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Autore: Francy_Kid    12/04/2017    4 recensioni
~ Sequel di "Masque tombé" e di "Amour masqué" ~
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L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" con Ladybug e Chat Noir, che ha scoperto essere Marinette e Adrien, suo figlio.
Lila, dopo la sua ultima battaglia contro i due eroi parigini è riuscita a rubare il Miraculous della volpe ottenendo nuovi poteri, ma un giorno si presenterà a lei una donna nel suo bar preferito che le promette ciò che vuole: vendetta e potere.
L'italiano accetta ed i possessori si ritroveranno in una battaglia contro una creatura mai vista.
Molti segreti sulla creazione dei kwami verranno svelati e le bugie che si erano raccontate per anni cadranno.
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Aggiorno il mercoledì ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 22



Marinette spense la sveglia, mugugnando contraria al fatto di doversi alzare alle sei per i suoi allenamenti giornalieri; ma dovevano pur essere svolti da qualcuno.

Scese le scale e si cambiò il pigiama in un paio di pantaloncini corti e canottiera rossa prima che la calamita che l'attraeva verso il suo comodo letto si mettesse in funzione; si legò i capelli in una coda di cavallo alta, si infilò sul braccio sinistro la fascia per contenere il cellulare per ascoltare la musica e si allacciò le scarpe da ginnastica, pronta ad altre quattro ore di corsa.

Aveva i muscoli doloranti per il giorno precedente, che le chiedevano una pausa di minimo un giorno per recuperare, ma la sua volontà —che Adrien chiamava testardaggine– del diventare più forte batteva il dolore fisico.

"Il dolore fisico è necessario per diventare più forte", si era detta lei.

«Mari, più tardi dovremmo andare da Master Fu.» disse Tikki, fluttuando accanto a lei mentre scendeva dalle scale per andare a fare colazione e per preparare la sua bottiglia d'acqua.
«Oggi pomeriggio andremo, ok?» rispose prendendo un bicchiere e dirigendosi verso il frigo, aprendo l'anta e cercando la spremuta d'arancia avanzato il giorno precedente.
«No, è urgente. Prima gli parlo meglio è.» ribatté con voce acuta, afferrando un biscotto al cioccolato datole dalla sua portatrice.
«Ok, ok. Finita la corsa andiamo al suo studio, va bene?» sbuffò, per poi premere un sorso dal bicchiere.

La kwami annuì, avendo la bocca piena, sgranocchiando il suo cibo preferito.

Marinette finì la spremuta al terzo sorso, recuperando la bottiglietta di plastica vuota per riempirla d'acqua fresca; attese che Tikki finisse di fare colazione, per poi, con le cuffie nelle orecchie, scese le scale per uscire dalla sua abitazione, prendendo un respiro profondo dell'aria mattutina.

Era estate inoltrata, ormai, e non c'era fresco come in primavera, ma un filo d'aria della notte precedente era appena percettibile.

«Quanto vorrei che inizi a piovere...» mugugnò sconsolata, iniziando a camminare per scaldare i muscoli.

Parigi di mattina era bellissima: i primi raggi del sole che si riflettevano sulle acque calme della Senna, le ombre degli edifici che si allungavano man mano che sorgeva ed i colori dell'alba davano a chiunque si guardasse intorno la sensazione di essere in un dipinto.

La ragazza pensò di trasformarsi solo per vedere tutto da in cima alla Tour Eiffel, ma doveva allenarsi.

Selezionò la nuova canzone di Jagged Stone e partì con una leggera corsa, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca, come le avevano insegnato a scuola.

Passò di fronte al suo ex-liceo, sorridendo tristemente nel vedere le porte chiuse.

Per un secondo rivide tutti i suoi compagni di classe che parlavano sulle scale mentre aspettavano il suono della campanella per entrare: vide Rose e Juleka che commentavano una foto del Principe Alì; Kim e Alix che si sfidavano in un'altra scommessa, mentre Max li monitorava; Ivan e Mylène che si tenevano teneramente la mano; Nathanaël che disegnava qualcosa sul suo blocco da disegno; Chloé che si guardava le unghie, infastidita, e Sabrina che le spiegava i compiti che aveva fatto per quel giorno; persino Alya, Nino e Adrien c'erano, parlando tra loro e dando un pugno giocoso alla spalla del biondo dopo che aveva fatto una battuta.

Era una classe meravigliosa, anche se c'erano degli alti e bassi -per lo più bassi- e mentirebbe se dicesse che è felice di lasciare il liceo per andare all'università.

Con un sospiro di malinconia tornò a guardare in avanti, accorgendosi troppo tardi che c'era una persona sulla sua strada; per sua solita fortuna, lei e la persona che aveva urtato caddero a terra in un tonfo sordo.

