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Autore: Karly_chan    16/04/2017    0 recensioni
TMNT 2012 - Accenni alla 4° Stagione, avendola vista tutta in inglese non so a che punto è arrivata in Italia quindi... attenzione agli Spoiler?
Nota: Non scrivo da un pò, chiedo scusa se sembra un pò strana XD Commenti, recensioni e critiche sono ben gradite.
Improvvisamente Raphael si sentì insicuro, vulnerabile, sotto la gigantesca mano del mutante. Improvvisamente si rese conto che forse il motivo per cui il suo istinto gli stava urlando di scappare da quando quella strana discussione era cominciata era proprio quello.
Slash sapeva tutto di lui, ogni singola debole parte del suo essere era esposta e indifesa di fronte a lui. E Raphael ne era terrorizzato.
Era terrorizzato perchè Slash poteva spaccargli a metà il cranio e leggere ogni suo singolo pensiero senza filtri.
Era terrorizzato perchè lui poteva strappargli a mani nude quel duro piastrone che aveva sul petto e sfilargli dal cuore ogni singolo sentimento e lui non sapeva come impedirlo.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Raphael Hamato/ Raffaello, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai tarda notte, in New York City, l’ultima battaglia affrontata era stata più stancante del solito e Micky aveva ben pensato di invitare i suoi amici a passare il resto della notte nel loro rifugio, per poter riposare e poi tornare ognuno alle rispettive case l’indomani.
Il rifugio non aveva sicuramente abbastanza camere per poter ospitare, non solo Casey ed April, ma anche l’altra squadra di mutanti che li aveva assistiti in battaglia quella sera, quindi il più piccolo delle tartarughe aveva immediatamente approfittato per organizzare quello che nei piani era a tutti gli effetti un pigiama party, lanciando ogni cuscino e coperta che riuscì a trovare nel salone, nel grosso spazio tra la TV e il divano circolare. Quello che aveva in mente era sicuramente far baldoria tutta la notte con i suoi cari amici, ma nel giro di pochi minuti, l’intero rifugio era calato nel silenzio e nell’oscurità. Il tempo scandito solo dai respiri, chi più pesanti, chi più leggeri, dei giovani mutanti e umani che si erano immediatamente addormentati nel salone. Troppo stanchi e provati dalla battaglia per poter continuare a giocare, Leatherhead era teneramente acciambellato sul pavimento, il gigantesco torace alzava e abbassava, quasi comicamente, Micky e Mondo, addormentati sulla sua schiena in posizioni improbabilmente comode.
Sul divano poco distante dormivano Casey, steso scompostamente sulla seduta, con braccia e gambe penzolanti da un lato ed appoggiate allo schienale dall’altro, Rockwell accanto a lui, in maniera assolutamente opposta era ordinatamente seduto in una posizione meditativa, ma altrettanto profondamente addormentato ed April, acciambellata sotto delle coperte calde, che, nonostante le fosse stato proposto di riposare in una delle stanze dei quattro fratelli, aveva preferito rimanere con loro e addormentarsi al suono delle voci dei suoi amici, che scherzavano assonnati tra loro.
Sul resto del divano riposavano Leonardo, Donatello e Raphael costretti a stringersi tra di loro per la mancanza di spazio. Donatello, ormai abituato a dormire seduto per le lunghe nottate passate sulla scrivania del suo laboratorio, poggiava la testa sullo schienale, Leonardo era steso su un fianco, la testa poggiata alla gamba del fratellino, il corpo stretto in una posizione fetale, per lasciar più spazio possibile ai suoi ospiti sul divano. Sul suo viso era cascata la mano del secondo genito, che aveva avuto la pessima idea di addormentarsi in bilico sullo schienale del divano, sopra i suoi fratelli. Era in una posa particolarmente felina, il corpo e una guancia pesantemente poggiati sullo schienale, mentre i quattro arti penzolavano ai due lati di questo, finendo, appunto, con disturbare il sonno del Leader, ma facendo da cuscino abbastanza comodo al cervello del gruppo, che si era ritrovato a poggiare la testa sulla gamba del suo fratello maggiore.
