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Autore: Fonissa    14/04/2017    2 recensioni
[Genderfluid!Yuri]
"Basta Mila, è inutile ripetermelo, non dirò niente."
"Ti farai del male continuando così, loro ti vogliono bene."
"E' solo una cosa temporanea, posso benissimo vivere senza che loro la sappiano."
Mila sospirò sconsolata, scostandosi un ciuffo di capelli rossi da davanti gli occhi. Guardò l'amica, increspando le labbra.
"So benissimo il fastidio che provi quando ti chiamano con il nome sbagliato... Yulia."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mila Babicheva, Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yulia Plisetsky
Coming Out
Non appena Mila si svegliò il giorno dopo, ancora in pigiama, si diresse verso camera di Yuri. O di Yulia, visto che probabilmente anche quel giorno si sarebbe sentita femmina, ma era abituata a chiamarlo con il maschile fino a una sua conferma. Era proprio per questo che stava andando, per dargli sostegno morale. Quel giorno avrebbero avuto gli allenamenti, quindi sarebbe stata ancora più dura del solito. Una volta, Yuri aveva provato a spiegarle come ci si sentiva quando tutti non riconoscevano il tuo genere. Era come avere costantemente addosso dei vestiti stretti che ti davano fastidio e che non ti piacevano, mentre tutti cercavano di farteli piacere per forza, nonostante non te li sentissi bene addosso.
“Yuri… -disse, bussando alla porta del biondo- o Yulia?” aggiunse sottovoce.
“Yulia.” Rispose la minore, aprendo la porta.
“Anche oggi?” chiese Mila, entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.
“L’ultima volta è durato una settimana intera, ricordi?”
“Si, come ricordo che ci sono giorni in cui cambi da un’ora all’altra, e ti arrabbiavi pure se ti chiamavo con il nome sbagliato.”
“Sono giorni rari, ma comunque…”
Proprio mentre stava parlando, qualcun altro bussò alla porta con una certa insistenza.
“Yurio! Sei pronto per oggi? Noi ti aspettiamo.” diceva la voce allegra di Viktor.
“Viktor, lascialo stare. E’ presto, magari si è svegliato ora.”  aggiungeva Yuuri.
Yulia sospirò sentendo la voce di quei due, iniziando a cercare qualcosa né di troppo maschile, né di troppo femminile, ma adatto per pattinare.
“Sarebbe tutto più facile se lo sapessero.” Gli suggerì Mila. E Yulia non poteva negare che era così. In realtà ci aveva riflettuto tutta la notte, valutandone i pro e i contro. Era stato il vestito a far nascere i suoi dubbi, lo sapeva benissimo, e ora non poteva tirarsi indietro. Forse davvero era la soluzione migliore, forse Yuuri e Viktor avrebbero perfino potuta aiutarla. Ma se invece si fosse rivelato il completo opposto? Se avessero iniziato a guardarla con occhi diversi, a considerarla diversa o, addirittura, a evitarla? Sarebbe riuscita a sopportarlo?
“Sai benissimo che non ti discriminerebbero, Yulia. Non sono quel tipo di persone.” Esclamò Mila, poggiandogli le mani sulle spalle e costringendola a guardarla negli occhi. Yulia non lo avrebbe mai ammesso di sua spontanea volontà, ma Mila per lei era diventata come la sorella che non aveva mai avuto, e averla vicina le dava quel briciolo di coraggio e sicurezza in più che gli serviva per fare il passo avanti.
“Non lo so, Mila. Sicuramente non capirebbero.”
“Nemmeno io lo capisco appieno, eppure con me ti trovi bene. Me lo spiegasti proprio tu all’inizio, ricordi? Non serve capire, serve solo…”
“…il rispetto.”
“Esatto. E fidati che quello, Viktor e Yuuri te lo darebbero a occhi chiusi.”
Yulia prese un respiro profondo, poi, con gli occhi chiusi e le mani strette a pugno, annuì. Mila le sorrise, poi aprì la porta, trovandosi davanti Viktor e Yuuri che la guardavano confusa.
“Mila? Che ci fai qui?” chiese Viktor, sbattendo le palpebre un paio di volte.
“Stavo parlando con… Yuri. C’è una cosa che vorrebbe dirvi -si girò verso l’amica, con sguardo dolce- vuoi che me ne vada?”
“No, rimani. Tu ci devi essere.”
Mila sorrise, facendo entrare i due che guardavano la scena confusi. Li fece sedere sul letto, mentre Yulia era di fronte a loro a sguardo basso. Tutta la grinta e la spavalderia che aveva sempre con sé sembravano sparite da un momento all’altro, nel momento in cui Yuuri e Viktor avevano messo piede in quella stanza.
“Che dovevi dirci, Yurio?” chiese Yuuri, capendo la difficoltà di chi si trovava di fronte a lui. Ma questo ebbe l’effetto contrario, infatti Yulia iniziò a tremare non appena sentì il nome Yurio. Non era nemmeno il suo nome esatto, ma in quell’occasione aveva il potere di farla sentire sbagliata.
“Puoi farcela.” Sussurrò Mila, facendole segno di parlare.
‘No, non posso farcela. E’ stata una pessima idea.’
