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Autore: little_budina    10/04/2017    0 recensioni
Solo una frase, impressa a fuoco nella mente, proprio davanti agli occhi, e lei sapeva che urgeva una risposta: cosa era successo ieri sera?
Genere: Dark, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Antoine si incamminò verso casa. Aveva una giacca di jeans logora sui gomiti, con qualche spilla colorata attaccata qua e là: una sul petto, una sul taschino…

Non faceva freddo, a Marsiglia il caldo iniziava farsi sentire anche nei primi giorni di giugno, niente a che vedere con il clima fresco e talvolta piovoso di Parigi dove viveva prima Antoine. 

Gli alberi che affiancavano il viale del suo quartiere  sembravano così strani, pensò Antoine guardandoli. Erano piccoli stecchini neri e rinsecchiti con un’esplosione di foglie sui rami, una chioma decisamente troppo appariscente per dei torchi così modesti. La strada grigia sembrava quasi sbriciolarsi sotto i piedi di Antoine tanto che era vecchia, così come erano vecchie le case di quel quartiere. Le facciate, un tempo celesti e bianche, ora erano scrostate e in alcuni punti si vedevano addirittura i mattoni scuri delle pareti. Erano abitazioni scure, con poche finestre e Antoine era costretto a tenere la luce accesa costantemente nella sua piccola stanzetta. 

Quando abitava ancora con la mamma era tutto diverso. La casa era enorme e in ogni angolo c’erano finestre e balconi. Fu proprio vicino a uno di quei balconi che la mamma aveva cercato di spiegargli il suo problema: lui era malato, e no, non sarebbe morto e si, sarebbe potuto guarire, ma ci sarebbe voluto tempo. Tempo e pazienza. La mamma lo sapeva bene perché anche lei ne soffriva: disturbo ossessivo-compulsivo. Peccato però che lei soffrisse anche di depressione, che peggiorò in maniera preoccupate dopo la morte del padre di Antoine.

Una sera la mamma era andata fuori al balcone, una veste bianca che le solleticava dolcemente le caviglie e le fasciava i fianchi e sorridendo si era buttata di sotto. Nessun biglietto, nessuna spiegazione. Antoine aveva solo sei anni. Era andato a vivere da una zia che aveva visto si e no una volta, in una casa senza luce e senza balconi.

 Lo psicologo aveva detto che avrebbe aiutato, il fatto di non avere balconi in casa. Antoine non se n’era accorto, ad essere sinceri. Stava così male che non si accorgeva di queste piccolezze. Il dolore sembrava non scemare mai. Dopo un anno, dopo due, dopo sette, era sempre lì, un tarlo che gli logorava l’anima e che rideva beffardamente ogni volta che Antoine aveva uno dei suoi incontri con l’analista. Rideva, e sussurrava al suo orecchio “Davvero credi che queste sciocchezze ti aiuteranno? Che mi faranno andare via?”.

E infatti non andava mai via. 

Lo psicologo gli aveva assicurato che sarebbe guarito in poco tempo, ma aveva mentito: erano undici anni che Antoine era malato, erano undici anni che non vedeva miglioramenti. Era tutto inutile, tutto così superfluo. I voti a scuola, gli amici, il sesso. Ma che senso avevano tutto queste cose se non c’era sua madre con cui condividerle? Antoine andava a scuola solo per far contenta la zia, per mostrarle che aveva superato il suo trauma interiore. Ma era, anche quella, una bugia.
Infondo il mondo di Antoine era tutto una grossa, spessa e densa bugia, simile ad una nuvola di fumo che rimaneva intorno ai suoi occhi costantemente. La prima bugia l’aveva detta alla mamma. Gli aveva detto che anche se il papà era andato via a lui non importava. Lui era totalmente indifferente a tutto questo. Se solo la mamma fosse stata più attenta avrebbe sentito piangere il suo bambino ogni notte per tre lunghi mesi. Lacrime versate perché nonostante avesse solo cinque anni e nonostante fosse “squilibrato” lui aveva capito che non era stato abbastanza. Né per suo padre né per sua madre. E questo lo logorava.

L’ultima bugia che aveva detto Antoine era stata “quella sera io non ho fatto nulla”. Perché non era vero e lo avrebbero saputo tutti a breve. 

“Tra poco tutti lo sapranno” sussurrava la vocina “tutti, Antoine, sapranno che sei un pazzo”. 

:”Basta!” gridò lui e scoppiò a piangere, rannicchiato sotto la chioma di un albero dal tronco sottilissimo. Perché a volte è così: si scoppia. Perché a tenere tutto poi dentro si scoppia. 

   

   
 
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