Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    14/04/2017    1 recensioni
[SEGUITO DI "Deep Memories", CROSSOVER E VICENDA PREQUEL DI "Dangerous Heritage", SPOILER DI "Deep Memories" IN DESCRIZIONE]
Fine agosto 2014.
Giappone, Morioh: una ragazza dai capelli color miele e gli occhi ambrati si presenta presso i coniugi Higashikata pretendendo di venir ospitata per un periodo di tempo indeterminato.
Italia, Napoli: un ragazzo moro dagli occhi di smeraldo è ricercato dall'organizzazione mafiosa di cui faceva parte con l'accusa di tradimento.
Cosa lega questi due personaggi così lontani ma allo stesso tempo così vicini? Un passato nascosto nelle memorie più profonde dovrà essere destato.
Il destino, a volte, sa essere davvero comico.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josuke Higashikata, Nuovo personaggio, Okuyasu Nijimura, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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Zarathustra non aveva mai avvertito un'aura così ambigua. Più guardava quell'uomo biondo e più sentiva nascere in lei una strana sensazione, un misto tra panico e insana curiosità. Gli occhi color grano dell'uomo dall'insolita cravatta a righe vagavano svogliatamente per la casa, soffermandosi nei punti più assurdi, come gli angoli delle porte, le maniglie dei mobili e le persiane delle finestre. I suoi passi erano leggerissimi, quasi inudibili. La sua presenza, inquietante e misteriosa al tempo stesso, era accompagnata da un aroma di menta. L'uomo non si guardava mai alle spalle; il suo volto e il suo sorrisetto tradivano una fastidiosa nota di sicurezza e di spavalderia che non passò inosservata agli attenti occhi del Boss.
Zarathustra, seguita come un'ombra da Alex e Ludovico, accompagnò l'inatteso ospite nella Sala dei Raduni. Senza proferire parola, lo invitò ad accomodarsi sullo stesso divano dove qualche ora prima si era seduto Mercuzio. La silenziosa lotta di sguardi tra Zarathustra e Fugo stava mettendo Alex a disagio. Nessuno dei due sembrava intenzionato ad aprire bocca.
Fugo si guardò attorno e arricciò il naso: troppa polvere, decisamente troppa polvere. E cos'era quell'odore che sentiva, in grado di sovrastare persino il suo profumo di menta?
Come volevasi dimostrare”, pensò sorridendo appena. Nothing Helps non sbaglia mai”.
-”Dal vostro bellissimo teatrino posso supporre che stavate aspettando la visita di qualcuno”- ruppe il silenzio Fugo. Partì alla carica, sperando di far cedere la fermezza di quei ragazzini il prima possibile; non aveva certo tempo da perdere. Frugò nella tasca interna della giacca nera e ne estrasse una fotografia che passò a Ludovico. Il ragazzo la prese, la guardò e, con una discreta poker face, la passò a Zarathustra.
-”Ad ogni modo, sto cercando quest'uomo. Si chiama Mercuzio Zeppeli: napoletano, altezza un metro e ottantatré... E' un mafioso pluriomicida in fuga dalle autorità. Lo avete visto?”-.
Zarathustra passò la fotografia ad Alex. Ovviamente avrebbe mentito, che altro avrebbe potuto fare? Doveva guadagnare tempo ed escogitare un modo per mettere in salvo Mercuzio. Sapeva che l'uomo biondo di fronte a lei era un pericoloso mafioso; doveva procedere coi piedi di piombo.
-”E' difficile che in questa zona passi qualcuno”- disse Alex. La tensione lo stava uccidendo, aveva sentito il bisogno di dire qualcosa. Zarathustra gli lanciò un'occhiataccia da dietro le lenti gialle a specchio.
-”Lo posso ben immaginare”- concordò Fugo. -”Ma proprio perché si tratta di una zona poco frequentata ci sono più probabilità che un latitante vi si rifugi. Non siete d'accordo con me?”-.
Alex annuì vigorosamente, gli occhi sbarrati e la mascella serrata. Fugo vide che le mani del ragazzetto tremavano. Accavallò le gambe e si massaggiò il mento, facendo scivolare lo sguardo da Alex a Zarathustra.
