Anime & Manga > Georgie
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Autore: Rubina1970    15/04/2017    4 recensioni
In questa storia cercherò di dare spazio a tutti i personaggi. Che siate fans di Abel, di Arthur o di Lowell, prometto di dare la massima attenzione a tutti loro!
Il punto è: e se Georgie, alla fine del cartone, si fosse rimessa con Lowell?
Nell'anime, non si vede mai che s'innamori di qualcun altro, e anche se torna a casa coi Butman Brothers non per questo ne sceglie uno. Questo è uno dei motivi per cui il finale dell'anime non mi soddisfa.
Spero che la mia storia vi piaccia, ci saranno baci, lacrime e risate, e paesaggi che uno non si aspetta (tipo: che ci fa Georgie in Italia?!) ... e aspetto vostri commenti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Lowell Gray
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Carissimi tutti, mi fa piacere poter augurarvi buona Pasqua! Anche se questo capitolo mi preoccupa perché è un vero delirio (infatti, il suo titolo doveva essere proprio "Delirio")! Tutti i prossimi capitoli lo sono, perché ormai la mia fantasia corre senza freni, e così scrivo cose come questa, e mi sembrano pure necessarie ... Ci saranno anche diverse songfic come questa, un genere delirante già di suo, comunque a questo proposito raccomando di cliccare sul link e di ascoltare il brano (quando si arriva alla prima nota, che per colpa della mia versione di Word non funzione come un link interno, ma per trovare il testo della nota bisogna andare alla fine del capitolo ... mi dispiace molto!). Ma prometto che nel mio prossimo aggiornamento (che dovrebbe essere molto presto) ci sarà anche molta azione, e niente di tanto lirico! Quindi, spero vi divertiate e vi auguro Feste serene e piene di calore ^^



