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Autore: maryjay    15/04/2017    2 recensioni
Correva il mese di febbraio del 1785. La regina di Francia, Maria Antonietta, ha deciso di organizzare in occasione del Carnevale, una settimana di feste e di balli di corte, rigorosamente in maschera, ispirate al... Carnevale di Venezia! (Per chi avesse letto la mia storia precedente, tranquille), stavolta Oscar è la vera protagonista della storia! Quali insidie si nasconderanno fra maschere, pizzi, merletti e champagne? Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte! perdonate la mia lunga assenza, ma non ho avuto modo e tempo per aggiornare la storia. Adesso però sono tornata, e la storia continua.
Buona lettura, e grazie per la vostra presenza.





E come prevedibile, al ballo del venerdi sera non accadde nulla di rilevante.

Oscar e Andrè fecero ritorno alla tenuta Jarjayes, in completo silenzio.

'Fersen, oh Fersen! Cosa penserai di Odette? Penserai che sia scappata via così, senza dei motivi effettivi? Come sarei voluta stare fra le tue braccia stasera, ma gli impegni ufficiali, nonchè questa sospetta congiura non me l'hanno permesso'- e Oscar proseguì l'intero viaggio con il capo chinato in basso e la tristezza nel cuore.

Non fu una notte alquanto lunga e turbolenta per la dama bianca, che fu vinta dal sonno solo poco prima dell'alba.

Ma se è vero che la notte porta consiglio, quella notte insonne l'aveva aiutata nel prendere una certa decisione.

"Nonna, dov'è Andrè?

"Sarà a preparare i cavalli bambina mia."

"Bene. Puoi mandarmelo nelle mie stanze appena lo vedi?"

"Certamente. Vuoi fare colazione?"

"Dopo, ti ringrazio."

Oscar tornò alle sue stanze, dove attese l'amico nervosamente.

Finalmente udì il rumore di nocche scagliarsi sul legno della porta.

"Avanti."

"Ti occorre qualcosa Oscar?"

Lei esitò un momento, poi gli diede le spalle, dirigendosi verso un portagioie verde scuro finemente intarsiato, dal quale prese alcune monete d'oro. Le strinse nella mano destra, occultandole, e si portò di fronte a lui.

"Andrè, io... ho bisogno di una commissione."

"Dimmi pure"- rispose garbato.

"Io... devi recarti a Parigi, presso l'atelier di mademoiselle Bertain, e... devi prendermi un abito."

"Ma cosa..."- farfugliò Andrè sconvolto.

"Devi acquistare un abito da sera... per me. Chiedi alla nonna tutte le misure necessarie, e prendine uno che rispecchi quei canoni. Scegli tu il modello e il colore, mi fido di..."

"Oscar sei impazzita?! - l'ammonì lui- ti rendi conto di quello che stai dicendo?"

Lei lo osservò zitta.

"Oscar, è in gioco la tua reputazione, e il tuo primo pensiero qual'è? Tornare a Versailles vestita da donna? Ma hai la più pallida idea del rischio che stai già correndo?"

"Andrè io..."

"C'è chi si spaccia per la tua persona gettandoti addosso disonore e maldicenze... ti rendi conto della gravità della situazione?"

"Solamente stasera Andrè, e poi tornerò ad essere Oscar Francois de Jarjayes."- lo implorò, come a cercare approvazione.

"È troppo pericoloso Oscar, cerca di comprenderlo"- aggiunse addolcendo il tono nel tentativo di persuaderla.

"Va bene Andrè- rispose pacata- mi prenderai un solo abito, andrò solo stasera sotto false spoglie. Stasera e mai più. Intesi?"

E ad Andrè non rimase che chinare il capo, sconfitto.

Si recò dalla nonna, trascrisse le misure per l'abito, e si recò a Parigi.

 

"Volete un abito per stasera? E senza la dama per le prove? Ma siete impazzito monsieur??

"Madmoiselle Bertain, avete ragione, ma questa è un'emergenza."

"Bene, per chi è l'abito? Così potrò consigliarvi, conosco tutte le mie clienti affezionate e ricordo a memoria i loro corpi, e le loro taglie."

"Oh, ecco...- non poteva certo rivelargli per chi fosse l'abito!- non posso rivelarvi chi indosserà l'abito."

"Ma cosa dite? Non posso mica consegnarvi un abito a casaccio, ci farei una pessima figura a Versailles!"- esclamò preoccupata.

"Ma ho tutte le misure che vi occorrono" - le rispose senza perdersi d'animo, passandole il foglio in cui le aveva trascritte.

La donna sistemò per bene le lenti sul naso e prese a leggere.

"Ah... siete sicuro di avere le misure esatte?"

"Si. Perchè?"

"Perchè si avvicinano molto ai modelli d'esposizione che costruiamo sui manichini. La vostra signora deve avere il fisico di una dea- gli sorrise- ho qualcosa che fa per voi, venite con me."

e la sarta condusse il giovane in un'altra sala.

"Ecco, potete scegliere fra questi- le disse la donna- fate con calma, io torno di là."- e così lasciò Andrè da solo in quella stanza, per decidere quale abito acquistare.

