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Autore: la luna nera    10/04/2017    5 recensioni
Rovistare nei vecchi bauli può riservare delle sorprese. Fra biancheria d'altri tempi e gioielli meravigliosi, Maddy e Alyssa trovano un sacchetto contenente due orologi da taschino dall'apparenza innocua. Ma si sa, sono proprio gli oggetti più anonimi a nascondere sorprese e le due ragazze lo scopriranno di persona, trascinando nell'avventura che stanno per vivere anche Jordan che invece ha ben altri grattacapi a cui pensare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sembrava di vivere una di quelle favole tanto amate sia da Maddy che da Alyssa: ovunque si voltasse lo sguardo vi erano bandiere, fiori di ogni forma e dimensione, coccarde e stendardi mentre l’aria era colma del suono delle campane e delle grida gioiose dei Viennesi desiderosi di manifestare la loro felicità alla coppia imperiale. L’entusiasmo parve aumentare sensibilmente all’avanzare del corteo nuziale a capo del quale, in alta uniforme, stava l’Imperatore Franz Josef I. Era bellissimo e nonostante i suoi quasi ventiquattro anni, mostrava una sicurezza ed un’autorità proprie di chi di anni ne ha molti di più. Indossava appunto l’uniforme bianca e rossa, sul petto mostrava con orgoglio tutti i gradi militari, il suo sguardo passava in rassegna la folla, ricambiando con lievi cenni il saluto della sua gente accorsa per festeggiarlo. C’era qualcosa nei suoi occhi azzurri che lo rendeva particolarmente radioso quel giorno, una luce strana brillava nelle sue pupille e lo rendeva letteralmente capace di attirare ogni attenzione su di sé. Anche se imperatore, sotto quella uniforme militare batteva il cuore di un ragazzo innamorato e quel sentimento andava ben oltre ogni ceto sociale, forse era questo ciò che lo faceva apparire estremamente più radioso, forse più umano di quanto non fosse apparso in altre occasioni. Era difficile pensare che quel giovane uomo a cavallo fosse a capo di un vasto e potente impero,  era bizzarro immaginare che Franz Josef e Jordan fossero quasi coetanei, tanto apparivano diversi.
Giunse in prossimità dell’ingresso della Chiesa dove stava per unirsi in matrimonio, fermò il cavallo e scese circondato dalle più alte cariche militari ed autorità dell’Impero. Entrò nell’edificio religioso seguendo alla lettera il rigidissimo protocollo di corte: fu salutato ed ossequiato dall’Arcivescovo Rauscher  che avrebbe celebrato la cerimonia con la partecipazione di una settantina fra vescovi ed alti prelati.
Pochi istanti dopo sopraggiunse una meravigliosa carrozza decorata da un’infinità di rose bianche, trainata da quattro cavalli anch’essi candidi. Dal finestrino si intravedeva lei, Elisabetta Amalia Eugenia von Wittelsbach, colei che il mondo avrebbe ricordato semplicemente come l’Imperatrice Sissi. Una piccola mano coperta da un guanto bianco si muoveva salutando il popolo entusiasta della futura giovane sovrana, ogni tanto il suo volto si affacciava timidamente mostrando a tutti la sua bellezza adolescenziale illuminata da un sorriso piuttosto tirato. Sembrava, no, era una bambina. Aveva poco più di sedici anni e stava per sposarsi. Il promesso sposo non era uno qualunque, era l’Imperatore d’Austria, potentissimo paese di cui lei sarebbe divenuta la Prima Donna. Donna ancora bambina, catapultata alla ribalta da una serie di eventi e circostanze, lei che probabilmente avrebbe preferito restarsene nell’amata Baviera per vivere libera da obblighi e costrizioni, magari unita in matrimonio ad un partito meno appetibile ma che le avrebbe potuto offrire una vita decisamente più serena. La zia Sofia, sorella di sua madre Ludovica e futura suocera, aveva individuato in Elena, sua sorella maggiore, la sposa perfetta per il figlio Imperatore, ma Franz Josef aveva preferito lei, la giovane Elisabetta, mandando all’aria le speranze dell’Arciduchessa di far sedere sul trono una ragazza docile, tranquilla ed educata alla perfezione per quel ruolo.
