Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: ElfaNike    15/04/2017    2 recensioni
Cosa succede quando degli adolescenti, rifiutati dal loro mondo e dalla loro famiglia, si ritrovano a fuggire in groppa a un drago, per salvare un prezioso potere? Quando l'incontro di mondi diversi porta a crescere e a capire...
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Il Piccolo Principe
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La voce potente e profonda aveva squarciato l'aria dall'alto. Nel momento in cui le bombe colorate esplosero, Jack spiccò un salto e si tolse d'impiccio, mentre un'enorme slitta solcava lo spesso strato di nubi scure. L'assenza del sole favoriva enormemente Pitch, che poteva nascondersi nelle tenebre dilaganti. Il suoi cavalli neri avevano preso a correre in maniera disordinata per coprire la sua fuga e quella marea oscura inghiottiva tutto quello che le stava attorno, stridendo e spezzando e schiantando, in un movimento caotico che si espandeva con un mormorio cupo.
Jack atterrò su un ramo alto e si tenne al tronco, sbilanciandosi nel vuoto, alla ricerca di Pitch. Uno schiocco secco e il legno si spezzò sotto la sua mano, e lui precipitò nel vento che per fortuna lo portò fuori dalle fronde fredde e appuntite.
La slitta intanto era atterrata in mezzo alla radura, mentre i suoi occupanti si dedicavano allegramente agli incubi: una fata verde e blu, seguita da una manciata di colibrì, passava agilmente da un cavallo all'altro, mentre un ometto basso e sorridente, luminoso in una sabbia dorata, aveva estratto dal nulla un paio di fruste e disintegrava altri stalloni. Un enorme coniglio tatuato lanciava a destra e a manca il suo boomerang, facendo una magra figura accanto all'enorme uomo vestito di rosso con pelliccia scura e colbacco che abbatteva nemici a suon di sciabolate.
Jack atterrò su un altro ramo poco lontano e, resosi conto che ormai Pitch non si sarebbe più fatto vedere, si sedette a godersi la scena con un sorriso sghembo.
Quando anche l'ultimo cavallo rimasto si dissolse in una nuvola nera, Jack si alzò per allontanarsi discretamente, ma girandosi scoprì il coniglio davanti a lui, appoggiato con una spalla al tronco, che lo guardava giocherellando con la sua arma: -Non così in fretta, amico.-
Jack aprì la bocca per rispondere, ma la stessa vociona russa di poco prima lo chiamò dalla radura: -Eccolo qua... Jack Frost! Proprio te cercavamo!-
Lo spirito chiuse gli occhi con una smorfia, pronto a non sapeva quale rimprovero, e con un salto atterrò davanti ai Guardiani: -Oh, ma tu guarda... i quattro Grandi al completo.-
-Ma certo! Avrai sentito parlare di noi.- rise l'omaccione, e li presentò: -Babbo Natale- si accarezzò fieramente la barba -Sandman- indicò l'ometto di sabbia dorata, che si tolse un cappello evocato per l'occasione -La Fata del Dentino- la fanciulla piumata sorrise agitando le dita -E il Coniglietto di Pasqua.- l'animale mugugnò studiandosi le unghie.
-Naturalmente.- Jack si appoggiò il bastione alla spalla, ridacchiando alla parola “coniglietto” -Cavoli... devo aver fatto qualcosa di terribile se vi siete riuniti! Sono sulla lista dei cattivi?-
Babbo Natale scoppiò a ridere: -Ah! Su lista di cattivi? Tu hai battuto record! Ma non importa, sorvoliamo. Ora ci mettiamo pietra sopra.-
-E come mai?- Jack si girò verso di lui. Incapace di stare fermo, vagava per la radura davanti a loro.
-Come mai? Ti dico io come mai! Perché tu ora sei... Guardiano!- a queste parole lanciò un sacco di globi di neve che aprirono dei portali da cui uscirono in pompa magna yeti ed elfi.
