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Autore: cool_stuff    14/04/2017    0 recensioni
[Monsta X]
[Monsta X]"Per tre mesi dopo la comparsa dei soldati, i sette ragazzi si erano organizzati formando “il Clan”; avevano imparato a conoscersi meglio e a fidarsi gli uni degli altri.
Avevano voglia di vivere, di ricominciare, insieme."
-Tratto dal primo capitolo-
[Quando ho provato a dare un senso al video di All In che mi è piaciuto da impazzire...
Aggiornerò ogni venerdì per mantenere una certa continuità (?) BUONA LETTURA e fatemi sapere cosa ne pensate~]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Buonsalve a tutti!! 
Sta volta oltre ad augurarvi buona lettura volevo scusarmi per i capitoli che si stanno facendo, credo, ogni volta più corti... Potrà sembrare "non professionale" ma in tutta onestà non tengo conto di lunghezze varie quando scrivo. La maggior parte delle volte chiudo un capitolo quando ho la sensazione che vada bene terminarlo in quel modo, non mi spingo avanti. 
Spero di essermi spiegata xD
Ora vi lascio al capitolo, buona lettura!!
-Ara~]

DICIASSETTE

Erano le sei di mattina quando Jooheon si intrufolò nello stretto di fronte al vecchio negozio dei suoi nonni dove aveva l’appuntamento con Shownu, che era lì ad aspettarlo già da due ore.
-Che cazzo di fine hai fatto?- esclamò nonostante l’espressione seria e pacata. Jooheon alzò la mano e gli dette una leggera pacca sul braccio, fu in quel momento che il più alto notò il borsone. Nero, che gli occupava più o meno tutta la lunghezza della schiena e quasi del tutto vuoto.
-Guardie nel mio distretto, non me lo aspettavo sinceramente. Ho dovuto fare attenzione, se ci scoprissero con delle armi saremmo nei guai seri e abbiamo un rituale da svolgere sta notte-
Shownu, troppo preso dal momento, si trovò ad annuire solamente. Jooheon notando lo sguardo deciso e fermo dell’amico, decise di non esitare più e si levò dalle spalle lo zaino, lo aprì e glielo mostrò. 
Il castano infilò una mano nell’apertura creata dalla zip e cacciò di poco una delle due armi generosamente offerte da I.M: una revolver marrone. 
Si sorrisero e nascosero subito le pistole all’interno del pantalone.
-Heon, uno dei cinque negozi più ricchi anche dopo la venuta delle guardie è quello che vendeva gioielli alla fine di questa strada. Ore commercia un po’ di tutto-
-Qual è il piano?-
-Entriamo, mentre io punto immediatamente il cassiere, tu blocchi le altre eventuali persone all’interno. Dobbiamo essere veloci, e ricorda che dobbiamo solo spaventarle per farci dare i soldi. Niente di più e nulla di meno.-
Jooheon parve giusto per una frazione di secondo un po’ dubbioso: 
-Come facciamo se ci riconoscessero?-
Shownu fece un paio di passi uscendo dalla strettoia e svoltò a destra seguito dal rosso che continuava ad attendere una risposta.
-Viviamo nella più completa anarchia, l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura sono i Militari Neri. La nostra gente non ha più voce in capitolo in questo mondo, siamo soli-
Detto questo si incamminarono.

Nella vecchia gioielleria vi erano solo un paio di persone oltre a quella che aveva il compito di fare da guardia ai soldi. Fu proprio per questo che fu facile come bere un bicchier d’acqua rubarglieli. Shownu avrebbe odiato compiere un gesto così codardo e malvagio, almeno in una situazione normale. Ma in quel momento, con il padre in fin di vita, pochi soldi nella tasca ed una miriade di medicinali da comprare assieme a cibo e vestiti, proprio non ci aveva visto altra via d’uscita. Erano entrati nel negozio facendo un gran baccano, Shownu si precipitò alla cassa puntando la pistola sul vetro trasparente con dei piccoli fori.
“Dammi subito tutti i soldi che avete!”
Aveva urlato e l’uomo spaventato a morte aveva ubbidito consegnandogli tutti i soldi che aveva a portata di mano. Fu strana la sensazione provata in quel momento: l’adrenalina veniva costantemente trasformata nel pensiero di non essere poi così tanto diversi dalle Guardie, che venivano criticate da loro stessi ogni singolo minuto. “E’ per una giusta causa”, si convincevano. E forse avevano anche ragione. Così, dopo aver ammucchiato una grande somma di denaro nello zaino nero che si erano trascinati dietro, i due ragazzi corsero via verso casa di Jooheon, forse anche più veloce del vento che tirava caldo, dolce e composto quella mattina.