La carrozza si fermò davanti all’ingresso della chiesa: paggi e cerimonieri si adoperarono per far scendere dapprima l’Arciduchessa Sofia, poi la Duchessa Ludovica e infine Elisabetta. Questa sembrava uno scoiattolo spaventato e allo stesso tempo commosso dalla folla accorsa lì per vederla; ricambiò con un sorriso forzato prima di esser guidata dalla zia verso la navata della chiesa presso il cui altare Franz Josef la stava già attendendo. Entrò quindi con la zia, seguita dalla madre, dalle sorelle fra cui Elena, e i fratelli minori, andando incontro al suo destino. Entrati tutti in chiesa, le porte furono chiuse, lasciando i Viennesi all’esterno sognando quelle nozze da favola, confinandoli nella loro reale quotidianità che non faceva parte dello sfarzo della corte imperiale.
“L’abbiamo vista davvero Aly….”Maddy si voltò verso l’amica i cui occhi ancora erano fissi sul punto in cui la sposa era scesa dalla carrozza.
“Si, l’abbiamo vista. La immaginavo diversa….” Sorrise mentre sentiva la sua mano stretta a quella di Jordan. “Ma è…. Sono comunque bellissimi.”
“Già.”
Poco dopo si udirono degli spari a salve, seguiti da alcuni tuoni di cannone: Elisabetta era appena diventata Imperatrice d’Austria.
Jordan, sentendo sussultare Alyssa, portò la mano della ragazza sulle labbra imprimendole un bacio che non passò inosservato: Maddy strabuzzò gli occhi di fronte a quel semplice gesto, impensabile però fino a poco tempo prima. Che cosa era successo fra quei due?!
Jordan si rese conto dell’occhiata stracolma di curiosità della sorella, ma dal momento che neanche lui aveva ben chiaro cosa poteva esser diventato lo strano rapporto con Alyssa, preferì sviare subito l’argomento anticipando sconvenienti domande a cui non sarebbe stato in grado di rispondere. “Bene, avete visto gli sposi, adesso potremmo tornare a casa?”
Si voltarono andando alla ricerca del signor Hans il quale si era portato a qualche decina di metri di distanza da loro: li guardava con aria benevola, pareva esser lì per proteggerli ed accompagnarli verso il viaggio che avrebbe portato a termine il loro pellegrinaggio nel tempo. Senza dire una sola parola si avvicinarono a lui che li invitò a seguirli nella sua piccola bottega. Entrarono e si accomodarono nella stanzetta in cui Hans riparava gli orologi, lui si sedette al suo tavolo di lavoro e prese ad accarezzarsi la barba bianca andando giù e su con la mano. “Miei cari ragazzi ci siamo, è giunta l’ora per voi di tornare nel vostro tempo.”
“Signor Hans…” Maddy prese la parola. “Posso ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me?”
“Oh, è stato un vero piacere ospitarvi qui, in fin dei conti da quello che doveva essere un obbligo è uscito fuori un qualcosa di veramente positivo.”
“Obbligo?”
“Via, via. Non c’è più tempo per le parole, passiamo ai fatti.” Si alzò e gli altri fecero altrettanto. “Giovanotto, prendete entrambi gli orologi e portate le lancette sulle 12:00 in punto.” La sua voce si era fatta all’improvviso quasi imperiosa. “Voi, signorine, avvicinatevi a lui e restate sempre a contatto con il suo corpo.” Tutti eseguirono rapidamente gli ordini di Hans che pareva aver fretta di rispedirli a casa. “Pensate con grande intensità al luogo da cui siete partiti, concentratevi senza alcuna distrazione!”
I tre erano stretti in un abbraccio, erano quasi spaventati.
“Giovanotto, premete contemporaneamente i pulsanti di entrambi gli orologi. E che il Cielo vi accompagni.”
Jordan fissava Hans e per un attimo gli parve di vedere Merlino: come se in un film vi fosse un fotogramma errato, un istante prima di premere i pulsanti vide l’ometto con indosso gli stessi abiti del Druido di Camelot.
Chi era veramente il signor Hans?
Non ci fu il tempo di cercare una risposta: un lampo di luce accecante avvolse i ragazzi i cui occhi erano impossibilitati a vedere alcunché.
Li aprirono poco dopo, quando sentirono i loro piedi posati su un qualcosa di solido, forse un pavimento, e si guardarono attorno con circospezione.
“Siamo….. Siamo a casa?” Maddy osservava il luogo in cui si trovavano. “Sembra la nostra soffitta, lì ci sono i bauli.”