Leonardo aveva cercato di dissuaderlo dall’addormentarsi in quel modo, ricordandogli la sua abitudine di muoversi particolarmente spesso nel sonno, ma Raphael si era praticamente lanciato in quel punto del divano da quando erano tornati a casa e, vista la lotta che aveva affrontato e le varie percosse che aveva ricevuto quella sera, il rosso non sembrava avere più tanta intenzione né di muoversi né di discutere per il resto della nottata.
Era riuscito a passare un paio di ore di sonno tranquillo, ma improvvisamente, come spesso accadeva, a causa di un qualche sogno, incubo, sconforto fisico o qualunque fosse il mistico motivo, il suo corpo decise di muoversi da solo per trovare una posizione più comoda e confortevole, ribaltandosi su un lato, trovando, però, solo il vuoto, una caduta libera, un freddo duro pavimento ed un bel dolore a spalla testa e schiena per la rovinosa ed improvvisa caduta.
Il rosso si risvegliò immediatamente con un verso di dolore e sorpresa. Ci mise un paio di secondi, prima di capire chi fosse, dove si trovasse e cosa fosse successo, ma quando ciò avvenne, si ritrovò come al solito a constatare con un ringhio indispettito che Leonardo aveva avuto ragione sulla sua pessima idea.
Si risollevò in piedi, massaggiandosi la spalla dolorante per la caduta e osservando nella semioscurità i suoi fratelli e amici che dormivano attorno a lui, controllando e sperando che nessuno si fosse svegliato con il tonfo sordo che aveva generato la sua caduta dal divano.
Fortunatamente sembravano essere tutti abbastanza stanchi da non aver sentito nulla o da voler ignorare il mondo circostante ancora per un po'. Il ragazzo si prese il tempo di osservare quel gruppo di folli in una situazione inusualmente calma. I suoi fratelli che dormivano insieme, Micky che abbracciava l’alligatore gigante come se fosse stato un enorme peluche, il suo migliore amico che, per non smentirsi mai, sventolava una mazza da hockey persino nel sonno.
Proprio nel momento in cui fece caso al fatto che qualcuno mancava all’appello, un mugolio sommesso si levò dal divano.
La testolina rossa di April si sollevò leggermente dal cuscino, una mano sottile sbucò dalla coperta per strofinarsi un occhio assonnato. << Che succede? >> Domandò la sua voce impastata dal sonno.
Raphael sbuffò una risata. << Niente, Principessa, torna nel mondo dei sogni. >> Le rispose, la sua voce stranamente bassa, per non svegliare nessun altro.
April mugolò un altro paio di secondi, valutando l'opzione di svegliarsi e cerca di capire cosa fosse successo, oppure seguire il consiglio e rimettersi a dormire. Alla fine decise di posare nuovamente la testa sul cuscino e richiudere le palpebre pesanti con un lieve "okay" quasi incomprensibile.
Raphael la fissò per un istante con un sorriso divertito, per poi decidere di avviarsi silenziosamente verso le stanze. Seppur si fosse svegliato, si sentiva ancora stanco, quindi decise che avrebbe continuato la sua sessione di riposo in camera sua, l'idea di dormire tutti insieme era davvero stupida, dopotutto, non che dormendo vicini si potessero incontrare in qualche sogno o qualcosa del genere.
Spiegando mentalmente a sè stesso i mille motivi per cui i pigiama party fossero stupidi agguantò stancamente il pomello della porta semichiusa della sua stanza, entrando sovrappensiero all'interno. Fu solo quello il motivo per cui saltò indietro quando vide una sagoma all'interno della camera buia, solo perchè era perso nei suoi pensieri.
Dopo il primo istante di sorpresa potè facilmente riconoscere la sagoma di Slash all'interno della piccola stanza, la testa mancante all'appello poco prima nel salone. Lo vide girarsi leggermente verso di lui, in modo da poterlo guardare, anche lui sorpreso nel vederlo sveglio.
Raphael potè notare la grossa mano blu del rettile poggiata su una cassa di legno posta accanto al suo letto, su cui si trovava un cuscino scuro. Quello era il letto di Spike.
<< Scusami se sono entrato senza dirti niente. >> Gli disse la voce roca di Slash, più bassa del solito, probabilmente per non svegliare i loro amici, compagni e fratelli nella stanza accanto.
Il rosso provò una leggera seppur spiacevole sensazione. Aveva sempre odiato che gli altri entrassero in camera sua, ma la cosa che rendeva strana quella situazione era sapere che quel gigantesco rettile ci era già stato, anzi, ci aveva praticamente vissuto lì.
