Videogiochi > Ensemble Stars
Ricorda la storia  |      
Autore: MizuiroTv    15/04/2017    0 recensioni
“voglio prendere un thè,con te Wataru, in un campo, in un campo di rose.“
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eichi Tenshouin, Wataru Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Drinking tea among roses.






Eichi era seduto su un letto di ospedale: guardava Wataru assopito, ormai, su quella sedia dura e scomoda, tipica degli ospedali. Era caduto dalle sue gambe un libro, un’opera di Shakespeare, L’Otello, per l’esattezza.

Chissà da quante ore era lì su quella sedia ad aspettare il risveglio del biondo.

Eichi era ricaduto nella sua malattia.
I medici continuavano a dargli farmaci differenti, cure differenti e interventi differenti, ma nulla, la sua era una malattia incurabile.
Se il giorno prima stava bene, il giorno dopo cadeva nell’abisso di essa.
Il suo lavoro come presidente del consiglio scolastico all’Accademia Yumenosaki lo attendeva, e come se lo sapeva, anche Keito lo aspettava, aspettava che rientrasse in Accademia, aspettava che aprisse la porta dell’aula del presidente, aspettava un suo ‘’Eichi-kun! Devi approvare questi club!“.

Ma sopratutto, Wataru, Tori e Yuzuru lo aspettavano: i suoi amati ‘’Fine’’. L’unione delle loro voci lo facevano sentire leggero, libero, libero di poter vivere una vita senza preoccupazioni e senza la paura di precipitare nel baratro oscuro della malattia.

La loro musica, la loro musica così soffice, soave….


Si girò verso il ragazzo dai capelli lunghi e azzurrini ed Eichi sorrise.

“Vorrei prendere un the, con te in un campo di fiori, di rose, rose rosse“
disse Eichi con un tono malinconico: lo disse piano, come se fosse un segreto che Wataru non dovesse mai ascoltare.

Tuttavia ciò che il biondo disse, era un segreto: un amore segreto, un amore che forse mai sarebbe stato corrisposto dal giovane seduto accanto a lui.

Eppure Wataru… Wataru era sempre stato con lui: era sempre accanto a lui, in ogni momento.
A scuola, durante la pausa pranzo, era sempre con lui.

Ogni volta, irrompeva nella sua stanza per impersonare qualche compagno, qualche professore oppure imitava Keito, oppure ancora recitava qualche scena di qualche opera che stava leggendo, oppure ancora rendeva tragica o comica, a seconda della situazione, un fatto che era appena accaduto, oppure entrava nella stanza con indosso una delle sue tanto maschere palesemente ispirate al teatro veneziano.


Wataru, probabilmente, sentendo il cigolar del letto, aprì gli occhi, trovandosi davanti  il viso del biondo illuminato dai primi raggi del sole: saranno state pressapoco le 7 e mezza del mattino.

“Buongiorno, Wataru-san“ salutò cordialmente il biondo.

 

Wataru si alzò dalla sedia e fece una delle sue solite pose, braccio destro teso verso il biondo e l’altro teso verso il soffitto.

“Amazing!“ alzò la voce e sulla sua faccia si formò un sorriso “Amazing! Amazing Emperor!! Sei risorto dalle ceneri come una sensuale fenice pronto, ancora, per comandare tutti noi! Oh Emperor, ti prego, non lasciarci più!! Il popolo della Yumenosaki è perso senza di te!
Come potremmo fare noi altri??
Sei fonte di positività nella scuola, tua umile serva e noi ti seguiremo fin dove tu vorrai!!“


Eichi rimase di stucco a quello strano monologo: non se l’aspettava così pieno di Pathos.

Si guardarono per qualche secondo, poi Eichi degnò all’altro un cenno.

“Ti sei inventato le parole all’ultimo vero?“  chiese il cosiddetto ‘’Emperor’’ ad Hibiki.

“Amazing, Tenshouin-san, amazing! Riesci a capire quando utilizzo la mia brillante arte drammatica! Ti dovrei una rosa per il tuo fantastico intelletto, ma sono a corto, possa tu perdonare questo regalo mancato.“

Non trovava parole per definire il ragazzo davanti a se: bello, certo quello lo era indubbiamente, garbato, anche se nessuno lo pensava, Wataru era, indubbiamente, un gentil uomo, disponibile, perchè no? Con Eichi lo era.
Era speciale.