Vi erano un abito rosso fiammante, uno blu cielo e uno viola e lilla, ciascuno di essi completo di maschera piumata. Inutile dire quale fu la sua scelta.

 

 

E così Oscar, aiutata dalla nonna, si preparò, e indossò quell'abito blu, che forse per il colore scuro, la faceva sentire quasi più a suo agio. Indossò la parrucca, la maschera, e si diresse verso la carrozza. Andrè l'aiutò a salire.

"Oscar, ti prego, stà attenta" - le intimò sinceramente, stringendole nervosamente la mano.

"Va bene Andrè. Tu invece, sii i miei occhi."

"Va bene."

E Andrè montò su un'altra carrozza, dirigendosi anch'egli alla reggia.

 

 

Oscar fece il suo ingresso nel salone principale. Non ci volle molto che scorse il bel conte da lontano. Fece un bel respiro, e si diresse a piccoli passi in direzione di lui.

Nonostante fosse intrattenuto dalla compagnia di svariate dame, Fersen sgranò gli occhi di indaco non appena riconobbe la sua bellissima dama bianca.

"Odette?"- e le andò in contro.

Oscar gli sorrise. Il cuore sembrava batterle impazzito.

"Odette- le sorrise anche lui prendendole le mani- ma dove eravate finita ieri sera? Perchè non vi siete fatta viva?"

"Non ho potuto- rispose pacata- siete contento di rivedermi?"

"Certamente!- esclamò lui- venite con me, andiamo in un posto più tranquillo" - le disse, prendendola per mano e portandola verso la balconata più vicina.

"Odette come mi siete mancata!"- esclamò cingendole le guance e schioccandole un bacio sulle labbra. E lei si sentì già stordita.

Al chiaro di luna Fersen era ancora più bello. La figura elegante, il sorriso ammaliante, gli occhi magnetici...

"Mi spiace che siate scappata a quel modo l'altra sera"- le confidò dispiaciuto il conte.

"Perdonatemi, non so cosa mi sia preso."

"Perchè non mi rivelate il vostro nome completo Odette?"

"Perchè vorreste saperlo?"

"Perchè vorrei poter venire a farvi visita quando il carnevale sarà concluso. Ma se non so a che casato appartenete, come potrei fare?"

Oscar lo fissò timorosa. Cosa avrebbe potuto rispondergli senza offenderlo?

"Potremmo intrattenere dei rapporti epistolari, se vi va."

"Ma io non saprei a chi far recapitare le mie lettere"- aggiunse lui leggermente piccato dal diniego ricevuto.

"Penserò io a tutto- rispose lei. Non vi preoccupate."

"Odette... voglio vedervi senza maschera- le sussurrò deciso, mentre le sue mani pericolosamente vicine alle sue gote stavano quasi per sollevarle la maschera dal volto. Senza rendersene conto. Proprio come aveva fatto con la regina anni addietro. Ma i riflessi del comandante delle Guardie erano molto più rapidi di quelli di qualsiasi altra dama.

"No!"- esclamò divincolandosi fulminea e facendo un passo indietro.

"Vi prego Odette, non posso continuare ad ignorare ancora la vostra identità!"- Replicò, avvicinandosi nuovamente per tentare di smascherarla.

Il terrore negli occhi di Oscar, che senza pensare due volte scappò via.

E il bel conte rimase immobile, con la mano sospesa a mezz'aria e la consapevolezza di essersi comportato in modo poco garbato.

Oscar corse affannosamente verso la sua carrozza. Era terrorizzata. Stava per scoprirla! Forse aveva ragione Andrè, quel gioco era troppo pericoloso. Si diresse verso la sua carrozza, e senza pensare ulteriormente, ordinò al cocchiere di ricondurla alla sua dimora.

 

Andrè nel frattempo scaglionava in modo discreto il salone, notando anche la presenza cospicua delle guardie di palazzo. E notando che il tenente Girodelle svolgeva il suo compito in maniera impeccabile.

'Oscar, che stai facendo? Sii prudente, ti prego' - pensava il giovane, arrovellandosi le viscere, quando ad un tratto fu ridestato dai suoi pensieri.

 

"Ciao Andrè!"

Richiamato da quel timbro vivace e confidenziale, l'attendente si voltò, rimanendo a bocca aperta.- Non... non poteva essere lei. Eppure, i boccoli biondi, gli occhi cerulei, il fisico slanciato...

"Ciao Andrè" - ripetè una copia identica di Oscar con addosso l'uniforme scarlatta adornata dai gradi e i pantaloni bianchi.

"Ma... ma..."

"Molto somigliante, non trovi?"- ammiccò lei.

"Chi sei? Intendi anche tu agire come le altre finte Oscar? Sai che è scattato l'ordine di arresto per chiunque si spacci per lei?"- ruggì lui.

"Oh. Ma io non voglio scomodarmi per compiere sciocchezze degne di certe oche. Io voglio conferire in privato con te."- pronunciò sicura di sè.

Andrè rimase perplesso.

"Perchè?"

"Vieni e lo scoprirai."

 

 

 

Come proseguirà? Un abbraccio, a presto!

  
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