-”Nessuno di voi tre ha raggiunto la maggiore età, vero?”-.
-”Corretto”- rispose piatta Zarathustra.
-”Mentre per quanto riguarda i vostri compagni...?”-.
-”I nostri genitori sono al corrente della situazione. Non siamo orfani e nessuno di noi è scappato di casa”- tagliò corto la ragazza. -”Lei chi è?”-.
-”Renato Trezza, Antimafia”- rispose Fugo mostrando come se niente fosse dei documenti falsi. -”Io e la mia squadra stiamo perlustrando la zona. Come ho precedentemente detto, la vostra accoglienza mi ha sorpreso. Stavate aspettando qualcuno?”-.
Alex sussultò e serrò le labbra, sbiancate dall'ansia; Ludovico alzò un sopracciglio e boccheggiò; Zarathustra, come se niente fosse, sospirò e posò entrambe le mani sulle spalle dei compagni.
-”Le chiedo scusa, signor Trezza, ma Alex soffre di pressione bassa ed è un ragazzo facilmente impressionabile. Vai a farti un bicchiere di acqua e zucchero”- gli ordinò con una dolcezza che spiazzò sia lo stesso Alex che Ludovico. Il ragazzo dai capelli biondo platino annuì vigorosamente e lasciò la Sala dei Raduni con la coda tra le gambe.
Fugo si portò due dita al mento e puntò gli occhi color grano in quelli blu di Ludovico. Il ragazzo sostenne lo sguardo per qualche secondo, poi lo gettò a terra. C'era qualcosa in quell'uomo che lo turbava profondamente. Per qualche motivo era più che sicuro che Renato avesse mentito sulla sua identità, che non fosse un membro dell'Antimafia ma che fosse proprio un membro di quell'organizzazione mafiosa che stava dando la caccia a Mercuzio. Guardò Zarathustra e si accorse che anche lei la pensava allo stesso modo.
Improvvisamente una musica si levò dalla tasca dei pantaloni di Fugo.

Purple haze, all in my brain
Lately things they don't seem the same
Actin' funny, but I don't know why...”.

-”...Excuse me while I kiss the sky”- canticchiò rifiutando la chiamata. Si alzò, stirandosi le pieghe dei pantaloni, e si schiarì la voce. -”Ho ordinato ai miei sottoposti di chiamarmi nel caso in cui fossero riusciti a trovare una pista”- spiegò indicando il cellulare. -”Fate attenzione. Quell'uomo è un soggetto davvero pericoloso. E' un instabile mentale che non ha il timore di sporcarsi le mani”- li mise in guardia con serietà. -”Adesso devo proprio lasciarvi. Questo è il mio numero”- aggiunse passando a Ludovico un biglietto da visita. -”Grazie per l'ospitalità...?”-.
-”Zarathustra”- lo aiutò il Boss.
Fugo spalancò gli occhi e corrugò la fronte.
-”I tuoi genitori sapevano che Zarathustra era un uomo?”-.
-”Non credo sia affar suo”- lo freddò.
Fugo scoppiò a ridere e si incamminò verso la porta del Salone. Prima di aprirla si fermò e si voltò lentamente di tre quarti. Ludovico mosse un passo in avanti e Zara strinse i pugni lungo i fianchi. Tutto a un tratto l'aria attorno a loro si era appesantita.
-”Qualcuno di voi fuma?”- domandò Fugo a bruciapelo.
-”Sì”- risposero i due all'unisono, mentendo. In realtà, in quanto Guerrieri delle Onde Concentriche, nessuno di loro poteva fumare; ne andava del loro potenziale.
-”Strano che non ci sia nemmeno un solo posacenere in questa casa...”- commentò.
-”Il casolare è grande”- giustificò Ludovico stringendosi nelle spalle. -”Ne possediamo solo uno e di norma lo teniamo in giardino”-.
-”Già...”- mormorò Fugo stringendo le labbra.
