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Autore: warblerslushie    14/04/2017    1 recensioni
"Kurt rompe il fidanzamento e lascia Blaine... 3 anni dopo è in uno strip club a festeggiare il suo "nuovo" addio al celibato... e vede Blaine lavorare... Blaine sta lavorando li nello strip club... sopportando sguardi e tocchi sgradevoli solo per assicurarsi che "suo figlio" sia ben curato.... "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non poteva farlo.

Mani estranee lo stavano toccando, lo stavano accarezzando come se lui fosse il loro amante, lo abbracciavano come se fosse destinato ad essere cullato da loro.

Erano ..sbagliate..

Erano.. disgustose.. e prima che potesse andare oltre, si allontanò di colpo, le lacrime agli occhi mentre cadeva all’indietro , sul pavimento.

Respirava a fatica, ansimando pesantemente per lo sforzo; l’uomo accanto a lui esitò, abbassandosi per controllare se stava bene, ma Blaine non poteva sostenere il suo sguardo, la gola stretta a causa della terribile nausea.

“No” lo pregò , gattonando all’indietro  fin quando non fu abbastanza lontano da Richard, la schiena premuta contro la porta mentre l’uomo più vecchio lo guardava con curiosità.

“Stavi andando bene, guance dolci. Perché ti sei fermato?”

“Io.. io .. non posso . Ho promesso a me stesso che non lo avrei mai fatto. Dio…” scosse la testa con violenza, si rialzò dal pavimento , ripulendosi prima di dirigersi di corsa verso il touch screen per fermare la musica, con una mano si massaggiava lo stomaco nauseato e poi si appoggiò pesantemente contro il muro.

“Non posso farlo”.

“E’ proprio un peccato. Quindi non finirai quello che hai iniziato?”

Ad occhi spalancati Blaine guardò verso il posto dov’era Richard, il suo pene duro appoggiato contro il ventre quando si alzò.

Pochi secondi prima , Blaine era stato così incredibilmente vicino a fare sesso con quest’uomo , ad un passo dal buttare al vento tutti i suoi valori e principi solo per un errore di giudizio.

Prima era così arrabbiato, così distrutto per aver sentito quello che tutto il gruppo di New York City aveva pensato di lui quando Kurt lo aveva lasciato ed era crollato , piangendo nella doccia , fin quando Kong non era tornato e lo aveva trascinato fuori dalla doccia e gli aveva ficcato una bottiglia di vodka in mano.

“Bevilo” gli disse il suo amico, aspettando che Blaine ne prendesse un bel sorso, prima di avvolgere un asciugamano attorno al corpo del ragazzo nudo, per poi spingerlo sulla sua sedia.

“Cerca di calmarti , prima che ti venga un attacco di panico”.

Così , seguendo il consiglio del suo amico, Blaine si calmò.. continuando a bere.

Continuò a buttar giù la vodka, lasciando che il bruciore irritasse la sua gola per l’insana quantità di vodka che stava bevendo.

Fu allora che gli venne comunicato che c’era un cliente per lui in una delle stanze private e lui seppe esattamente chi fosse; la sua mente confusa ed ubriaca gli urlava semplicemente di andarsene, ma il suo cuore spezzato ed il suo corpo gli dicevano di andare, di lasciare che accadesse, di lasciare che le cose per cui aveva tanto combattuto per non farle accadere, questa volta seguissero il loro corso.

Richard era stato un cliente così paziente; aveva aspettato, se lo meritava.

Tutti li meritavano.

Tutti gli ammiratori di Blaine lo meritavano.. meritavano una possibilità con lui e gliel’avrebbe data.

Era questo che tutti si aspettavano da lui, no?

Lo sapevano tutti fin dall’inizio, dal liceo per lo meno.

I suoi vecchi aguzzini lo chiamavano così.

I suoi vecchi amici lo chiamavano così.

Lo sapevano tutti e da sempre, l’ultimo a saperlo era stato proprio Blaine.

Era bravo solo per una cosa: il sesso.

Non sarebbe stato bravi per nient’altro.

Così, prima di uscire dal camerino prese un paio di respiri profondi e di convinse a farlo.

Avrebbe fatto molti più soldi così, avrebbe reso qualcuno molto felice e tutto al mondo sarebbe andato bene.

Beh.. il mondo degli altri.. non nel suo.

Fu quando Richard strinse i suoi fianchi , attaccando come un animale in calore con le sue labbra il collo di Blaine, che il giovane uomo tornò alla realtà.

La voglia di vomitare lo sopraffece e spinse via Richard, il sapore pungente della labbra dell’altro uomo ancora sulla sua bocca.. sapevano di sigarette stantie ed alcol…

“Scusa?” chiese di nuovo Richard, avvicinandosi all’uomo nel panico dall’altra parte della stanza.

“Ho pagato per avere una sega. Mi aspetto..”

“La farà qualcun altro. Io non posso.. non stasera” disse Blaine senza fiato, scuotendo la testa , poi si voltò e fuggì dalla stanza, ignorando le urla del suo cliente che sentiva attraverso le sottili mura.

