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Autore: Infected Heart    16/04/2017    1 recensioni
They took the midnight train, goin' anywhere...
Ho immaginato il primo incontro tra Cory e Lea, e sognato tutto ciò che ne è seguito.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LEA POV
 
Marzo 2009
 
-Beh, se non lo capisci, allora non sai fare il tuo mestiere. Ciao.-
 
Chiudo la chiamata e faccio un bel respiro. Sorrido scintillante, e aspetto il ciak.
Prendo la mano di Cory, che mi solleva e mi fa fare una giravolta. Sento tirare la pelle a lato degli occhi e attorno alle labbra. Vedo che sul suo volto sta succedendo la stessa cosa.
Stentiamo a trattenerci dal ridere, perché sappiamo entrambi che lui ormai ci ha preso gusto nel sollevarmi a tradimento, in ogni occasione: in fila a  mensa, mentre sto cercando di studiare un brano, mentre mi sto truccando in bagno, o mentre sto cercando di chiudere gli occhi sul divano una decina di minuti.
È diventato il mio tormento, e so che ci gode non poco.
Meglio così: non sopporto quando è freddo e schivo, e anche tutto il gruppo funziona meglio se è di buon umore.
 
Il numero musicale è concluso, e aspettiamo che Ryan dia lo stop definitivo.
Lascio il posto sul set a Chris e saluto Cory, che da lì a una mezzora deve girare l’ultima scena della giornata.
Mi volto e sto per aprire la porta d’uscita.
 
-Aspetta. Ci sono problemi?-
 
-No, il solito. Ma che razza di attore è uno che si incavola se la sua ragazza va d’accordo con un collega? Non è la prima, né sarà l’ultima volta che dovrò dare baci di scena. Meglio che si metta l’anima in pace.-
 
-Un po’ lo capisco, però. Non deve essere facile condividerti.-
 
-Ehm, lui non mi sta condividendo proprio con nessuno, è questo che non capisce.-
 
-Andiamo, Lea. Lo sai.-
 
-Lo so. Ma lo sai anche tu. Non possiamo far diversamente. Buona serata.-
 
-Ciao.-
 
Ritmi folli e dinamiche ancora più folli. Tanto meglio: finché si è nel frullatore, è più facile ignorare la realtà. Fingere di non vedere cose che non si vogliono vedere. Bisogna portare a casa un prodotto confezionato con fiocco, e nel mio caso anche con qualche stellina.
Il resto può aspettare.
 
Ora si va a letto e domani di nuovo sveglia alle cinque: workout, doccia, trucco e parrucco, ripasso di gruppo, e poi di nuovo in scena.
Nel pomeriggio si va in studio di registrazione, e Cory mi ha chiesto di dargli una mano con degli esercizi di estensione. Ha un bel graffiato naturale, ma deve lavorare sulla frontalità dei suoni, affinché esca nel modo più bello e sano possibile. Nonostante l’eccelso lavoro fatto col vocal coach durante i mesi precedenti, ha il terrore di sentire il suono della sua voce registrata. Vediamo di fargliela passare.
Come non detto.
Faccio retro front, torno agli studios e mi faccio dare le chiavi della sala prove.
 
-Di nuovo qui? Signorina Michele, lei lavora troppo. Attenta, che così mi si sciupa.-
 
Berny, il custode. Baffi bianchi alla francese, occhiali rotondi, e un naso che può far concorrenza al mio, orgogliosamente ebreo.
 
Forse è per questo che ci siamo presi in simpatia e, cosa non meno importante, chiude un occhio su tutte le ore extra che passo a provare in quella stanza riempita per i tre quarti da un pianoforte a coda.
 
Gli faccio l’occhiolino, entro e mi siedo al pianoforte.
 