«Mi dispiace! Scusami! Non stavo guardando dove andavo. Christian?!» esclamò sorpresa senza prendere fiato, sopra l'amico.
«Ciao Mari.» la salutò con un sorriso divertito. «Non dovresti cadere ai piedi di Adrien? Penso sarebbe geloso della nostra storia.»
La ragazza lo guardò storto. «Ti avverto: se farai battute pessime come quelle di Adrien anche da trasformato giuro che userò il mio yo-yo contro di te.» gli sorrise, alzandosi non appena vide la sua espressione spaventata. «Comunque, scusami ancora. Sono sbadata come pochi...»
«Non ti preoccupare, non ci siamo fatti nulla.» rispose, muovendo avanti ed indietro il braccio che si era ferito due giorni prima. «Che ci fai in giro a quest'ora? Anche se ti facevo esattamente una tipa mattiniera visto che sei Ladybug.»
Marinette aprì la bocca per rispondere, ma Tikki la precedette, poggiandosi sulla sua spalla: «Se dovessi scegliere il suo animale guida sarebbe un gatto. È solo da ieri che si alza prima per allenarsi.»
«Grazie, Tikki.» disse con sarcasmo, sentendo ridere il corvino.
«Allora, visto che siamo qua, che ne dici di fare quello per cui ci siamo alzati presto?»
«Va bene. E tu perché sei in piedi a quest'ora?» domandò curiosa.
«Sai, le solite cose da modello. E anche perché mi piace vedere le strade di Parigi la mattina, quando non c'è nessuno che intasa le vie e si respira aria fresca. Anche se fresca molto non è.» ridacchiò, asciugandosi le prime gocce di sudore dalla fronte, per poi iniziare a correre a ritmo lento.




 

Marinette salì le scale che ci conducevano allo studio di Master Fu sbuffando, pregando che le sue gambe non l'abbandonassero proprio ora che era arrivata.

Mentre correva con Christian avevano parlato del più e del meno, rischiando di venire lasciato indietro ad ogni sua battuta pessima.

Era amico di Adrien, e si vedeva.

Le aveva anche spiegato che grazie a Master Fu il dolore al braccio era quasi sparito del tutto, oltre che aneddoti sui suoi genitori, interessata a conoscerlo meglio.

Marinette si scostò i capelli dalla fronte, sospirando non appena raggiunse la vetta della rampa di scale, esausta sopratutto per il caldo afoso.

Aveva anche finito l'acqua, pensò sconsolata, bussando alla porta e sperando che fosse in casa.

Erano le dieci passate di mattina, era impossibile che fosse ancora a dormire, pensò lei, sorridendo non appena udì la chiave girare nella toppa; la porta si aprì, rivelando l'anziano nei suoi soliti vestiti a tema hawaiano ed il suo kwami che le dava un sorriso di benvenuto.

«Ciao Marinette, sta piovendo fuori?» domandò il cinese, facendole cenno di entrare.
«No, sono soltanto uscita a correre. Inutile dire che ho già espulso tutta l'acqua bevuta e buona percentuale dei liquidi che avevo in corpo.» ridacchiò stancamente, sedendosi al tavolino basso.
«Come mai sei qui?»
«Tikki le voleva parlare.» disse, ringraziando il Maestro non appena le porse un asciugamano per asciugarle il sudore da buona parte del corpo.
La piccola kwami volò verso il tavolo, sedendosi e guardando il guardiano. «Credo che dovrebbe dire a Mari tutto quello che riguarda i poteri del mio Miraculous.»
Fu strinse gli occhi. «Ne sei sicura?»
Tikki annuì. «Ne ho parlato con Plagg, e anche lui pensa che sia meglio per tutti se Mari impari a controllare i suoi poteri, nell'evenienza che Adrien perda il controllo e visto tutto quello che sta succedendo ora.» spiegò tristemente, guardando con la coda dell'occhio la sua portatrice, che restituì lo sguardo.
Fu sospirò. «E va bene, ti insegnerò tutto su quello che riguarda i tuoi orecchini. Però dovrai essere molto attenta d'ora in poi, perché i tuoi poteri possono essere tanto pericolosi quanto quelli di Chat Noir.»

Marinette annuì decisa.

«Perfetto. Domani a quest'ora vieni qui ben riposata, perché devi essere in piena forza per sostenere il legame che verrà a crearsi tra voi.»
«Grazie, maestro.» sorrise, chinando la testa. «Ehm, posso chiederle una cosa? Christian mi ha detto che gli ha fatto guarire i dolori che aveva dallo scontro contro il licantropo grazie a dei massaggi, non è che me li farebbe anche a me?» domandò gentilmente, unendo le mani quasi per pregarlo.
«Ma non sei stata tu a dire che il dolore fisico è necessario per diventare più forte?» la sfidò la piccola kwami, istigandola.
«Io? Ti sembra che io possa aver detto una cosa del genere?» rispose con sarcasmo, facendo sorridere divertiti Wayzz ed il suo portatore.



