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Autore: Rosette_Carillon    13/04/2017    1 recensioni
( La Bella e la Bestia 2017)
( Stanley x Lefou)
Lefou amava quei momenti di intimità, che restavano sempre confinati nell’atelier, lontano da sguardi indiscreti e malelingue. Amava guardare Stanley muoversi con agilità fra manichini, rotoli di stoffe colorate, lunghi nastri e schizzi di abiti caduti per terra.
Qualche volta era geloso delle attenzioni che quelle stoffe ricevevano.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Adam, Belle, Le Tont, Mrs. Bric | Coppie: Adam/Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                      Capitolo 1

  

 

 

 

 

 


 

 

Si era recato al castello con la semplice, innocua intenzione di portare a Stanley una scatola di biscotti appena sfornati.

Madame de Garderobe si era presa in gran simpatia il giovane uomo, non era trascorso molto tempo prima che gli avesse proposto di diventare suo apprendista, e Stanley aveva accetto, e si era trasferito nel castello.

Lefou era contento per lui.

Le poche volte che si incontravano, e lui gli parlava del suo apprendistato con Madame, gli occhi brillavano di gioia, e la voce tremava d’eccitazione al pensiero dei tessuti che avrebbe avuto sotto mano, e dei nuovi abiti che avrebbe creato.

Era contento per lui, ma non poteva non sentire la mancanza.

Gli sembrava che il tempo che trascorrevano assieme scorresse troppo veloce, che non bastasse mai per tutto quelle che avrebbe voluto dire e fare. In fondo, era anche colpa sua, della sua indecisione che ogni volta gli impediva di avvicinarsi all’uomo quanto avrebbe voluto.

Spesso gli portava dei biscotti, una fetta di torta, o del pane caldo, qualcosa di semplice, ma almeno poteva stare con lui, e assicurarsi che mangiasse: spesso Stanley si immergeva talmente tanto nel suo lavoro che dimenticava completamente il mondo esterno, poteva andare avanti per ore senza mangiare, per poi rendersene conto a notte fonda.

Lefou amava quei momenti di intimità, che restavano sempre confinati nell’atelier, lontano da sguardi indiscreti e malelingue. Amava guardare Stanley muoversi con agilità fra manichini, rotoli di stoffe colorate, lunghi nastri e schizzi di abiti caduti per terra.

Qualche volta era geloso delle attenzioni che quelle stoffe ricevevano.

<< Sei davvero innamorato di questo posto. >>

<< Oh, sì. Finalmente sono nel posto giusto, finalmente posso fare qualcosa che mi piace davvero >> sospirò lui, trasognante, mentre arrotolava una stoffa rosso cupo << c’è solo un altro posto in cui riesco a sentirmi così bene. >>

<< Ah, sì? >> Lefou chiese distrattamente, non osando sperare di poter essere incluso nella risposta.

<< Sì. >> Stanley mise via la stoffa accuratamente piegata << con te, mon amour >> rispose in un sussurrò, chinandosi sulle sue labbra.

<< Aspetta, aspetta >> lo fermò prendendogli il volto fra le mani << non hai paura che qualcuno ci possa vedere? >>

Stanley sorrise lasciandosi accarezzare il labbro inferiore << è quasi ora di cena, a nessuno verrà in mente di venire qui. >>

<< B-bè, se è quasi ora di cena. . . >> deglutì a vuoto mentre la dita dell’altro scioglievano lentamene il nastro che portava al collo << f-forse dovresti andare. >>

<< Perché? Sto bene qui >> premette le labbra contro il suo collo, sfregò il naso contro la pelle tiepida, mentre una mano giocava col primo bottone del panciotto.

<< S-Stanley >> chiamò con voce tremolante.               

La mano dell’uomo si fermò, le labbra si avvicinarono al suo orecchio << tranquillo, mon amour, non farò nulla che possa darti fastidio >> gli accarezzò una guancia col dorso della mano.

Lefou arrossì, si lasciò baciare, e si pentì di aver fermato Stanley poco prima ma, dopotutto, che altro avrebbe dovuto fare?

Probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di farsi vedere nudo dall’uomo ma, in quel momento, aveva preferito illudersi, dirsi che, semplicemente, quello non era il momento né il luogo adatto.

E intanto, si era chiesto se davvero il sentimento che provava l’avrebbe condotto alla dannazione eterna. Di amore si trattava, lo stesso che c’era fra Belle e il principe, eppure qualcosa di diverso c’era, doveva esserci, solo non capiva cosa fosse.

