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Autore: Crilu_98    13/04/2017    2 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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François passeggiava nervoso nel cortile interno e né Jean Martin né James osavano interrompere le sue riflessioni; si limitavano a sostare con cipiglio severo accanto alla carrozza che li avrebbe portati a corte. Il compleanno della regina Anna era infine arrivato e il Cardinale non era riuscito a carpire nessun'altra informazione: sembrava che i congiurati del Giglio Scarlatto fossero scomparsi. Anche Madie Lefevre e il Conte LaMarche erano ammutoliti e insolitamente tranquilli nelle loro rispettive residenze.
-Ah, le donne!- borbottò Richelieu, quando le campane di una chiesa vicina annunciarono loro che iniziavano ad essere in ritardo. Proprio allora Amélie e Claire fecero la loro comparsa sul portone.
François si fermò interdetto:
-Claire?- esclamò, andando incontro alla dama vestita di blu, che sorreggeva con grazia davanti al volto una maschera ovale dello stesso colore. Claire abbassò il travestimento e sorrise, lusingata dall'ammirazione che lesse nei suoi occhi; evitò con cura di incrociare lo sguardo di Jean Martin, colmo di desiderio, amarezza e cocente gelosia. Anche James non poté fare a meno di ammirare la sua promessa sposa, ma era frenato dalla presenza di François che sopportava a fatica le loro innocenti effusioni. Piegò le labbra in un sorriso, al pensiero che in poco tempo quell'adorabile angelo sarebbe stata sua moglie.
"E a quel punto Marchand si potrà mettere l'animo in pace, perché di innocente tra di noi non ci sarà rimasto nulla!" pensò, di buonumore. Sembrava l'unico a non nutrire dubbi sull'esito della serata:
-Dovessi anche subire cento pugnalate, voi diventerete mia moglie!- aveva detto la sera prima ad Amélie, che gli aveva baciato le nocche bagnandole anche di una lacrima sfuggita dalle sue ciglia.
Con sorprendente esperienza, Renard aiutò le ragazze a prendere posto nella carrozza ed aspettò che tutti gli altri fossero entrati prima di sistemarsi accanto al cocchiere.
Richelieu si sporse all'interno dell'abitacolo:
-Mi raccomando, mademoiselles, siate prudenti: sarete al riparo dal pericolo più evidente, ma di certo non al sicuro!-
Nel pronunciare quelle parole, il suo sguardo era fisso soprattutto sulla figlia, che annuì e gli indicò con un gesto impercettibile del braccio dove aveva nascosto lo stiletto.
-Bene, andate pure!-
Claire si mosse sul sedile, a disagio: nello stretto abitacolo della carrozza era difficile non sfiorarsi e la vicinanza di Mouchoir Rouge la metteva a disagio, soprattutto quando sentì che la mano di François si era possessivamente poggiata sul suo fianco.
Per fortuna il viaggio verso la residenza reale fu più breve del previsto: la carrozza si fermò in una via nascosta e una delle spie del Cardinale - un uomo basso e robusto vestito di nero - li condusse attraverso un passaggio segreto fino alle cucine del palazzo.
-Da qui in poi dovrete cavarvela da soli!- borbottò brusco l'uomo, congedandoli.
Si guardarono tra loro, quasi trattenendo il respiro, poi quell'atmosfera di angoscia e aspettativa si ruppe, e la compagnia prese a salire con circospezione verso le sale della festa, dalle quali proveniva già qualche accordo di musica.
François prese Claire per un braccio prima di doversi dividere: con la coda dell'occhio vide James poggiare un bacio fugace sulle labbra di Amélie e Jean Martin e Renard sorvegliare il corridoio in penombra. Gli venne in mente il suo ultimo incontro con Madie e la sua espressione si oscurò.
-Claire, ascoltami.- mormorò stringendosela al petto come se fosse il suo bene più prezioso. Aveva paura, paura di non poterla avere più così vicina e captare il suo profumo mentre le accarezzava i capelli; sentì lo stesso terrore irrigidire il corpo della ragazza.
-Comunque abbia fine questa serata, nel bene e nel male, devi promettermi due cose. La prima, che starai attenta e sempre in guardia fino a quando non tornerai dal Cardinale. E la seconda...-
Vide le iridi blu di Claire dilatarsi:
-No...- mormorò lei, inorridita, ma lui non la lasciò allontanarsi, proseguendo imperterrito:
-La seconda è che se io dovessi morire stanotte, tu andrai avanti. Ti amo, Claire Gaillard o Claire du Richelieu, ti amo qualsiasi cognome tu abbia, ti amo come non ho mai amato nessuna... Non posso perire sapendoti sola ed infelice per il resto della tua vita...-
-François... Non posso...-
-Prometti!-
-Marchand! Presto! Dobbiamo sbrigarci!- esclamò James a mezza voce, nervoso.
-Promettilo, Claire.- sussurrò il moschettiere. Quando la ragazza annuì, tentando di ricacciare indietro le lacrime, la baciò con tenerezza, accarezzandole le spalle lasciate scoperte dal vestito, poi si affrettò a seguire gli altri oltre una porta scura che li avrebbe portati nella sala dei ricevimenti dove sostavano il Re e il Cardinale.
Amélie scosse la ladra per un braccio:
-Forza, Claire: noi dobbiamo andare da questa parte!-
Risvegliatosi dal momentaneo torpore e dopo aver lanciato un'ultima, fugace occhiata al punto in cui François era stato inghiottito dalla penombra, la ragazza seguì l'amica nel mezzo della festa.
 
