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Autore: ryuji01    13/04/2017    0 recensioni
Tutti sanno dell'avventura fantastica dell'eroe di SAO, Kirito, e della sua donzella, Asuna. Però nessuno è a conoscenza che il più rovinoso videogioco della storia dell'umanità ha avuto un bug.
Un bug di gioco come tanti altri, ma in quel caso una così grande luce di speranza. E così forse qualcuno saprà anche dei 5 amici che hanno lottato per questa causa, ed il perché di quello che è succcesso.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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OPALESCENZA: SUICIDIO

 

Novembre, passati ancora alcuni giorni e sarebbero stati due gli anni da quando eravamo lì dentro: dovevamo sbrigarci, potevamo farcela.

– Ciao, è da tempo che non ci si vede – Esordì Ryu.

Eravamo in una locanda sontuosa del 15 piano. Dopo quello che avevamo scoperto non ci sorprendeva ritrovare colei che stavamo cercando su un piano così basso.

– E speravo non ci saremmo rivisti mai più – Dice con la stessa sfrontatezza e calma di quell’ultima volta in cui ci eravamo incontrati, mentre spaparanzata rozzamente su un divano capitonné in velluto si arriccia i capelli color muschio. –  Ma ditemi, come avete fatto a trovarmi? –

– Sai quel furto alla reggia del settantatreesimo piano… beh, non puoi dire di essere stata tanto discreta. Ne parlavano tutti i giornali di SAO –

– Ah, quel dannato colpo! Lo sapete, mi hanno quasi beccata con le mani nel sacco, ma sono riuscita a svignarmela, e non sapete con quale ricco bottino –

– Dal ricordo che ho di te posso immaginare… –

 

– Cos’è che vi porta qua, in ogni caso? A che cosa vi servo? Non penso a fare una rapina, purtroppo, quindi… – Ci fa segno con la mano di continuare per lei.

– Avremmo bisogno che mettessi in pausa un attimo i tuoi affari, e che ci prestassi la tua spada –

Stette zitta un attimo.

– Penso che mi vada bene – Rispose poi con nostra sorpresa – Basta che non intacchiate la mia reputazione di ladra e non facciate caz…… e perché mi guardate tutti così? – Ci chiese infine cantilenante interrompendo i suoi moniti, alla vista delle nostre facce sbigottite.

– Scusaci, è che pensavamo avresti detto “no”, a prescindere –

– Non, no. Tanto… – Spiegò lei – Dopo la rapina alla villa è meglio che tenga un profilo basso, almeno per un po’ – E poi mentre tossicchiava approfondì le sue motivazioni – E poi non ho voglia di rincontrare quello stronzo del vostro amico –

Sta parlando di Eizo? Sogghignai un poco, ricordandomi di cosa era successo; già da quella volta forse avrei dovuto capire qualcosa.

– Allora siamo d’accordo; te la riporteremo appena finito. Dove ti possiamo trovare? –

– Rimarrò in questa pensione ancora per una settimana, pensate di potercela fare in questo tempo –

– Altroché se ce la faremo; anzi, probabilmente torneremo qua già domani –

– Ecco, appunto. Vi raccomando: non fate troppo in fretta, eh? –

– Sì, sì… –

– Eccovi la spada – La rese oggetto e ce la consegnò; era anche più bella di quello che potessi ricordare, sottile, traforata, con uno strano riflesso opalescente – Trattatela con riguardo –

– Puoi stare tranquilla, ne avremo la massima cura –

– Arrivederci, allora –

– Sì… alla prossima –

 

 

Al primo piano sembrava tutto più brillante quel giorno; l’aria era fresca, e l’acqua pura. Ormai tutti quei nefasti ricordi legatici sembravano scomparsi, ma era meglio non farsi ingannare.

Ci eravamo dati appuntamento quella mattina alla Tana del drago; non è che avessimo fretta, ma avremmo preferito evitare qualsivoglia tipo di imprevisto.

Prima vidi Akane, che stava quasi piangendo dalla felicità; poi Ryu, che le cingeva le spalle con un braccio sorridendomi con soddisfazione, ma col petto incavato dalla preoccupazione. Nessuno dei due era morto: dissero che una volta raggiunto una sola tacca dall’essere uccisi era come se fossero diventati degli IMMORTAL OBJECT e pertanto non ricevevano più alcun danno; doveva essere un handicap che quel tale signor Taro aveva escogitato per quell’ultimo nemico.

Certo che mi sono preso un bell’infarto… menomale che li aveva solo paralizzati. In verità non mi veniva da riderci.

Seduto nascostamente tra delle basse radici scorsi Anvir, quel ragazzo che da quando avevamo trovato l’ultimo pezzo non ci aveva più lasciati, fino a cavarci fuori tutta la faccenda; anche se a dire il vero all’inizio avevamo cercato assiduamente di tenergliela nascosta.

Per ultimo vidi Jō, oltre lo schermo, che sorrideva con un’espressione da far accapponare la pelle.

– Forza ragazzi non perdete altro tempo! – Disse la voce di Bunjiro da oltre lo schermo, più eccitata che impaziente.

E così feci, resi oggetto i cinque cilindri e poi mi feci consegnare la spada da Ryu.

– Tieni –

– Grazie – Mi accosciai..