<< Figurati. >> Si ritrovò a rispondere in un soffio. Sentì le spalle rigide, i suoi occhi si abbassarono automaticamente sul pavimento.
<< E' stata anche la mia camera, questa, in un certo senso... >> Si fece sfuggire ancora il mutante, guardandosi attorno, con occhi attenti, ma con un tono leggermente divertito << Devo ammettere che un pò mi è mancata. >>
<< Scommetto che non ti ricordavi tutto così piccolo. >> Scherzò Raphael, rialzando gli occhi verdi verso il gigantesco mutante, scacciando la strana sensazione di poco prima e cercando di concentrarsi sul presente. 
Il giovane ninja non era mai stato bravo ad identificare le sensazioni che provava e spesso queste riuscivano a confonderlo e spaventarlo abbastanza da farlo innervosire. Quello che sapeva era che parlare con colui che prima era il suo piccolo Spike riguardo il loro passato era stranamente disturbante. Il suo cervello cercava in qualche modo di convincerlo che Spike e Slash fossero due entità diverse, questo perchè non avrebbe mai potuto trattare Slash come un tempo aveva trattato Spike, ma allo stesso tempo SAPEVA che erano la stessa "persona" che Spike era vivo e vegeto davanti a lui.
<< Oh sì, soprattutto te. >> Lo prese in giro il gigante, lasciandosi sfuggire una sommessa risata roca quando la piccola tartaruga esclamò un "EHI" offeso.
Raphael ringhiò infastidito, non poteva crederci che ora persino Spike lo stesse prendendo in giro. Tra tutti, proprio lui doveva sapere...
Un sospiro. Gli occhi verdi del giovane si rattristarono leggermente. Di nuovo stava confondendo due entità diverse. Si ripetè mille volte in un secondo che Spike non c'era più, certo sapeva che era vivo, che stava bene, che era felice, semplicemente lui non lo avrebbe mai più incontrato, non lo avrebbe mai più rivisto, non come un tempo.
Certo, qualche volta aveva persino pensato all'idea di usare l'antimutageno che aveva inventato il suo fratellino per riportare Slash al suo aspetto originale, per riavere indietro il suo cucciolo, ma era una cosa estremamente egoista e crudele, se ne rendeva conto.
Ora Spike, o meglio Slash era felice, poteva parlare, poteva esprimere le sue idee, poteva aiutarli a combattere il crimine... Solo gli mancava occuparsi di lui, potergli parlare, poterlo tenere sulla spalla e sapere di essere capace di proteggere almeno lui, senza difficoltà.
Lanciò un'occhiata veloce alla stazza del mostro blu che si ritrovava davanti e, diavolo, ora sarebbe potuto essere lui la tartarughina appollaiata sulla sua spalla.
<< Raphael. >> L'udire il proprio nome lo richiamò nuovamente alla realtà. Gli occhi prima persi nel vuoto si concentrarono sul mutante che era davanti a lui. << Credo di non averti mai ringraziato per tutto quello che hai fatto per me... quando ero ancora "normale". >> Continuò con voce bassa e profonda lui, gli occhi giallastri che vagavano sul pavimento.
Di nuovo le spalle del ninja si irrigidirono. Maledisse mentalmente il gigante di fronte a sè. Stava facendo di tutto per non confondere più il passato con il presente eppure lui continuava a rendergli il tutto molto più difficile.
<< Figurati, Slash... >> Fu l'unica cosa che riuscì a rispondere, portandosi automaticamente la mano alla spalla su cui era atterrato poco prima. 
<< Quando sono cambiato il mutageno mi ha fatto dire e fare cose terribili... >> Sospirò ancora il grosso rettile. << Ma ora che tutto si è stabilizzato e posso finalmente ragionare più lucidamente, vorrei ricominciare da capo... >>
Di nuovo quella spiacevole sensazione. Raphael si rese conto di star fissando il pavimento solo quando si ritrovò a rialzare gli occhi su quelli di Slash. 
Lui si era avvicinato e sebbene un qualche istinto nelle profondità del suo essere gli consigliò di indietreggiare, il ninja rimase immobile a fissarlo, inchiodato dov'era da quella brutta sensazione e dagli occhi gialli dell' altro mutante.
