Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: losingyourmemory    10/04/2017    1 recensioni
Luglio 2011, Davis deve trasferirsi dall'altra parte dell'oceano, lontano dal suo paesino e dalla sua famiglia. Questo è il racconto dell'ultimo giorno con la sua fidanzata al lago, mentre ricordano la loro storia che, ormai dura da due anni.
Non vogliono allontanarsi ma per il bene dell'altro devono lasciarsi andare.
“Shouldn't be a good in goodbye” è nata dal titolo di una canzone e pensando a quant'è duro vedere la persona che ami partire, vederla andare via da te forse per sempre; lasciarla libera di realizzare i suoi sogni e il suo futuro anche se, in questi, non ci sei; non trattenerla perché il bene che provi nei suoi confronti è più forte di quell'egoismo che ti assale nel volerla avere accanto; lasciarla andare perché è giusto e infondo, ne sei sempre stato consapevole.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Il sole era rosso e triste mentre calava. Le onde del lago venivano mosse gentilmente dal vento calmo e rilassante. L’erba odorava di fresco e macchiava i vestiti, per questo s’erano seduti sulla sabbia ancora calda. Erano seduti l’uno accanto all’altra senza dirsi niente, con gli occhi piantati sul riflesso del sole nell’acqua chiara.
 
Davis si stava passando una mano nei capelli scuri, quando Cassie gli disse che quello era il tramonto più bello che avesse mai visto da un mese. Lui per tutta risposta le cinse con un braccio le spalle e le diede un tenero bacio sui capelli e dicendo che aveva pienamente ragione. Prima che potesse finire di pronunciare la frase, Cassie riprese a parlare a bassa voce dicendo che probabilmente quello era l’ultimo tramonto che avrebbero visto insieme.
 
   Lui non sapeva cosa dirle. La voce di Cassie rotta dal pianto gli aveva completamente spento le parole in gola. L’abbracciò più forte, la strinse a sé come se volesse farla quasi entrare nel suo corpo così da non essere più due ma uno. Cassie si aggrappò alla sua felpa come fosse una ciambella di salvataggio e lei non sapesse nuotare.

    Dopo qualche minuto, Cassie si allontanò da lui con la  testa bassa e qualche singulto. Davis le alzò piano la testa con la mano, così da poter ammirare quel meraviglioso volto che adesso era  completamente rigato da lacrime nere. Le disse dolcemente che stava sbagliando quello non era l’ultimo tramonto che avrebbero visto insieme, che lui non l’avrebbe permesso. Davis ci credeva in quelle parole, le ripeteva sempre anche a sé stesso, voleva davvero fosse così ma, in cuor suo, sapeva che lei aveva ragione.

   Cassie gli rispose con un tenero e pallido sorriso e alzandosi, si scrollò la sabbia dalla gonna a fiori e sciolse la treccia di capelli biondi. Era sempre uno spettacolo per Davis guardarla fare quelle cose così naturali. Gli fece segno di alzarsi e lui si alzò. Passandosi consuetamente la mano tra i capelli scuri e spettinati la raggiunse sulla riva del lago ed entrò nell’acqua tiepida al suo fianco. Cassie si chinò e raccolse due sassolini lisci e ovali da poter lanciare sull’acqua come le aveva insegnato suo padre. Il più chiaro lo tenne per sé e quello più scuro lo diede a Davis. Insieme si guardarono, risero complici e lanciarono i due sassolini. Questi presero a saltellare velocemente sull’acqua facendo il solito rumore.

   Dopo averne lanciati altri sei ciascuno, i due ragazzi presero a schizzarsi l’acqua ormai fredda a vicenda. Il sole era quasi del tutto tramontato ma nel cielo azzurro era ancora accesi sprazzi di rosso e arancione che illuminavano i loro volti sorridenti. Davis aveva capito cosa cercava di fare Cassie: dimenticare e divertirsi... vivere per l’ultima volta, davvero. Così prese a rincorrerla mentre si arrampicava su quell’albero dove avevano inciso le loro iniziali. Davis la prese per una gamba e la tirò giù ma cadde all’indietro e Cassie gli atterrò sulla schiena. Cominciarono a rotolare sulla sabbia e solo quando si furono fermati in acqua cominciarono a ridere così forte che degli uccellini spaventati volarono via. Allora risero più forte.