 

Adrien aprì un occhio svogliatamente, sentendo sulla palpebra il peso di una giornata passata ad allenarsi con la sua ragazza e di notte trascorsa a guardare anime.

Avrebbe dovuto smetterla di fare le maratone, sopratutto con serie animate lunghissime; anche se gli mancavano soltanto venti episodi di HunterxHunter.

Con l'aspetto peggio di uno zombi di High School of the dead, pensò lui, si mise seduto sul materasso, guardando la stanza immersa nell'oscurità attraverso la palpebra semichiusa, per poi girare il capo verso il comodino per controllare l'orario: le due e tredici di pomeriggio.

Gemendo, si lasciò cadere sul materasso, intenzionato a tornare nel mondo dei sogni per ancora un paio d'ore.

Esatto, ne aveva l'intenzione, ma la porta di camera sua si spalancò rumorosamente ed i passi di una ragazza felice riecheggiavano nella stanza.

«Buon giorno, bell'addormentato.» ridacchiò Marinette, dirigendosi verso il pulsante che serviva per aprire i teli che fungevano da tapparelle.
«Sono bello e sono addormentato. Ora, per favore My Lady, se non vuoi dormire con me esci da questa stanza.» mugugnò, rigirandosi prono sul materasso e coprendosi la testa con il secondo cuscino non appena la stanza iniziava ad illuminarsi.
«Ma che razza di modello sei? Alzati!» lo spronò la corvina correndo verso il letto dove il suo ragazzo era ancora sdraiato, levandogli il guanciale e strappandogli un gemito di disaccordo. «Non stai facendo un servizio fotografico per indumenti intimi. Vestiti che usciamo con i nostri amici.»
«Ed io che mi ero messo in mutande solo per farti piacere, Principessa...» sbadigliò, stropicciandosi gli occhi intriso di lacrime.
«Ma a che ora sei andato a dormire?!»
Adrien guardò un'altra volta la sveglia. «Circa sette ora fa...»

La ragazza lo guardò storto, per poi sospirare esasperata.

«Dove sono Tikki e Plagg? Non ho sentito il piccoletto lamentarsi per mangiare.» aggiunse, iniziando a stirarsi per svegliarsi un po'.
«Sono in cucina con Nooroo a mangiare qualcosa. Nathalie li ha presi in simpatia e stanno assillando Gabriel su diverse serie televisive.» rispose divertita, guardando il biondo alzarsi per infilarsi un paio di pantaloncini larghi rossi ed una canottiera nera, camminando verso il bagno per sciacquarsi il viso e lavarsi i denti.

Marinette attese finché non tornò in camera, guardandolo sedersi accanto a lei con aria beffarda.

«Non osare pensare di fare quello che sto pensando io.» lo ammonì, alzandosi in piedi di scatto.
«Per la prima volta mi hai beccato in un momento in cui la mia mente non aveva ancora raggiunto i pensieri sporchi.» rispose lui, tirandosi indietro i capelli biondi leggermente umidi sulle punte, facendo in modo che non dessero fastidio ai suoi occhi verdi.

Aveva preso l'abitudine di farseli crescere, intenzionato a cambiare pettinatura non appena avrebbe trovato l'ispirazione; Marinette, per conto suo, aveva iniziato a fargli piccoli treccine con i ciuffi più lunghi quando dormiva.

Adrien protese la mano destra verso di lei per essere afferrata, notando il suo sguardo andare sulle ferite non ancora guarite sulle nocche ed il dorso, gonfiatosi all'uscita dei lividi.

L'unguento che Master Fu aveva dato loro per curare le ferite subite durante lo scontro con Volpina e Papillon aveva fatto miracoli per le escoriazioni, facendole sparire quasi del tutto; per i lividi ci sarebbe voluto più tempo.

Marinette gli afferrò il polso, tirandolo verso di sé e facendolo alzare in piedi, permettendo ai loro corpi di combaciare perfettamente.

«Certo che questi due giorni di allenamento ti sono serviti, ma il più forte rimango io.» la canzonò, baciandole la mano.
«Davvero?» lo sfidò ghignando e alzando un sopracciglio.

Il ragazzo non disse nulla, ma restituì il ghigno e con estrema velocità –oltre che facilità– se la coricò a spalle.

«Adrien! Ma che stai–» le sue parole furono interrotte dallo stesso biondo, che iniziò a camminare con passo svelto fuori dalla sua stanza e giù per le scale, ignorando le urla di terrore e le minacce della corvina.