Una figura viola apparve alle sue spalle e si lanciò con una velocità impressionante contro Zarathustra e Ludovico. 42 Reprise si materializzò davanti ai due ragazzi e assunse una posizione difensiva. L'alto Purple Haze Distortion, la schiena ricurva in avanti, ringhiò. La vischiosa bava che gli colava dalla bocca finì ai piedi di 42 Reprise. Ludovico, immobile come una statua, evocò Black Or White: la sua ombra si allungò e andò a piazzarsi sulla porta della Sala, esattamente dietro a Fugo.
-”Avete settantadue ore per consegnarmi Mercuzio Zeppeli”- disse Fugo infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. -”Ci tengo che sappiate fin da subito che sono una persona poco paziente”-. Ritirò lo Stand e diede ai ragazzi le spalle. Ludovico, dopo qualche attimo di esitazione, fece lo stesso e lasciò che Fugo uscisse dalla Sala. Senza attendere gli ordini del Boss, seguì a ruota il capo della Squadra della Mezzanotte e lo scortò fino all'uscita del casolare, più per timore che facesse del male ai suoi compagni che per educazione.
Zarathustra, rimasta da sola nella Sala dei Raduni, strinse con forza il pugno destro; lo caricò di Onde Concentriche e colpì con un moto di rabbia il divano.

 

 

Lentamente riprese conoscenza. Socchiuse gli occhi, mugugnò parole incomprensibili persino a se stesso, e infine sospirò. Qualcuno lo aveva trasportato dalla cucina a una camera da letto; sicuramente era stato qualcuno di quegli strani otto ragazzi. Chissà se il loro capo, Zarathustra, aveva preso sul serio le sue parole. Mercuzio sperò con tutto se stesso che l'avesse fatto; causare una precoce morte violenta a degli innocenti ragazzini era una delle ultime cose che avrebbe desiderato.
La ragazza dai capelli color miele era seduta ai piedi del letto con le gambe incrociate sulle lenzuola: lo stava fissando coi suoi occhi ambrati da gatto.
-”Ti sei finalmente decisa a parlarmi?”- le domandò tristemente. -”Perché hai voluto che salissi al Nord?”-.
La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte e Mercuzio, rassegnato, si rigirò su di un fianco e si tirò su le lenzuola fino al naso. Davvero sperava che quel bel fantasma gli rivolgesse la parola? Non lo aveva mai fatto, ed era quasi certo che non lo avrebbe mai fatto. Come può parlare un'allucinazione visiva?
Ignorò la sua silenziosa compagna finché questa non svanì nel nulla.
Chiuse gli occhi, richiamando alla mente le immagini del suo sogno ricorrente: le fiamme, la ragazza, il giovane... Doveva per forza esserci un messaggio dietro, un significato; aveva compiuto pazzie per quella ragazza bionda, aveva...
Il ricordo lo colpì all'improvviso e gli fece male quanto una bastonata sulla schiena.
...Aveva ammazzato Gerardo, il giovane, scapestrato e indisciplinato Gerardo; aveva troncato la sua vita con una semplice pallottola piantata nel suo cranio.
Si portò le mani tremanti alla testa e strinse i denti, costringendosi a non gridare. Gli occhi gli si riempirono di lacrime mentre dalle labbra serrate uscivano dei singhiozzi strozzati.
Se non avesse ucciso Gerardo, molto probabilmente a quell'ora non si sarebbe ritrovato in quell'orribile situazione, ricercato dalla Squadra della Mezzanotte e aiutato da un gruppo di ragazzetti allo sbaraglio. Quante possibilità avevano, lui e i ragazzi di Zarathustra, di uscirne sani e salvi? Qualcuno sicuramente ci avrebbe rimesso la pelle, e quel qualcuno sarebbe stato proprio lui.
Mercuzio si asciugò gli occhi con il dorso della mano e si tirò su a sedere. Aveva ancora addosso i suoi jeans, ma, dopo una rapida perlustrata della camera, si accorse che non c'era alcuna traccia né della sua giacca, né del portafoglio. Si tolse le lenzuola di dosso e mise i piedi a terra. Provò ad alzarsi: le gambe gli facevano ancora male e la sua andatura era incerta, ma aveva già fatto dei miglioramenti rispetto a qualche ora prima. Mista glielo diceva sempre: Hai una pellaccia particolarmente dura”.
