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Autore: I_love_villains    16/04/2017    2 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Naoko si mordicchiava le unghie, in preda ad un grande dilemma. Il suo Mirai Nikki le aveva rivelato che quel pomeriggio avrebbe incontrato una proprietaria e lei non sapeva se andare lo stesso al centro commerciale o meno. Secondo il diario, la ragazza l’avrebbe trovata simpatica e avrebbe deciso di allearsi con lei. Naoko si fidava del suo diario, ma non era sicura di voler conoscere quella persona. Era un disastro a fare nuove amicizie, poteva incasinare tutto! D’altra parte un’alleata faceva comodo …
La rossa smise di tergiversare. Se voleva uscire viva dal survival game, doveva fare ben altri sacrifici che affrontare la sua timidezza. Si domandò se anche l’altra fosse a conoscenza di quell’incontro.

Aya sedeva sulle scale del parco. A quanto pareva quel pomeriggio avrebbe rubato il cellulare di un proprietario. Anzi, proprietaria. Non si aspettava di localizzarne uno così in fretta, anche perché non aveva escogitato alcun metodo per trovarli. Si era limitata a godere dei frutti del suo Mirai Nikki. Carpe diem, sarebbe stato il suo motto, se avesse conosciuto il latino. La mora spinse indietro un paio di treccine. Era estremamente curiosa di conoscere un’altra persona nella sua stessa situazione.

Ecco, era nel centro commerciale. Naoko si guardò intorno, tesa come una corda di violino. Ad un tratto tutta quella gente la spaventò: ognuno di loro poteva essere un potenziale assassino! Fece dei respiri profondi, decisa a calmarsi. Consultò il suo cellulare: non arebbe morta quel giorno. Lo rimise in tasca. Non sapendo che altro fare, si mise a guardare le vetrine. Ogni tanto si guardava indietro, nervosa.
“Cavoli, sorella, si vede lontano un miglio che nascondi qualcosa.”
Naoko urlò e si voltò verso una ragazza sorridente dalla carnagione scura. Gli occhi erano nascosti da grandi occhiali a specchio violetti. I vestiti non erano messi molto bene. Si accorse con terrore che stringeva fra le mani il suo cellulare.
“Ridammelo!” ordinò cercando di apparire minacciosa.
“Non così in fretta, cocca. Oh, ecco … Sei proprio tu. Interessante, ti dice cosa pensano gli altri!”
“Solo su di me” ringhiò Naoko fra i denti.
“Già, già. Beh, ci ha azzeccato.”
Aya le tese il cellulare. Spiazzata, Naoko lo riprese e lo tenne stretto.
“Piacere, sono Candace” si presentò l’altra.
“Naoko …”
“Non ci credo, mi hai detto il tuo vero nome!” sghignazzò Aya. “Sei proprio un’ingenua, ragazza mia.”
“Ehi!” fece Naoko offesa. “Tu non mi hai detto il tuo?”
“Certo che no. Candace è il mio nome d’arte. Se non l’avessi avuto, mi sarei presentata come Fourth.”
La rossa non seppe che replicare. Incrociò le braccia, offesa. La mora continuò a guardarla ghignando.
“Come mi hai trovata?” domandò Naoko, mettendo da parte il risentimento.
“Oh, il mio diario mi dice cosa … troverò per strada, ecco.”
“Sei una ladra.”
“Alcune persone usano questo termine, sì.”
“Allora, ciccina …”
“Ti ho detto il mio nome, fammi il favore di usarlo almeno!”
“D’accordo. Allora, Naoko, intendi uccidermi?”
La ragazza fissò l’altra con tanto d’occhi. Come poteva farle una domanda simile così a bruciapelo?
“Allora?” la incalzò l’altra. Ghignava ancora, ma adesso era seria. Si aspettava una risposta sincera.
“Io non sono venuta per ucciderti … Secondo il mio diario tu vuoi propormi un’alleanza e, beh, io accetto.”
Candace sembrò soddisfatta. “Perfetto, allora qua la mano!”
Aya gliela afferrò e strinse vigorosamente.
“Da oggi siamo sorelle, sì? Io bado a te e tu a me. Ma dimmi, se non fossi stata così amichevole che avresti fatto?”
“Ti avrei affettata con la mia katana” disse Naoko, sperando di lasciarla di stucco.
“Davvero?”
La rossa le mostrò la spada, nascosta sotto i suoi ampi indumenti. Aya rise.
“Wow! Ed è autentica! Come fai ad avere una roba del genere? Io al massimo ho una mazza da baseball!”
Naoko sorrise suo malgrado, contagiata dall’entusiasmo dell’altra. Le sembrava a posto, tutto somato. Il diario non mentiva.
“Che si fa ora?” le chiese.
“Oh, io devo ripulire un po’ di gente.”
“Riguardo il survival game” precisò Naoko.
“Ah, certo … Ehm … ci vediamo domani a casa tua?”
“Perché ti dovrei mostrare casa mia?”
“Perché la mia casa fa schifo. Su, io mi fido già di te.”
Naoko non riusciva a capire quella ragazza. Il suo diario le sarebbe stato utile, si augurava. Se non altro ad anticiparla, perché Candace sembrava dire sempre ciò che pensa, non badando all’opinione degli altri.
“Va bene, ti aspetto dopo scuola.”
“A domani, Naoko.”