Non appena uscì di corsa dal corridoio privato, Brandi lo fermò afferrandolo per le spalle quando Blaine cercò di superarla.

“Stai bene, ragazzo?” .

“Manda qualcuno nella zebra room per finire il lavoro. Credo di sentirmi male”.

“Sei sicuro? Vinny si incazzerà”

“Beh.. Vinny può succhiarmi il cazzo perché io non tornerò lì”.

Prima che Brandi potesse aggiungere altro , si liberò della sua presa e corse giù per il corridoio poi fu stritolato tra la marea di gente  schiacciata insieme nella sala principale del club.

Mani lo palpeggiavano dovunque; le persone urlavano il suo nome ogni volta che entrava ed usciva dai loro gruppetti.

Un uomo avvolse le sue braccia attorno alla sua sottile vita, stringendolo forte da dietro prima di allungare una mano per palpeggiarlo.

“No” sibillò Blaine in risposta , fermando il ragazzo dalla mani lunghe .

Lo squadrò con sguardo duro, cosa che gli fu abbastanza difficile visto il suo livello di ubriachezza ma l’uomo comunque capì, allontanandosi da lui con le mani alzate.

Una volta che la zona gli sembrò sgombra ( gli altri si spostarono quando Blaine scattò contro il cliente troppo sdolcinato) continuò a dirigersi verso il backstage, inciampando nella porta principale poi finalmente arrivò nel suo camerino.

Kong era ancora li, indossava un nuovo outfit per la sua prossima performance e quando vide Blaine, sollevò un sopracciglio.

"Stai bene, Shadow?"

"No.. no.. ho bisogno di andar via da qui".

"Hai bisogno di un passaggio? Il mio ragazzo è ancora qui, può accompagnarti lui".

"No.. sono.. sono apposto. Ce l'ho un passaggio. Grazie".

A quel punto, Kong se ne andò per ballare, lasciando Blaine da solo nel camerino.

Le mani gli tremavano.

L'uomo sopraffatto dalle emozioni si buttò di nuovo sotto la doccia per lavar via le impronte sudice delle mani di Richard sulla sua pelle; si assicurò di essersi ripulito perfettamente prima di uscire dalla doccia per finire di prepararsi , combattendo contro la voglia di lasciarsi semplicemente cadere.

Riusciva a sentire il rumore della folla turbolenta filtrare dal corridoio mentre si vestiva e quando la voce di Vinny esplose dalla porta aperta, capì che le urla erano per lui, soprattutto visto quando più forte ed arrabbiato sembrava il suo capo.

"SHADOW!"

Sentendo il suo nome, Blaine alzò lo sguardo , gli occhi scuri in quelli del suo capo.

"Si.. Vin?"

"Perché Richard , al bar principale si sta lamentando di non aver ricevuto la sua sega? Avresti dovuto andare da lui per fare il tuo lavoro. Lo sai che gli piaci solo tu!"

"Ho chiesto a qualcun altro di farlo, non mi sento bene.."

"Non me ne frega un cazzo di come ti senti in questo momento! Hai già perso alcuni giorni di lavoro solo nelle ultime settimane e poi torni e non ti spogli o non fai nulla per essere alla tua altezza! Come pensi che possa continuare a tenerti qui se non riesci nemmeno a lavorare come si deve per me?"

Il suo corpulento e grasso capo era a pochi passi dal suo viso, il suo alito puzzolente bollente sulla sua pelle, mentre Blaine si guardava i piedi scalzi.

Le sue scarpe erano abbastanza lontane, in attesa di essere calzate ed allacciate , ma non poteva raggiungerle con Vinny li.

Per un secondo pensò di colpire il suo capo e scaraventarlo dall'altra parte della stanza, per la non necessaria maleducazione che gli stava mostrando; poi Blaine prese dei profondi respiri , in attesa che l'esagerata idea di mandarlo al diavolo passasse  prima di mettersi in guai peggiori.

Invece, decise di rispondergli, ma prima che potesse dirgli qualcosa di sarcastico ( irriverente) la porta si aprì e Kong entrò spingendo una banconota da 100$ in mano a Vinny.

"Questo è quello che io e Shadow ti dobbiamo , okay? E se pensi di licenziare Shadow, ti direi che è la cosa più dannatamente stupida che io abbia mai sentito.

E' uno dei migliori performer qui, dopo di me naturalmente.

Se vuoi che questo posto cada a pezzi allora licenzialo, ma se vuoi ancora farci soldi ti suggerisco di tenerti occhi da cerbiatto .

Alla gente lui piace, soprattutto a quelli più perversi."

Vinny aprì la bocca come se volesse protestare ma quando si fermò a pensarci , scrollò le spalle , scosse la testa e poi si voltò per lasciare la stanza senza aggiungere altro , sbattendo la porta dietro di se.

"Non era necessario che lo facessi" disse a voce bassa Blaine, raggiungendo la borsa per prendere 50$ per restituirli al suo collega.

Kong ruotò gli occhi , colpendo la mano di Blaine non appena il ragazzo più piccolo tirò fuori i soldi.

