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Autore: missjendy99    14/04/2017    2 recensioni
La propagazione del virus S420 è al 80%.
Pochi giorni al completamento, pochi giorni all'apocalisse.
Il virus S420 è un virus potenzialmente letale di rapida propagazione. Esso si diffonde tramite contatto diretto.
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Mentre chiudo il cofano sento una pistola puntata alla testa. Merda. Sono stata incauta. Mi giro lentamente e vedo un ragazzo, sui 20 anni con una pistola puntata alla mia testa. Sanguina e ha gli occhi vitrei; è un contagiato.
" Dammi le chiavi dell'auto" mi ordina.
" Non riusciresti a guidarla. Da quanto sei un contagiato? "
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E nel mentre faccio partire i tergicristalli svolto verso l'autostrada.
Con la visuale libera riapro gli occhi.
Matt mi guarda sconvolto " Sei una condannata."
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"Ora dovremmo essere a posto." chiudo il cofano e mi volto verso di lui.
Ha lo sguardo vacuo come se improvvisamente stesse rivivendo un ricordo fin troppo bello o fi troppo doloroso.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1


Prima devo trovare un mezzo di trasporto e poi devo pensare alla benzina, quattro taniche dovrebbero bastare.

Le provviste sono un po' più complicate da recuperare. Il negozio più vicino a me è fin troppo scoperto, non mi piace è una preda facile, ma non ho tempo è l'unica opzione opinabile.

Mi reco quindi dal droghiere con due zaini capienti ma non troppo ingombranti e faccio scorta di cibo preconfezionato, acqua e sigarette.

Finito di riempire il secondo zaino sento un rumore sospetto. Chiudo rapidamente la lampo dello zaino ed estraggo le due pistole di cui non mi separo mai.

Inizio a recarmi in silenzio verso l'uscita ma poi sento un grido disumano.

Mi fermo.

Il profumo inebriante di qualcosa di profondamente sbagliato: odore di sudore, sangue e qualcosa che non riesco ancora pienamente a capire.

Questo profumo per noi condannati è come il cibo grasso per un obeso; delizioso e dal profumo irresistibile ma sbagliato.


Un colpo, due, tre e poi silenzio. Ossa che scricchiolano, odore di sangue, un respiro agitato: il mio.

Dovrei essere abituata a tutto questo ormai; morte e distruzione sono all'ordine del giorno.

Nessuno è al sicuro, nemmeno una condannata.

Silenzio e poi passi. Mi nascondo dietro lo scaffale dei dolci, i passi si avvicinano al mio nascondiglio e poi si allontanano.

Dopo qualche secondo non li sento più. Esco dal mio nascondiglio e velocemente esco da quella trappola mortale. Facendo attenzione a non essere seguita mi dirigo all'auto e scarico gli zaini nel cofano della macchina che ho nascosto in un vicolo abbastanza vicino alla Zona X.


La prossima tappa è il negozio d'armi in mezzo a quello che una volta era un bellissimo quartiere con fontane, scuole e parchi. Una zona tranquilla, la più tranquilla dell'intera città motivo di orgoglio per i suoi cittadini e per il sindaco che si era prodigato nel renderlo tale.

È inutile pensarci ora: non è più l'eden che era prima. Ora quello che vi rimane è solo una lurida zona invasa dai ratti e dai non morti, per non parlare dei criminali.

Mentre chiudo il cofano sento la canna di una pistola puntata alla testa. Merda. Sono stata incauta.

Mi giro lentamente e vedo un ragazzo, sui 20 anni con una pistola puntata alla mia testa. Sanguina e ha gli occhi vitrei; è un contagiato. Mi allontano impercettibilmente in modo da essere il più lontano dall'arma e il più vicino possibile all'auto.

" Dammi le chiavi dell'auto" mi ordina affannato. Si regge i piedi a malapena e si regge il fianco sanguinante. È debole.

" Non riusciresti a guidarla. Da quanto sei un contagiato? " domando osservandolo meglio. Non deve essere stato contagiato da più di un giorno.

