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Autore: hory    17/04/2017    0 recensioni
Nella città di Splendor otto avventurieri si muovono alla ricerca di sè stessi e per il completamento dei propri obiettivi personali. Presi fin da piccoli da Kraus e cresciuti attraverso i loro insegnamenti di vita e nel combattimento, hanno sempre vissuto all'interno delle mura o non hanno ricordi di quello che hanno visto da piccoli al di fuori. cosa ci sta fuori: i più grandi pericoli? le meraviglie più stupende? il deserto più desolato? un mondo pieno di cose? a loro non interessa. A Splendor le condizioni di vita sono ottime sotto l'attuale re e nemmeno l'aria del mare vicino e i sogni di avventure in nave potevano attrarli in una situazione del genere.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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“Di guerrieri del genere ne ho visti molti” ragionava Kraus mentre preparava il prossimo allenamento per i suoi allievi “ma questi devono avere qualcosa di speciale!”. Ormai erano trentanni che si occupava d’insegnare l’ “arte della sopravvivenza” ai ragazzi che si presentavano al suo dojo. Ma questo era il primo gruppo che aveva seguito sin da quando erano piccoli: li aveva trovati un giorno ad azzufarsi davanti alla sua dimora ed era venuto a sapere che non avevano nessuno che si prendesse cura di loro. Alcuni erano orfani, altri avevano i genitori risiedenti fuori città e allora non ci pensò due volte e decise di prenderli sotto la sua protezione. Non pretendeva niente,nessuna paga e nessuna ricompensa per i suoi insegnamenti che finché avessero voluto, avrebbero potuto continuare a seguire. Quel gruppo col passare del tempo divenne sempre più affiatato, nacquero delle vere e proprie amicizie, con i cinque che si sentivano quasi dei fratelli ognuno con la propria indole:come ad esempio Baruk, il mezzorco, desideroso di capovolgere le regole di qualsiasi cosa alla quale prendesse parte convinto che solo cosi’ si potesse migliorare il mondo.

“Buongiorno ragazzi,oggi vi ho chiamato qui per un allenamento speciale: preparatevi ed iniziamo!” Ormai erano passati più di 10 anni e Kraus pensava fossero pronti all’ultima fase del percorso di allenamenti da lui programmati. Non accennò altro ed entrò in una porta che stava dietro le sue spalle. Il gruppo era carico ed entusiasta come ogni volta che dovevano affrontare uno scontro perché sapevano che dietro le parole del loro maestro ci stava un duello. Mentre Baruk lustrò la sua ascia finché non riusci’ ad ammirare la sua folta chioma, il resto del gruppo si raccomando con lui per evitare che agendo d’istinto provocasse danni.

Entrarono nella stanza B dove già li aspettava il maestro: da una terrazzina sopraelevata li guardava sorridendo ed incitandoli a combattere contro quei 5 gnoll che si trovavano davanti. Le creature avevano la pelle ruvida di un verde scuro che li faceva sembrare degli orchi in miniatura, dalla bocca allungata come quella di un coccodrillo uscivano denti simili a zanne di cinghiale, tenevano con una mano una lancia di metallo ancora chiara che mostrava il fatto che non le avessero mai utilizzate prima e indossavano delle armature a piastre borchiate in cuoio. L’unica differenza che permetteva di distinguere tra loro i cinque era il colore degli occhi e, per i più attenti, un codice a cifre inciso sulla spalla destra sotto la corazza.

“Bene! Sarà uno scontro facile con me nelle retrovie!” esclamò Korveras iniziando a scagliare frecce affiancandosi a Eradast che in silenzio si era già dato da fare.

“Colpite la loro retrovia: la prima linea la sfondiamo noi!” urlò Tanakien incitando Baruk e il nano Oscar ad aiutarlo.

Iniziarono a combattere pensando di poter fare fuori quelle creature in poco tempo: Kraus li vide sfoderare colpi su colpi, ma proprio come pensava quei soldati sembravano non avere consistenza fisica per la rapidità con la quale schivavano ogni singolo colpo.
Il nano, invece, fu presto ferito da un rapido attacco di una delle creature, ma riusci’ a controbattere e a colpire lo gnoll davanti a lui. In quell’istante, tre dei cinque si scagliarono pieni di ira su di lui e lo mandarono a terra. Eradast vide il suo amico in difficoltà ed approfittando del momento di disattenzione avversario iniziò a scagliare frecce su frecce come spinto da un qualcosa di sovrumano e prima uno, poi due,tre e quattro colpi finirono dritti nel petto dei nemici. Questi lasciarono il nano in fin di vita e, come se non fosse successo niente, si tolsero le frecce dal petto e continuarono a combattere.

“Cosa?-penso Eradast- di che materiale è fatta quell’armatura per aver loro evitato la morte?”

