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Autore: soffio di nebbia    12/04/2017    4 recensioni
«È la prima volta che permetti ad un estraneo di mettere piede in questa casa»
«Prompto non è un estraneo, è un mio amico!»

In questa one-shot ho cercato di raccontare il modo in cui secondo me può essere avvenuto il primo incontro tra Ignis e Prompto. A livello temporale, la storia è da inserirsi nel contesto dell'anime "Brootherhood", quindi durante l'adolescenza di Noctis.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prime impressioni



Entrando nell'appartamento Ignis rischiò di scivolare sopra un paio di calzini abbandonati alla rinfusa sul pavimento. Il giovane inserviente sospirò con rassegnazione.
Superando il corridoio trovò Noctis sdraiato sul letto della sua stanza, impegnato in una partita a King's Knight.
«Questo posto è sempre più simile a una discarica» disse «Vivere da solo dovrebbe servire a responsabilizzarti ma non non mi sembra che tu stia facendo progressi in tal senso»
«Ti prego, almeno per oggi risparmiami la predica» rispose Noctis con tono neutro senza staccare gli occhi dal cellulare.
Senza ulteriori preamboli, Ignis gli si avvicinò togliendogli l'apparecchio dalle mani. Premette il tasto di spegnimento ignorando l'improvviso scatto che il giovane principe fece per riappropriarsene.
«Hai letto il rapporto che ti ho lasciato ieri?» domandò invece.
Noctis aprì la bocca un paio di volte come per protestare, ma poi si limitò a sospirare distogliendo lo sguardo.
«Come immaginavo...» replicò l'altro.
«Non possiamo parlarne dopo?» disse infine Noctis «Sul serio, a scuola è stata una giornata di merda e non sono in vena di rotture»
Ignis sollevò un sopracciglio.
«Parole degne di un re» commentò «Chi ti ha messo in bocca questo linguaggio?»
«Noooct!»
Una voce gioviale risuonò per la casa e dopo qualche secondo una testa bionda fece capolino dalla porta.
«Ho controllato dappertutto ma nella tua cucina non c'è praticamente niente. Andiamo a farci un hamburger?»
Fu solo in quel momento che il ragazzo si accorse della presenza di Ignis e di colpo il suo sorriso solare si trasformò in un'espressione mortificata.
«Oh, mi dispiace, non volevo interrompere...» biascicò, imbarazzato per la propria irruenza.
Vedendolo in difficoltà, Noctis giunse in suo soccorso.
«Lui è Prompto» disse, rivolgendosi a Ignis «Viene a scuola con me e frequentiamo lo stesso anno. Prompto, lui è Ignis, devo avertene parlato qualche volta»
Ignis rimase ad osservare il ragazzo dai capelli biondi per un lungo momento con espressione indecifrabile.
«Dovete avere molto in comune tu e Noctis se anche per te frutta e verdura sono assimilabili con niente» disse infine.
Prompto ridacchiò, lievemente a disagio, e le sue gote spruzzate di lentiggini si macchiarono di porpora.
«Beh, io... stavo per andare via, quindi...»
Entrò cautamente nella stanza e raccolse il proprio zaino abbandonato in un angolo. Non si accorse, però, che la cerniera era ancora aperta così, nel momento in cui lo afferrò, i libri si rovesciarono sul pavimento.
Noctis si rialzò dal letto e si avvicinò a Prompto per aiutarlo a rimettere tutto via. Passando accanto a Ignis, ne approfittò per riappropriarsi del proprio cellulare.
«Mi ha fatto piacere conoscerla» disse infine Prompto rivolgendosi a Ignis «Ci vediamo a scuola, Noct»
Con lo zaino su una spalla, raccolse la giacca da una sedia e si congedò.
Quando il rumore della porta che si richiudeva annunciò che Prompto era ormai fuori dall'appartamento, Ignis si voltò verso Noctis.
«Come mai era qui? Stavate studiando?» domandò.
Noctis fece spallucce.
«Volevo mostrargli alcuni fumetti e l'ho invitato. Cosa c'è? È vietato?»
«No, però è la prima volta che permetti ad un estraneo di mettere piede in questa casa»
«Prompto non è un estraneo, è un mio amico!»
Ignis raccolse la giacca della divisa scolastica di Noctis che era rimasta abbandonata sul letto e cominciò a riporla su un appendino.
«Sei libero di avere tutti gli amici che vuoi, Noct, però non devi dimenticarti che sarai re un giorno e non puoi permetterti di lasciarti influenzare da cattive compagnie»
«Cattive compagnie?! Ma fammi il piacere!»
Noctis liquidò la discussione con un gesto stizzito e fece per allontanarsi, ma Ignis lo richiamò nuovamente.
«Noct»
«Che c'è ancora?» si rivoltò Noctis ormai al limite dell'esasperazione.
Ignis sospirò tra sé, cercando di calmarsi. Negli occhi di Noctis riusciva a scorgere un misto di rabbia e frustrazione e come sempre, ogni volta che incrociava quello sguardo, cominciò a sentirsi completamente inadeguato rispetto al ruolo che avrebbe dovuto ricoprire. Doveva essere un punto di riferimento per il giovane principe di Lucis, doveva essere la sua guida e il suo sostegno, ma spesso a causa della sua apprensione, finiva per ferirlo mancandogli di fiducia. In quei momenti arrivava ad odiarsi. Eppure avrebbe dovuto essere felice per Noctis. In cuor suo aveva sempre desiderato che un giorno tornasse a riaprirsi al mondo, uscendo da quello stato di isolamento in cui versava da quando, ancora bambino, l'attacco di un daemon l'aveva fatto cadere in un coma durato giorni.
Dal momento del suo risveglio, Noctis non era più stato lo stesso. Era vivace una volta, ma poi i suoi sorrisi erano diventati sempre più rari, invece di parlare si era sempre più chiuso in se stesso e il suo desiderio di giocare aveva lasciato spazio ad un'insofferente pigrizia.
Prompto rappresentava probabilmente la prima persona con cui Noctis avesse mai tentato un avvicinamento da anni a quella parte.
Con un movimento composto, Ignis ripose la giacca di Noctis nell'armadio.
«Ricordati soltanto che non è bello invitare un amico e fargli trovare la casa in questo stato» disse infine «La prossima volta che decidi di farlo venire qui cerca di avvisarmi così potrò passare per dare una ripulita e prepararvi uno spuntino»

  
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