"Tieniti i tuoi dannati soldi, idiota. Ne hai più bisogno di me. Non ho un tenero pasticcino da crescere io. E poi anche il mio ragazzo guadagna bene, quello che guadagno qui è solo un gruzzoletto per i giorni difficili".

"Quindi balli anche se non hai in realtà bisogno di soldi?"

Kong sorrise e si lasciò cadere su una sedia.

"Ballo perché mi piace come mi fa sentire.. essere desiderato e tutto il resto , sai? Oh.. ed è un modo veloce per far soldi. Ne faccio molti di più qui che con il mio noioso lavoro dietro una scrivania."

Contò tutte le sue banconote e poi le mise in una borsa, tornando poi a guardare Blaine.

" E poi sono meraviglioso nudo... Perché non mettere in mostra tutto questo ben di dio".

Blaine ridacchiò appena un pò, abbassando la testa  mentre si metteva la sua sacca sulla spalla, controllando di aver presto tutto e la richiuse.

Era sicuro di tornare domani o il giorno dopo, ma per il resto della serata aveva bisogno di uscire da li.

Era soffocante restare in quel posto chiuso con tutto il peso che sentiva sulle spalle.

"Vai ragazzo. Sembri sul punto di svenire o di esserti ammalato ed io davvero non voglio mettermi a pulire il tuo vomito in questo momento".

"Grazie Kong" sussurrò riconoscente Blaine, sorridendo quando il collega lo mandò via con un cenno della mano guardandolo lasciare il camerino.

In pochi secondi , Blaine corse via ( un pò traballante visto che non era ancora del tutto sobrio) verso l'uscita sul retro, gli occhi puntati sull'obiettivo, quando sbatté contro la porta, poi l'aprì , lasciando che l'aria fredda della sera rinfrescasse la sua pelle bollente.

Fece pochi gloriosi passi al buio, poi si bloccò, gli occhi puntati su un uomo che altri non era se non il suo ex fidanzato , appoggiato contro una macchina con le braccia incrociate al petto e le lacrime agli occhi .

"Cosa ci fai..?"

"Possiamo parlare? Solo.. ti prego parla con me. Non voglio infastidirti di nuovo. Vorrei solo poterti spiegare tutto".

L'alcol che aveva bevuto ronzava nella sua testa, che si sentì come se il suo cervello fosse stato riempito d'aria.

Si guardò intorno nel parcheggio , sperando di beccare qualche collega che se ne stava andando per poter chiedere un passaggio, ma fuori non c'era ancora nessuno.

C'erano solo lui, il suo ex ragazzo e qualche cliente vicino al club che non stavano prestando nessuna attenzione a loro due.

Dannazione.

"Kurt.. non posso.."

"Solo per stasera. Ho bisogno di spiegarti tutto. Posso portarti a casa e parlare in macchina mentre andiamo o possiamo farlo più tardi.. solo.. ti prego.. Blaine?"

C'era ancora tanto che Blaine avrebbe voluto dire, ancora tanta rabbia che avrebbe voluto vomitare contro il suo ex che aveva anche il coraggio di essere li, di averlo seguito dappertutto , ma si sentiva così male e così esausto che sapeva che da un loro litigio in questo momento non ne sarebbe uscito vincitore.

Non ce l'avrebbe fatta.. non nel suo stato d'animo.

Così, scrollando le spalle, fece un passo avanti, inciampando in una crepa del marciapiedi, poi , ritrovando l'equilibrio, tolse la sua sacca dalla spalle e la passò a Kurt.

Il suo ex la prese, la lanciò sul sedile posteriore e poi aspettò che Blaine si sistemasse sul sedile del passeggiero prima di mettersi alla guida.

"Grazie".

"Vengo con te solo perché Avery mi avrebbe ucciso se l'avessi chiamata ora dicendole di essere ubriaco fradicio, okay?"

"Sei ubriaco?"

"Per quale altro motivo avrei accettato un passaggio da te, Kurt?" rise amaramente Blaine, voltandosi sul sedile per fissare l'altro uomo, prima di chiudere gli occhi poggiando la testa sul cruscotto; i suoi capelli sfiorarono l'avambraccio di Kurt.

"Perché non sei rimasto dov'eri? Perché sei dovuto tornare?"

Kurt si morse il labbro, gli occhi fissi sulla strada mentre il suo cuore batteva forte in petto.

Avere Blaine con lui in macchina significava avere di nuovo Blaine così vicino dopo anni ( se non contiamo la prima sera in cui si sono incontrati di nuovo) ed onestamente Kurt avrebbe voluto fermare la macchina su di un lato della strada fin quando non avesse avuto la possibilità di raccontare tutto quello che aveva bisogno di dirgli.

Tuttavia, Blaine era completamente distrutto accanto a lui, il corpo accasciato mentre balbettava tra se e se e tutto quello che Kurt avrebbe in realtà voluto fare era prendersi cura di lui, anche se era quasi certo che Blaine non glielo avrebbe mai  permesso.

"C'è qualcuno a casa tua?"

"Landon e.. ed.. Avery".

"Credi che mi ammazzerà quando mi vedrà?"