Qualcuno bussò alla porta e non attese il permesso per entrare. Zarathustra fece la sua comparsa, seguita da una ragazza castana alta una decina di centimetri più di lei. Quest'ultima portava sulla testa un diadema da principessa e teneva strette nella mano destra due bacchette di metallo.
-”Noto che ti sei ripreso”- commentò Zarathustra con poco entusiasmo. -”Dove stavi andando?”-.
-”Via”- rispose il giovane moro indicando la finestra alle sue spalle.
Zarathustra e Regina si scambiarono una rapida occhiata. Che si fosse accorto dell'arrivo di Renato? Zarathustra si sistemò gli occhiali sul naso e scosse la testa, come a dire Lascia perdere”.
-”Quando ti sei svegliato?”- gli domandò.
-”Poco fa”-.
-”Zara, dobbiamo dirglielo”- le sussurrò all'orecchio Regina.
Mercuzio, indispettito dal fitto bisbigliare della ragazza dagli occhi azzurri, fece schioccare la lingua. Gettò lo sguardo sul comodino del letto, in cerca dell'ultimo pacchetto di sigarette che gli era rimasto. Si ricordò di aver fumato l'ultima durante l'interrogatorio di Zarathustra e bestemmiò in silenzio.
-”Ecco... Non è che qualcuno potrebbe andare a comprarmi un pacchetto di Marlboro Gold?”- domandò speranzoso alle due ragazze.
-”Non è permesso fumare in questa casa”- disse Zarathustra lapidaria.
-”Vorrà dire che fumerò in giardino”- rispose Mercuzio con un'alzata di spalle. -”Sono dipendente dalla nicotina. Tanto. L'ultima volta che non ho fumato una sigaretta nel giro di tre ore ho...”-.
-”Renato Trezza ti ha trovato”- lo interruppe la ragazza mora. -”Un uomo biondo dagli occhi color grano e uno Stand viola”-.
Mercuzio sentì le parole morirgli in bocca. Sbarrò gli occhi e sbiancò. Fugo Pannacotta era riuscito a individuarlo. Lo aveva trovato e lo stava braccando, ed era riuscito a farlo con una rapidità sconcertante.
-”Nothing Helps...”- mormorò coi denti stretti. -”Sapevo che ormai era troppo tardi!”- ringhiò portandosi le mani alla testa e stringendosi i capelli tra le dita.
-”Merry”- lo chiamò dolcemente Regina. -”Abbiamo bisogno che tu ci dica tutto quello che sai sulle persone che ti stanno alle calcagna, altrimenti non potremo aiutarti”-.
Era proprio questo il problema: Mercuzio non voleva l'aiuto di quei ragazzi. Non aveva alcuna intenzione di assistere alla morte di altre persone innocenti.
-”Ho... Ho bisogno di fumare”- la ignorò guardandosi forsennatamente attorno.
-”Non abbiamo tempo per stupidaggini del genere”- lo rimproverò Zarathustra. -”Renato Trezza ci ha dato settantadue ore; io ho intenzione di sfruttare anche l'ultimo secondo disponibile per permetterti di scappare”-.
Mercuzio alzò un sopracciglio e strinse le labbra. Chi era quella ragazzina per credere di avere il diritto di parlargli in quel modo? Nonostante il braccio dolorante, alzò un dito e glielo puntò contro.
-”Voglio che sia chiaro fin da subito che non...!”- iniziò.
La chiara e delicata mano della ragazza dai capelli color miele si posò sul suo braccio. Mercuzio incrociò i suoi occhi ambrati carichi di risolutezza e di preoccupazione; la giovane scosse la testa e si mise l'altra mano sul cuore.
Zarathustra e Regina videro Mercuzio interrompere di botto la sua arringa e fissare a bocca aperta qualcosa di non ben definito. Regina si schiarì la voce e fece per richiamarlo, ma Zarathustra la fermò.
-”Stai avendo una delle tue allucinazioni visive?”- gli domandò calma.
Mercuzio spostò lo sguardo dalla ragazza misteriosa a Zarathustra, e annuì lentamente.
-”Cosa vedi?”-.
-”E' complicato da spiegare...”- sussurrò. -”Non... Non mi credereste... Voi non potreste in alcun modo...”-.