" 30 ore. E ora dammi le chiavi" dice imperativo.

" E io ti ho già detto che non riusciresti a guidarla" dico sicura. Non riuscirebbe a torcermi un capello.

" Sta zitta. Dammi le chiavi" tossisce e proprio in quel'istante abbassa la pistola e io gli sono addosso, lo disarmo e gli punto la sua stessa pistola addosso.

" Hai altre armi?" chiedo lucida. Potrei ucciderlo ma qualcosa mi dice che mi sarà molto utile.

" Fottiti.." tossisce per alcuni secondi e poi si accascia a terra svenuto.

" Merda" gli do un colpetto per vedere se è ancora in vita e lui cerca di afferrarmi un piede. Furbo, ma non quanto me. Mi libero con un calcio.

" Alzati" gli ordino " hai altre armi?".

" Anche se le avessi non lo verrei di certo a dire ad una mocciosa come te" sputa acido.

" Ok allora muori " gli punto la pistola alla testa, la armo e pronta a sparare chiedo " Ultimo desiderio?".

" Ok, ok. Si ho caricato tre zaini con armi e munizioni nella tua auto. Sto andando a Sud" dice mettendo le mani davanti a se in segno di difesa alzandosi.

" Anche io sto andando a Sud. Facciamo un patto: tu non mi spari e io ti porto con me. Ci stai?".

" Ok mocciosa. Ora punta quell' affare da un' altra parte".

" Io sono Maya e non sono una mocciosa, moccioso."

" Io sono Matt" dice con un sorrisetto di scherno e stringendomi la mano.


Restiamo qualche secondo in silenzio squadrandoci a vicenda.

È un bel ragazzo: alto, moro, occhi scuri. Muscoloso anche se ora pare terribilmente pallido, sarà per la ferita.

Lui sembra perso nei suoi pensieri, ancora umani. Io sono lucida, spaventosamente lucida, sto calcolando in quanto tempo manifesterà la sua natura.

Si ridesta e dice " se hai finito di farmi la radiografia io direi di andarcene. Siamo troppo esposti".

"Non ti stavo facendo la radiografia". Presuntuoso.

A un certo punto sento dei gorgoglii provenienti da poco lontano da noi, a riprova di ciò che ha detto.

Anche lui li ha sentiti. Io gli faccio cenno di avvicinarsi in silenzio e in pochi secondi li vedo spuntare alla fine del vicolo. Troppo tardi. Ci hanno visti.

Mi precipito all'auto e nel mentre Matt apre la portiera ed entra io faccio partire l'auto e metto in moto sgommando.

Vado a tutta velocità verso la fine del vicolo dove ci aspetta una schiera di non morti. Passo con furia tra questi e ne spappolo metà sul parabrezza rendendo la visuale estremamente ridotta.

Ma non è fondamentale vedere per me; con l'incremento delle mie capacità cognitive ho scoperto di poter avere una panoramica di ciò che mi circonda in caso di visione ostruita.


Chiudo gli occhi e mentre faccio partire i tergicristalli svolto verso l'autostrada.

Con la visuale libera riapro gli occhi.

Matt mi guarda sconvolto " Sei una condannata. Non avevo mai visto una condannata prima d'ora. Quanto ti manca allo stadio finale?"

" Poco, troppo poco" mormoro.

" Quanto impiegheremo ad arrivare a destinazione?" chiede lui squadrandomi.

" 12 ore. Ti conviene riposare. Sei ferito. Non mi serve un peso morto appresso" dico fredda con gli occhi puntati sulla strada.

" Un peso morto, ma sentitela la saputella. Hai qualcosa con cui posso medicarmi o qualcosa da mangiare?" chiede lui cercando di assumere una posizione meno dolorosa possibile.

"Ferita da proiettile?" chiedo .

" No, coltellata. I bastardi che hanno monopolizzato la Zona X mi hanno scovato e hanno tentato di uccidermi. Ma sono duro a morire." dice ghignando e tossicchiando.