Incastrai il grande cilindro d’orato, quello che avevamo trovato per primo, nel buco più vicino all’elsa e nel mentre dissi – Questo è per te, Akane –

L’abbiamo trovato grazie all’aiuto di te e tuo fratello, e come per questo così per i bei giorni che ci avete donato: veramente, veramente grazie.

– Questo è per te – Lo guardai – Ryu – E detto ciò incastonai nel buco appena più lontano dall’elsa rispetto a prima il cilindro argentato.

Grazie anche a tuo nonno, che voleva aiutarti, tu sei diventato nostro amico e ci hai aiutato a tua volta, ed adesso che lui è morto e tu sei innamorato festeggia anche per lui questo momento.

– Questo è per… – Del veleno incandescente  mi si riversò nelle vene; non concepivo, però, perché quel nome dovesse ancora farmi tanto male: non doveva. Presi un bel respiro – Questo è per te… per te, Masao –

Dopo tutto quello che ti avevo detto, dopo tutto quello che avevo sperato ti succedesse, pure per mano mia, tu hai cercato tutto da solo questo cilindro, senza farci sapere nulla, senza dirci quanto hai dovuto pagare per ottenerlo e per sopportare i tuoi sensi di colpa, anche causa mia. Guardaci qua adesso, egoisti, a sfruttare ciò per cui tu hai fatto sacrifici, soli, perché tu te ne sei dovuto andare prima.

I miei occhi erano già rigonfi per le lacrime, ma non dovevano, era un momento felice in cui ricommemorare i morti e ringraziarli.

E chi vuole essere ringraziato con delle lacrime?

– Questo è per tutti voi, invece, voi che siete vivi e cercate di continuare, o che siete morti per mano di questo videogioco: Doi, Christy, ed anche per te, pazzo Eizo –

Solo una volta ho visto la lista dei nomi incisi sulla lastra memoriale per i morti di SAO, e vi giuro, a tutte voi anime sperdute, che vorrei poter ricordare tutti i vostri nomi, quei vostri veri nomi.

– Ed infine l’ultimo cilindro l’abbiamo trovato grazie a te, Anvir. Grazie, veramente grazie – Nei miei occhi gratitudine, nei suoi...

Confusione? Paura?

Mi alzai da terra.

– Ed invece questo… questo lo faccio per te, Jō, e per tutti voi lì fuori –

Alzai la spada sopra il capo con la lama puntata tra gli occhi del mio amico dall’altra parte dello schermo.

– Forza, dai Kaii! – M’incitò il ragazzo.

Deglutii.

La mia spada affondò nel suo cranio, ed io pregai.

 

Una luminescenza azzurrognola si diffuse in tutta quanta quella caverna radicosa, prima abbagliante e poi sempre più fievole.  Dall’estremità dell’elsa della spada iniziarono a nascere delle strisce color ciano che, scendendo fino al punto della spada che ancora si vedeva, formavano dei particolari percorsi geometrici.

Guardai tutti; eravamo felici, ma non riuscivamo a mostrarlo, troppo abituati che le cose andassero male. Infatti, quasi come se dovesse ancora sorprenderci, sebbene la felicità che provavamo fosse recondita in noi, quel mondo la sentii.

All’improvviso alcune delle strisce palesatesi sull’elsa si spezzarono, spegnendosi man mano, rubando luce a quella stanza.

Non piangemmo, ci eravamo troppo abituati.

 

 

INTANTO FUORI

 

– Che accidenti sta… ?! –

– Qualcosa ci sta facendo perdendo il collegamento – Urlò celere uno degli amici di Bunjiro, come se ce ne fosse il bisogno – È come… una specie di virus –

­­Bunjiro stette zitto per un po’, pensieroso.

– No, è un antivirus! Diamine, Kayaba l’ha scoperto! –

Uno strano silenzio irruppe nella sala computer, non c’era trambusto, se n’era andato via assieme alle loro più residue speranze.

– Che facciamo, Bunjiro?! –

– Salvate il salvabile. Cercate di mantenere… –

La mente di Jō si ottenebrò di colpo; seppur essendo stato attento a non farsi troppe speranze, a non esultare prima del tempo s’era lasciato andare, anche dopo il tentativo disperato del suo cuore che, battendo all’impazzata, gliel’aveva provato a far intendere che sarebbe stata la fine, anche se non quella di SAO.

Eccole lì, le speranze che sorridendogli sardonicamente si suicidavano davanti alle sue stanche membra.

Passarono mesi, passarono anni, passarono secondi.

­– Il collegamento audio e visivo in perpetuo con l’esterno… – Erano tutti sulle spine. – Quello è salvo – Disse per ultimo Bunjiro, tutti che lo guardavano.

Nessuno gioì od esultò, però; non ce l’avevano fatta, tutte le loro fatiche erano andate scemando e quasi scomparendo, tutte le loro preghiere in frantumi.

 

Jō rise, una risata isterica.



 

DIARIO VIRTUALE


Eccovi il nuovo capitolo, scusate il ritardo tra la scuola (e non siamo ancora a maggio), la danza, gli impegni, ed un concorso di scrittura o perso la cognizione del tempo. Comunque il capitolo è così corto (1451 parole) perché,tra le altre cose, di dividerlo rispetto al prossimo, giacché essendo totalmente un episodio a sé il prossimo, e temporalmente diverso, mi sembrava avere più senso fare così. Spero vi sia piaciuto il capitolo, in ogni caso.CIAO.
   
 
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