-”...Capire?”- lo anticipò. -”E' ovvio: come posso capire qualcosa se non mi viene prima spiegata? Come ha precedentemente detto Regina, noi vogliamo aiutarti, ma per farlo dobbiamo sapere tutto su di te, su Renato Trezza e sui suoi compagni”-.
La ragazza dai capelli color miele gli sorrise e svanì. Gli occhi di Mercuzio misero a fuoco la figura di Zarathustra e il giovane uomo boccheggiò. Forse il suo fantasma voleva che rimanesse con quei ragazzi; forse voleva che accettasse il loro aiuto. Guardò Regina, la ragazza dai grandi occhi azzurri; per qualche strano motivo i suoi occhi lo tranquillizzavano. Le labbra di Regina si incurvarono in un sincero sorriso di incoraggiamento.
-”C'è il grosso rischio che qualcuno di voi ci rimetta la pelle”- disse con gravità.
Regina si mise una mano sul fianco e agitò per aria le bacchette.
-”Non preoccuparti: siamo più in gamba di quanto tu possa pensare”-.
-”Siamo riuscite a convincerti?”-.
Mercuzio si passò una mano tra i capelli e sospirò.
-”Credo di sì”- disse titubante.
-”Perfetto”- commentò subito Zarathustra. -”Regina, possiamo procedere”-.
-”Agli ordini!”- trillò la ragazza castana.
-”Fatemi fumare prima, vi supplico!”-.
Zarathustra alzò gli occhi al cielo e storse la bocca.
-”Dirò a Eriol di uscire a comprare un pacchetto di sigarette”- si arrese. -”Potrai fumare solo in giardino. E' chiaro?”-.
-”Trasparente”- rispose Mercuzio con un sorrisone.
Regina avanzò verso di lui, seguita a distanza di pochi passi dal Boss.
-”Merry, per cortesia, stenditi sul letto. Dobbiamo curarti le ferite e farti tornare come nuovo”-.
Mercuzio corrugò la fronte e guardò Regina volteggiargli intorno. Fece come gli aveva detto e si mise sul materasso. Zarathustra si posizionò ai piedi del letto e incrociò le braccia al petto.
-”Mentre Regina ti curerà, tu e io faremo una bella chiacchierata. Ti prego di rispondere con sincerità a tutte le mie domande”-.
Il giovane Zeppeli, gli occhi fissi sul soffitto, annuì. Regina entrò nel suo campo visivo. Si chinò un poco su di lui e gli mostro le sue bacchette.
-”Vedi queste? Canalizzano le onde concentriche e mi permettono di aumentare la precisione del raggio d'azione”-.
-”Onde concentriche?”- ripeté il ragazzo moro con sguardo accigliato. -”Cosa sarebbero?”-.
Zarathustra alzò un sopracciglio. Com'era possibile che uno Zeppeli non conoscesse l'antica arte delle onde concentriche?
-”Tuo nonno non te ne ha mai parlato?”-.
-”No, credo di no. E' la prima volta che sento questo nome”-.
Il Boss sbuffò.
-”Ne riparleremo più tardi, allora”- borbottò. -”Non badare a quel che fa Regina, concentrati su di me, okay?”-.
-”Tutto chiaro, segnurina”-.
Regina strinse nelle mani le sue bacchette di metallo. Sotto forma di scoppiettanti scariche elettriche, le onde concentriche si propagarono lungo le asticelle e conversero nelle punte. La ragazza castana avvicinò le punte al corpo di Mercuzio, il quale iniziò a sentire un piacevole calore pervadergli il torace.
-”Dunque, Mercuzio, cosa ti è successo? Per quale motivo ti trovi a La Bassa?”- iniziò Zarathustra. -”Vorrei che tu mi parafrasassi ciò che mi hai detto: sono un mafioso pluriomicida traditore affetto da allucinazioni visive. Cominciamo dall'inizio? Sono un mafioso”-.
Mercuzio fece un respiro profondo e si forzò a parlare.
-”Sono un membro dell'organizzazione mafiosa chiamata Passione e avente sede a Napoli. Siamo tutti portatori di Stand perché è questa la peculiarità dell'organizzazione. Ciò che fa Passione è riassumibile in una semplice frase: governa e regge l'Italia nell'ombra impedendo che la corruzione e il cattivo governo la portino alla rovina”-.
