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Autore: SellyLuna    13/04/2017    5 recensioni
«E quindi sei diventato uno sbirro, eh? E ti sei preso pure la briga di venire a dirmelo.»
Non era stata esattamente una sua idea, ma non poteva dirgli che era stata una certa coniglietta dagli occhioni viola a insistere che andasse di persona a riferirgli questa novità. Perché pensava, Judy, che il suo amico Finnick ci sarebbe rimasto male, se fosse venuto a scoprirlo da chiunque altro.
Nick le aveva spiegato che lui e Finnick non erano propriamente amici o almeno non come intendeva lei il concetto di amicizia.

Dialogo tra Nick e Finnick.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick, Nick Wilde
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Confronto

 

 

 

 

 

«E quindi sei diventato uno sbirro, eh? E ti sei preso pure la briga di venire a dirmelo.»

Non era stata esattamente una sua idea, ma non poteva dirgli che era stata una certa coniglietta dagli occhioni viola a insistere che andasse di persona a riferirgli questa novità. Perché pensava, Judy, che il suo amico Finnick ci sarebbe rimasto male, se fosse venuto a scoprirlo da chiunque altro.

Nick le aveva spiegato che lui e Finnick non erano propriamente amici o almeno non come intendeva lei il concetto di amicizia.

Erano soci d’affari, nulla più di questo, nonostante si conoscessero da tanto tempo; erano davvero tanti anni – una vita ormai! – che lavoravano insieme per guadagnare quegli agognati duecento bigliettoni giornalieri, per poi spartirseli.

Lui era una volpe e lui un fennec, quindi la tattica di fingersi padre e figlio per accaparrarsi la materia prima per poi rivenderla funzionava sempre alla grande.

Finnick non faceva domande e non si aspettava delle risposte a differenza di una Carotina di sua conoscenza.

A pensarci bene, non sapeva nulla di Finnick, se non quello che aveva intuito da solo – e probabilmente anche quello faceva parte di informazioni che il fennec accettava, suo malgrado, di fornirgli.

Non ci aveva mai pensato, ma era probabile che anche lui apparisse nella stessa maniera agli occhi di Finnick.

Per questo erano andati subito d’accordo.

Tu non fai domande a me e io non ne faccio a te.

Più semplice di così. Per lui – e infatti gli era andata a genio – ma non per una come Judy. Figurarsi, lei avrebbe contravvenuto subito, dopo pochi secondi, al patto – ci avrebbe scommesso tutto quello che aveva!

Dato che non poteva rivelargli i suoi pensieri, Nick fece spallucce e affondò le zampe nelle tasche dei pantaloni.

Finnick non sapeva cosa pensare. Era rimasto sorpreso dalla visita di Nick, l’aveva dato ormai per disperso; non erano più in contatto – e succedeva che poteva passare del tempo prima di pianificare un nuovo affare, quando si sentivano particolarmente braccati – , erano delle settimane, ormai, che non lo scorgeva neppure di sfuggita per la città.

Tutto era cambiato da quando si era messo a lavorare per quella coniglietta poliziotta – quando l’aveva vista la prima volta, aveva subito pensato che quella tipetta portasse guai.

E si erano finalmente palesati: nella prima volpe poliziotto della città di Zootropolis.

Un pensiero carino, il suo, quello di avvisarlo della sua promozione – anche se avrebbe messo una zampa sul fuoco che non era tutta farina del suo sacco –, ma non riusciva a trovarne l’utilità: l’avrebbe comunque scoperto la prima volta che l’avessero arrestato.

«È da un po’, in effetti, che non ci si becca.»

La sua era una semplice affermazione.

«Sono stato occupato con l’addestramento. Non è stata proprio una passeggiata, ma ce l’ho fatta.»

Il fennec fece una smorfia contrariata, che non passò inosservata alla volpe.

«Perché quella faccia?»

«Perché immaginavo un’altra conclusione alla tua frase.»

Nick gli lanciò uno sguardo perplesso.

«Ma due grandi occhi viola mi aspettavano» lo prese in giro il piccolo mammifero.

Era vero: per Judy si era arruolato in polizia, ma non solo per questo. Finalmente poteva dimostrare di essere qualcuno di diverso da quello che tutti vedevano – perché era una volpe – e credevano che fosse, poteva finalmente liberarsi da tutti gli stereotipi che la società gli aveva cucito addosso.  