"No.. ammazzerà me. Poi forse anche te. Non lo so. Ma siamo ancora qui?"

"Non stai per vomitare, vero? Perché la macchina non è mia . E' di Rachel".

Blaine ridacchiò, rialzandosi per potersi sedere meglio sul sedile.

"Se devo.. vomiterò comunque. Chi se ne frega di chi è la macchina?"

Blaine chiuse gli occhi di nuovo, massaggiandosi con una mano lo stomaco e Kurt distolse lo sguardo dalla strada per un secondo, abbassandolo sulla mano del suo ex e sul punto in cui Blaine l'aveva lasciata.

Molto tempo fa, aveva portato il loro bambino da solo, vagando per la California , cercando di trovare uno scopo... cercando di trovare se stesso...

Vedere Blaine con la mano sul suo grembo fece chiedere a Kurt quanto fosse stata dura per Blaine.

"Mi dispiace, sai? So che probabilmente non significa nulla per te.. ma mi dispiace.. Sono davvero dispiaciuto!"

"Hai ragione.. Non significa nulla. Solo.. svegliami quando siamo a casa".

 

Settembre 2014

"Non immagini cosa ho sentito?"

"Non lo so Cooper. Cosa hai sentito?" gemette Blaine, sistemando meglio il suo pesante corpo sul divano, mentre ruotava i fianchi per trovare una posizione più comoda per riposare.

Era ormai difficile anche sedersi per lui.

Il bambino era in una posizione così bassa che tutto gli faceva male.

La sua schiena.. i suoi fianchi.. le sue gambe.. sia che facesse yoga o qualche bagno caldo niente sembrava aiutarlo.

Sospirando, si passò una mano sul ventre sistemando il cellulare vicino al suo orecchio, ascoltando attentamente suo fratello farneticare in continuazione della nuova pubblicità che stava facendo.

".. e non ci crederai! Secondo Glenna, l'assistente del mio agente, se non sai chi è... la tua vecchia amica del liceo.. quella ragazza.. Rachel?

E' in trattativa in questo momento per avere un suo show personale.

Credo che l'abbiano vista a Broadway e vogliono darle uno show e ci stanno lavorando adesso. Ci vorrà del tempo per avviarlo e tutto il resto, ma è pazzesco no?

Sarà meglio che mi faccia partecipare. Sono io che le ho insegnato tutto quello che sa comunque. Ricordi quella mia lezione di recitazione..."

Cooper continuò a farneticare, la sua voce ticchettava nel suo orecchio , ma Blaine a malapena prestava attenzione se non per quel ronzio delle interferenze del suo cellulare.

Dopo che suo fratello aveva menzionato Rachel , tutto quello a cui Blaine riusciva a pensare era come ( alcuni mesi prima ) tutto il suo mondo fosse crollato e a come Rachel ( e tutti gli altri ) avevano avuto una parte enorme in questo.

Se fosse stato una persona cattiva , avrebbe augurato a tutti loro tutto il male possibile, ma non poteva non quando gli importava ancora così tanto di loro.

C'erano sere mentre era seduto tutto solo nell'appartamento di Cooper che non voleva altro che telefonarli per dirgli dove si trovava.

C'erano sere quando il bambino scalciava o faceva qualcosa di straordinariamente folle che desiderava chiamare Kurt e pregarlo di rimettersi insieme così da poter crescere loro figlio insieme.

Diamine, tutte le tappe della gravidanza se li era goduti sostanzialmente lui e lui solo.

Cooper era troppo occupato a viaggiare per il paese per fare spot o foto pubblicitarie, così Blaine era tutto solo per la maggior parte del tempo.

Andava ai suoi appuntamenti tutto da solo, andava al corso preparto da solo e per un momento, aveva persino pensato di frequentare la UCLA per poter avere qualche vantaggio per qualche corso universitario.

Ma quando realizzò che sarebbe stato incredibilmente difficile crescere un bambino da solo ed allo stesso tempo seguire le lezioni , abbandonò l'idea, decidendo di prendere le cose una per volta.

Mancava solo poco più di un mese al parto.

Un altro mese di dolori, pene ed agonia e poi tutto questo ne sarebbe valsa la pena.

Non gli importava dover gestire tutto questo, voleva solo che suo figlio fosse sano... il bambino che era l'ultimo legame tra lui e l'Ohio.

Questo bambino per lui significava più di altra cosa al mondo , persino più della sua stessa vita.

Più ci pensava e più realizzava che se non fosse stato per il bambino che portava in grembo, lui non avrebbe resistito così tanto come aveva fatto.

Il suo bambino gli aveva dato uno scopo.

Suo figlio gli aveva dato una ragione per vivere quando pensava di non averne più una.

Massaggiandosi la pancia, salutò suo fratello , chiudendo la telefonata prima di gettare il cellulare di lato.

Il bambino , quando sentì la pressione delle sue dita, scalciò: forti colpi contro il suo ombelico che lo fecero sorridere teneramente e che gli riempirono il cuore.