Un'organizzazione mafiosa che operava per una sorta di bene comune? Zarathustra non era tanto convinta della descrizione fattale da Mercuzio, ma decise di non soffermarcisi su; del resto non le era mai importato qualcosa della politica interna.
-”Pluriomicida”-.
-”Be', credo sia ovvio, no?”- disse Mercuzio facendosi scappare una breve risata amara. -”Nel corso della mia carriera mi è capitato di dover eliminare qualcuno”- rispose con semplicità.
-”La tua sincerità è disarmante”- commentò Regina sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mercuzio fece spallucce. Si sorprese nel constatare che poco a poco il dolore al corpo stava svanendo grazie alle misteriose onde concentriche di Regina.
-”Traditore”-.
-”A causa della mia allucinazione ho ucciso un mio compagno. Immediatamente dopo me la sono data a gambe senza tentare di risolvere in qualche modo la situazione. Voglio dire... Come si può risolvere la morte di qualcuno? Ho mollato tutto e sono scappato, senza dare spiegazioni a nessuno. Forse... Forse solo al mio psichiatra”-.
-”Parlami delle tue allucinazioni visive”- proseguì impassibile il Boss.
Regina staccò le punte delle bacchette dalle costole di Mercuzio e passò alle braccia.
-”Vanno avanti da un anno e riguardano sempre la stessa persona, ovvero una ragazza dai capelli color miele e dagli occhi ambrati. La vedo ovunque e in qualunque momento. Non parla mai, comunica solo a gesti. Oltre alle allucinazioni ho anche un sogno ricorrente in cui mi trovo in una camera bianca invasa dalle fiamme; la stessa ragazza delle mie allucinazioni è lì e piange. Io le grido contro, le dico che riuscirò a trovarla, e poi... E poi mi sveglio. E' stata lei a dirmi di salire al Nord. E' merito della Squadra della Mezzanotte se mi sono ritrovato a La Bassa: mi hanno attaccato e distrutto la macchina nelle vostre campagne”-.
-”Dunque, permettimi di fare un punto della situazione”- disse Zarathustra sistemandosi gli occhiali sul naso. -”Da un anno a questa parte hai improvvisamente preso ad avere un sogno ricorrente e allucinazioni visive. A causa di una allucinazione hai accidentalmente ucciso un tuo compagno. Sei fuggito e adesso Passione ti ritiene un traditore perché hai inspiegabilmente ammazzato un altro membro”-.
-”Esatto”-.
Zarathustra si portò due dita al mento.
-”C'è un modo per tornare indietro, per placare l'ira del boss di Passione?”- gli chiese.
Mercuzio fece forza sui gomiti per tirarsi un poco su. Guardò Zarathustra, il viso serio e una luce di fermezza negli occhi color smeraldo.
-”Io devo trovare quella ragazza”- disse.
Zarathustra si ritrovò a sorridere e ad ammirare il coraggio e la decisione del suo lontano parente.
-”Lo prendo come un no”- commentò. -”Quindi”- riprese. -”Hai la Squadra della Mezzanotte alle calcagna. Parlami di loro, dimmi tutto ciò che sai”-.
-”Stando a quanto mi hai detto, hai già avuto modo di conoscere il capo. Renato Trezza è un'identità falsa. Il suo vero nome è Fugo Pannacotta, il suo Stand è Purple Haze Distortion, uno Stand dal raggio fondamentalmente illimitato e dalla potenza distruttiva; genera un virus che distrugge gli organi vitali in poco tempo. La sua debolezza è la luce del sole: alla luce il virus muore”-.
Regina si irrigidì e perse la presa su una delle due bacchette. La recuperò immediatamente e guardò preoccupata Zarathustra, la quale, nonostante l'aspetto calmo e pacato, aveva sentito risuonare nella sua testa un campanello d'allarme.
-”Per questo motivo è solito attaccare solo dopo il tramonto. Hai fatto caso al suo profumo di menta? Si dice che sia così forte perché deve coprire l'odore di morte che Fugo non può più togliersi di dosso”-.