Mancava poco alla mezzanotte e François, sporgendosi oltre la tenda dove sostavano lui e gli altri tre compagni, sbuffò infastidito: non avevano notato nessun movimento sospetto, o qualche nobile implicato nella congiura.
"Ogni istante che passa potrebbero scoprirci..." pensò con una punta di inquietudine. In quel caso sarebbe stato per loro molto difficile spiegare la situazione... E il moschettiere non era sicuro che Richelieu sarebbe riuscito a salvare il collo a tutti. Automaticamente guardò Jean Martin, che con occhi rapaci scandagliava il salone pieno di gente: nonostante fosse in un ambiente estraneo, non sembrava affatto a disagio e François lo ammirò per questo. Stimava particolarmente il brigante, ma da quando Claire aveva reso nota la sua posizione, Mouchoir Rouge era più restio a conversare con lui e il moschettiere non lo biasimava certo per questo. A parti inverse, se la ragazza non avesse scelto lui, sarebbe probabilmente caduto nello stesso cupo mutismo.
James si stiracchiò, impaziente:
-Vedete qualcosa?- borbottò annoiato. François stava per rispondere negativamente, quando qualcosa attirò la sua attenzione: nella sala era appena entrato il Duca di Buckingham.
George de Villiers si aggirava in mezzo ai nobili francesi con un sorriso scaltro sul volto, ravvivandosi di tanto in tanto la lunga chioma bionda o il folto pizzetto. Procedeva sicuro nonostante le occhiate di astio non fossero poche: era un autentico arrampicatore sociale, che aveva saputo guadagnarsi i favori e l'assoluta fiducia del re Giacomo, nonostante le sue azioni spesso spregiudicate e disastrose per l'Inghilterra.
François e James si scambiarono un'occhiata d'intesa, mentre il Duca si avvicinava a porgere i suoi omaggi al Re e al Cardinale, prima di allontanarsi velocemente, probabilmente per andare a salutare la Regina e garantirsi un alibi.
-Tenetevi pronti.- mormorò François, poggiando una mano sull'elsa della spada.
Pochi istanti dopo una figura vestita di nero, che fino a poco prima era indistinguibile nelle ombre delle colonne, si espose alla luce delle lanterne; contemporaneamente, Richelieu fu avvicinato da una delle sue guardie.
Gli occhi nocciola di Mouchoir Rouge individuarono subito i due sicari e il brigante uscì di scatto dal nascondiglio per intercettare il mercenario in nero. James e Renard lo seguirono, mentre François corse verso il Cardinale:
-Eccellenza, state attento! E' un traditore!- urlò, mentre la guardia in divisa estraeva un pugnale da sotto la casacca. Ma il suo tentativo di raggiungere Richelieu fu interrotto dalle spade del Conte LaMarche, del Conte di Blois e di un altro marchese. Il moschettiere tentò di disimpegnarsi dai tre avversari, ma la situazione peggiorava vistosamente in ogni istante: i nobili fedeli al Re e al Cardinale tentavano di ripararli dai congiurati, che sembravano spuntare da ogni angolo della sala. James, mentre si avvicinava a Marchand per concedergli un attimo di respiro dal duello, ne contò circa una ventina. All'improvviso i due si trovarono davanti una nuova lama:
-Voi!- sibilò lo scozzese, incrociando lo sguardo freddo e beffardo del Capitano Schmitt.
 
-Cos'è questo clamore?- strepitò una dama, allontanando la maschera dal viso. La stanza era gremita di donne, seguite da paggi e dame di compagnia; in fondo, la Regina Anna stava amabilmente conversando con il Duca di Buckingham ed entrambi si voltarono al rumore di spade e di grida che proveniva dall'altro lato del palazzo.
"E' il momento!" pensò Claire e con un gesto veloce strappò letteralmente di mano la maschera dal volto di Amélie, che le lanciò un'occhiata preoccupata.
La ragazza sapeva perfettamente cosa stava pensando l'amica: era in pena per il fratello e il promesso sposo.
Ma la preoccupazione durò giusto qualche istante: la Regina fu la prima a riprendersi dalla sorpresa e a chiedere, con voce imperiosa:
-Mademoiselle Amélie Marchand, presumo. Vi credevamo tutti scomparsa.-
Mentre Amélie rispondeva con voce tremante e grande presenza di spirito allo stupore dell'intera sala, Claire fu l'unica a notare la Contessa di Clairmont che si dileguava nei corridoi. Senza esitazione, la seguì. 


Angolo Autrice: 
Ho un unico appunto da fare a questo capitolo: normalmente cerco di rispettare il più possibile la realtà storica, ma qui l'ho leggermente stravolta per esigenze di trama. Il Duca di Buckingham, la cui breve descrizione è veritiera, fu ucciso da un fanatico nel 1628, quindi tre anni prima della congiura del Giglio Scarlatto. Ma era un antagonista troppo bello per lasciarselo scappare :D
A presto
 
Crilu  




 
   
 
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