"Davvero non vedo l'ora che tu sia qui . Sono così solo " sussurrò , chiudendo gli occhi lasciando che le lacrime ,trattenute alle notizie di Cooper su Rachel , cadessero.




"Blaine? Hey svegliati, siamo arrivati" Kurt punzecchiò il suo ex  con un dito , colpendo la spalla di Blaine mentre l'altro uomo brontolava nel sonno prima di voltarsi , finalmente , a fissarlo.

"Cosa vuoi?" si lamentò Blaine, spingendo via la mano di Kurt per poi slacciarsi la cintura di sicurezza e scendere dalla macchina.

Non appena mise una gamba fuori dalla macchina , inciampò e quasi cadde a faccia a terra , annaspando quando sentì qualcuno afferrarlo per la vita rimettendolo in piedi.

Kurt era al suo fianco, un braccio avvolto attorno a lui, fermo, mentre nell'altra mano teneva le chiavi della macchina, gli occhi fissi sull'uomo malfermo accanto a lui.

"Non ho bisogno del tuo aiuto"

"Sei un pò fuori forma in questo momento, Blaine. Lascia che ti accompagni sopra e poi ti lascerò da solo , okay?"

"Non ho mai avuto bisogno di te. Non ho bisogno di te, sai? Non ho avuto bisogno di te per anni. Non una volta. Per nulla".

“Lo so. Te la sei cavata così bene”.

Blaine si fermò.

"Ti stai prendendo gioco di me?"

Blaine si staccò dalla stretta di Kurt e fissò il suo ex gli occhi infuocati dalla rabbia e dall'ebbrezza.

 " Non ti permettere.. non ti azzardare a prenderti gioco di me perché faccio quello che devo per tirare avanti".

"Non mi stavo prendendo gioco di te.. Stavo concordando con te.. Hai fatto del tuo meglio per prenderti cura di te stesso e di Landon. L'ho capito ora. Non mi prenderei mai gioco di te per il fatto che ti prendi cura della tua famiglia. Mai".

"Non mi fido di te. Nemmeno un pò.. mai più.."

Spinse via Kurt ed inciampò sul marciapiede di nuovo , poi tremante digitò il codice notturno per entrare nell'edificio prima di aprire con forza il portone d'ingresso barcollando , con Kurt alle calcagna.

Mentre Blaine si dirigeva verso l'ascensore, Kurt lo seguiva ad una certa distanza; abbastanza lontano , in modo che Blaine non l'aggredisse per essergli troppo vicino.. ma vicino abbastanza in modo da essere in grado di prendere al volo Blaine nel caso dovesse cadere di nuovo.

"Ancora non sono certo del perché tu sia qui", Blaine continuò a farneticare, entrando in ascensore, prima di premere il bottone del suo piano.

"Per tutti questi anni sei rimasto a New York.. poi BAM un giorno sei comparso da queste parti e mandi di nuovo a puttane la mia vita."

"Non sapevo che fossi qui.. Se lo avessi saputo sarei venuto tanto.."

"Stronzate.. Non rifilarmi stronzate Kurt. Ti saresti girato dall'altra parte se mi avessi visto anni fa e lo sai. L'unica ragione per cui sei qui è che vuoi bruciare quest'ultimo ponte prima di sposarti".

Blaine abbassò lo sguardo sulla mano di Kurt, fissando direttamente il suo anello, accigliandosi per un momento prima di chiudere di nuovo gli occhi.

"Probabilmente è tutto quello che io non sono mai stato , giusto?"

"Blaine..."

L'ascensore suonò, le porte scorrevoli si aprirono.

Blaine si precipitò immediatamente fuori dal piccolo spazio chiuso , trascinando i piedi sulla moquette a fantasia ed inciampando contro la sua porta; armeggiò con le sue chiavi , decidendo alla fine di continuare a bussare fin quando la porta non venne spalancata ed una annoiata Avery apparve sulla soglia.

"Sei.. Blaine? Cosa ci fai a casa così presto? Dovevi chiamarmi..."

Si bloccò all'istante quando vide Kurt avvicinarsi a loro, così , spalancando gli occhi , si allungò, afferrò Blaine per un braccio e lo tirò in casa, sbattendo la porta non appena Blaine fu  in casa.

"Ti ha seguito fin qui? Cosa ci fa qui?"

"Mi ha portato a casa "

"Perché?! Blaine hai detto che non volevi vederlo mai più! Perché è qui? Perché non mi hai chiamato? Sarei venuta a prenderti!"

"Vuole parlare! Tanto vale lasciarlo parlare così poi posso dirgli di andare al diavolo ed andare avanti, capisci?"

"Ma non gli devi nulla!"

Blaine annuì , collassando su di una sedia dal tavolo della cucina.

Appoggiò la testa pesante sul fresco legno, chiudendo gli occhi mentre ascoltava i leggeri colpi che Kurt stava facendo bussando alla porta d'ingresso chiusa.

"Lo so che non gli devo nulla ma continuerà ad infastidirmi fin quando.."

"Allora chiama la polizia! Non ha nessun diritto di ..."

“Sono passati tre anni, Aves.

Tre anni e pensavo di averlo superato.

