Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=x3lwmLxE0TY.
Cap.5 Il palazzo sulla luna
Il cielo blu-notte era solcato da
delle stelle cadenti, la
cui scia azzurro ghiaccio che emanavano faceva risplendere le altre
stelle.
Jack alzò il capo,
osservando le grandi lune nere che
spiccavano nel cielo. Si calò il cappuccio che indossava con
entrambe le mani
pallide. Strinse le labbra fino a farle sbiancare e avanzò.
Il bastone che
teneva legato sulla schiena, sotto il mantello blu che indossava,
ondeggiava.
Pitch fece scattare la mano e lo
afferrò per il polso,
trascinandolo con sé.
< Non ha ancora cercato di
fuggire, è davvero
intenzionato a seguirmi in questa follia sulla luna. Quanto ci
metterà ad
accorgersi che non c’è via di fuga da questo
luogo, per coloro che vi vengono
imprigionati? > pensò.
I due incappucciati proseguirono
lungo il grande ponte di
pietra. Le lampade emananti luce blu tenue, spiccavano sopra le torri
di pietra
blu scuro. Percorsero
tutto il ponte,
fino a una scalinata di pietra.
Jack sentì la terra umida
sotto le piante dei piedi. Osservò
le cortecce scure dei giganteschi abeti tra cui camminarono.
Pitch allungò il braccio
coperto dal proprio mantello e
indicò in cima alla scalinata con il dito aguzzo.
“Il palazzo
dell’Omino della luna si trova lì in
cima”
disse.
Jack annuì, una ciocca
grigia gli solleticò il collo pallido.
< Voglio trovare le prove per
far capire agli altri
Guardiani chi è veramente l’omino della luna. Se
Pitch non ha mentito, sono
sicuro che Sandman ci aiuterà a salvare sua figlia.
Sempre che trovi il modo per
trovarli…> pensò.
Delle lanterne di carta volavano
intorno al palazzo,
emanando della luce rosata.
Pitch iniziò a risalire le
scalinate, seguito da Jack.
Superarono un tempietto di legno, posizionato su una gigantesca e
aguzza roccia
adiacente alle scale, alto due volte Pitch, sulla cui
sommità splendeva una
gemma rosa chiaro.
Jack alzò lo sguardo e
sgranò gli occhi, scorgendo il
palazzo che si avvicinava. L’edificio emanava una luce
azzurra abbagliate. Le
sue guglie aguzze erano decorate da incisioni, la parte centrale della
sommità
era formata da una titanica cupola e anche le finestre brillavano della
stessa
luce.
Man mano che si avvicinavano, udivano
una melodia farsi sempre
più forte. Risuonava con tonalità dolci, non
troppo veloce, ma si ripeteva più
volte cambiando uno o due strumenti.
Jack riconobbe un pianoforte e degli
archi. Incrociò le
braccia al petto e curvò leggermente la schiena in avanti.
“Sembra un luogo da favola,
vero?” bisbigliò Pitch.
Jack negò con il capo.
“Ora che siamo qui, mi
rendo conto che nella tua follia,
avevi ben compreso questo luogo. Qui non si sentono voci umane e la sua
perfezione è statica. Sicuramente chi ci vive è
imprigionato in un incantesimo
eterno” sussurrò.
Pitch ghignò, mostrando i
denti candidi e aguzzi.
“Sei davvero astuto, mio
piccolo fiocco di neve” bisbigliò
con tono seducente. Sfiorò la spalla di Jack, sotto il
mantello nero.
< Mi chiedo se in questo luogo
riuscirò a possederti,
perché finalmente sembri star divenendo mio succube >
pensò. Le sue iridi
dorate divennero liquide.
< Anche se mi fai sperare di
riavere mia figlia,
pur sapendo che è impossibile >.