Baruk, visto cosa era successo al suo compagno, emise un urlo che giurava vendetta ed con la sua ascia colpi la creatura davanti a sé nel punto preciso in cui la testa si collega al corpo causando cosi’ la sua morte.
Tanakien cercò di fare lo stesso ma due nemici lo bloccavano in uno scontro al quanto arduo per essere terminato con un colpo del genere.Korveras guardò la sua faretra e vide che gli erano rimasti solamente tre dardi. Decise di scagliarli tutti sullo stesso bersaglio per tentare un uccisione quasi certa. Il primo colpo tagliò l’aria in un modo così perfetto da provocare un sibilio che fece avvertire il colpo al nemico che riuscì a scansarsi in tempo, ma il secondo ed il terzo lo colpirono prima alla spalla e poi al cuore. Lo gnoll cadde a terra in un rumoroso boato. Il guerriero del gruppo si fece forza e riuscì ad uccidere uno dei nemici con il quale stava combattendo, ma l’altro lo trafisse al fianco costringendolo ad accasciarsi a terra. La situazione era al quanto problematica: erano rimasti solamente due creature, ma entrambi gli arcieri avevano terminato i colpi e Baruk da solo non avrebbe potuto fare molto. Improvvisamente il mezzorco cadde a terra e i suoi due compagni si guardarono con terrore per cercare di capire cosa stesse succedendo.  

I due arcieri, Korveras ed Eradast, si trovavano da soli davanti a due nemici e senza neanche una freccia da poter scagliare. Il secondo si accovacciò per riflettere, ma, non perse l’attenzione da ogni minimo movimento avversario. Intanto Korveras parlava con il proprio maestro, che era rimasto a guardarli dall’alto, per chiedergli delle nuove faretre cariche di frecce. Mentre però gli veniva detto che l’unica cosa possibile era interrompere il duello, il suo compagno si alzo’ e gli disse di fare silenzio. I nemici li stavano per riattaccare, ma forse esisteva un modo per fermarli e vincere il duello. Quei lucertoloni gli avevano fatto venire in mente dei ricordi della sua infanzia: i dettagli non erano ben definiti nella sua testa, ma quello che riusciva ad affiorare gli sembrava abbastanza. Si ricordava di un grande muro e di rettili umanoidi contro alcuni persone combattevano( anche se non riusciva a riconoscere quelle persone) usando del fuoco contro di essi. Dopo averlo spiegato all’elfo si rimise giù senza dire più niente. Nascosto nella sua aurea misteriosa, con la faccia completamente oscurata dal cappuccio, rimase in ginocchio senza fiatare. Sembrava stesse aspettando qualcosa o forse stava cercando di ricordare altro. Dove era situato quel muro? Perché gli era venuto in mente solo dopo 25 anni? E cosa ci faceva lui li’? Iniziò a pensare che era solo una sua immaginazione dato che riteneva di non essersi mai allontanato da Splendor in tutta la sua vita e non ricordava di un muro simile all'interno della città.

Nel frattempo, i due coboldi avevano iniziato ad attaccare Korveras che era costretto ad indietreggiare e tentare delle disperate parate con il suo arco. Allora Eradast si alzò , fece un salto verso la torca più vicina, la tolse dal muro e tentò di usarla come freccia. Non era una cosa molto conveniente: le dimensioni della torcia erano molto più grosse di quelle con cui era abituato a colpire e per questo il primo tentativo fu un grande fiasco. La torcia si schiantò a terra a pochi metri da lui e si spense immediatamente. Doveva trovare un modo per sfruttare il fuoco e dunque decise di riprovarci, ma quando anche la seconda prova non colpi’ il bersaglio, optò per impugnare la torcia come se fosse un pugnale. Mentre i due nemici avevano iniziato a superare le difese del suo compagno ed a colpirlo ripetutamente fino a mandarlo al tappeto, Eradast si avvicinò a loro. Quando i due si girano verso di lui per colpirlo si accorsero che dalle sue mani usciva un inaspettato calore rosso , scapparono intimoriti, abbandonando la stanza ed uscendo da dove erano entrati. Kraus incredulo dovette sospendere l’allenamento e fece curare tutta la compagnia. Quando tornano coscienti e in forze disse : “ A quanto pare ancora non siete sufficientemente forti per affrontare questi nemici, ma con l’astuzia Eradast è riuscito a trovare una soluzione alternativa all’uccisione dei due, bravo! Il re sta cercando de nuovi soldati per la sua cerchia e tra un mese inizierà una sorta di esami di ammissione. Se volete potete provarci e considerare questo solo il primo allenamento di una lunga serie tesa a farvi diventare più forti!”

------spazio autore----- sono contento che siate arrivati fino a questo punto e spero che vi sia piaciuta la prima parte del primo capitolo. Ma, anche se cosi' non fosse, vi invito a recensire perché è l'unico modo per scrivere qualcosa che piaccia ai lettori e non vi fate problemi nell'essere cattivi nello scrivere le critiche. Meglio essere sinceri per migliorare la prossima parte, che dover scrivere cose che non piacciono perché vi scoccia dichiaralo. come scritto sopra è solo la prima parte del primo capitolo, che funge da introduzione al mondo che successivamente sarà descritto più nel dettaglio, e che sarà continuato in altri paragrafi. Dovrebbe uscire un pezzo di storia ogni sabato.
   
 
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