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Autore: killian44peeta    15/04/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Will

Tutto in quell' arena riusciva a distrarmi.

I granelli rossi che parevano fuoco sotto il sole cocente e sotto le nostre scarpe...

La parete a cono, color bianco, che mi sembrava però la gola di un mostro.

Noi, schierati in perfett'ordine , legati a quei pali, fin troppo rigidi per i miei gusti, che formavamo una 'I' che mi faceva pensare sia alla lettera che ad un percorso a ostacoli.

Anche le nuvole sembravano decise a volermi distrarre a tutti i costi, percepivo perlopiù la salata brezza marina attraverso l' aria.
Sentivo il sudore percorrermi la fronte, quasi fossero delle  lacrime che mi scendevano per il viso, attraversandomelo come se mi venisse solcato da righe, scendendo per il collo e passando sotto alla maglia per via dei raggi bollenti e soffocanti.

Avevo affianco Task e un tipo alto, dai muscoli possenti, dai capelli di un bruttissimo giallo cenere e dagli occhi infossati sotto delle palpebre molto tese e tirate.

Aveva dei denti che parevano quelli di uno squalo, perché erano squadrati e decisamente molto affilati e un naso schiacciato veramente orribile, tendente molto al colore rosso.

Tra denti, corpo e sguardo, che somigliava a quello di una tigre in agguato, decisi di denominare quell' uomo- ragazzo : 'Belva'

Un nome piuttosto appropriato, soprattutto pensando al ringhio rabbioso, gutturale e profondo che gli usciva dalla gola quando qualcuno tentava di toccarlo, cosa che, a quanto pareva, i barbari avevano smesso di fare.

Vicino al Fuoco poi, oltre a me, c'era Guy, il quale, dalle occhiate fulminanti che lanciava a queste persone, sembrava voler mettere a ferro e fuoco tutta l' arena.

E in effetti in un certo senso aveva ragione, visto che, a quanto pareva, i banditi, quando capivano che un particolare schiavo era ben visto, lo utilizzavano per dare spettacolo e combatterne un altro che non sembrava aver speranza di vendita.

Spostai il mio sguardo da lui, posandolo su una nuvola che mi sembrava a forma di tazza e scossi il capo con decisione.

Non era il momento di pensare alle nuvole!

Con irruenza cercai un motivo per inchiodarmi a terra e non volare via nei vari pensieri che mi attraversavano la mente... tipo mio fratello che si trasformava in mostro o Morgan che spalancava le ali e sfoderava la spada lucente.

O anche a mia mamma che se ne stava a casa con la badante, o al delizioso e delicato rumore delle onde contro gli scogli... quante volte mia madre aveva portato me e Zein nella spiaggia di Gardenia solo per farci fare il bagno o ascoltare il bellissimo e rilassante rumore delle onde...

"No, no, no ! Stop!" feci una smorfia, mentre i signori iniziavano ad arrivare.

Erano sicuramente uomini e donne molto ricche, perché dagli sguardi allegri, ingenui e viziati, sembravano non aver saltato nemmeno un pasto.

Non sapevano cosa significativa aver veramente fame, fortunatamente a me era capitato solo poche volte... cosa che invece, alcuni di noi schiavi, sembravano aver patito di brutto, ad esempio una ragazza infondo alla fila, l' ultima.

Aveva uno sguardo davvero spento e le ossa sporgenti, i capelli rossi logorati e legati in una treccia semplice.

Mi veniva un po' di pena per lei, al solo guardarla poi mi veniva voglia di proteggerla, da tutto e da tutti.

Arrivarono diversi altri signori, con addosso vestiti impreziositi e colorati, nuovi, senza strappi, niente segni di dolore e rughe sulla fronte.

Vidi, tendendomi appena, Silver che parlava con una ragazza dai capelli marroni e gli occhi bronzo, anche Diana parlava con lei.

La ragazza mi diede un sacco di sensazioni diverse e fu difficile analizzarle con tutti quei pensieri che, anche se indesiderati e perciò respinti bruscamente, mi trotterellavano nella testa, punzecchiandomi fastidiosamente come api arrabbiate e zanzare assetate di sangue.

Un vortice di emozioni mi attraversó l' intero corpo e volli indagare.