Ho continuato a dirmi.. ho continuato a dirmi che avevo chiuso con lui, che non mi ha mai meritato.. che non ho mai meritato quello che mi hanno fatto .. ma ora.. sono tutti qui.

Tutti loro.. ogni singola persona che mi ha ferito.. e non importi quanto io li odi.. quanto io li ho odiati.. sento ancora la loro mancanza, sai?” sbuffò, scuotendo la testa, “E’ una stronzata vero? Voglio che se ne vadano.. ma odierei vederli andar via…?

Ho fatto il meglio che ho potuto senza di loro.. ho costruito la mia vita qui .. ed ora… sono tornati tutti.

Ora LUI è qui.. ed è come se io non avessi fatto nulla…

La parte stupida di me.. quello stupido diciannovenne che era innamorato pazzo di Kurt.. vorrebbe tornare indietro.. ed io .. non so cosa fare”.

“Dovresti dargli una bella spinta e ricordargli che è stato preso a calci mentre era a terra.

Non puoi lasciare che accada di nuovo ..

Mi ricordo come stavi allora.

Ricordo quando stavi per partorire .. quanto fossi spaventato e solo .. e tutto quello che volevi  era la tua famiglia.

Me lo ricordo perché IO ero li in quella stanza con te, Blaine.

Chi c’era li?

Nessuna di queste persone che vorresti lasciar rientrare di nuovo nella tua vita!

Nessuno di loro era li!

Non erano con te quando Landon ha scalciato per la prima volta!

Non erano con te quando sei entrato in travaglio.. o quando lui è nato!

Si sono persi il suo primo sorriso.. i suoi primi passi.. le sue prime parole.. il suo primo tutto.. solo perché ti hanno trattato di merda!”

Si fermò, asciugandosi le lacrime che scendevano sulle sue guance.

“Non ti sto chiedendo di tagliarli fuori per me.. voglio che tu dica loro di lasciarti in pace per il tuo bene”.

Accanto a lei Blaine restò in silenzio, la testa ancora appoggiata sul tavolo, mentre ascoltava ogni singola parola che la sua migliore amica gli stava dicendo.

Avery aveva ragione.. lui lo sapeva.. e Kurt stava ancora bussando a quella fottuta porta!

Tuttavia, per quanto Avery avesse ragione, lui avrebbe fatto entrare Kurt, lo avrebbe lasciato parlare e poi gli avrebbe detto quello che aveva da dirgli per se stesso prima di accompagnare Kurt e tutti gli altri di nuovo fuori dalla sua vita.

Questo era tutto quello che voleva.. ascoltare quello che Kurt aveva da dire ed assicurarsi che Kurt ascoltasse lui.

Dopo di che, tutto sarebbe finito.

Avrebbe seppellito quella parte del suo passato e sarebbe andato avanti, solo lui, Landon e chiunque volesse far parte delle loro vite.

“Avery?”

“Si?”

“Puoi farlo entrare per favore?”

“Blaine…”

“ Ti prometto che non mi comporterò come un fifone.. Voglio solo ascoltare quello che ha da dire.. Sono quasi sicuro che sia qualche cazzata sul non poter tornare indietro e dopo questo.. gli dirò tutto quello che penso e dovrà ascoltarmi e poi potrà lasciarsi questa cazzo di storia alle spalle e tornare dal suo fidanzato ed andare a vivere a New York o dove diavolo ha pianificato di vivere”.

“Posso restare con te se vuoi…”

“Va tutto bene. Posso prendermi cura di me stesso”.

Si alzò, ondeggiando per un secondo, fermandosi poi per ritrovare l’equilibrio, quindi le indicò la porta.

“Se dovesse tentare qualcosa, cosa che sono certo non farà, gli darò un bel calcio in culo.

Ricorda.. so tirare di boxe ed ho anche preso lezioni di autodifesa dopo che quel tipo…lo sai”.

“Lo so..”

Prima che potesse raggiungere la porta, Blaine la fermò, sorridendole quando alla fine si voltò per salutarlo.

“Hey Aves?”

“Si?”

“Lo sai che ti voglio bene, ma posso prendermi cura di me stesso.

Non sono più quel patetico e piagnucoloso ragazzino che hai incontrato in ospedale tre anni fa”.

“Lo so.. Sei cresciuto molto.. Sei un uomo adesso .. ed un ottimo padre”.

“E tu sei la mia migliore amica. Ti voglio bene”.

“Ti voglio bene anche io”.

Dandogli un ultimo sorriso, Avery aprì la porta d’ingresso, il suo viso cambiò espressione da felice ad incazzata  in meno di due secondi e mezzo.

Kurt fece un passo indietro, inspirando profondamente mentre la ragazza di fronte a lui afferrava la borsa dalle mani di Blaine e si rimetteva le scarpe.

Una volta che fu pronta ad andarsene, si avvicinò a Kurt, entrando nel suo spazio personale e sibillò.

“Se gli fai di nuovo del male, desidererai non mettere mai più piede in California”.