Quella mattina, nella hall dell’albergo, Arthur ricevette il fratello con sollievo, ma Abel si spaventò quando lo vide: aveva gli occhi cerchiati, non si era fatto la barba, e il suo tono di voce era davvero avvilito.
― Grazie di essere venuto subito. Scusami, lo so che a Ischia c’era bisogno di te, ma io …
― Non ti preoccupare proprio, io dovevo venire da te.
― Ma … ci sono novità di Lowell?
― No, purtroppo. O per fortuna. Georgie è in pena, ma ora non possiamo fare molto. Dimmi, piuttosto, ma che succede qui?
Arthur ci mise parecchio tempo a raccontare che il viaggio era andato benissimo fino a un certo punto. Abel si accorse che per lui era quasi una fuga dalla realtà soffermarsi sui ricordi belli, ma poi emerse un altro elemento: quando Arthur arrivò alla scomparsa di Maria, i particolari sparirono dal racconto, perché alla stazione non c’era stato niente di strano, Maria era stata la solita ragazza affettuosa e felice di prima, non era accaduto nulla di particolare se non che … non c’era più traccia di lei. E da allora, un altro fatto rattristava il giovane sposo:
― Fratello … sospettano di me. Credono che io mirassi ai gioielli di Maria, e che lei sia scappata …
Abel si sentì andare a fuoco per la rabbia: che specie di idioti lavoravano nella polizia di (…)?!
L’attesa era l’unica azione possibile, perché avevano detto ad Arthur di aspettare notizie, e che in ogni caso lo avrebbero informato a fine giornata, se non ci fossero state novità significative. E una chiamata giunse prima di sera:
― Il signor Butman? – ripeté l’albergatore al poliziotto all’ingresso: ― Da questa parte.
― Signor Butman, venga: la sua presenza è richiesta.
― Andiamo! – Abel scattò in piedi, e in realtà fu ben felice di potersi muovere, perché aspettare lo innervosiva, e poi così avrebbe visto in faccia gli accusatori di suo fratello.
Ma non erano diretti al posto di polizia: c’era un albergo importante (in un’altra provincia, sul lago, un po’ distante ma era il migliore della zona), dove Lady Dangering era appena arrivata e teneva sotto interrogatorio il commissario. Proprio così, e non vice versa: il commissario, infatti, era uno di quegli uomini per i quali il potere, di qualsiasi tipo, merita ogni attenzione e riguardo semplicemente perché un giorno potrebbe anche essere utile. In quel momento, lui era pienamente cosciente che il suo ruolo era tale che avrebbe dovuto tenere in mano lui la conversazione, gestendo l’indagine ed esercitando la propria funzione ufficiale, però si sentiva molto più furbo a dare alla dama inglese la sensazione di essere lei a tenerlo in soggezione. Non lo faceva perché intimidito alla presenza dell’aristocrazia, e nemmeno perché condividesse la mentalità dell’epoca per la quale una dama della nobiltà non poteva essere trattata come una testimone qualunque: lui lo faceva per puro interesse … ipotetico e preventivo.
― E dunque lei sospettava di Butman, eh? Ah, lo condivido. Non mi piace il matrimonio di mia nipote. Certo, i passeggeri saranno stati debitamente interrogati, mi auguro.
― Sì, signora Contessa, tutti interrogati a puntino.
― Bravo, bene. E che hanno detto?
― Ecco, signora Contessa, a dire il vero … non hanno detto molto … e tutti ripetono la stessa cosa: pare (pare, beninteso, ma non è detto che sia tutto vero) che i due fossero una coppia molto affiatata … Per quanto non si facessero vedere molto durante il giorno, li hanno notati alle ore dei pasti, signora Contessa, e non sembrerebbe che la giovane dama fosse trattenuta contro la sua volontà …
Mentre l’interprete parlava, Lady Constancia sospirò e si portò la mano alla fronte come faceva spesso, da quando Maria era scappata di casa. Era la sua reazione al pensiero che la ragazza era irrimediabilmente sposata con Arthur Butman, e che “una mattana dovuta alla giovinezza” era diventata decisiva per il suo destino. Il commissario, poi, non faceva che aumentare il carico della sua amarezza:
― Vede, Signora Contessa, non è solo questo particolare che mi ha spinto  riconsiderare la posizione del Butman: il rapporto della polizia inglese parla chiaro, non c’è stato sequestro, e le nozze sono regolari. C’è scritto tutto, è ufficiale, i giornali hanno gonfiato la cosa … Di conseguenza, dovremo guardare altrove …
― Commissario, lei non sa tutto. Vede, la … relazione … tra mia nipote e quel Butman è di vecchia data. Io credo, sì, senza dubbio, che lei sia stata sinceramente innamorata di lui per anni, e che sia scappata di propria volontà per sposarsi con lui. Ciò non significa che la sua condotta sia decorosa, ovviamente, data la sua posizione. Per questo, ho preso le mie contromisure, e ho chiesto a un investigatore privato di rintracciare e pedinare la coppia. Ora, so che si è messo sulle loro tracce già da Calais, e prima della mia partenza gli ho scritto pretendendo di essere aggiornata qui, al più presto! Perché lui deve sapere qualche cosa di più, dato che aveva il compito di non perderli di vista e di tenermi informata. Non dubito che riceveremo presto notizie. Ma ora … ― entrò un poliziotto baffuto e informò il commissario dell’arrivo del marito della scomparsa. – Bene, è arrivato! Mi dovrà delle spiegazioni!
Arthur entrò, seguito dal fratello e scortato da due poliziotti. I due ragazzi guardarono immediatamente Lady Dangering. Abel lo fece con assoluta antipatia, poiché ne aveva tutte le ragioni, Arthur con trepidazione perché sperava di leggere sul suo viso un’espressone di sollievo che avrebbe significato il ritrovamento di Maria. Non c’era traccia di letizia sul viso della dama, e Arthur s’irrigidì.
― Signori Butman!
― Milady, buongiorno. – risposero i due ragazzi, e poi salutarono il commissario. Arthur istantaneamente gli chiese se c’erano novità:
― Parlerò io, commissario. – Lady Constancia non aveva il minimo riguardo! – No, signor Butman, l’unica novità da quando lei si è trascinato via mia nipote da Londra è che è scomparsa! Sparita nel nulla, mentre era sotto la sua responsabilità. Che ha da dire?
― Che ho da dire? Signora Contessa, l’unica cosa che ho da dire è che la rivoglio, voglio stare con mia moglie. Ma mi guardi: ho smesso di mangiare, di dormire, ho sospeso tutto quello che avevo da fare perché ho assolutamente bisogno di ritrovarla! Sono disperato, io e Maria ci amiamo!
Lady Constancia ebbe una reazione che nessuno si sarebbe aspettato. Sospirò, si alzò (il commissario, maestro di piaggeria, scattò sull’attenti) e si avvicinò ad Arthur, lo guardò con un’espressione triste, poi si spostò verso la finestra, si appoggiò allo stipite e guardò fuori attraverso il vetro, malinconicamente:
― Anch’io … la amo … e non so dove sia … che cosa le sia successo … Sarà sola, ma perché? Dicono coloro che erano sul treno che non sembrava affatto volersi allontanare … Allora chi … come … e perché l’hanno presa? Maria, signor Butman,… è preziosa,… unica, per me! Maria la amava, lo so … Maria la ama … e allora, dove sarà? con chi? …
La voce di Lady Dangering era sempre più tirata, per il pianto che tratteneva. Abel aveva un nodo alla gola, e Arthur stava anche peggio:
― Milady, io le giuro che non avrò pace finché non l’avrò ritrovata. Deve essere viva, e stare bene. Non smetterò mai di cercarla. E quando l’avrò di nuovo con me, anche se lei, Contessa, mi odia, io non impedirò mai a Maria di vederla ogni volta che vorrà. Non era mia intenzione separarla dalla sua famiglia. Per me conta solo Maria, e che stia bene.
Lady Dangering guardò Arthur e vide chiaramente tutta la sua angoscia e il suo amore, nei suoi grandi occhi umidi di lacrime. Arthur non sapeva nulla, e allora il commissario si era sbagliato e quindi non aveva nessunissima pista valida. Era il pensiero più tremendo di tutta la sua vita. Restava solo da sperare nel suo investigatore.
 