-Morgan?- chiesi

Lui era dietro a Guy e si sporse appena.

-La tipa vicino a Silver... é quello che penso?-

-Sí-

-Quindi ci siamo trovati tutti?-

-Esatto Will-

Guy storse il naso, tra agitazione e qualcos'altro che non riuscivo a identificare.

Certezza? Rabbia? Disprezzo?

Forse tutti e tre in un modo o nell'altro.

Ma quei tre sentimenti ... a cosa erano riferiti?

Glielo avrei chiesto, se soltanto non gli avessero tolto la voce.

-Il primo scontro si terrà tra...-

Quando vidi e sentii agguantare la mia spalla, per poi passare lentamente alla manica della mia maglia, feci un sobbalzo, guardando ad occhi sgranati la donna strana con la tiara sulla testa.

Ma non venni slegato.

Anzi, fu preso Belva, il quale fu fatto lentamente avanzare, cosa di cui egli non sembró molto felice.

O forse sí?

La sua espressione era mutata in uno strano ghigno di pura cattiveria.

E proprio in quel momento, dopo Belva, fu afferrato il braccio della ragazzina, l'ultima della fila.

Venne slegata in una manciata di secondi e gettata a terra verso il campo e sembró risentirne, tentó di alzarsi, l'intero corpo che era un fremito continuo.

Alzó lo sguardo verso Belva, con gli occhi di un animale in gabbia.

"Ma perché? Perché proprio lei? Ce n'erano molte altre di ragazze, anche più robuste di questa"

Di certo non auguravo a  nessuna di loro una cosa simile ma... lei? Così fragile ed indifesa? Così distrutta già da sé?

Era un combattimento del tutto impari.

Io non potevo fare molto, non potevo tentare di difenderla, non potevo, le corde erano troppo strette, non riuscivo a scioglierle.

La rossa, mentre si rimetteva in piedi, tremava come una foglia e la Belva se ne stava davanti a lei, fissandola in maniera truce.

-L' incontro inizia... ora-

La ragazza venne subito spintonata all' indietro dal ragazzo e inciampó, graffiandosi i polsi interamente contro quella ghiaia rossa, facendoli sanguinare.

La terra rossa che assomigliava a fuoco, perlopiù, le si piantava nella carne e la Belva si avvicinava a lei, preparandosi ad eliminarla definitivamente.

Lei provó a rialzarsi, fece diversi tentativi, ma buona parte del suo corpo era ferito e con liquido rosso che la faceva scivolare.

Il pubblico fischiava e urlava, quasi fosse felice della piega degli eventi.

Sentivo i miei muscoli che si tendevano da soli dalla rabbia.

Non c'era niente da fare.

Quella ragazza sarebbe morta.

La Belva le molló tre calci dritti in faccia, che la fecero piegare all' indietro con gemiti strozzati mentre il sangue le percorreva il viso a fiotti, una cascata rossa e lugubre che scendeva ad un ritmo fin troppo sostenuto.

La giovane, impotente indietreggió ancora, uggiolando come un cane impaurito mentre la Belva sogghignava, pronto a finirla e stavolta sul serio.

Altri fischi, applausi e tifi si fecero strada nell' aria dai gradini su cui i nobili siedevano.

E proprio mentre abbassavo la testa, aspettando in silenzio che lo facesse, non accadde nulla.

Nessun ciocco.

Nessun grido straziante di puro dolore.

Alzai immediatamente la testa, ma la Belva stava dando dei pugni a vuoto.

Non capivo cosa diavolo stesse succedendo, finché egli non si giró.

Dentro ai suoi occhi c'erano delle figure nere, vi si stagliavano dentro, oscurandoli.

Spostai lo sguardo e vidi le mani del Buio, si muovevano come quelle di un marionettista e gli uomini neri seguivano gli ordini che esse impartivano.

Non avevo mai visto una cosa simile e la mia stessa sorpresa era riprodotta negli sguardi di tutti, soprattutto in quello della ragazzina, che finalmente riuscí ad  alzarsi, allontanandosi appena dal centro dell' arena.

Era calato un silenzio tombale.