Queste erano le uniche cose che riusciva a pensare. Ogni volte che apriva la bocca per parlare le parole gli morivano in gola e il cuore le batteva più velocemente. Poi, rivolgendo i suoi occhi verso l’armadio, un’idea le arrivò dritta in mente e schiarì il turbinio di pensieri che aveva in testa. Se non riusciva a spiegarlo a parole, lo avrebbe mostrato. Scambiò un’occhiata con Mila, che capì solo dopo qualche secondo, e le sorrise incoraggiandola. Sotto lo sguardo stupito dei due uomini ancora seduti sul letto, Yulia aprì velocemente l’armadio, afferrò la busta che le aveva dato Mila il giorno prima insieme a un paio di scarpe nascoste sul fondo, per poi dirigersi verso il suo bagno in camera personale. Si cambiò velocemente, attenta a non rovinare il vestito, poi indossò le scarpe, ovvero degli stivaletti con un tacco basso. Aprì uno degli armadietti del bagno, trovando i trucchi che le aveva prestato la rossa. Lucidalabbra rosa chiaro, una linea di eyeliner e un po' di mascara, concludendo alzandosi i capelli in una coda. Non si truccava spesso quando si sentiva femmina, ma solo in quel momento capì che semplicemente non c’era mai stata una vera occasione. A che scopo truccarsi, se poi si sarebbe solo nascosta?
Poggiò le mani sul lavandino, guardando dritto il suo riflesso allo specchio. Disse e ridisse lo stesso discorso che si era fatta ogni giorno per tre mesi, quando aveva scoperto di essere genderfluid. Quando finalmente si sentì pronta, ritornò nella sua camera. Non guardò nessuno in faccia, anche se poteva sentire i loro sguardi bruciargli addosso. Si guardò allo specchio intero che aveva in camera, dicendo:
“Mi chiamo Yuri Yulia Plisetsky, ho quindici anni e vengo dalla Russia. La mia vita ruota intorno al pattinaggio e sono arrivata prima sia ai campionati Junior sia al Grand Prix Senior. Ma oltre a questo, mi piacciono i ragazzi e… sono Genderfluid, il che vuol dire che ci sono dei periodi in cui mi sento maschio, altri in cui mi sento femmina. L’ho scoperto un anno e mezzo fa. Ho mantenuto il mio segreto per sei mesi, poi mi sono confidata con Mila. Il mio nome femminile è Yulia, quello maschile Yuri e li considero entrambi come miei nomi. Oggi, mi sento una ragazza.”
Solo in quel momento si voltò verso Yuuri e Viktor, che la stavano guardando a occhi e bocca spalancata, non sapendo nemmeno loro cosa dire. Yulia si morse il labbro, sentendo il sapore del lucidalabbra in bocca. Mila guardava la scena a metà tra il divertito e l’intenerito. Sapeva che quel discordo aveva aiutato Yulia a fare chiarezza nella sua mente e a darle autostima. Con lei, aveva fatto coming out nello stesso modo.
“Quindi, tu ti senti una ragazza ora?” chiese Viktor. Probabilmente aveva avuto un tale shock che lo aveva assimilato in ritardo.
“Si, esattamente. Quindi dovete chiamarmi Yulia e usare il femminile.”
“E dobbiamo trattarti come una ragaz-“
Viktor non finì di parlare, poiché la voce della bionda lo sovrastò.
“Sono sempre io, idiota! Cambia solo il mio nome e il pronome!”
“Non riesco a capire…”
“Non serve capire -intervenne Mila- basta solo un po' di rispetto. Vi ci abituerete presto, fidatevi.”
“Beh, il fatto che tu spesso ti senta una ragazza spiega molte cose.” Esclamò Yuuri, che ancora non aveva parlato. Si alzò dal letto, avvicinandosi a Yulia.
“Potevi dircelo prima, Yur- volevo dire, Yulia. Avremo evitato di farti sentire a disagio.”
“Era difficile.” Rispose spontaneamente la più piccola, troppo scossa per provare a essere fredda.
“Si, capisco. Tranquilla, d’ora in avanti non ti metteremo mai più a disagio. Vero, Viktor?” finì Yuuri, girandosi verso il fidanzato, che annuì sorridendo, prima di dire:
“Comunque, quel vestito ti sta una meraviglia!”
 
I quattro giorni successivi, Yulia li passò tra gli allenamenti e le spiegazione a Viktor e Yuuri, che erano ansiosi di riuscire a sentire ogni dettaglio. Viktor le promise che anche lui le avrebbe fatto un regalo, e le disse che se voleva, poteva venire col il vestito regalatole da Mila al matrimonio suo e di Yuuri. Come c’era da aspettarsi, Yulia gli urlò contro che mai e poi mai si sarebbe fatta vedere vestita in quel modo in mezzo a tutte quelle persone.  Il quinto giorno, si alzò dal suo letto, e guardandosi allo specchio sussurrò:
“Yuri.”
Si sentiva maschio quel giorno. Ma ovviamente, i discorsi non finirono, anzi si ritrovò a spiegare come non si sentisse sollevato perché si sentiva maschio, e come non considerasse la parte maschile più importante di quella femminile. E alla fine di quel giorno, guardandosi allo specchio, potette dire:
“Io sono semplicemente io, maschio o femmina che sia.”
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed eccoci alla fine! Che dire, ho amato scriverla, tanto che pensavo di scriverci una OS collegata a questa mini-long, sperando che questa volta sia davvero una OS XD
Ditemi voi cosa ne pensate
-Fonissa
  
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