Kurt ebbe a malapena il tempo di espirare che lei era già andata via, precipitandosi come una furia per il corridoio evitando però l’ascensore per poter prendere le scale.

Una volta che sparì dalla loro vista, Kurt si voltò verso Blaine ed entrò nell’appartamento , riprendendo fiato, quando vide quanto fosse bello l’appartamento.

“Così questa è casa tua?”

“Questa è casa mia”.

“E’.. molto bella”.

“E’ vivibile.. Non è grande.. ma ha le dimensioni giuste per me e Landon”.

Mentre Kurt si guardava attorno, Blaine chiuse a chiave entrambe le serrature prima di mettere anche la catenella.

Una volta che tutto fu ben chiuso, superò Kurt ,attraversò il corridoio buio fin quando non si fermò davanti ad una stanza con la porta socchiusa.

Kurt lo seguì, non sapendo cosa potesse fare in questo posto estraneo, ma.. quando si fermò davanti alla soglia, il suo cuore si fermò.

Blaine era inginocchiato sul pavimento , con la punta delle dita accarezzava la guancia di Landon che dormiva, poi si allungò per lasciare un bacio sulla testa del piccolo ometto.

Dalla soglia, Kurt riuscì a vedere le lacrime sul viso di Blaine, poté vedere qualcosa di simile alla sofferenza ed alla paura brillare in quegli occhi dorati che lui conosceva così bene e si chiese cosa stesse passando nella testa del suo ex.. sia che avesse a che fare con lui o per qualcosa che era successa prima che i due si incontrassero.

Era molto difficile dimenticare le parole di Sam una volta che il suo amico era uscito dal club, scosso ed esausto.

Sam aveva a malapena menzionato quello che Blaine gli aveva detto, ma disse che il loro amico era crollato poco prima che un altro ballerino lo cacciasse via e fu in quel momento che Kurt decise di rimanere ad aspettare che Blaine finisse di lavorare.

Doveva parlare con lui, così Sam chiamò Mercedes ed in qualche modo Santana le procurò una piccola macchina per poterlo riportare a casa e poter così lasciare la macchina di Rachel a Kurt.

Era l’unico modo per convincere Blaine ad andare con lui ed aveva funzionato.. anche se ora Kurt  non aveva idea di cosa avrebbe fatto o detto .

Perché , uno, Blaine era leggermente ubriaco e , due, Kurt era spaventato a morte.

“Papà… chi è quel signore?”

Il suono della piccola voce interruppe i suoi pensieri ed abbassò lo sguardo, la gola chiusa quando vide Landon mezzo sveglio che lo stava fissando , agitando la manina addormentata verso Kurt fin quando l’altro uomo non rispose.

Kurt lo salutò .

“Ciao Landon”.

“Ciao”.

“Devi tornare a dormire , cucciolo” sussurrò Blaine, aiutando il piccolo ometto a stendersi prima di riaggiustargli la copertina.

Fu solo quando Blaine rimboccò le coperte a Landon che Kurt notò che sulla biancheria del lettino c’era Dumbo, uno dei suoi film della Disney preferito.

“Non sapevo che facessero la biancheria di Dumbo?”

“Nemmeno io all’inizio” disse Blaine a bassa voce accarezzando la manina di Landon sopra il piumone, “ E’ incredibile le cose che si riescono a trovare nel negozi dell’usato”.

Mentre Blaine continuò ad aiutare Landon a stendersi , il bambino tirò su col naso e Blaine gli accarezzò i capelli, coccolandolo , la voce così dolce che Kurt si sentì un intruso in questo loro momento che non avrebbe dovuto vedere… o forse si?

“Cosa c’è tesoro? Ti fa ancora male il pancino?”

“Un po’”.

“Hai preso le tue medicine?”

“Si.. Zia A mi ha fatto anche una zuppa ma il pancino mi fa ancora male”.

Si accoccolò al padre e Blaine , ignorando completamente Kurt sulla soglia si stese sul lettino accanto al figlio, abbracciandolo forte mentre il piccolo piagnucolò , rannicchiandosi contro di lui.

“Mi dispiace che ancora non ti senti bene, tesoro. E mi dispiace di averti lasciato anche stasera”.

Landon piagnucolò ancora un po’ , chiudendo gli occhi quando Blaine strinse un po’ di più il suo corpo , canticchiando a voce abbastanza bassa che Kurt riusciva a malapena a sentirlo.

Kurt sapeva che Blaine conosceva la canzone, ma forse non ricordava quando l’aveva sentita, così Kurt rimase ad osservare la coppia, la vista sfocata mentre li guardava interagire.

Se non fosse stato così stupido avrebbe potuto anche lui far parte di tutto questo.

"Baby mine, don't you cry.

 Baby mine, dry your eyes.

 Rest your head close to my heart, never to part, baby of mine..."

“Piccolo mio , non piangere.

Piccolo mio , asciuga le tua lacrime.

Appoggia la testa vicino al mio cuore..

Non ci separeremo mai , piccolo mio”

 

Aprile 2011

“Hey.. stai bene?”

“Sto bene “ squittì Kurt, abbassando la testa mentre cercava ( fallendo) di asciugarsi le lacrime , con discrezione, che si erano formate agli angoli dei suoi occhi.