La Belva continuó per diversi minuti a dare pugni al nulla e dopo quegli attimi di confusione che non sembravano finire mai,  si riprese, ma ormai era stanchissimo e, lanciando un ultima occhiata arrabbiata all' arena, crolló a terra.

Ma tutto questo peggioró solo la situazione.

La ragazza dai capelli rossi venne trascinata da due barbari sotto uno dei due portici di uscita dell' arena.

Si udivano delle accuse di stregoneria e il rumore degli schiocchi e dei sibili di una frusta.

Ma soprattutto si sentivano le urla.

Guy, dopo una manciata di secondi, distrusse con i polsi, spingendo con il suo potere, quella corda, che gli lasció un solco abbastanza profondo nella pelle a cui peró non fece caso.

In fretta e furia, lanciando delle saette nere dalle mani , ci slegó a tutti, anche quegli altri ragazzi che avrebbero fatto da schiavi.

Si scatenó il finimondo, i barbari, improvvisamente capirono che la ragazza rossa non c'entrava niente e iniziarono a correrci contro, molti degli schiavi, terrorizzati, correvano di qua e di lá.

Osservai Silver, Diana e Task mentre, ciascuno di loro, richiamava il proprio potere.

Provai anche io, concentrandomi su qualsiasi sentimento vero che potesse aiutarmi.

Ne trovai uno che mi fece comparire nella mano un vortice d'aria.

Tutti noi Elementi atterravamo i banditi, aiutati anche da buona parte dei ragazzi che erano stati catturati.

Raggiungemmo l' arco di uscita in modo abbastanza rapido e scaraventammo i due banditi a terra, come tante altre persone che tentavano inutilmente di fermarci.

Mi sembrava di essermi trasformato a tutt'un tratto in un animale, non uccidevo ma colpivo e stordivo gli avversari quasi senza accorgermene, sentivo solo l' impatto che il mio Elemento aveva sul corpo degli avversari.

Non riuscivo a scatenare piú di un colpo alla volta, ma per ora mi bastava così.

Ero solo agli inizi, era già tanto che c'ero riuscito.

Silver fece un  bolla d'acqua, allargandola lentamente, coperta da Diana e Task, cosicché se avessero tentato di attaccarla, avrebbero fermato loro l'attacco in qualche modo, e la costruí intorno a noi e alla ragazza rossa.

Tutti i ragazzi catturati entrarono in essa, alcuni senza farlo appositamente, presi dallo scappa-scappa momentaneo, altri indugiando ma decidendo di entrarci comunque.

Quando i banditi tentavano di entrare a loro volta, noi sei li spingevamo via, la Terra a pugni.

Non toccavo quasi i miei avversari, non li sentivo neanche prima di scaraventarli a terra.

Quando tutti i banditi sparirono e i nobili corsero via dal terrore di ricevere lo stesso trattamento, la bolla d'acqua si innalzó verso il cielo.

Notai agli ultimi che un uomo invece era rimasto sulle gradinate, osservandoci andarcene.

Quando ritornammo  a toccare il terreno, sulla spiaggia, la bolla esplose esplose in schizzi d'acqua fragorosamente.

Passarono tre secondi prima che ci fosse un grande  applauso generale .

Gli ex-schiavi ci osservavano con espressioni ammirate, continuando ad applaudirci.

-Voi siete ... gli Elementi!- dissero molti di loro, con toni speranzosi e curiosi, felici della libertà appena ottenuta.

Io, sinceramente, mi sentivo parecchio in imbarazzo, avrei voluto rispondere :'Sí, siamo gli Elementi, ma non fissateci in questo modo, ci mettete sotto pressione piú che quei bastardi'

Ogni persona voleva guardarci, stringerci la mano, abbracciarci, chiederci come ci chiamavamo e se l'Elemento che pensavano che fossimo era giusto.

Ad un tratto, anche la ragazza dai capelli marroni venne circondata.

-C'è un errore... io non sono una di loro... io...-

-Invece sí!- insistette uno degli ex-schiavi- Lo sei, ti abbiamo vista!-

-É vero- disse semplicemente Silver - Sei tu la persona che cercavamo-

La giovane rimase a bocca spalancata.

Quando noi tutti concordammo, lei sembrava essersi almeno un po' convinta.

