.
Rimase ad osservare l’uomo … ma comprese ben presto le sue esitazioni. Ricordò di aver visto più volte il suo sguardo scendere e indugiare sul tavolo, o meglio, sulle mani che Oscar vi teneva appoggiate; per almeno un paio di istanti di troppo, Girodel era rimasto poi ad osservare le proprie mani mentre si stringevano l’una nell’altra, mostrando inquietudine …
Allora, senza attendere oltre, André posò i palmi sul tavolo, sollevandosi dalla seduta – Vado a chiedere altri due bicchieri e una bottiglia di vino: credo sia il caso di brindare! – e allontanandosi dalla tavola, con la coda dell’occhio riuscì a scorgere l’espressione quasi sollevata di Girodel che, come se non potesse permettersi di attendere oltre, portò di nuovo la mano alla tasca della giacca, traendone un foglio ripiegato e sigillato, per poi consegnarlo nelle mani di Oscar. Provò una sorta di riconoscenza nei confronti di Girodel, ammirandone il coraggio e lo spirito di sacrificio nel mettersi in gioco in prima persona per aiutarli a lasciare la Francia. Giunse al bancone con passo lento e poi chiese calmo bicchieri e bottiglia all’uomo della taverna, nel tentativo di concedere a Girodel tutto il tempo necessario per il proprio congedo da quella che era stata il suo superiore e per consegnarle quella che immaginò dovesse essere, con ogni probabilità, una lettera di saluto da parte della Regina Maria Antonietta. Avendo conosciuto e sperimentato direttamente il sincero attaccamento della sovrana ad Oscar, riusciva a comprendere perfettamente il desiderio di lasciarle una missiva di saluto in previsione del fatto che difficilmente avrebbero avuto ulteriori occasioni di incontrarsi … e poteva anche immaginare quanto Oscar avrebbe gradito quella lettera di saluto. Mentre gli veniva consegnato quanto richiesto, sorrise tra sé, osservando in modo opportunamente distratto come Oscar e Girodel stessero ancora scambiando qualche battuta, la lettera ormai scomparsa dal piano del tavolo. Non fu sorpreso del sottile piacere che provò nello scorgere i due intenti a discorrere con una certa confidenza, oltre che in modo evidentemente naturale e nemmeno tentò di indovinare quali potessero essere gli argomenti che i due avessero potuto affrontare … Eppure gli si bloccò il respiro, quando intuì il gesto di Girodel che, sportosi appena sulla tavola, prendeva tra le mani la sinistra di Oscar, disponendosi ad osservare con attenzione l’anello d’argento che lei portava all’anulare. Ebbe un fremito, quasi temesse che lei potesse manifestare qualsivoglia segno di timore o, giunse a pensare, addirittura vergogna; ma il suo cuore tremò, gonfio di orgoglio e amore, quando, in risposta a quel gesto curioso di Girodel, Oscar sollevò il capo, il viso radioso, reso splendido da un sorriso emozionato, a sfiorare per un istante l’amico nobile, prima di sollevarsi verso il bancone della taverna a cercare il volto del proprio marito.
Allora André ringraziò l’oste, lasciò alcune monete sul bancone e, afferrando i bicchieri e stringendo la bottiglia al petto, si diresse al tavolo, felice e ansioso di poter  brindare al nuovo giorno in arrivo.
 
Tornato al tavolo, lo sguardo fisso, intrecciato a quello di Oscar che lo aveva accompagnato fino a lei, André depose il suo fragile carico e poi protese la mano, lasciando che le proprie dita scivolassero su quelle di Oscar, fino a raggiungere il suo palmo per chiuderlo nella propria, delicata, stretta. Sedette di nuovo accanto a lei, mentre Girodel, con estrema naturalezza, prese la bottiglia, pronto a versarne il contenuto nei tre bicchieri a loro disposizione.
- Non voglio assolutamente pensare al fatto che potrebbe trattarsi di un addio … - esordì con inaspettata disinvoltura, ormai evidentemente a proprio agio sotto ogni aspetto e libero da qualunque possibile fraintendimento - … ma piuttosto, desidero brindare a voi, al vostro valore, al vostro futuro e … - rimase in sospeso, allontanando il collo della bottiglia dal terzo bicchiere e poi porgendone uno ciascuno a Oscar e André, prima di riprendere il proprio, per sollevarlo davanti a sé - … al vostro felice legame. – concluse.
André sollevò il proprio bicchiere, scambiando un’occhiata complice con Oscar e poi fece per avvicinarlo alle labbra, pronto a gustare il sapore dolce del vino di Normandia …
Tuttavia, il suo bicchiere non giunse alle labbra, perché il suo sguardo incontrò quello di Girodel, improvvisamente attonito. Gli riuscì appena di aggrottare la fronte, confuso … e poi intuì, nel brusio della taverna, le parole sussurrate sul filo del vetro da Girodel, quasi leggendone il movimento.
- E’ lui; è l’uomo con il bastone da passeggio: è appena entrato nella sala. –


Angolo dell'autrice: oggi ho ricevuto tanti messaggi di affetto ... e così ho pensato di ricambiare a modo mio, con questo aggiornamento fuori programma!
Grazie a tutte coloro che leggono, seguono, ricordano, preferiscono e lasciano commenti... questa è la mia fetta di torta virtuale per tutte voi.
E ora... buone feste! A presto.

 
  
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