<< Cosa... intendi? >> Riuscì a chiedere il giovane, uno strano timore gli si insinuò nello stomaco come un viscido verme.
<< Raphael... >> Di nuovo pronunciò il suo nome in quel modo strano, con una sorta di... rispetto, ma non proprio, era un tono che non riusciva a decifrare bene, eppure riusciva a capire che il modo in cui lo pronunciava lui era diverso da come lo facevano tutti gli altri. Somigliava un pò a...
<< Il mio aspetto può essere cambiato, così come il mio nome, ma... resto comunque lo Spike con cui sei cresciuto. >> Lo riportò di nuovo alla realtà l'altra tartaruga. << Ho memoria di tutto il tempo che hai passato con me, tutte le cure e attenzioni che mi hai rivolto... >> La sua voce era stranamente bassa e calma, senza la sua stoica sicurezza. << E ora che ho... una coscienza più evoluta mi rendo conto che tutto questo ha un valore ancora maggiore di quanto immaginassi. >>
Di nuovo l'istinto del rosso gli gridò di indietreggiare, ma ancora una volta lui rimase immobile, inchiodato ancora al suolo dagli occhi gialli di Slash. Il suo cervello era confuso. Confuso dalle sue parole, da quello che stava cercando di trasmettergli, da quello che LUI credeva volesse trasmettergli e soprattutto da quello che lui stesso stava provando. Era felice che si ricordasse di tutti i momenti insieme, era felice che ne avesse un buon ricordo, eppure una parte di lui avrebbe preferito che entrambi se ne dimenticassero.
<< Raphael... >> Ancora quel nome, ancora quel tono. Perchè non lo chiamava "Raph" come tutti gli altri? 
<< Io sono l'unico che ti conosce per davvero. >> Un'enorme mano si era alzata, per andare a posarsi su quella che, al confronto, era una minuscola spalla. << Io sono l'unico a sapere cosa si cela dietro quella maschera... a conoscere i tuoi pensieri, i tuoi dubbi... le tue paure. >>
Improvvisamente Raphael si sentì insicuro, vulnerabile, sotto la gigantesca mano del mutante. Improvvisamente si rese conto che forse il motivo per cui il suo istinto gli stava urlando di scappare da quando quella strana discussione era cominciata era proprio quello.
Slash sapeva tutto di lui, ogni singola debole parte del suo essere era esposta e indifesa di fronte a lui. E Raphael ne era terrorizzato. 
Era terrorizzato perchè Slash poteva spaccargli a metà il cranio e leggere ogni suo singolo pensiero senza filtri.
Era terrorizzato perchè lui poteva strappargli a mani nude quel duro piastrone che aveva sul petto e sfilargli dal cuore ogni singolo sentimento e lui non sapeva come impedirlo.
<< Ho sempre voluto aiutarti di più, oltre ad essere un semplice spettatore, Raphael. >> Gli occhi gialli del gigantesco rettile si erano addolciti, un lieve sorriso gli piegava gli angoli della bocca aguzza. << Ho sempre voluto dimostrarti quanto ci tenessi a te. >>
Il corpo del giovane si irrigidì ancora una volta, sentendo crescere la tensione. Il terrore che gli aveva attanagliato lo stomaco si congelò in una sfera di ghiaccio, lanciando brividi di freddo lungo la spina dorsale.
Slash sembrò accorgersene, ovviamente, perchè lui lo conosceva bene. Il suo sguardo si addolcì ancora, ma non senza una punta di tristezza. 
Lo vide piegarsi su di lui, poggiando un ginocchio e il pugno del rispettivo lato sul pavimento, in modo da poter essere alla sua altezza e guardarlo negli occhi senza costringerlo a spezzarsi il collo.
Raphael riuscì solo a fissarlo in silenzio, insicuro, portando una mano su quella che era ancora poggiata sulla sua spalla, ma senza riuscire a scrollarsela di dosso.
<< Tu... sei molto importante per me. >> Continuò il grosso mutante, continuando a fissarlo negli occhi con una sorta di dispiacere che non riusciva a comprendere, ma che si traduceva palesemente nel fatto che ci fosse dell'altro che non gli stava dicendo e che forse lui aveva paura di sentire.