Lei tacque

-La Terra- continuai, sorridendole appena, accennandone uno

Il suo sguardo si abbassó leggermente, quasi stesse calcolando le possibilità che fosse solo un semplice sogno.

La comprendevo bene, visto che avevo pensato lo stesso quando lo avevano rivelato a me.

Le persone continuavano a congratularsi e ció sembrava rendere Virgil parecchio nervoso, ma davvero tanto, i suoi occhi erano piú scuri del solito.

Aveva un umore nero, e sembrava che il suo Elemento lo stesse spingendo ad arrabbiarsi.
Immaginai che se avesse avuto la voce, avrebbe fatto un urlaccio da far ammutolire tutti i presenti.

Fremeva e tremava in un modo quasi convulso.

Con una fatica che sembró enorme, si trattenne ed indietreggió verso Morgan, quasi per dirgli :-Abbiamo finito?-

Prima che Morgan potesse  dire qualcosa, la ragazza dai capelli rossi si avvicinó a lui, cosa che gli altri avevano stranamente evitato di fare, e gli diede un bacio sulla guancia, allungandosi appena per raggiungerlo, mettendosi quasi sulle punte.

Guy non si ritiró, ma il suo sguardo tremoló leggermente, con una nota di imbarazzo che riuscí a cancellare poco prima che gli dipingesse l' intero viso.

Si schiarí la gola in silenzio, quasi dovesse iniziare un discorso e tossí nervosamente.

-So che sei stato tu ad aiutarmi per primo. Grazie-

Lui scostó appena appena il viso e annuí semplicemente.

La ragazza gli sorrise e lo abbracció, per poi scioglierlo e abbracciare anche me, Morgan e gli altri, ringraziandoci a nostra volta.

Ci volle un bel po' prima che ci lasciassero andare.

Ci eravamo rivelati agli abitanti di Athlas, la voce degli 'Elementi ritornati' avrebbe sicuramente iniziato a diffondersi per le strade delle città.

Eravamo più in pericolo adesso, gli Spettri e i Demoni avevano un compito facilitato.

-Ti sei imbarazzato, eh?- chiese divertita Silver a Guy

Lui le lanció un occhiataccia che diceva seccamente: -Lasciami in pace!-

Silver, sorridendo, gli prese la mano.

-Non vi siete sbagliati?- sentii dire alla ragazza

-No, Nemes- rispose Silver, tranquillamente, tirando appena il braccio di Nightshadow.

A quel punto, Morgan recapitoló tutto a Nemes e il discorso si interruppe bruscamente una volta che egli concluse.

-Beh, a quanto pare, al massimo se sarà un sogno, mi risveglieró e non ci rimetto, se invece non lo é... non rischieró la morte per una mia stupida incertezza- disse lei in un sussurro

-Un ragionamento logico- ribatté subito dopo Diana.

Le due si sorrisero a vicenda.

Mi accorsi improvvisamente che c'era qualcosa che mancava.

E non riuscivo proprio a capire cosa.

C'eravamo io, Morgan, Task, Guy, Silver, Nemes e Diana.

Chi mancava?

Chi?

-Gylnis, Hurricane e il Dratini dove sono?- domandó Fireburns ad un tratto

-Non sono di certo qui, probabilmente si trovano al quartier generale dei banditi-

-Come li riprendiamo?- aggiunse lui, rapidamente, quasi di fretta

-Bisognerebbe andare a Nirvana, potrebbero prenderne altri in caso non ci fossero insieme ai vestiti e alle provviste-

-Dov'è esattamente Nirvana?-

-Due giorni di cammino da qui, superando l' arena-

-Perché? Dove ci troviamo?-

-Nella spiaggia di Synchrome, quando supereremo l'arena, c'é uno spiazzo di terreno molto corto, ma subito dopo torna ad essere sabbia, poi una volta che essa sparirà, ci sarà la piccola città di Rhenn, che é talmente breve  che si percorre in nemmeno tre ore di cammino e dopo un po', una volta usciti, c'è quella di Nirvana, decisamente molto più grande-

-Ci serverá anche un animale in piú-

-Concordo-Morgan fece una breve pausa-Lo prenderemo dopo aver recuperato gli altri-

Annuimmo tutti

Avremmo voluto rimanere un altro po' sulla spiaggia ma decidemmo di non farlo, già dovevamo avvicinarci di nuovo all' arena, non potevamo permetterci troppe distrazioni con le possibilità che ci fossero altri banditi qui vicino.