***
 
Dall’altra parte del lago, la giovane rigirava tra le mani il braccialetto. Non ricordava nulla prima del suo risveglio lì, all’ospedale. Dalla sua finestra, guardava impassibile un paesaggio che non le diceva proprio niente, e nessuno la conosceva o era venuto a trovarla:
“Un giorno uguale a ieri. Mi sento confusa. Quanto tempo resterò qui, così? Possibile che nessuno mi cerchi? Qui parlano italiano e io lo capisco, però sono inglese, so solo questo. E che mi chiamo Maria. Inglese … Inghilterra … Regno Unito, capitale: Londra, forma di governo: monarchia parlamentare, capo di stato: la regina Victoria, Camere: due, i Comuni e i Lord …
Ma io? qual è il mio ruolo? Sposata, dicono. Dalle condizioni del mio corpo, sono sposata e dicono che non mi hanno … com’era la parola? “violentata”. Bene, è qualcosa. “La signora …?”, “Maria” e poi? non lo so. Non mi ricordo niente! Ho paura!
Però, forse A. mi sta cercando. Per forza, perché il bracciale dice “A Maria mio solo amore. A.”. Maria dovrei essere io, perciò sarà mio marito, di sicuro. E mi sta cercando, per forza! Oh, che caro bracciale! Non esiste un bracciale più bello, c’è il mio nome sopra e c’è scritto che A. mi ama! Ma chi è A.? Anthony? Albert? Adam? Abel? come sarà? e come sarà essere moglie? Forse è giovane e bello. Sì, vorrei tanto che lo fosse! E che fosse gentile, buono con me. Che fosse una brava persona. Magari … un avvocato … un dottore … Non importa, anche se fosse contadino, panettiere o maniscalco, mi basterebbe sapere che anch’io lo amo … chissà se anch’io lo amo …e se non lo amo? E poi, se mi ama ed è gentile e onesto, allora perché non viene subito a prendermi? Chissà dove sta, ora. Magari è un soldato o un marinaio, e non può venire. Speriamo che non sia morto! Non voglio essere vedova … Ho paura. Mamma … ci sei? Papà?
Sono sola. Non so chi sono. Ho paura. Conosco solo quello che dice il bracciale, che A. mi ama … A., mio marito …”
Intorno ai polsi, aveva dei segni che non si spiegava, e un po’ dappertutto, soprattutto sul viso, sulle gambe e sulle mani, aveva lividi ed escoriazioni dovuti alla caduta per la scarpata sotto la quale era stata ritrovata, nel bosco. Prima, buio assoluto.
Nella stanza spoglia, non c’era nessun’altra paziente. All’inizio Maria era stata quasi in isolamento, per paura che, essendo smemorata, non fosse sana di mente e desse in escandescenze da un momento all’altro. Però, ben presto i suoi abiti (le erano stati mostrati, ma non li aveva riconosciuti), laceri ma eleganti, unitamente alle sue maniere distinte, avevano persuaso tutti che meritasse un buon trattamento, e quindi lei ora aveva un stanza da sola come segno speciale di attenzione. Questo fu decisamente un bene per lei, a causa di quello che stava avvenendo, a sua insaputa, ad un altro piano dell’edificio …
Su di un’isola lontana, vicino ad un’altra finestra, affacciata su un mare calmo che dava verso ovest, Georgie si era fatta mettere un inginocchiatoio. Da lì, pregava per i suoi cari. Lowell era sempre il primo nei suoi pensieri, ma c’era posto per altri, e subito dopo di lui Georgie pregava proprio per lei, Maria. Maria di cui non si sapeva niente e che non sapeva più niente di sé.
 