Non aveva altro per cui descriverlo: speciale nei suoi strani modi di fare, speciale per quanto riguardava il teatro e la sua brillante carriera da attore.

Era innamorato.
Quello era certo.
Forse dal primo momento che l’aveva visto, si era innamorato, non aveva lui solo che lui nella testa.

“Ti ho già detto di non chiamarmi con il cognome, Eichi va più che bene“

“Amazing..!“ poi si fermò e il suo atteggiamento divenne più serio. “Scusami, me lo ripeti spesso, ma mi viene naturale chiamarti ‘’Emperor’’ o con il cognome“

“Non devi“ incalzò il biondo “Siamo..Siamo amici! Come io ti chiamo Wataru, tu hai il diritto e dovere di chiamarmi Eichi“.


Amici.
Ah, che battuta.
Con quale coraggio aveva dato dell’amico a Wataru quando non era così.

Lo considerava più di un amico: se Keito era il suo migliore amico, Wataru era tutto ciò che desiderava al mondo.
Voleva farsi amare da lui.

Anche se sapeva che questo non sarebbe mai successo.
Lo sapeva benissimo.
Come poteva farsi amare? Sopratutto da lui.
Probabilmente Keito pendeva dalle labbra di Eichi, certo gli voleva bene, erano amici da anni, ma, il cuore del biondo apparteneva a quello strambo attore con manie da protagonismo.


“Allora d’accordo… Eichi..San! Vedo che stai molto meglio da ieri, quindi mi dileguo a scuola e avviserò io Keito-kun!“


Fu allora che Eichi reagì: non voleva che andasse via, avrebbe voluto passare più tempo per passare col suo compagno, avrebbe voluto condividere con lui altri momenti a parlare, avrebbe voluto prendere un the con lui, si, avrebbe voluto essere in un campo di rose a sorseggiare un the vicino a lui senza pensare a nulla, solo lui e Wataru.

Prese un lembo della giacca azzurra e lo tirò, non troppo forte poiché non aveva troppa forza e tremò: Wataru si girò senza capire quel gesto
“Rimani qui, per favore“ La voce di Eichi era fievole, un piccolo sussurro. “non andare, io…..“

Il ragazzo dai capelli azzurro chiaro fece un passo , dopo essersi liberato di quella presa, sentiva la presenza del suo corpo sempre più vicina a lui, la sua imponenza, ormai, la sentiva, gli era a qualche millimetro di distanza, ma poi fu proprio Wataru ad azzerarla.

Era un abbraccio quello; un abbraccio che racchiudeva tante parole. Wataru abbracciò forte Eichi, in quel momento, non voleva fare la diva, no, giammai, non poteva rovinare un momento del genere. Eichi, d’altro canto, non poteva credere che si erano abbracciati dopo anni in cui si conoscevano.
Le braccia di Wataru erano calde, ospitali, il miglior posto in cui giacere, il suo respiro era regolare ma il battito del suo cuore accelerava sempre di più.

“ Mi piacerebbe… prendere un the, Wataru, mi piacerebbe essere su un campo di rose rosse, quelle che ti piacciono tanto, senza alcun pensiero in mente, solo tu ed io. Io ti sorrido e ti verso altro the e tu reciti un passo di qualche opera o inventi qualcosa sul momento, mi piacerebbe stare con te, in questo prato di rose, per sempre. Senza mai doverci separare.“ glielo disse all’orecchio, non voleva che qualcuno sapesse di questo sogno, di questo suo amore che mai al mondo avrebbe condiviso.
Voleva essere libero, libero dalla sua malattia e libero da ogni problema,  voleva vivere sereno con lui, l’uomo che amava senza aver paura di poter star male da un giorno all’altro.

Voleva essere una persona migliore per lui.

Silenzio.
Tuttavia, Wataru aveva disegnato un sorriso sul suo volto, felice di quel sogno segreto.


“Allora facciamolo Eichi. Solo tu ed io, liberi dalla tua malattia.“

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ensemble Stars / Vai alla pagina dell'autore: MizuiroTv