Tiro fuori dalla borsa il copione di Cory con segnate tutte le canzoni che dovrà cantare da qui alla fine della stagione.
Ovviamente gli imprevisti sono all’ordine del giorno, ma abbiamo una tabella di marcia molto ben organizzata.
Scoppio a ridere, osservando come la sua penna rossa abbia ornato di buffi disegnini gli spartiti delle canzoni che lo preoccupano maggiormente.
Sul mashup It’s My Life/Confessions II c’è un kiss coi capelli fumanti e gli occhi a spirale.
Alzo gli occhi al cielo. Che idiota. Adorabile, ma pur sempre idiota.
Già me lo immagino dopo le riprese, a cercare come un matto il copione.
Sogghigno: dopo lo scherzo dell’auto, ben gli sta.
Sì, perché dovete sapere che il signorino, dopo aver scoperto del mio incidente accaduto prima dell’audizione, ha iniziato a prendermi in giro per le mie disastrose capacità automobilistiche. Inutile spiegargli che non era stata colpa mia.
Ad ogni modo, sapendo dove parcheggia sempre la sottoscritta, un bel giorno ha pensato bene di lasciare il suo lussuoso Range Rover proprio accanto alla mia macchina. Ci ha appiccicato degli adesivi che simulano graffi di carrozzeria, e poi mi ha chiamata, arrabbiatissimo.
Credo che per quell’interpretazione avrebbe dovuto vincere un oscar:
 
-Dovrebbero toglierti la patente! Ma tu lo sai quanto mi è costata quest’auto?- Era viola in volto.
 
Io ero costernata.
 
-Ti giuro che non me ne sono accorta, giuro che ti ripago tutto fino all’ultimo centesimo! Scusa!-
 
Ed effettivamente quella sventurata svista sarebbe stata molto plausibile, vista la mia proverbiale sbadataggine.
 
Peccato che quando mi sono messa a piangere, lui ha iniziato a sganasciarsi dalle risate e io, prima mi sono pietrificata, poi mi sono scagliata a prenderlo a pugni sul petto.
Ancora ho in mente la scena comica che ne è conseguita, con lui che rideva a crepapelle, mi prendeva per la vita e mi teneva a debita distanza, mentre scalciavo e tiravo pugni contro il vuoto.
 
Ora pregusto la vendetta, mentre mi studio appositamente per lui degli esercizi da fargli fare l’indomani.
Ah, Monteith. Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.
 
CORY POV
 
-Eh no, eh! Questa me la paga.-
Dico a voce alta, nel marasma della mia roulotte, dopo averla messa in soqquadro per cercare la mia attuale Bibbia attoriale.
Come una furia, vado esattamente dove so che si trova in questo momento. E già godo per come le darò fastidio, rovinandole il suo prezioso sonno di bellezza.
 
-Ridammelo! Forza, apri e ridammelo.-
 
Dopo qualche secondo, me la ritrovo di fronte, in canottiera rosa confetto e slip, capelli sciolti e una mano a coprire uno sbadiglio.
 
-Oh, eccolo! Onestamente pensavo che ci avresti messo di meno a capire l’autore del furto.-
Ha una mano sul fianco e con l’altro braccio si appoggia alla maniglia della porta.
Deglutisco, nel notare che è senza reggiseno. I capezzoli evidentemente turgidi si intravedono sotto la stoffa, troppo sottile per camuffarli del tutto.
 
Ora porta uno sguardo fiero, di chi ha la consapevolezza di avere il coltello dalla parte del manico; le labbra corrucciate in una smorfia di pura soddisfazione.
 
Ok, Cory. Mai farsi vedere debole di fronte al nemico.
 
-E non lo neghi neppure! Che faccia tosta! Guarda che ci rimetti tu. O mi dai subito il copione o puoi scordarti di tornare a dormire. Sai quanto posso essere molesto.
Sappiamo tutti quanto ti incazzi se la tua voce non è al massimo della sua gloria, Miss. Perfezione.-
 
Incrocia le braccia, contrita; solleva il petto, irrigidendo il collo e portando il capo leggermente all’indietro.
 
Ah-ah. 1-1, Michele.
 
-Allora? Sto aspettando.-
 
-Vieni, va.- con un cenno del capo mi invita a seguirla.
 
