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Autore: OnlyAGirl    14/04/2017    0 recensioni
"Vi dico un segreto, io non sono preoccupato.
Che importa se sono pazzo? Le persone migliori lo sono. "
Salve a tutti.
So che forse sono solo un altra ragazzina che prova ad immaginare come sarà l'introduzione di Harley Quinn nella serie. Cosa di cui non vedo l'ora essendo una grande fan della DC e soprattutto della suddetta Arlecchina.
Ma nella mia testolina malata me la sono immaginata molto prima della 4° stagione come annunciato recentemente.
Vi avverto che sarà completamente diversa da ogni cartone, fumetto o film. La nascita di Harley non sarà dovuta al Joker. Ma con una trama completamente inventata. So che ci sono davvero dei grandi fan che conoscono tutti i dettagli quindi vi prego non linciatemi.
Con questo ho finito. Bè spero vi piaccia
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Jerome Valeska, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il detective organizzò il funerale della sua figliastra. Si rimproverava di averla lasciata salire su quell'aereo. Di non aver potuto gestire meglio la situazione.
La sua mente era piena di incognite. E tutte cominciavano con un "Se avessi." Ma ormai era tardi.
Come se anche il tempo capisse, quel giorno era grigio e dei lampi si affacciavano sulla città in attesa di sfogarsi.
Molti poliziotti si erano presentati per dare conforto all'uomo. Tra cui il suo partner Bullock e Lee.
Ma ci fu anche un'altra visita inaspettata per Jim.
Una bionda si avviava a passo spedito verso di lui, pensando di poter usare questa circostanza come punto di riavvicinamento. Ma l'uomo guardò Barbara senza dire una parola e la ignorò. Si strinse a Lee e se ne andò.
Dall'altra parte della città, all'interno dell'Arkham, la notizia era arrivata alle orecchie del rosso.
Che chiuso nella sua cella aveva iniziato a ridere vivacemente, ma dai suoi occhi sgorgavano lacrime che valevano molto più di tutto il resto.
-
Arrivò davanti alla paziente 1254. La sua assistente lo affiancò.
"Questa ragazza è forte, ha un sistema immunitario sopra la media e il suo sistema nervoso è eccellente."
"Troppo eccellente, potrebbe rigettare la formula. Voglio una terapia di elettroconvulsivante di minimo due volte al giorno, vediamo se si abbassa anche il sistema immunitario. Oppure gli organi potrebbero marcire prima ancora di essere prelevati."
"Ok dottore." disse la donna prima di condurre il lettino con la ragazza ancora priva di sensi per iniziare all'istante.
Ma non appena la signora finì di attaccare gli elettrodi la bionda aprì gli occhi.
"Dove sono?" disse spaesata e intimorita. La donna la guardò ma non rispose.
"Cosa mi state facendo?" disse provando a muoversi ma scoprendo ben presto di essere legata al lettino.
"Stringi questo." le disse la donna infilandole un pezzo di cinghia in bocca. Ma prima ancora di poter realizzare cosa sarebbe accaduto la corrente iniziò a scorrerle in testa.
Passavano i mesi. E le cose andavano avanti. Gordon andava avanti con non poca difficoltà.
E i trattamenti della bionda continuavano.
La stavano spingendo al limite. Giorno dopo giorno aveva visto scivolarle davanti i suoi ricordi e i suoi sentimenti.
Era diventata un foglio bianco. Bianco ma rovinato, stropicciato e accartocciato in un angolo di una cella buia. Dove l'unica cosa che le faceva compagnia era la sua risata e un'altra, piccola e vivace che echeggiava nella sua testa.
Aveva iniziato a provare una profonda noia nelle sue giornate tanto da attendere impazientemente l'ora del trattamento. Era diventata come una droga, l'avevano spinta a sentirne il bisogno smisurato. Ma non per il trattamento in se per se. Ma per quello che sentiva dopo. Si perché dopo ogni seduta rivedeva in testa i suoi ricordi rubati. Come flashback che le ricordavano chi era davvero. Ma poi come erano arrivati andavano via.