-Non abbiamo ne le provviste ne le poche armi che prima avevamo, con la spiaggia è impossibile cacciare e una volta arrivati a Rhenn dovremo rubare per nutrirci-

-E per cambiarci-aggiunse Diana

-Giá... e per cambiarci- le fece eco Morgan

L'idea di avvicinarsi di nuovo all' arena mi era ripugnante e non poco, ma ci andammo comunque.

Silenziosi nell' aggirarla, la superammo, preparandoci mentalmente alla possibilità di un attacco che, con nostra immensa fortuna, non ci fu.

La sabbia d'oro si estendeva ancora lungo i pendii, curve e pianure e quando arrivó la notte, non avevamo ancora finito di superarla tutta.

Ci sdraiammo vicini e ci preparammo a dormire per il giorno successivo.

Nemes era sdraiata in mezzo a Diana e Silver, Silver mezza abbracciata a Guy, affiancato da me, Task era dall' altra parte di Diana e vicino a lui c'era Morgan.

Mi addormentai praticamente subito, chiedendomi se per caso ci fosse anche solo un modo per migliorare in tutti i campi, come forza e come resistenza soprattutto.

Quando caddi nel mondo dei sogni all' inizio, mi trovai davanti al nulla piú totale, era tutto scuro, poi vidi qualcosa, una luce, una sola, lieve luce, dentro a quella che pareva una persona, quasi invisibile.

Non sapevo chi diavolo potesse essere... solo, quella luce era così piccola e così fioca che proprio non riuscivo a vedere chi fosse.

Al mio risveglio avevo solo un crescente senso di disagio, come se stessi percorrendo una strada in salita e non riuscissi a respirare, il mio cuore batteva fortissimo, rimbombandomi nelle orecchie fastidiosamente.

La prima cosa che notai da sveglio fu la forma delle nuvole.

Una a sinistra pareva un arco incoccato, a destra una culla, in basso una piuma e in alto un cuore spezzato.

Appena un po' più in lá, c'era un coniglio che sembrava perlopiù si muovesse veramente perché il vento lo spingeva fortissimo fino a dove non riuscii a vederlo più.

Mi sorpresi a vedere Morgan giá in piedi a fissare i granelli di sabbia, agitando un bastone di legno in modo circolare e rapido, così tanto che l'aria veniva smossa in una maniera incredibile.

Pensai da un momento all' altro che si innalzasse, spiccando il volo, sollevando lentamente sulla testa il bastone rotante, ma non accadde nulla.

Dopo minuti di allenamento tornó a spalancare le ali, agitandole insieme, allo stesso tempo del bastone.

Era girato di spalle quando gli chiesi -Chi ti ha insegnato ad agitarlo in questo modo?-

Lui ebbe un sobbalzo, ma non si giró -Ho imparato da solo- disse, interrompersi, chiudendo rapidamente le ali, girandosi poi verso di me.

-Avevo tempo da occupare- annunció, sorridente

-Immagino- dissi

-Tu e tua madre siete sempre stati uniti, no? Non passavi periodi piú lunghi di mezza giornata da solo, no?-

-Sí, é così-

-Io invece ho passato grande parte della mia vita da solo, dentro una casa senza proprio nulla di interessante da fare-

-Non potevi uscire?-

-Sí, potevo, ma per fare cosa? Lassù ci sono solo molte nuvole e nessun paesaggio, non si puó scendere sulla terra se non per emergenza, di libri ce ne sono, ma sono solo sulla storia e trattano di anni di guerra, nient'altro-

-Li hai letti?-

-In parte- ammise lui

-Io a casa avevo tantissimi libri, ma quando me ne stavo a letto o cenavo da mia zia con cose molto costose, mi sentivo un po' in colpa e mi sembrava ingiusto, volevo rendermi utile-

-Diventando medico?-

Annuii semplicemente

-Una carriera responsabile... ti ci vedrei molto bene-

Gli sorrisi a mia volta e venni cullato in pensieri vaghi dal dolcissimo e delicato rumore delle onde.

  
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