<< Stanley? >>

<< Sì? >>

<< Promettimi che farai attenzione >> pregò << che farai in modo che nessuno scopra di noi due. >>

<< Mon amour,- >>
<< Ti prego, non-non voglio che ti succeda nulla. Rischiamo l’impiccagione, lo sai, e io, bè, non sono una gran perdita, ma- >>

<< Mon amour! >> 

<< Oh, andiamo: lo sai che ho ragione. Non sono mai riuscito a combinare nulla di buono, ma tu sì. E rischi di perdere tutto a causa mia: non potrei sopportarlo, non valgo così tanto. >>

<< Questo lascialo decidere a me >> ribatté, stampandogli poi un bacio sulla guancia << ops >> ridacchiò passandogli il pollice dove poco prima aveva posato le labbra << scusa >> mormorò cancellando la traccia di rossetto.

Lefou arrossí pensando che, infondo, non gli sarebbe dispiaciuto poter andare in giro a vantarsi di quel segno.

Ma non poteva.

<< Vorrei che tu potessi restare con me, questa notte e tutte le altre. >>

Oh, sí: anche lui avrebbe voluto, avrebbe tanto voluto che ciò fosse possibile.

<< Sarebbe bello... ma-ma forse è il caso che io vada. >>

<< Sí, hai ragione. Fai attenzione. >>

Si salutarono, concedendosi un altro bacio, non accorgendosi di essere stati visti.

 

<< Principe, permettete una parola? >>

<< È davvero urgente? Sono piuttosto impegnato >> strinse Belle fra le braccia.

<< Temo di sí, un grave crimine è stato compiuto nel vostro castello: ritengo che ne dobbiate essere informato. >>

Adam si fece attento, strinse maggiormente la moglie << vai nella nostra stanza, io arriverò subito >> fece per allontanarsi seguendo Leloup*, ma Belle lo trattenne per un polso.

<< Adam, non mi fido di>>

L'uomo le rivolse uno sguardo interdetto, poi le sue labbra si piegarono in un sorriso.

<< Mi sentirei più tranquilla se tu non fossi solo. >>

<< In tal caso >> intervenne Lumière alle loro spalle << mi prendo la libertà di accompagnare il principe. >>

Belle sorrise rincuorata prima di allontanarsi nel corridoio fiocamente illuminato.

<< Sai Lumière, avrei preferito avessi accompagnato lei. >>

<< Forse. Devo ammettere di condividere la sfiducia della principessa nei confronti di Leloup. >>

 

Adam entrò nella stanza e rischiuse la porta con rabbia, poi si sedette pensieroso alla scrivania.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno, del consiglio di una persona saggia, che fosse capace di ragionare anche col cuore.

<< Belle >> sospirò il nome dell’amata appena sentì le mani di lei posarsi sulle sue spalle << Belle, ho bisogno di un tuo consiglio. >>

<< Di che si tratta? >>

Adam si alzò e si voltò verso la donna le parole gli morirono in gola << quest’abito è nuovo >> constatò.

<< Oh, sì. Che ne pensi? Madame de Garderobe l’ha cucito con l’aiuto di Stanley, il modello è suo. È davvero molto comodo, e largo, così nei prossimi mesi potrò respirare in libertà >> ridacchiò.

L’uomo allargò una mano sul ventre della donna << è un abito davvero semplice. >>

<< Lo sai, io non sono abituata a vivere in un castello. >>

Lui scosse la testa e sorrise << è bellissimo. Tu sei bellissima. E sembra che Stanley sia in grado di accontentarti. >>

<< Oh, sì: è davvero bravo. Ma tu volevi dirmi qualcosa, o sbaglio? >>

<< Pensi che due uomini possano amarsi? >>

Belle strinse le labbra interdetta << perché non potrebbero? >>

<< Nella Bibbia- >>
<< Ci sono scritte tante cose. >>

<< … mi ha riferito di aver visto Stanley e Lefou ‘scambiarsi effusioni’. >>
<< Io lo trovo molto dolce. E sono contenta per Lefou: ne ha passate tante. >>

Adam tacque pensieroso << immagino senta la mancanza del suo amico. >>

<< Per lui Gaston era tutto, non aveva nessun altro. Gaston lo difendeva, e credo che, in una qualche contorta maniera, lo facesse sentire importante, utile. >>

<< Stanley mi sembra una persona decisamente migliore, ma è comunque un uomo. >>

<< Amore guarda non con gli occhi, ma coll’anima. >>

Adam roteò gli occhi << touché. >>

<< Pensavano che fossi pazza, sai, quando sono tornata per salvare mio padre e ho detto che eri buono. Mi avrebbero rinchiusa in una manicomio perché ti amavo >> continuò la donna. << Stanley e Lefou non fanno male a nessuno, vogliono solo essere felici. Perché vietarglielo? >>

<< Hai ragione >> annuì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Avevo bisogno di un cattivo, e l’ho inventato, vagamente ispirato al personaggio di Maestro Forte.

 

 

 

 

 

 


  
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