***
 
Non c’era traccia di miglioramento nelle condizioni del giovane signor Grey. Molti erano più gravi di lui, molti altri come lui lottavano sperando di essere abbastanza forti. Napoli si sforzava di combattere il contagio a tutti i livelli e coi più diversi mezzi. Prima di tutto c’erano i medici, gli infermieri e le suore che lavoravano negli ospedali: ci s’indaffarava intorno ai malati e si cercava soprattutto di evitare la disidratazione, facendo attenzione, per quanto possibile, almeno a non propagare il contagio. In città come nei santuari venivano organizzate veglie di preghiera e rosari, dovunque c’erano benedizioni, voti, fioretti e processioni. E oltre che ai santi cristiani, ci si appellava a quegli scongiuri ben meno ortodossi che facevano parte della cultura popolare, secondo il principio che non si poteva mai sapere da dove sarebbe potuto giungere un aiuto.
Anche Lowell avrebbe voluto pregare, ma non sempre era abbastanza lucido per farlo. A volte, la sua mente si lasciava inesorabilmente andare, e allora rivelava la sua natura gentile e i suoi sentimenti più profondi. Pensava a sua nonna, che a lungo era stata l’unico vero affetto della sua vita, e a sua madre che si era già mossa alla volta di Ischia per stargli il più vicino possibile (saperlo gli avrebbe fatto bene, ma non lo sapeva). Ma Sophia e Adam erano il suo pensiero più forte: vederli crescere, guarire per tornare da loro, essere la loro guida e il loro pilastro … ora desiderava con tutte le sue forze essere padre! E naturalmente, in fondo al cuore aveva sempre Georgie, che aveva già promesso di non lasciare più, e che ora gli mancava insopportabilmente. Quando la febbre saliva, allora nella sua mente i volti rosati dei suoi bambini diventavano tutt’uno col più angelico viso di donna che avesse mai visto. Mentre il suono del mare non lontano cullava i suoi pensieri, la sua fantasia lo illudeva di poterle parlare:
“Ti regalo una rosa1
l’ho incontrata sul cammino
non so se è nuda
o se ha un solo vestito.2
­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­Ma non è importante: la coprono solo petali leggeri ma va per il mondo innocente come te.
… Non so se la innaffia l’estate
o se si ubriaca di oblio …

Oh, no, Georgie! Quest’estate atroce lontano da te non ti deve far dimenticare il nostro amore. Sono io che sembro ubriaco, ma di lacrime … Sei una rosa bianca, innocente. Sei una rosa rossa, come il fuoco che mi hai acceso dentro. L’amore che ti offro è un rosa.
Non so se è stata mai amata
O se ha un amore segreto.
Oh, amore, sei tu la rosa che mi dà calore
Sei il sogno della mia solitudine
Un letargo di blu, un’eclisse di mare.