Jack era rimasto congelato sul posto, mentre tutta quella masnada lo circondava con musica e cerimonie -Cosa? Ma che fate...? Ehi, ehi, giù le zampe!-
E mentre la folla si apriva per indicargli il portale più vicino, Jack si sentì spinto in avanti, al punto che, irritato che nessuno lo avesse sentito o si fosse degnato di dargli una risposta, colpì a terra col bastone provocando un'ondata di gelo che bloccò tutti. Quando finalmente ottenne il silenzio sbottò: -Qualcuno può spiegarmi cosa avete intenzione di fare?-
Babbo Natale scoppiò a ridere: -Ma ti portiamo a Polo Nord, naturalmente. Non vorrai fare giuramento qui.-
-Che cosa vi fa credere che io voglia essere un Guardiano?- Jack si ritrasse inorridito.
L'uomo lo guardò un istante prima di scoppiare a ridere e replicare: -Certo che vuoi!-
Jack ebbe una risatina nervosa: -Assolutamente no! Ma vi siete visti? Non faccio per voi. Voi siete tutti lavoro e doveri! Io, invece, palle di neve e piaceri. ...Non sono un Guardiano.-
-Ecco, appunto.- intervenne il “coniglietto” di Pasqua -Non perdiamo altro tempo, Nord, non abbiamo bisogno di lui per battere Pitch.-
Nord scosse la testa: -No, Calmoniglio. Lui stato scelto, lo sai.-
-Io cosa?-
L'uomo sorrise, mentre la Fata del Dentino prendeva la parola: -Ma certo, Jack. Siamo stati tutti scelti.-
-...Da Uomo nella Luna.- concluse trionfante Nord, indicando il cielo ancora cupo.
Jack scosse la testa: -Cosa... Cosa? L'Uomo nella Luna... parla con voi?-
-Vedi?- insistette Nord -Non puoi dire di no: è Destino...-
Ma Jack non era convinto. Si passò una mano fra i capelli: -E così dopo tanti anni è questa la sua risposta?!? No grazie, allora, non fa per me! Senza offesa.-
Calmoniglio, però, si era offeso: -Come... come può non essere offensivo!? Sapete cosa penso? Io penso che l'abbiamo scampata bella. Che ne sa questo buffone come si porta la gioia ai bambini?-
Jack sorrise: su quell'argomento giocava in casa: -Non saprei... mai sentito parlare di pupazzi e palle di neve? Lo so, non è un uovo sodo, ma ai bambini piace.-
-Ma nessuno crede in te, non è vero? Tu sei invisibile, amico. Come non esistessi.- l'animale si avvicinò e troneggiò su di lui con tutta la sua altezza.
Jack non rispose subito, colto alla sprovvista, poi un mugolio lo fece voltare: Sdentato li osservava con la testa inclinata di lato e l'espressione perplessa.
-E quello cos'è?- Calmoniglio estrasse i suoi boomerang e si mise in posizione di difesa, ma Jack con un balzo si mise fra i due: -Non preoccuparti, è un amico!-
-Un amico, quel rettile?-
-È un drago.-
-Un drago?- la Fata del Dentino si portò le mani alla bocca: -Jack, dove l'hai trovato?-
-È un amico. Viaggia con dei ragazzi che conosco...-
-Che conosci?-
-Sì, be'...- Jack si portò una mano dietro la nuca -Sono dei viaggiatori che sto aiutando...-
-Tu aiuti viaggiatori?- esclamò scandalizzato Nord -Ma Jack, tuo dovere di Guardiano è proteggere bambini!-
-Io non sono un Guardiano, Nord.- ripeté spazientito lo spirito.