Blaine fermò il film , così la casa rimase completamente silenziosa e gli unici rumori che si potevano sentire era solo il leggero piagnucolio di Kurt mentre cercava di non crollare.

“Non stai bene.. Cosa c’è che non va?”

Blaine allungò una mano, intrecciando le loro dita mentre il suo fidanzato si asciugava il viso sulla manica della felpa.

Era una serata pigra per loro.. un appuntamento serale.. una delle poche serate in cui avevano casa quasi tutta per loro.

Carole era in giro da qualche parte, mentre tutti gli altri erano fuori, così avevano deciso di cenare e poi vedere un film insieme a casa Hudson-Hummel .

Kurt aveva ordinato del cibo d’asporto e lasciò che Blaine scegliesse il film; cosa che probabilmente era stata una pessima idea , visto che , per chi sa qualche strana ragione, Blaine non aveva fatto altro che parlare di quanto avrebbe voluto vedere Dumbo.. così aveva scelto proprio quel film.

Naturalmente Kurt non aveva avuto il coraggio di dirgli che Dumbo era uno dei suoi film preferiti ma che lo facevano piangere e, come previsto..quando Dumbo venne separato da sua madre e lei gli canta “Baby Mine”, le lacrime iniziarono a scorrere copiose… che era poi questo il motivo per cui erano arrivati a questo punto.

“Kurt?”

“E’ solo.. questo film.. Io e mia madre lo vedevamo spesso quando ero piccolo e mamma mi cantava questa canzone e…”

“Oh!.. Oh Kurt mi dispiace. Io non.. non lo sapevo”.

“E’ okay.. Va tutto bene .. solo.. mi ero dimenticato di quanto amassi questa parte.. mi manca tanto sai?”

“Lo so.. Mi dispiace”

Blaine lo tirò tra le sue braccia, stringendolo forte mentre Kurt, dopo aver preso qualche respiro tremante, si calmò tra le braccia del suo fidanzato.

Era meraviglioso essere li, .. avere qualcuno che lo abbracciasse ogni volta che si sentiva triste o giù o altro.

Le braccia di Blaine attorno a lui, lo facevano sentire bene e sospirò, accoccolandosi di più tra le sue braccia mentre Blaine si stendeva sul divano con Kurt appoggiato contro il suo petto.

“Possiamo fermarlo il film se vuoi”.

“No.. stai morendo dalla voglia di vederlo. Possiamo continuare.. Solo.. non giudicarmi se dovessi piangere”.

“Non ti giudicherò, sciocchino. Stavo per piangere anche io quando ho visto te farlo”.

“Beh.. se piangiamo entrambi, possiamo farlo insieme”.

“D’accordo..”

Per la fine dei quella canzone, stavano entrambi piangendo, abbracciati l’un l’altro, e nonostante Kurt sentisse tantissimo la mancanza di sua madre, era contento che ci fosse Blaine a farlo sentire meglio.



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"But you're so precious to me, sweet as can be, baby of mine.."

“Sei così prezioso per me, dolce come solo tu puoi essere.. piccolo mio”

La voce di Blaine si sentì per tutta la stanza, vibrando fin dentro l’anima di Kurt che indietreggiò , allontanandosi correndo per il corridoio, mentre le lacrime continuarono a scorrere ed a cadere dal suo mento fin sopra i suoi vestiti.

Solo sentire il suo ex cantare a loro figlio spezzò il suo cuore in un milione di pezzi.. in molti più pezzi di quanto avesse mai pensato si potesse spezzare ancora.

Col cuore in frantumi, si accasciò sul divano , singhiozzando , la testa tra le mani, mentre l’appoggiava sulle ginocchia, crollando quando si rese conto di tutto quello che aveva perso solo per colpa di una stupida scenata, tutto per colpa della sua stupida gelosia.

All’epoca era così arrabbiato con Blaine per avergli mentito ed ora era incazzato con se stesso per aver lasciato che tutto finisse solo a causa della sua paura di diventare un “marito trofeo”.

Perché guardando la vita di Blaine adesso.. non importava quando fosse dura per lui.. la vita di Blaine era ricca di amore, ricca per il piacere di avere una famiglia meravigliosa.. e Kurt.. lui.. si aveva un ricco fidanzato e buoni amici.. ma non aveva nulla di quello che aveva Blaine.

Niente..

Non una meravigliosa famiglia ed il loro amore incondizionato.

La sua vita in confronto era povera e l’odiava… la odiava perché non aveva nessuno da incolpare se non se stesso.

 


NOTE

* La canzone è “Pour some sugar on me”  dei Def Lappeard

Come promesso ecco il capitolo..

Blaine per fortuna non è riuscito ad andare fino in fondo con Richard...

abbiamo conosciuto un pò di più Avery e la sua combattività

E Blaine , anche se ubriaco, ha deciso di ascoltare Kurt...

Cosa gli racconterà?

Cosa succederà?

Alla prossima !!!!!!!!

Link capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10334792/7/What-I-Call-Life
  
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