<< Non ti forzerò ad accettare i miei... sentimenti, mai più. >> Slash aveva un sorriso particolarmente triste. Di nuovo era riuscito a comprendere i suoi sentimenti e le sue sensazione meglio di quanto avesse potuto fare Raph stesso. << Ma volevo almeno che tu sapessi quello che provo per te, Raphael. >>
E di nuovo quel nome riuscì in qualche modo ad affondargli un pugno nello stomaco. Ora era riuscito a riconoscere quel tono. Sapeva che qualcun'altro aveva quel modo strano e unico di pronunciare il suo nome e l'unica altra persona era Mona.
Incassò la testa nelle spalle, osservando il pavimento sentendo ancora quel disagio e vulnerabilità. 
Pensò a Mona, alla sua odissea nello spazio, al fatto che avesse visto tutte le persone a cui teneva morirgli davanti agli occhi. 
Slash non sapeva nulla di tutto questo, dei suoi sentimenti al riguardo. Lui non sapeva dell'esistenza di Mona, di quanto l'amasse e di quanto ogni giorno soffrisse come un cane per la sua mancanza. 
Slash non sapeva nulla perchè ormai Spike non c'era più.
Finalmente Raphael riprese il controllo dei propri muscoli e fece un lieve passo indietro, sfuggendo all'enorme mano del rettile. << Slash... >> La sua voce suonò insicura, quasi timorosa. << è tutto... diverso... >> Cercò di spiegarsi. << Tu sei diverso... >> Si allontanò ancora, senza guardare il mutante davanti a sè, ma sentendolo alzarsi dalla sua posizione inginocchiata.
<< E' vero. >> Affermò il rettile, senza muovere un muscolo, ma continuando a fissarlo. Di nuovo Raphael sentì quegli occhi inchiodarlo al pavimento. << Ora posso essere la persona di cui hai sempre avuto bisogno. L'amico, il fratello... >> Nuovamente la tartaruga si avvicinò, ma senza toccarlo questa volta. << O persino qualcosa di più. >>
Il giovane ninja scosse debolmente la testa, sentendo ancora una volta le spalle irrigidite, quella sfera di ghiaccio intrappolata nel suo stomaco mandare scariche di freddo lungo la schiena.
<< Mi dispiace... >> si lasciò sfuggire ed improvvisamente si sentì un verme. Odiava la sensazione che stava provando, odiava la situazione in cui si trovava in quel momento, ma più di qualsiasi altra cosa odiava il fatto che nonostante sapesse di non potersi costringere a ricambiare i suoi sentimenti solo per far felice Slash, nel profondo del suo cuore aveva l'egoistico desiderio di riavere indietro lo Spike di un tempo. 
Odiava l'idea di amare Slash come Spike e non come l'individuo che si ritrovava davanti in quel momento. Odiava l'idea di preferirlo come animale domestico, piuttosto che come amico.
<< Non preoccuparti, Raphael. >> La voce roca del rettile lo riportò ancora una volta alla realtà. Aveva ripreso a sorridere, questa volta arreso, ma senza amarezza. Aveva riportato la gigantesca mano sulla spalla del più piccolo, stringendola debolmente. << Va bene così. >> Continuò, i suoi occhi si addolcirono e Raph si sentì ancora più un verme. << Comunque sia, ricordati che io ci sarò sempre per te, se mai avrai bisogno. >> Finì, la mano di Slash lasciò la sua spalla, quindi fece per uscire, spostando delicatamente la tartaruga di lato in modo da poter passare nel piccolo spazio della stanza, verso la porta.
<< Ti auguro buonanotte, Raphael. >> Gli disse a voce bassa, prima di uscire, rivolgendogli un ultimo sorriso.
<< Buonanotte Spike... >> Rispose il rosso, ancora immobile al suo posto, perso nei suoi pensieri in maniera stranamente silenziosa.
Slash rimase fermo per qualche istante, ponderando se ricordargli per l'ennesima volta che il suo nome non era più Spike, ma per quella volta avrebbe lascito perdere, per quella volta si sarebbero entrambi illusi che, solo per quell'istante, fosse tornato tutto come un tempo, quando il legame che li univa non era così confuso e distorto e soprattutto così apparentemente doloroso. 
Un ultimo sguardo ai brillanti occhi verdi di quello che un tempo era il suo padrone e che, in un certo senso, lo sarebbe sempre stato, quindi un sospiro e finalmente il grosso mutante uscì dalla camera, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
  
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