" OK mister duro a morire, se non vuoi morire dissanguato ti conviene bendare la ferita e prendere qualcosa per evitare infezioni. Ai tuoi piedi dovrebbe esserci il kit del pronto soccorso e qui" dico aprendo il comparto davanti a lui " dovrebbero esserci delle pasticche."


Si leva la maglietta e inizia a tamponare la ferita al fianco con quella. Avevo ragione è muscoloso. Mentre flette i muscoli nell'atto di medicarsi la ferita noto delle cicatrici sulle braccia e sulla schiena.

Finito il bendaggio prende una pasticca e si rilassa per qualche secondo sul sedile.

" E da mangiare?" chiede poco dopo.

" Scivola dietro e tira verso di te il sedile. Dietro c'è uno zaino con le provviste. Tira fuori anche un pacchetto di malboro, l'accendino è nella tasca interna".

" Vedo che hai pensato a tutto. La benzina?" dice mentre inizia ad andare dietro. Il suo è davvero un bel sedere. Arrossisco per i miei stessi pensieri. Sembro una pervertita. Pensavo di essere diventata immune a queste cose ma a quanto pare mi sono sbagliata.

" Quattro taniche nel bagagliaio e abbiamo anche il serbatoio pieno" rispondo dopo essermi schiarita la voce.

" Vestiti? Coperte? " domanda concentrato mentre cerca ciò che gli ho chiesto.

" Ci sono anche quelli. Le coperte sono sotto il tuo sedile. Per quanto riguarda i vestiti sei fortunato.. ne ho un paio maschili." si sdraia dietro e tira fuori una confezione di tramezzini al prosciutto, una bottiglia d'acqua e il mio pacchetto di Malboro.

Apre la confezione di tramezzini e me ne passa uno. Dopo questo spuntino apre un finestrino e si accende una sigaretta per poi passarmela.

" I vestiti sono nel borsone ai tuoi piedi" dico.


Inspiro una boccata di fumo e mi sento immediatamente più rilassata.

È l'unica cosa in grado di farlo. Lui si piega in avanti per levarsi i pantaloni sporchi di sangue e così facendo vedo sulla spalla il segno di un morso. Strano. Non avevo mai visto un contagiato con un morso prima d'ora.

Di solito si viene contagiati tramite contatto, basta una stretta di mano e kaputt; i germi viaggiano in fretta, il contatto è praticamente immediato.

Matt finisce di spogliarsi e indossa gli abiti di Brandon, il mio fratellone morto pochi giorni fa. È stato lui a contagiarmi.

Al secondo tiro guardo nello specchietto retrovisore e vedo Matt fissarmi.

" Che c'è ?" gli domando, alternando lo sguardo da lui alla strada, ma lui scuote la testa e si sdraia.

" Niente; sono solo stanco" dice semi sdraiato, l'auto è piccola per lui infatti è costretto a tenere le gambe piegate.

Un sorriso amaro si impadronisce del mio viso, assomiglia moltissimo a Brandon.

Devo smetterla di pensarci, è morto. Non potrò più rivederlo.


" Dormi, ti sveglierò fra un paio d'ore. Dovrai essere forte altrimenti non sopravviverai." dico cercando di controllare i miei stessi pensieri.

" Non ci avevo ancora pensato... cosa mi accadrà?" chiede ad occhi chiusi.

" Hai superato le prime 24 ore e questo è già un grosso vantaggio. Se superi le 48 ore il tuo corpo, la tua mente inizierà a mutare. Passate 72 ore dal contagio la mutazione sarà completa. Da qui nulla è certo; potresti impazzire e tentare il suicidio o diventare un combattente" dico priva d'emozioni "ora dormi".

Metto un po' di musica e lui si addormenta.

La mia mente ragiona ininterrottamente; non dovrebbe potersi addormentare a questo stadio. Ciò significa che a breve morirà.

Non devo farmi coinvolgere. Devo essere il più distaccata possibile.

Allo scadere delle 48 ore lui morirà e resterò di nuovo sola.

  
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