-Sì invece!- ribatté l'uomo, in tono fiero -Tu stato scelto per proteggere...-
-No!- urlò il ragazzo, esasperato: -Non sono un Guardiano! Chi vi credete di essere? Sono secoli che vago per il mondo, ignorato da chiunque, dai bambini che non si rendono conto di niente agli adulti che invece mi scacciano neanche fossi il demonio, dagli spiriti che mi evitano alla Luna che non mi risponde neppure quando la prego in ginocchio! E adesso, dopo tutto questo tempo, vi presentate voi a rovesciarmi sulle spalle il “dovere di proteggere i bambini”, e vorreste che io abbandoni le uniche tre persone che invece riconoscono la mia esistenza?!-
Nord passò lo sguardo su Sandman, ammutolito. L'omino di sabbia scosse la testa e gli appoggiò una mano sulla gamba.
-Va bene.- mormorò infine Babbo Natale -A quanto pare non capisci tuo ruolo.- serrò la mano sulla sciabola e Sdentato ringhiò -Non puoi essere Guardiano se tu non proteggi bambini.-
-Jack- intervenne la Fata del Dentino, disperata -Lascia almeno che ti spieghiamo...-
-No.- Jack volse loro le spalle -Andate via.-
-Ma Jack...-
-ANDATE VIA!- con un balzo leggero Jack si posò sulla sella del drago, che spiccò una rapida corsa per allontanarsi il più possibile. I Guardiani non li seguirono. Lo spirito si abbandonò sul dorso di Sdentato e chiuse gli occhi con un sospiro. Era stanco. Erano secoli che sentiva questa spossatezza pesargli sulla schiena e finalmente adesso riusciva a identificarla, e una pregnante sensazione di abbandono lo pervase. Sollevò lo sguardo solo quando si fermarono: Sdentato guardava dal buio del sottobosco Hiccup, Merida e Rapunzel arrancare tra rami e radici.
Il ragazzo comprese la sua domanda e li guardò per un po', poi sollevò la testa: aveva bisogno di stare solo. Con un colpo di reni si librò in volo e virò deciso verso la torre di Rapunzel, l'unico luogo che percepiva davvero isolato.
Sulla strada contemplò gli alberi sfilare silenziosamente sotto di lui, finché un movimento sfuggevole non gli saltò all'occhio: lungo il sentiero camminava una figura incappucciata. L'aveva seguita troppe volte per non riconoscerla dalla sua andatura altera. Insospettito dal suo passo fin troppo allegro, tuffandosi tra le fronde cominciò a pedinarla.

Madre Gothel raggiunse una parte della foresta dove di solito avanzava con la mano sempre sul pugnale: poco lontano passava una grossa via di comunicazione e, quindi, attorno ad una sorgente che garantiva rifornimento d'acqua costante per viaggiatori e cavalli, era stata costruita una bella locanda, frequentata da gente assolutamente per bene: il Bell'Anatroccolo raccoglieva la miglior feccia che girasse per la zona e solo uno sciocco sarebbe stato ingannato da un nome tanto stupido.
Quel giorno però sembrava esserci un certo movimento: il brusio che usciva dalla catapecchia di legno era più insistente del solito e spesso si alzavano scrosci di risa. Incuriosita, Gothel decise di andare a dare un'occhiata.
Sbirciando dalla finestra vide la folla di energumeni raccolti attorno ad uno straniero dall'aria tanto sicura di sé quanto ridicola. Si trattava di un giovane non ancora uscito dall'adolescenza, alto, magro, con una folta massa di capelli scuri che lasciava ricadere casualmente su un occhio. Portava abiti di foggia alquanto bizzarra: a torso nudo, aveva un panno di spessa stoffa a quadri rossi e bruni avvolto attorno al bacino e sopra una spalla, fermato ai fianchi da una cintura. La pelle del braccio scoperto era decorata da esotici tatuaggi blu. Seduto ad un tavolo in mezzo ad omaccioni sadicamente divertiti, si faceva servire gran boccali di vino e raccontava, già brillo, le sue incredibili avventure:
-Una principessa, vi dico... una fanciulla scomparsa dalla bellezza degna della leggenda, che io ritroverò a costa di cercarla... Bellissima, sì, sì... dalla chioma più rossa del fuoco e gli occhi più azzurri dell'acqua, e la pelle più chiara dell'aurora... solo io, con la mia prestanza e la mia abilità, posso... Sì, sì, una principessa. Sì, ricca. Be'... suo padre l'ha promessa in sposa a colui che l'avrebbe... no, non sono solo io a cercarla... ma gli altri due sono degli imbecilli, non sarebbero in grado... no, non la meritano. Io ho affrontato orchi e schiere di briganti e... Sì sì orchi veri. Solo io sono...- e continuava a blaterare e bere, incalzato dalle domande e dai boccali che gli altri avventori gli porgevano.