Ma la pazzia ormai si era impossessata di lei e non l'avrebbe lasciata andare.
Una guardia si fermò davanti alla sua cella. Aprii la porta e senza nessuna protezione si avvicinò alla bionda.
"Andiamo tu sei quasi pronta ti vogliono con gl'altri." Disse svogliatamente prendendola per un braccio.
"Sei nuovo? Non ti ho mai visto qui in giro."
"Smettila di parlare psicopatica e cammina. Comunque si ma non credere che per questo i tuoi giochetti funzioneranno"
E quella fù proprio la conferma del contrario. La conferma di ciò che aveva aspettato da molto e che nonostante i suoi piani non era mai accaduto.
Erano usciti dalla struttura e si stavano dirigendo verso dei teli di plastica che facevano da capannone.
"Sai sei fottutamente carino." disse la ragazzina avvicinandosi a lui.
Il ragazzo rimase impietrito. Quel commento era uscito dalla gola della ragazza in modo così soave e leggero nonostante il suo linguaggio scorrile, che gli fece chiedere se non fosse stato uno scherzo della sua mente.
Fece per girarsi ma la ragazza lo spinse all'indietro afferrando un coltello dalla sua cintura per poi oltrepassare la pelle della gola del ragazzo che morì in pochi minuti. Non provò rimpianto, no, in quei mesi ne aveva uccisi tanti. E ogni volta le piaceva sempre di più. Una volta durante un esame aveva addirittura staccato un orecchio a morsi ad un dottore.
"Ma eri troppo pieno di te." Disse ridacchiando.
Prese una pistola dalla fondina del moribondo e iniziò a correre.
Mentre correva rideva spensierata pensando che quella prigionia fosse finita finalmente. Non sapeva chi era e cosa avrebbe fatto una volta andata via, ma il suo istinto le diceva di andarsene.
Ben presto scoprì di trovarsi su un isola ma per sua fortuna vide un peschereccio non molto distante da li. Senza pensarci due volte si buttò in mare accorgendosi di toccare per via della marea bassa.
Salì senza fare rumore e uccise il povero pescatore buttandolo in acqua successivamente.
E lentamente arrivò alla riva opposta.
Ma quando fece per salire dalle scale del porticciolo. Trovò davanti hai suoi occhi delle scarpe firmate.
"Guarda un po' cosa abbiamo qui. Cosa ci fa un ragazza a quest'ora della notte in acqua."
La bionda si alzò e lo guardi con un sorrisino, estrasse la pistola e la puntò all'uomo.
"Non mi riporterete indietro a costo di uccidervi tutti."
Ma in pochi secondi si ritrovò con la faccia a terra.
"O bambolina ma non vogliamo riportarti da nessuna parte." ghignò la ragazza che l'aveva stesa a terra.
Questo la fece infuriare tanto che di scatto afferrò la gamba della ragazza e la morse. Facendola urlare di dolore. Per poi rialzarsi e puntarle la pistola.
"Hey ragazze calme, Tab. Hai iniziato tu. Allora tesoro posso sapere il tuo nome?" disse l'uomo.
"Non me lo ricordo, forse Ha... no forse era Har. No giusto è Harley." disse pensandoci per poi riuscire solo a ricollegare il suo nomignolo con una risatina.
"Ti serve un posto dove stare non è così?"
"Forse, e tu cosa ci guadagni ?" chiese la bionda.
"O io ci guadagnerò forse non ora, ma in futuro potrei avere bisogno di te."
"Ok e tu come ti chiami signor aiuto la prima che mi capita ?"
"O. Davvero esilarante io sono Theo, Theo Galavan e lei è mia sorella Tabhita." disse gentilmente per poi porgere la sua mano alla ragazza.
"Si si ok. Vogliamo andare."
"Certo."
E i tre si diressero una costosa macchina nera per poi sfrecciare nelle vie di Gotham.


 
  
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