Jordan, visibilmente sollevato nel vedere entrambe le ragazza assieme a lui, stringeva ancora gli orologi fra le mani… Gli orologi che li avevano fatti girovagare fra le spire del tempo. “A questi ci penso io.” Si avvicinò ad uno dei bauli, lo aprì, cercò il sacchetto che li conteneva e quando lo trovò, ve li introdusse, lo chiuse stringendo per bene il nodo e lo depose sotto tutte le scatole e i contenitori. “Guai a voi se vi azzardare a frugare di nuovo fra le cose non vostre.” Richiuse il coperchio ed invitò le ragazze a lasciare la soffitta.
Si affacciarono nel corridoio: pareva tutto normale, come se niente fosse accaduto. “Siamo sicuri di essere nell’epoca giusta?”
Maddy controllò la sua camera da letto ed era tutto come lo aveva lasciato, così come la stanza di Jordan quando fu lui a verificare. Scesero al pian terreno ed entrarono in cucina: il grande orologio appeso alla parete segnava le cinque e mezza. “Se non ricordo male mancavano pochi minuti alle cinque quando stavamo qui a mangiare il gelato.” Osservò Alyssa. L’amica aprì il frigorifero e vi trovò il piatto con quanto lasciato dal fratello, mentre nel lavello stavano ancora le coppette sporche. “Sembra sia passata solo mezz’ora…. Possibile?”
In quell’istante il cellulare di Jordan squillò: era Valentine. Prese l’apparecchio in mano osservando per qualche istante quel nome, poi si decise a rispondere.
“Pronto….. Che c’è?” Le ragazze, specialmente Alyssa, avevano gli occhi fissi su di lui. “Si, dobbiamo parlare. Fra dieci minuti sono lì.” Chiuse la chiamata ed infilò il cellulare in tasca. “Tutto è tornato come prima, è trascorsa solo mez’ora qui. Non chiedetemi come questo sia possibile perché non ne ho idea, ad ogni modo è tutto finito.” Tentò di rasserenarle. “Io adesso devo uscire.”
“Devi vedere lei?” Chiese timidamente Alyssa.
“Si, chiarisco con lei e poi affrontiamo l’argomento perché non voglio perderti.”
Uscì lasciando Alyssa muta ed immobile, mentre Maddy moriva dalla curiosità. “Non vuole perderti?! Che significa?! Avanti Alyssa, parla! Che diavolo è successe fra voi due?! Non tenermi così sulle spine, lo sai che sono la tua migliore amica e certe cose non puoi tenermele nascoste!”
Lei si voltò, aveva un’espressione quasi smarrita. “Io e tuo fratello…. Ci siamo baciati.”
“Cosa?” Maddy stentava a crederci.
“Si, hai capito bene.”
“No, aspetta…. Ora tu mi racconti tutto per filo e per segno: voglio ogni dettaglio di come vi siete innamorati e …. State insieme, giusto?”
“Io…” Guardò l’amica. “Io non lo so. Perdonami Maddy, ma ho le idee troppo confuse e ….ne parliamo domani, ok?” Se ne andò. Era stanca ed aveva bisogno di tranquillità per riflettere su quanto accaduto con Jordan. Lui in quegli attimi stava parlando con la sua ragazza, dopo tutto non era libero e lo aveva quasi dimenticato. Davvero provava qualcosa per lei come le aveva dimostrato? O era la solita farsa? Le venne il dubbio che quel viaggio nel tempo fosse stato solo un sogno all’interno del quale nasceva un forte sentimento fra lei ed il ragazzo che amava.
Era andata così?
 





 
 
 
 
Buon pomeriggio a tutti!
Probabilmente qualcuno avrà pensato che fossi scomparsa dato che non aggiorno da un’infinità. Beh, diciamo che una serie di eventi mi ha tenuta ferma e che questi minuti utili per pubblicare il nuovo capitolo sono capitati, come si suol dire, a fagiolo.
Capitolo che mette la parola fine al viaggio nel tempo, ma non allo strano rapporto nato fra Alyssa e Jordan. Prima del loro ritorno nel presente, assistiamo alle nozze fra l’Imperatore Franz Josef e la principessa Elisabetta di Baviera: forse qualcuno si aspettava molto più romanticismo, ma ho scelto di restare più fedele possibile ai fatti storici secondo le informazioni che sono riuscita a reperire. Spero di non aver deluso nessuno, ad ogni modo tenterò di farmi perdonare col finale, non so se il prossimo capitolo sarà l’ultimo o il penultimo perché devo ancora scriverlo.
Grazie comunque a tutti voi per il supporto dimostratomi.
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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