Apre la porta della roulotte, e lo scenario che mi si presenta è tutto fuorché quello che mi sarei immaginato.
Io sono disordinato, ma qui sembra scoppiata una bomba: spartiti ovunque, vestiti nei posti più improbabili (credo che il reggiseno sui cartoni del latte possa anche avere un perché, ma sorvoliamo), trucchi e barrette di cioccolata nascoste negli angoli più remoti.
Allora è umana anche lei!
 
-Guarda guarda, quanti altarini scoperti! Occhio, che la diva rischia di perdere l’immagine.-
Le faccio l’occhiolino, e tolgo un paio di mutande da sopra il tavolino adibito ad asse da stiro. So che sta ricordando esattamente quello che sto ricordando io.
 
Ma… c’è davvero qualcuno che ancora stira le mutande? Quanto tempo, sprecato e rubato ad attività decisamente più interessanti.
 
-Sta’ un po’ zitto, Monteith. Parla di meno e canta di più.-
 
Prende il telefono e guarda l’ora. Io sbircio: le tre del mattino. Mancano tre ore prima dell’inizio della giornata lavorativa.
Stringo i denti quando vedo lampeggiare sullo schermo alcune notifiche di messaggi da parte di Theo. Messaggi che lei ha tranquillamente ignorato per tutta la sera, a quanto vedo.
 
Sgombra alla bell’e meglio il tavolino, e prende dal letto una tastierina Casio, di quelle che vanno con le batterie. Mi fa scaldare la voce con qualche scala di lip trill[1], poi mi mette davanti un bicchiere d’acqua e una cannuccia da cocktail.
Alzo un sopracciglio e la guardo stranito. Questa è pazza forte.
 
-Ok. Canta una frase di Anyway You Want It. Ripetila per tre volte.-
 
Me lo dice in modo così perentorio che eseguo all’istante.
 
-Bene, adesso soffia nella cannuccia con una specie di “u”, gonfiando le guance. Fallo per una decina di volte.-
 
Sospiro e, di nuovo, metto in atto gli ordini. D’altronde bisogna sempre assecondare i matti, no?
 
-Canta la stessa frase di prima, di nuovo per tre volte.-
 
Aspetta che io finisca di cantare, e poi mi chiede:
 
-Meglio o peggio?-
 
Incredibilmente il suono è molto più preciso e pulito, e anche più corposo.
 
La guardo, stupito.
 
-Non avevo dubbi.- Spalanca le labbra in un radioso sorriso, e questa volta mi fa lei l’occhiolino, tronfia.
 
-Domani, cioè… in realtà oggi pomeriggio, ci scaldiamo poi la voce insieme prima di registrare, così son sicura che lo fai. Questo esercizio di logopedia canalizza i suoni nel posto giusto e i risuonatori facciali son tutti messi in funzione.-
 
Mi fa lo spiegozzo, e io non riesco a non ridere: è così buffa mentre con le mani traccia segni sul viso e apre la bocca per farmi vedere muscoli che nemmeno sapevo di avere. O magari sono tutti immaginari.
 
Arrossisce e scoppia a ridere anche lei.
 
-Dai, che rovini tutto il lavoro fatto.-
Mi dà un leggero spintone sulla spalla e per un attimo la sua mano indugia, prima di tornare ad assumere i panni della signorina Rottermeier.
 
Prende gli occhiali, e riesuma, da sotto una pila di vestiti, un piccolo quadernetto. Al centro della copertina c’è la foto di lei con un ragazzo, circondata da tante notine musicali colorate. Il tizio in questione, però, non è Theo. Non posso fare a meno di accigliarmi un secondo, e lei se ne accorge.
 
-Tutto ok?- mi chiede, seguendo la linea del mio sguardo.
 
-Non ti devo alcuna spiegazione.-  Aggiunge poi, piccata.
 
Certo che non le sfugge proprio niente!
 
