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Autore: incommensurabilmente    13/04/2017    1 recensioni
Ero rientrato al castello dove risiedevo e mi ero diretto verso le mie stanze.
Passando dalla sala del trono avevo visto il re con i suoi capelli di un rosso ramato inconfondibile portati con stile e rigati di bianco, l'età lo aveva cambiato in meglio, era diventato più saggio e meno impulsivo.
Anche la lunga barba era ormai rigata di bianco, i fili albini smorzavano e alleggerivano la tonalità forte e singolare che madre natura aveva voluto donargli insieme al carattere da leone, altezzoso ma sempre ben disposto verso il suo popolo.
Sorrisi quasi istintivamente per poi sospirare.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una lunga giornata, passata a battere con il martello i sogni incandescenti dei giovani guerrieri della città, a dare al loro futuro una forma. Chi voleva diventare un fante, chi avrebbe fatto l'arciere.
Erano tutti giovani e pieni di aspettative, sogni e voglia di vivere.
Io che avevo passato una vita a chinare la testa davanti a sovrani che odiavo, sentivo la voglia di fare sgretolarsi come una pietra troppo porosa per sopportare il peso degli anni.
Ero rientrato al castello dove risiedevo e mi ero diretto verso le mie stanze.
Passando dalla sala del trono avevo visto il re con i suoi capelli di un rosso ramato inconfondibile portati con stile e rigati di bianco, l'età lo aveva cambiato in meglio, era diventato più saggio e meno impulsivo.
Anche la lunga barba era ormai rigata di bianco, i fili albini smorzavano e alleggerivano la tonalità forte e singolare che madre natura aveva voluto donargli insieme al carattere da leone, altezzoso ma sempre ben disposto verso il suo popolo.
Sorrisi quasi istintivamente per poi sospirare.
Mi vide e si avvicinò.
 
-Mio buon Théodore...
-Sire...
-Come procede con le nuove reclute?
-Molto bene Sire, paiono contenti e paradossalmente fremono per avere qualche duello sotto alle mani... se solo sapessero...
Lo vidi sospirare un po dispiaciuto.
-Se solo avessero visto ciò che abbiamo visto noi...
Mi poggiò una mano sulla spalla mentre mi guardava negli occhi.
-Se solo avessero vissuto anche solo un assedio, soccorso corpi ormai morti, convissuto con il rimorso di non aver salvato l'amico caro...
Continuò, la voce era ormai invecchiata dagli anni e dal fumo della sua fidata pipa che come una dolce ragazza lo deliziava per pochi momenti e lo consumava negli anni.
Inspirai profondamente.
-Capiranno a loro tempo ciò per cui sono stati preparati. Mi auguro più tardi possibile ma lo capiranno...
Dissi piano sostenendo quegli occhi stranamente simili ai miei.
Fece un cenno con il capo e lasciò cadere la mano.
-Adesso ti lascio riposare...
I nostri discorsi non erano complessi né profondi. Alle volte non si parlava nemmeno, io svolgevo il mio lavoro e lui aveva la sicurezza della mia professionalità e fedeltà. Alla fine mi andava bene, erano anni che servivo il re ma nell'ultimo periodo il suo fidato consigliere e futuro erede si era mobilitato per prendere il sopravvento.
Ci eravamo congedati a vicenda con un cenno del capo, gentile e quasi caloroso.
Mi ero quindi ritirato nelle mie stanze.
Avevo aperto la porta e avevo trovato Gertrud, la serva, intenta a riempire la vasca per il mio bagno abituale.
Sul tavolo vidi un piatto con del pane e una razione di spezzatino ancora caldo.
-Vi conviene mangiarlo adesso che è ancora caldo...
Sentii dire alla ragazza mentre trasportava l'ennesima bacinella di acqua calda.
Era una femmina giovane e piuttosto bella per la sua età.
Alta e slanciata, un corpo notevole. Tonico e curato.
Gli occhi gentili e le ciglia lunghe addolcivano un viso già delicato, le lentiggini e le iridi verdi rendevano il tutto particolare.
Era la figlia del fabbro della città, ci ero cresciuto assieme e alla fine avevo chiesto di poterla avere come aiutante per non farla rimanere nel giro di gente poso affidabile che c'era nella bassa città.
Il padre, ogni volta che poteva, mi faceva arrivare regali per ringraziarmi.
Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti a mangiare, in silenzio.
Ero stanco e avevo poca voglia di parlare... Ringraziavo dio per avermi dato una serva che riusciva a capire i miei momenti, era sempre stato così fortunatamente... era una grande ascoltatrice e non pretendeva mai niente, solo un letto dove dormire ed un pasto caldo a fine giornata. Era fedele e simpatica all'occorrenza, sempre sorridente e accomodante.
Era successo anche che ci fossimo consolati a vicenda tra le lenzuola ma le avevo sempre ripetuto che non era amore, solamente attrazione sessuale e prettamente frustrazione.
Finii il mio pasto piuttosto velocemente per la fame vorace che avevo.
-è pronto?
Le chiesi tranquillo mentre mi giravo ed iniziavo a spogliarmi di tutti i pezzi di armatura leggera che avevo addosso. Le ammassavo sempre nello stesso angolo prima del bagno.
Rimasi nudo e mi decisi ad entrare nell'acqua, era bollente ma mi diedi contegno e mi immersi.
Gertrud si avvicinò alla vasca e si inginocchiò. Si allungò a prendere dei barattoli con dentro l'unguento della maestra Astrid e alcuni saponi particolari, pescò da dentro la pasta densa e me la distribuì per tutti i capelli.
Questo succedeva ogni sera, i miei non erano capelli particolari.
Man mano che la ragazza massaggiava le cute le mani e la schiuma diventavano di un nero scuro.
Io mi rilassavo e le poche volte che aprivo gli occhi vedevo il colore nero scendermi sul petto e perdersi nell'acqua. Preso un secchio e sciacquati i capelli veniva fuori il loro vero colore.
Rame.
  
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