Madre Gothel, nascosta alla vista di tutti, sbirciava da una finestra socchiusa, e si chiedeva come avrebbe potuto sfruttare quel giovanotto e le sue ottuse convinzioni di eroe alle prime armi. Pitch aveva mantenuto la sua promessa e aveva evitato che Rapunzel finisse fuori dalla sua portata, ma restava la scocciatura dei due viaggiatori e del drago. E di quel Jack Frost, ma per sistemare quel guastafeste contava sulla sua rivalità soprannaturale con l'Uomo Nero. No, magari quello sciocco straniero non sarebbe stato abbastanza per abbattere un drago e i suoi due cavalieri ma, in fondo, a lei che sarebbe importato? ...se tanto li avesse tenuti occupati quel poco che le bastava per portare via Rapunzel.
Presa una decisione, Gothel si lisciò con cura la gonna e aggiustò i ricci. Specchiandosi nel vetro di una finestra vide che la sua immagine trasparente cominciava a impallidire e coprirsi di rughe. Doveva trovare Rapunzel il prima possibile.
Quando il giovane straniero uscì, traballante e alleggerito di tutte le sue fortune (meno la spada, per il solo motivo che nella foga del racconto l'aveva brandita e sventolata da tutte le parti e nessuno dei presenti riteneva valesse la pena perdere un arto per avvicinarsi a prendergliela), reggendosi alla staccionata si diresse verso il suo cavallo, ma quale orrore scoprire che gli avevano preso pure quello. Colto dalla disperazione della sconfitta, con un possente urlo verso il cielo e contro l'infausto destino che lo perseguitava il ragazzo cadde sulle ginocchia e levò i pugni. Un eroe privato di tutti i suoi beni doveva impegnarsi maggiormente per riuscire nelle sue imprese ma, sicuramente, anche questi momenti bui avrebbero fornito affascinanti retroscena alla sua fama di bel tenebroso.
Gothel roteò gli occhi con una smorfia e si avvicinò sensuale: -Cosa spinge un sì bel giovane ad una tale disperazione?-
Il ragazzo lasciò cadere le mani in grembo, schiacciato dal malocchio, per poi rialzarsi e declamare, la mano sul cuore: -Ahimè, gli dèi mi sono contro, dolce dama, e mi hanno privato del mio oro e del mio cavallo. Neanche il corno dono del mio anziano padre mi è stato lasciato. La mia ricerca si annuncia ancora più perigliosa di quando sono partito ma non temete! Gli dèi mi sono amici e mi assisteranno nella mia ricerca!-
Gothel storse il naso al controsenso che quel ragazzo rappresentava nella sua interezza e riprese la sua recita: -Oh, un eroe! Quale fortuna gli dèi mi hanno concesso!- poggiò il dorso della mano sulla fronte e si abbandonò tra le braccia del giovane che, intontito dall'alcol, non si mosse in tempo e la lasciò cadere per terra.
Fu solo il verso di protesta della donna che sembrò risvegliarlo: -Oh cielo! Chiedo perdono bella signora! Prego, lasciate che vi aiuti!- e con gesti un po' troppo decisi la rimise in piedi. Gothel era sconvolta da tanta imbecillità ma risoluta nel suo piano e si appoggiò debolmente al suo braccio.