-Simpatica come sempre, Lea.-
 
-Non ho mai detto di essere simpatica. Ora, visto che sono qui ad aiutarti, fammi il favore di alzarti e metterti col la schiena contro la parete. Mi raccomando, la nuca deve essere perfettamente dritta. Mettiti con le gambe un po’ allargate, e scendi fino a quando non sei come quasi seduto su una sedia. Lascia braccia e spalle rilassate. Ora, senti quello che faccio: IIII-EEEE-AAAAAAAAA . Copre una quinta. I-II-III-II-I grado della scala con la I, stessa cosa con la E, e poi fai tutte e cinque le note della quinta, con la “A”, ascendente e discendente. Mentre stai facendo il passaggio sulla “A” più acuta, scendi deciso con la schiena. So che è difficile, ma ce la puoi fare.-
 
Mi incoraggia con un movimento deciso del capo e mi dà la nota della tonalità. Io non posso fare altro che provare a seguirla con la voce.
 
-Perfetto, però ora tieni più morbida la mandibola. Tipo uno sbadiglio.-
 
Già ho sonno, ora mi dice pure di sbadigliare?
 
-Forza, Cory. Non andava male.-
 
Ci riprovo, ed è incredibile come, se scendo con il corpo, la nota esce senza difficoltà quando salgo con le note.
 
Finiamo l’esercizio, e sciolgo le spalle.
 
-Bel trucchetto, Michele! Devo ammetterlo.-
Ed è stato bello per davvero, sentire la mia voce un po’ più libera. O almeno, quella è stata la sensazione.
 
-Sei stato bravo. Ora, proviamo Somebody To Love.-
 
Tah-dah. Terrore. Quella canzone mi mette un’ansia da prestazione incredibile. Voglio dire: chi è che può cantare Freddy Mercury, se non esclusivamente Freddy Mercury? Già mi immagino i fans dei Queen disgustati e imbestialiti da questo misero tentativo.
 
-Siggnorsì, capitano!- le dico, portando una mano sull’attenti.
Meglio sdrammatizzare, che qui la faccenda si sta facendo impegnativa.
Beh, se non altro, tra troppa pelle scoperta, canzoni e ansia da prestazione, riesco a stare sveglio e ricettivo per lavorare.
E meno male, perché qualcosa mi dice che sarà una lunga, lunghissima notte.

N.d.A:
Buonasera a tutti e buona Pasqua/Pasquetta!
Spero che passerete queste giornate in serenità e che entri tanta positività nella vostra vita.
Innanzitutto, di nuovo, mi scuso per i tempi lunghissimi di pubblicazione. Questa volta ci si è messo il PC, che mi è morto dopo 12 anni di servizio, impedendomi pure di lavorare, oltre che a questa fanfiction, su programmi di produzione e videoscrittura iper necessari per me al momento. Ora, in attesa del nuovo e agoniato collaboratore tecnologico, mi sto affidando al PC di mio padre.
Bene, dopo questa digressione per voi fondamentalmente inutile, come sempre vi ringrazio per aver letto, e spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto. Altrettanto, mi auguro che non sia stato noioso. Era lungo il doppio, ma l’ho tagliato, se no rimaneva troppo esteso da leggere, e vi avrei ritrovati addormentati tra un numero imprecisato di giorni XD
Detto ciò, vi lascio i link di alcuni brani citati in questo capitolo: Anyway You Want It (https://www.youtube.com/watch?v=oGSrIcriPU0); It’s My Life/Confessions (https://www.youtube.com/watch?v=Ge5ypSX9QXg)
Anche se credo che siano state esibizioni talmente epiche da esser rimaste nella memoria di chiunque abbia visto Glee. Io rido ogni volta che ripenso alla faccia di Finn mentre sclerava, fatto di Vitamina D XD
Mi raccomando, fate festaccia con gli amici, oggi… e se avete tempo, lasciate anche un piccolo feedback alla sottoscritta, già che ci siete ;)
Baci,
Infected Heart.
 
[1] Lip Trill: esercizio che consiste nel mettere in vibrazione le labbra tramite fiato e appoggio del diaframma sugli addominali bassi. Si usa per scaldare la voce e per avere un suono più puntato, poiché garantisce una posizione del suono avanzata, e quindi non ingolata, di conseguenza non dannosa. 
  
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