   Il cielo Azzurro aveva lasciato il posto a suo fratello Indaco e alle sue cugine Stelle. La luna crescente illuminava candidamente la spiaggia e le luci della baia erano già tutte accese. Cassie e Davis erano stesi sull’asciugamano con gli indici puntati all’insù e cercavano quelle costellazioni tanto studiate a scuola ma,  non ne avevano mai riconosciuta nessuna. Mentre Cassie credeva d’aver visto una stella cadente lui le si parò davanti e la baciò. Lei spiazzata ricambiò accarezzandogli piano i capelli.

   Restarono a baciarsi così per un tempo  che gli parve lunghissimo, sotto quel cielo illuminato da tanti piccoli puntini di luce.
La notte fresca di luglio si fece sentire e mentre uno assaporava le labbra dell’altra si strinsero sempre di più, sempre di più, finché non ebbero quasi più spazio per i loro cuori. D’improvviso la campana del paese batté le undici e come se si fossero svegliati da un sogno, entrambi si alzarono stancamente in piedi. Raccolsero le loro cose e tornarono alle loro bici. Pedalando passarono fuori scuola e Cassie si fermò. Davis le domandò che cosa fosse successo e lei gli chiese se ricordasse il loro primo incontro. Davis girato dalla parte opposta a Cassie e alla scuola cercò di ricacciare indietro le lacrime che gli stavano appannando la vista. Non disse niente così lei continuò a parlare dicendo che era successo tre anni fa ma che fino a due anni prima non le aveva mai rivolto parola. Era stata lei ad avvicinarsi a lui con una scusa banale e lui schivo e misterioso com’era l’aveva mandata via in modo brutale. Lei aveva molto pensato a quel suo modo di fare nei giorni seguenti e aveva deciso di scoprirne di più sul “ragazzo di ghiaccio” come lo avevano soprannominato gli altri. E così aveva preso ad andare ad ogni sua partita di football. Lui vedendola a tutti suoi incontri sportivi, le si era avvicinato per chiederle scusa per come si era comportato quella volta e lei di risposta gli diede uno schiaffo. Si era poi scusata subito dopo dicendogli che adesso erano pari. Da quel giorno erano stati sempre insieme, fino a che quei sentimenti che man mano erano nati e che disperatamente avevano tentato di nascondere, soprattutto a sé stessi, non erano usciti allo scoperto con forza e li avevano portati, un giorno di maggio, a quel bacio sotto la pioggia primaverile.

   Cassie smise di parlare e guardando Davis gli chiese di prometterle di ricordarlo dovunque andasse. Lui aveva già lasciato cadere la sua bici quando lei smise di parlare. Le era corso incontro per abbracciarla. Adesso era lui che piangeva. Cassie gli asciugò delicatamente le lacrime che continuavano a cadere dai suoi occhi azzurri. Fece per staccarsi ma lui non voleva lasciarla.

   Erano arrivati a casa di Cassie ed era anche arrivato il momento di salutarsi. Avevano entrambi gli occhi lucidi e rossi. Si abbracciarono a lungo ormai consapevoli. Quando si sciolsero dall’abbraccio erano diversi negli occhi e nel cuore. Si salutarono con un ultimo bacio e Davis montò sulla bici e prese a correre giù per il vialetto. Cassie quasi voleva corrergli dietro ma sapeva che dopo sarebbe stato ancora più difficile separarsi. Così con un ultimo gesto si asciugò le lacrime ed entrò in casa, dicendo in silenzio addio al suo più grande amore. Chiusa la porta pensò che forse c’era qualcosa di buono per Davis lì, dove si sarebbe trasferito, lontano da lei. La casa era in silenzio, lei era in silenzio, ma in testa le suonava una canzone. Le venne in mente il titolo e dove l’aveva ascoltata. Non aveva mai prestato mai tanta attenzione a quella traccia. Shouldn’t be a good in goodbye. Stette ancora in silenzio per qualche minuto poi pensò che era vero, non c’era niente di buono in un addio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: losingyourmemory