Pablo si era fatto coraggio e aveva raccontato tutto alla sua dolce metà, First. Il moro dapprima si era mostrato incredulo, più per ciò che gli raccontava il biondo che per mancanza di fiducia in lui. Poi però, leggendo con i propri occhi il Mirai Nikki di Second, si era convinto. E spaventato. Temeva per l’incolumità del suo amato. L’arrivo dei clienti alla boutique aveva troncato la discussione, ma First ci aveva rimuginato tutto il giorno e aveva deciso che si sarebbe trasferito da Pablo. A cena gli propose l’idea.
“Ma sei matto?! È rischioso!”
“Perché? Nel caso qualcuno ti rintracci, dici? Beh, preferisco essere con te che sapere dalla polizia che è avvenuta una tragedia.”
“First …” sospirò Pablo, sconsolato. “Ascolta …”
“No, ascoltami tu! Io non me ne starò a casa continuamente in pensiero! Affronteremo questa cosa insieme!” dichiarò il moro, deciso.
A Pablo si inumidirono gli occhi. Gli prese la mano.
“D’accordo” acconsentì trattenendo le lacrime. Ridacchiò. “Non sarà un caso che sono Second, no?”
“No” sorrise First.
Stavano per baciarsi al di sopra del tavolo quando qualcuno sfondò la porta d’entrata. Entrambi sgranarono gli occhi e si voltarono simultaneamente verso il salotto. Un uomo, armato di catena, si stava avvicinando.
“Urlate e giuro che uscirete molto male da qui” li minacciò Osamu.
I due giovani erano in piedi. Osamu si avvicinò ancora, separato da loro solo dal tavolo.
“First e Second … due in un colpo solo.”
Pablo si sentì gelare a quelle parole, anche se aveva capito che si trattava di un proprietario sin dal primo istante.
“N- no, non è come pensi!” si affrettò a precisare. “First non fa parte del gioco, lui …!”
“Taci” ordinò Osamu. “Mostratemi i vostri diari.”
I due si guardarono negli occhi. First scosse la testa, supplichevole. Ma Pablo intendeva assecondare quell’uomo. Se c’era una possibilità che quell’individuo lasciasse stare First, l’avrebbe sfruttata. Il biondo si recò a prendere il suo diario. Osamu mantenne lo sguardo su di lui. Colse tuttavia un movimento di First. Subito la catena sibilò nell’aria e lo colpì agli occhi. First urlò di dolore. Si accasciò a terra coprendosi il viso. Pablo accorse al grido, l’agenda semiaperta alla flag di dead end.
“Bastardo, perché lo hai fatto?!” urlò furioso.
“Lanciami il diario se non vuoi che lo rifaccia” comandò Osamu nel solito tono freddo.
Il biondo strinse le labbra, ma obbedì. Gli lanciò il suo Mirai Nikki, per poi accoccolarsi accanto a First e stringerlo fra le braccia.
“Ma che teneri. Forza, il suo diario?”
“Non ce l’ha! Te l’ho detto!”
“Mmh … Sai cosa, frocetto? Ti credo.”
Osamu gli sorrise. Strappò l’agenda. Pablo urlò di dolore.
“Che succede? Pablo? Pablo?!”
First non riusciva a vedere niente oltre la cortina di sangue che gli mascherava gli occhi. Seppe solo che un momento prima Pablo lo abbracciava, poi era scomparso. Mosse freneticamente le braccia a tastare il vuoto, continuando a chiamarlo.
“Spiacente, First … che tu sia un proprietario o no, non posso lasciarti stare.”
Il moro lo udì avvicinarsi. Tentò di alzarsi, ma scivolò all’indietro. Osamu gli passò la catena attorno al collo e strinse e tirò finche non udì un sonoro schiocco ed il corpo del moro si afflosciò definitivamente. Soddisfatto, l’uomo cercò per la casa tutto il materiale infiammabile che i due avevano, ne cosparse i mobili in salotto e ci buttò un fiammifero. Le fiamme si levarono immediatamente. Prima di uscire, accese il gas in cucina e si allontanò di corsa dall’abitazione.



***Angolo Autrice***
Un'alleanza stretta e un altro proprietario fuori gioco.
Perché se ne vanno i miglioriiii? T.T
Il prossimo capitolo lo pubblicherò lunedì, visto che domenica sono in escursione.
Buona Pasqua a tutti!
Alla prossima!
   
 
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