Sei un mare che mi avvolge e culla il mio delirio, questo letargo che sembra oscurare la mia mente. Non capisco che ore sono, se questa tenebra ovattata è un nuvola o un’eclisse, mi manca il sole! Il sole, come quel giorno in cui ci siamo conosciuti e mi hai buttato in acqua, ricordi, vero, Georgie? Mi sono asciugato subito, era merito del sole o del calore che mi avevi scatenato sotto la pelle? O della nostra giovinezza, che ora non trovo più perché tu non ci sei …
Oh, amore, io sono satellite e tu sei il mio sole,
Un universo di acqua sorgiva,
uno spazio di luce che riempi solo tu …

Io, satellite perduto e oscuro, ho bisogno dei tuoi baci per avere un senso. Mio sole, dammi luce o morirò qui! Lo spazio è freddo e buio senza di te. Ma con te … con te tutto torna ad essere vivo! Grazie a te mi sono salvato già una volta e mille volte, purificami ancora e mi salverò! Tu che sei acqua di sorgente, acqua viva … Se mi potrò immergere in te, allora so che rivivrò, e in cambio ti offro tutto di me:
Ti regalo le mie mani
che ti cercano, che ti hanno amato tanto,
le mie palpebre cadute,
in questo delirio, e in tutti i miei sogni, e in tutti i miei baci,
il bacio più profondo,
quello che soffoca in un gemito …
ti ricordi i miei baci, vero, Georgie?
Ti regalo un autunno
un giorno tra aprile e giugno …
Come quel giorno sereno, in Australia, quando ti sei tolta il cappello e i tuoi riccioli sono scesi per illuminare il tuo viso, e mi hanno detto che ti potevo baciare, e tutta la mia vita è cambiata. Benedetto sia l’autunno boreale, il mio colpo di fulmine e il primo giorno della mia felicità!
Ti regalo un fulmine di speranze
E un cuore messo a nudo.
Perché quel giorno mi hai rivelato il mio cuore, e io non ho più potuto mentire al mondo sui miei sentimenti. E da allora ti appartengo. E a te ritornerò, come le mimose che ami tanto, come le onde che bagnano queste spiagge, e come le stelle fisse, che non tradiscono mai.”
E finalmente, mentre Lowell si abbandonava così, giunse un refolo fresco, poi un tuono che fu solo il primo; l’autunno, quasi fosse stato evocato da Lowell stesso, sembrò avvicinarsi; infine un vero diluvio, che era stato desiderato a lungo, sopraggiunse a portarsi via l’aria cattiva dal golfo di Napoli.


1 La parte in corsivo è la mia traduzione di “Bachata rosa”, una canzone del 1990 di Juan Luis Guerra pubblicata nell’album omonimo creato con la collaborazione artistica del gruppo dei 440. Può essere ascoltata (con un bel video) a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=nPq-GYp5Kp0 . Qui di seguito riporto il testo originale, come compare nel booklet che accompagnava il CD:
Te regalo una rosa
la encontré en el camino
no sé si está desnuda
o tiene un solo vestido
Si la riega el verano
o se embriaga de olvidos
Si alguna vez fue amada
o tiene amores escondidos
 
Ay, amor, eres la rosa que me da calor
eres el sueño de mi soledad
un letargo de azul
un eclipse de mar
Ay, amor
yo soy satélite y tú eres mi sol
un universo de agua mineral
un espacio de luz
que sólo llenas tú, ay amor ...
 
Te regalo mis manos
mis párpados caídos
el beso más profundo
el que se ahoga en un gemido, oh
Te regalo un otoño
un día entre Abril y Junio
un rayo de ilusiones
un corazón al desnudo
 
Ay, amor ...
2 Questi due versi (“no sé si está desnuda / o tiene un solo vestido”) sono un adattamento da Pablo Neruda, in Libro de las Preguntas, 1974: “Dime, ¿la rosa está desnuda / o sólo tiene ese vestido?”.

 
  
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