Ore più tardi verso le sette di sera passate, poco prima che calasse del tutto il sole, anche gli altri componenti del Clan entrarono nella baracca dove il proprietario aveva costruito la serra; quella notte avrebbero dovuto trasformare parte dei fiori di Delphinium in elisir. 
Minhyuk, che il giorno prima ne aveva raccolti di altri, li teneva legati assieme con un laccio in un cestino di vimini. Attraversata di fretta la porta di legno che separava le scale dallo scantinato, andò a sbattere contro Wonho che si girò spaventato.
-Scusa, non ti avevo visto- il biondo si lasciò andare di colpo rilassando i muscoli delle spalle 
–Ed io non ti avevo sentito arrivare…-
-E’ che andavo di fretta, ho fatto tardi-.
-Non preoccuparti- disse Wonho guardando in basso –Ancora non siamo tutti, Changkyun ancora si deve far vedere-.
-Strano… Non è venuto con te?-
Il biondo emise un verso come a dire di no e Minhyuk, capendo di aver toccato un tasto dolente, entrò andandosi a sedere nel cerchio affianco a Hyungwon che dapprima gli aveva riservato un posto.
Alla fine I.M arrivò, tutto trafelato ma arrivò ed oltre a due enormi occhiaie e al fatto che si andò a sedere non più vicino a Wonho ma di fronte, pareva non essere cambiato di una virgola.
L’elisir fu pronto in poco più di quattro ore così, Jooheon prese tra le mani una ciotola piena del liquido bluastro e la alzò verso il soffitto.
-Che questi fiori ci possano guidare verso la libertà!- urlò per poi berne un sorso e passarla a Wonho che gli stava affianco. Il biondo cenere fece lo stesso, poi toccò a Shownu, Hyungwon, Minhyuk, Kihyun ed I.M, con il quale si chiuse il cerchio.
Con delle tempere si aiutarono a vicenda a disegnarsi sul volto delle linee di colori diversi: il giallo simboleggiava la fortuna, il blu la pace, il bianco l’innocenza ed il rosso la voglia di vivere.
Pochi secondi dopo aver bevuto e potevano già sentire il fluido nuotare verso il loro cervello, annebbiando la vista, alleggerendo il corpo. I sette ragazzi adesso vagavano in un mondo con solo loro protagonisti, si contorcevano così come la loro mente diceva di fare.
Il leader ed il suo ragazzo videro i problemi, l’orgoglio, il dolore, rompersi come una barriera davanti ai loro occhi che fungevano da specchio per le loro anime ora prive di qualsiasi catena. Si abbracciarono, stretto l’uno all’altro come fossero un tutt’uno e poi Minhyuk lo baciò, sprigionando quella dolcezza che un po’ aveva perso in quei mesi così difficili.
Jooheon rideva, smettendo finalmente di pensare e ripensare alla sua famiglia lontana. Shownu teneva d’occhio il borsone nero appoggiato in un angolo della stanza, abbandonandosi alla felicità di poter salvare suo padre ancora una volta. Wonho, invece, aveva gli occhi fissi puntati su Changkyun e Kihyun fronte contro fronte, le labbra del suo migliore amico piegate in un sorriso che raramente mostrava ad altri e in quel momento non poté fare a meno che pensare che quelle labbra erano, anche solo per qualche secondo, appartenute a lui e lui soltanto.
  
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