Proprio perché Carotina era stata la prima a vedere oltre l’apparenza e avere fiducia in lui.

Ma non credeva che il suo ex socio in affari potesse capirlo, preferì quindi rimanere in silenzio, incassando il colpo.

Era strano che non controbattesse, proprio lui, a cui non mancavano mai le parole.

Infatti, di solito accadeva l’inverso: era proprio Nick che lo stuzzicava con quelle sue battutine idiote.

Cosa mi tocca fare.

«Quella coniglietta ti tiene al guinzaglio, eh?»

La battuta non piacque per niente a Nick, lo vide, perché il suo sguardo s’incupì, ma ancora una volta optò nel tacere.

Finnick si stava spazientendo. E non sapeva nemmeno perché, cosa gli desse realmente fastidio nel suo comportamento.

Aveva ancora un colpo in canna e, se dopo questo, non abboccava, avrebbe lasciato perdere.

«E la prossima volta mi porti personalmente l’invito al vostro matrimonio?» lo sbeffeggiò.

«Ti pare! Non potrei mai fare a meno del mio testimone di nozze» gli rispose con lo stesso tono l’altro.

«Ma stai scherzando, vero?»

Perché non ne era, poi, così tanto sicuro.

«Ovvio. Dai, si parla di fantascienza. Una volpe e un coniglio!»

Anche se con Judy aveva imparato che niente era impossibile, ma forse un’eventualità simile era troppo anche per lei – e non solo per tutta Zootropolis.

Si stupì, pur tuttavia, a non trovarla un’idea così assurda, se si concentrava riusciva persino a vederla, quella volpe vestita di tutto punto, di fianco a quella piccola creaturina grigia dalle lunghe orecchie, ammantata di bianco, davanti all’altare.

Scosse mentalmente la testa per scacciare quei pensieri, appuntandosi di analizzarli in un secondo momento, e  focalizzò nuovamente  la propria completa attenzione al dialogo con Finnick.

«Devo dedurre che ti sei divertito a fare lo sbirro» lo disse con velata ironia, che Nick riconobbe all’istante.

«Se togliamo le parti in cui ho rischiato di morire, beh… non è stato niente male. Dovresti provare sul campo, sai?» minimizzò la volpe, accompagnando il suo invito con un ghigno divertito.

«No, grazie. Non ci tengo proprio!»

Non era un’esperienza che faceva al caso suo. Probabilmente sarebbe rimasto sempre al lato opposto della legge. Non c’era motivo che cambiasse, che rigasse dritto come era successo a Nick, perché per lui non c’era nessun coniglio che lo convincesse a intraprendere la strada della legalità. Ma era sicuro al cento per cento che non si sarebbe messo in discussione, in nessun caso; sarebbe rimasto fedele a se stesso.

Non capì cosa avesse spinto il suo compare a prendere tale decisione.

Quando ci si mettono di mezzo le femmine…

 Forse in quel momento iniziò a comprendere veramente cosa comportasse quella svolta nel loro rapporto.

«E gli affari?» gli chiese la volpe del deserto, dopo attimi di silenzio.

Nick alzò le spalle, come a dire che non sapeva cosa ne sarebbe stato, perché in fondo se ne era tirato fuori, la decisione ora spettava solo a Finnick.

Non era sicuro, ma gli parve di percepire in quella domanda molta incertezza, quasi che il fennec potesse sentire la sua mancanza.

No, non può essere…

 Quel pensiero gli sembrava sbagliato, inverosimile per uno come il suo piccolo e scorbutico compagno di malefatte.

«Guarda un po’! C’è qualcuno che si sente perso senza una guida paterna!» ironizzò Nick.

Finnick roteò gli occhi al cielo, infastidito.

«Non iniziare» lo minacciò.

«Hai ragione. Scusa» disse, alzando le zampe in segno di resa.

Calò un breve ma denso silenzio, che venne rotto dalle parole di Nick.

«Potresti lavorare con qualcun altro» gli propose.

«Con chi, per esempio?»

«Con Duke Donnolesi?» la buttò lì Nick.

«Ma se si è fatto prendere dalla tua coniglietta!» esclamò il fennec, oltraggiato.