-”Zara, io credo...”- iniziò Regina seriamente spaventata.
-”Vai avanti, Mercuzio”- la ignorò. -”Chi sono gli altri membri della Squadra?”-. Guardò Regina e le ordinò con un cenno del capo di continuare il suo lavoro.
-”I membri della Squadra della Mezzanotte cambiano da missione a missione, capo escluso. Non so dirti chi siano tutti, perché ne ho visto uno solo; il secondo l'ho dedotto seguendo un ragionamento logico, mentre per quanto riguarda il terzo e il quarto non sono in grado di dirti veramente niente”-.
-”Illuminami”-.
-”Cressida la Principessa”- iniziò Mercuzio alzando l'indice. -”Una ragazza veramente carina dai capelli castani mossi e gli occhi da cerbiatta. Il suo Stand si chiama 20 Years Old ed è una sorta di ruota zodiacale: possiede dodici abilità diverse che vengono scelte casualmente e hanno ognuna la durata di cinque minuti. Il raggio di azione mi è sconosciuto; probabilmente varia da un segno zodiacale all'altro. Andronico il Pazzo”- proclamò, e alzò il dito medio della stessa mano. -”Capelli bianchi, un occhio marrone scuro e l'altro azzurro chiaro, ha una brutta cicatrice che gli attraversa il volto: sicuramente non passa inosservato. E'... pazzo. E' completamente pazzo. Non dà retta a nessuno, solo a Cressida. E' una forza della natura indomita e pericolosa. Il suo Stand, Nothing Helps, non ha forma fisica; è, fondamentalmente, il vento stesso. Rintraccia e porta al portatore suoni e odori. Credo che Andronico sia persino in grado di usare il vento come un'arma. Ricordi quando vi ho ordinato di chiudere tutte le finestre? Ecco, era per cercare di impedire a Nothing Helps di riportargli il mio odore e le vostre voci”-.
Uno Stand paragonabile a un'arma chimica, uno dotato di ben dodici abilità, e una sorta di stregone in grado di dominare il vento: nonostante mancassero all'appello due membri, già così la Squadra della Mezzanotte costituiva una grandissima minaccia. Chissà se Fugo Pannacotta avrebbe mantenuto la parola... Chissà se aveva davvero intenzione di concedere loro settantadue ore... Come agire? Forse aveva sottovalutato la gravità della situazione. Sarebbe riuscita a gestire tutto? Mercuzio, la Squadra, i vampiri...
Zarathustra socchiuse le labbra e aggrottò un poco le sopracciglia. Aveva dimenticato che a La Bassa, oltre alla Banda delle Onde Concentriche, c'era un altro gruppo.
-”Regina, quando hai terminato le cure sei libera di fare ciò che vuoi”- disse alla compagna. -”Grazie delle informazioni, Mercuzio”- si rivolse poi all'altro. -”Tornerò da te più tardi. Riposati”-.
-”Aspetta, Zarathustra!”- la richiamò il giovane moro steso sul letto. -”Che cosa hai intenzione di fare? Ti ripeto, quegli individui sono mafiosi, giocano con la morte tutti i giorni. Hai un piano?”-.
Zarathustra si voltò verso il parente e incrociò nuovamente le braccia al petto.
-”Forse non ce ne sarà bisogno”- disse, sorprendendolo. -”Diciamo che non è detto che riescano a sopravvivere a una notte a La Bassa, a meno che io non lo voglia; e io non lo voglio di certo”-.








NOTE DELL'AUTRICE:
"Too many scars, too many fears" ---> Right by Your Side
Eeeeeeeeh. C'ho messo una vita ad aggiornare (e pure a scrivere, soprattutto a scrivere); purtroppo, dal punto di vista "poetico", non è un bel periodo. Non ho la stessa ispirazione e voglia di scrivere che avevo un tempo. Sinceramente? Credo sia colpa delle pressioni dell'università. Eeeww. E vabbe', con calma si fa tutto :>
Nel prossimo capitolo, dedicato al "Celeste side", vedremo la situazione in casa Higashikata dopo la miracolosa resurrezione di Keicho >:)
Ciao a tutti e alla prossima ^^

 

   
 
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