Pochi secondi più tardi, raggiunsero il salone dove erano soliti pranzare, attirando l'attenzione di Gabriel, Nathalie e dei tre piccoli kwami.

«Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò col fiatone, portandosi una mano al petto come a controllare che il cuore le battesse ancora.
«Eppure eccomi qua, senza il minimo segno di stanchezza dopo due rampe di scale con te sulle spalle. Chi è il più forte?»
«Sarai il più forte, ma sei anche il più stupido.» s'intromise Plagg, fischiettando non appena il suo portatore lo guardò male.
Adrien sorrise, facendo un buffetto sulla testa del suo kwami. «Lo so che i tuoi insulti sono un modo per esprimere quanto in realtà tu mi vuoi bene, Plaggino mio
«Plaggino mio?! Oh ora hai davvero esagerato!»

I due iniziarono una nuova discussione, mentre Marinette, sospirando, si sedette accanto a Nathalie.

«Oggi niente allenamento?» domandò la segretaria, accarezzando con l'indice la testolina di Nooroo.
«No. Devo essere in piene forze per domani: Fu mi aiuterà con i miei poteri.» spiegò brevemente, non sapendo nemmeno lei cosa avrebbe fatto.
Nathalie annuì, porgendo metà biscotto a Tikki, che la ringraziò.

In un certo senso, quegli esserini rispecchiavano la personalità, oltre che i pregi ed i difetti, dei loro portatori: Tikki gentile e metteva in riga il suo compagno di avventure, Plagg, che invece era esattamente come un gatto, tranne che per il fatto che parlava e gli piaceva stuzzicare gli altri, mentre Nooroo era docile e, come Tikki, gentile, ma quando si arrabbiava riusciva a farsi ascoltare da tutti.

I difetti preferiva non elencarli, soprattutto quelli dei due Agreste, che di quelli ne sans a a bizzeffe.

Fu aveva proprio scelto le persone adatte, pensò Nathalie mentre cercava di trattenere le risate nel vedere un Adrien ridente correre attorno al tavolo inseguito da un Plagg arrabbiato.



 

Non passarono nemmeno trenta minuti che i due ragazzi erano già per strada per andare allo skate parla abbandonato, esattamente quello dove, qualche mese fa, Adrien e Nino si erano ubriacati.

Marinette sperò che né Alya né Lila, che –per sua più grande sorpresa e piacere, stavano andando parecchio d'accordo– non avessero preso nessun tipo di alcolico per farle uno scherzo o altro.

Cioè, si potevano divertire anche senza cadere a terra collassati per l'alcool, giusto?

Evidentemente, alcuni non la pensavano in quel modo.

«Ho portato le birre!» esultò Nino alzando all'aria due bottiglie di vetro Verdi.
«Nino, ti amo.» esclamò Alya prendendone una.
«Chissà il perché me lo dici solo quando porto da bere o da mangiare.»
«Perché lo stomaco è la via più diretta per raggiungere... tu sai quello che intendo io.» commentò Adrien, prendendone una a sua volta.

Marinette lo guardò male, prendendo la bottiglia dal moro.

Era sicura che gliel'avrebbe picchiata in testa prima di fine uscita.

«Adrien, Mari ti sta lanciando sguardi assassini.» disse Christian con tono basso, indicando la corvina.
Il biondo le sorrise innocentemente, rivolgendosi all'amico. «È normale, tranquillo. Tanto so che vorrebbe saltarmi addosso da un momento all'altro ma si trattiene.»
«Ma intanto sei tu quello frustrato nelle zone basse.» commentò con nonchalance Lila, bevendo un sorso di birra.

Subito, Nino, Christian e Alya si misero a ridere, trattenendosi lo stomaco con il braccio e piegandosi in due, mentre Marinette batté il cinque con la mora.

Il giovane li fissò con il broncio, bofonchiando qualcosa e iniziando a sorseggiare la bevanda.

«Va bene, ora parliamo d'altro e non di cose che riguardano l'intimità. Siamo d'accordo?» disse Marinette sedendosi al centro della pista con gli altri cinque.
«Comunque, ti stai perdendo il meglio degli Agreste, Principessa.» aggiunse Adrien, trovando gusto a stuzzicarla. «Mio padre sarà famoso per come usa la matita, ma se vuoi posso mostrarti io per cosa sono famoso.» ammiccò, sollevandosi la maglietta quel tanto che bastava per far vedere l'addome.
La corvina sorrise. «Christian, sei single?» Il ragazzo annuì. «Vorresti uscire con me domani? Sai, da oggi sono libera.»
«Per me va benissimo.»
«Ehi!» esclamò il biondo guardandoli male, scatenando le risa degli altri.

  
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