Nick sorrise, ricordando l’accaduto. Era una storia molto divertente, almeno dal suo punto di vista, che girava sia in polizia, sia nella malavita; si poteva dire che la donnola avesse perso molto della propria dignità di criminale – non che fosse molto considerato nemmeno prima  –, non poteva essere altrimenti dopo essere stato acciuffato con una insegna a forma di ciambella.

Aveva constatato con i propri occhi, quanto Duke non fosse proprio affidabile; era bastata una semplice minaccia di «freddura» da parte di Mr Big perché lui cantasse come un usignolo.

«Magari potresti metterti in affari con Mr Big?» rifletté Nick.

«Nah, non voglio invischiarmi in cose così losche.»

Nick si trovava d’accordo. E lui, purtroppo, sapeva bene come inimicarsi un grande boss come Mr Big, bastava davvero poco per far infuriare gente di tale calibro; non l’avrebbe augurato nemmeno al suo più acerrimo nemico.

Ma fortunatamente, grazie a Judy, poteva mettere una pietra sopra al disonore che aveva arrecato alla famiglia del potente toporagno con la vendita del tappeto di pelliccia di fondoschiena di puzzole e, fino a che stava nelle vicinanze della coniglietta, poteva definirsi immune alla sua possibile vendetta. Perché sapeva che non ci avrebbe rinunciato così facilmente: non tutti erano come Judy, pronti a perdonare il prossimo per pura bontà di cuore.

«Andrà bene. Ti inventerai qualcosa.»

Non si sarebbe mai immaginato di dire frasi del genere a Finnick, perché non era assolutamente un tipo che aveva bisogno di rassicurazioni. Quella conversazione era la più strana che avesse mai avuto con il suo socio.

E tutte quelle stranezze, si ritrovò a considerare la volpe, si erano mostrate dopo aver conosciuto Judy Hopps e Nick era sicuro che molte altre ancora l’avrebbero atteso, in futuro.

«Già. Sarà così» acconsentì, poco convinto, il fennec.

Ancora una volta il silenzio fece da padrone, perché i due canidi non sapevano cosa dirsi, come congedarsi; era una situazione del tutto nuova e non avevano idea di come gestirla al meglio.

Nick si soffermò a osservare il fennec e notò come percepisse quel loro incontro come un addio, aveva la certezza che non si sarebbero mai più rivisti, ma Nick non era dello stesso avviso: aveva come il presentimento che le loro strade si sarebbero ancora incrociate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi di nuovo qui! :D

L’avevo detto che sarei tornata, no?

Ammetto che forse questa non è chissà che gran cosa, ma ho sentito il bisogno di scrivere un possibile dialogo tra Nick e Finnick, perché non mi sembrava giusto che non avessero un qualche confronto. Perché dopo tutti quegli anni, penso che potrebbero essere diventati quasi amici, in fondo – dico molto in fondo – tengono l’uno all’altro. E il fatto che le cose cambino così drasticamente, senza che Finnick ricevesse una qualche spiegazione non mi sembrava corretto. u.u

Ecco tutto. C:

Probabilmente, come sempre sono OOC, ma vi posso assicurare che mi sono impegnata a fare in modo che non lo fossero, almeno non eccessivamente. I swear.

Direi che possa essere considerato un missing moment, perché questo dialogo potrebbe avvenire prima della celebrazione pubblica in cui Nick viene ammesso in polizia, ma anche dopo, perché non ci vedo Finnick prendere parte a una cerimonia del genere. XD

Non ho potuto fare  ameno di inserire quel piccolo accenno Nick/Judy, perché qui sarebbe troppo presto per una sua consapevolezza di amarla. E forse l’immagine del loro possibile matrimonio è troppo, ma quando la ship chiama, bisogna rispondere, no? XD

In caso, spero possiate perdonarmi…

Mi piace come Judy, seppur non sia presente, riesca a farsi sentire. E far fare quello che vuole a Nick. :D XD

Nick dovrebbe sentire la puzza di guai e invece… XD

Che altro posso dire?

Commenti, osservazioni, consigli e critiche costruttive sono sempre ben accetti.^^

Grazie del vostro tempo.

Alla prossima!;)

Selly

 

 

 

 

   
 
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