-Mio giovane salvatore, vi prego, aiutatemi! Un mostro ha rapito mia figlia!-
Sentendo l'odore di fama, il ragazzo si inginocchiò profondamente di fronte a lei: -Per una fanciulla in pericolo sono disposto a fare qualsiasi cosa, o nobile dama! Vi prego, raccontatemi tutto!-
Gothel curvò appena i lati della bocca: -Un drago, mio eroe! Un enorme drago nero divoratore di fanciulle! Ha già aggredito una viaggiatrice e ha rapito la mia dolcissima Rapunzel!- detto questo estrasse con dolore l'abito stracciato, causando un urlo d'orrore nel giovane, che cadde di nuovo sulle ginocchia e levò ancora i pugni al cielo in un acuto lamento contro il fato avverso. Gothel lo osservò perplessa e lo lasciò finire, comprendendo come funzionava la mente semplice di quello straniero -Questo vestito vi rimembra qualcosa?- chiese quando tornò il silenzio.
-È quello della principessa di cui sono alla ricerca, buona donna. Una luminosa fanciulla dai capelli di fiamma e gli occhi d'acqua, e la pelle del colore dell'aurora. Dunque è stata divorata?-
Gothel, che finalmente poté associare una descrizione ad uno dei due viaggiatori, rifletté un secondo: se quel ragazzino cercava uno dei due cavalieri del drago, se li avessero incontrati insieme la sua storia non avrebbe retto e lei avrebbe rischiato di perdere il suo alleato. Tuttavia lei non aveva mai detto di aver “visto” il drago divorare la “principessa di fiamma, acqua e blablabla” e in quel caso avrebbe potuto giustificarsi interpretando il ruolo della madre preoccupata a morte indotta a malinteso da un abito stracciato trovato nella camera di sua figlia. Ormai era in gioco e decise di approfittare della preziosa occasione: -Trovai questo nelle stanze della mia adorata figliola quando vidi uscire quel mostro dalla sua finestra. Vi prego, almeno lei, aiutatemi a salvarla!-
Il giovane, che si era appena rimesso in piedi, ricadde nuovamente in ginocchio in un profondo inchino: -Io, primogenito del clan MacIntosh delle terre di Dalriada, sono pronto a servirvi.- a capo chino, non vide il sorriso di vittoria della “buona donna” che l'aveva appena ingaggiato.

 




Angolino dell'autrice:
Capitolo di passaggio prima della prossima avventura, ma comunque non per questo meno importante.
Dopo Elinor, Stoik e Gothel, ho introdotto anche i Guardiani. Perché ora, e perché pure loro? Ci tenevo parecchio a esplorare un po' Jack, in particolare la sua condizione di ragazzo invisibile a suo discapito. E quale momento migliore se non quando i Quattro Grandi gli calano dall'alto la responsabilità di diventare uno di loro?! (Assolutamente dal nulla, oltretutto!) Suppongo che, come i genitori di Hiccup e Merida pretendano da loro ciò che loro non possono dare, anche a Jack venga chiesto qualcosa per cui lui non è pronto... Inoltre, ho calcato parecchio in questo dialogo sul fatto che i Guardiani proteggano i bambini, per avere una distinzione netta fra ciò che i Guardiani vogliono che Jack protegga e ciò che Jack vuole realmente proteggere.
Per quanto riguarda la seconda parte, ecco introdotto un altro personaggio che, dopo numerose avventure, arriva fino alle terre del regno di Corona: MacIntosh! Ho cercato di rendere la differenza di carattere fra lui e Gothel il più stridente possibile, in particolare quando MacIntosh lascia inavvertitamente cadere per terra Gothel. In realtà in quel momento mi è spiaciuto macchiare (anche se in maniera minima) la figaggine subdola della donna, ma ho fatto di tutto per rendere la scena dedicata a MacIntosh il più comica possibile (a voi dirmi se ci sono riuscita o meno!)
Spero che la storia continui a prendervi come all'inizio... Io ce la metto sempre tutta!
Grazie mille a chi mi segue!
Nike

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: ElfaNike