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Autore: Dilo_Dile2000    17/04/2017    0 recensioni
Cosa spinge una giovane a fuggire dalla propria famiglia e da coloro che ama? Perché vuole spingersi fino a Gondor quando potrebbe salpare per Aman ed evitare il più grande conflitto della Terra di Mezzo? Questa è la storia di Melyanna, del suo passato, dei suoi dolori e di ciò che l'ha trasformata da ragazza a guerriera. Per questa storia seguirò principalmente il libro, tranne in alcune parti che sarà indispensabile trarre qualcosa dal film.
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DAL XXII CAPITOLO:
"-Se la guerra terminerà in favore del bene, allora vi rincontrerete sulle bianche spiagge del Reame Beato. Ma se la missione fallisse e tu dovessi trovare la morte...- Un brivido mi corre lungo la schiena -Qualsiasi siano i sentimenti che prova per te, forse solo al di là del mare potrebbe trovare requie alle sue pene.-"
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PERDONO


 

-Dov'è...?- Domando all'improvviso, ma Elladan m'interrompe prima che possa finire di parlare.

-Aragorn? Si è recato dal re con Halbarad, il loro capo... Melyanna, c'è qualcosa che non va?- Chiede vedendo il mio sguardo vagare freneticamente sulla piccola folla.

-No, io... Devo tornare dai feriti.- Rispondo allontanandomi da loro. Non era Aragorn che stavo cercando.

Cammino freneticamente per i corridoi, assalita da un'ansia improvvisa e inspiegabile, il cuore sembra impazzito e più mi manca il fiato, più aumento la velocità dei miei passi, fino a quando le gambe cominciano a tremare violentemente costringendomi a fermarmi. Appoggio la schiena contro il muro e premo una mano sul petto. Sento il sangue pulsare in ogni parte del corpo: le punte delle dita, le orecchie, le guance. Non capisco il perché di questa reazione improvvisa, so solo che la paura di non trovarlo più ha fatto rinascere in me emozioni che credevo non avrei più provato.

-Maledizione... Sussurro tirandomi in piedi e respirando a fondo, ma solo quando percepisco il suono familiare dei suoi passi, lievissimo fruscio di foglie cadenti, i tremori si calmano, il cuore torna a battere normalmente e, per un attimo, lascio sfuggire qualche lacrima.

-Melyanna...- Il mio nome scivola sulle sue labbra come miele, rendendolo così dolce, bello, e facendomi dubitare della mia forza di volontà. -Sei ferita.- Sussurra fermandosi dietro di me.

-Non è niente di grave.- Mi volto lentamente verso di lui ma non incrocio i suoi occhi. -Tu come stai?-

-Va tutto bene, sono solo... Stanco. Vorrei riposarmi un po'.- Abbasso lo sguardo e mi sposto di lato, per lasciarlo passare, ma lui rimane fermo e, senza guardarmi, afferra la mia mano, portandomi con lui. Il suo tocco è insicuro e tremante, quasi non stringe le mie dita, ma io continuo a seguirlo senza lasciarlo.

Ci fermiamo in un angolo appartato vicino alle scale e ci sediamo appoggiati al muro. Solo quando lui chiude gli occhi alzo lo sguardo sul suo viso: osservo le lunghe ciglia chiarissime, le palpebre sottili e le labbra morbide, il taglio più affilato della mascella e la linea elegante del collo, i capelli raccolti in una treccia scombinata sulla spalla, e la camicia slacciata sul petto. Aspetto che i suoi respiri diventino più profondi e i suoi muscoli si rilassino, allora poso la testa sulla sua spalla e stringo il suo braccio, cercando di non svegliarlo; Legolas però si muove, sento uno scivolare di stoffa e poi mi copre con il suo mantello.

-Ti prego perdonami.- Sussurra prendendomi tra le sue braccia e baciandomi la fronte. -Perdonami per tutto.-


 

Lasciamo il Fosso di Helm poco dopo mezzodì, diretti verso Dunclivo; io e Aglar ci siamo uniti ai Dunedain, insieme ad Aragorn, Gimli e Legolas, mentre il re e i suoi uomini sono partiti per Clivovalle poco dopo di noi.

Il viaggio procede tranquillamente, ma un'aria greve è calata sulla compagnia fin dalla partenza: Aragorn ci ha raggiunti con lo sguardo cupo e, dopo aver parlato con Gimli e Legolas, è montato in sella e non ha più proferito parola. D'altro canto, Aglar non perde il suo sorriso e si intrattiene con un piccolo gruppo di Uomini tra i quali spunta Cador, con i suoi capelli chiari; Araleth, invece, rimane a testa bassa, ascoltando solo in apparenza i discorsi dei suoi compagni, e ogni tanto volta il capo, guardandomi di sfuggita. Nonostante lui si nasconda sotto il cappuccio, riesco a scorgere il suo viso segnato dalle intemperie e dai giorni passati all'aperto, la barba più lunga e folta di quando l'ho lasciato, l'azzurro dei suoi occhi meno luminoso.

Cavalco in fondo alla compagnia, leggermente distaccata dagli altri, e osservo Aglar sorridere, come se non fosse minimamente preoccupato del nostro viaggio, ma devo parlare con lui prima di procedere in qualsiasi modo: siamo partiti insieme e non voglio lasciarlo. Mentre penso a questo Legolas rallenta il passo e si affianca a me; mi tende una mano, senza però guardarmi, ma i suoi occhi sono mesti e le sue guance rosse. Un lievissimo calore si propaga dalle sue dita ruvide alle mie quando gliele stringo e quando il suo pollice mi accarezza dolcemente le nocche.

Non voglio lasciarlo..


 

Passiamo per Edoras ma sostiamo solo brevemente per consumare un pasto frugale. Procediamo sotto il sole tiepido di metà pomeriggio; una lieve brezza accarezza l'erba dei campi, come un pettine tra capelli biondi, soffiandoci sul viso aria nuova e fresca, l'odore umido della pioggia. Il tempo è sereno e tranquillo, ma gli uomini divengono più cupi più ci avviciniamo a Dunclivo; anche Aglar, che cavalca di fianco a me, ha smesso di sorridere. Decido allora di parlare con Aragorn.

Appena ci fermiamo per far riposare i cavalli, mi avvicino a lui, aspettando che nessuno ci stia intorno.

-Qual'è la nostra meta?- Domando a bassa voce con tono quasi spazientito. -Sembra che tutti lo sappiano, ma a me nessuno ne ha parlato.- Lui mi rivolge uno sguardo preoccupato.

-Ti rivolgi così all'erede di Gondor?- Esclama un uomo intromettendosi nella nostra conversazione; i suoi occhi scurissimi mi guardano con avversione mentre i capelli neri nascondo in parte il suo volto corrucciato. Legolas, lontano da noi, alza la testa di scatto e assume uno sguardo vigile.

-Attento a come parli, Foran.- Lo ammonisce Aragorn con tono severo. -Ha tutto il diritto di rivolgersi a me in questo modo, e bada a non nominarmi più con i miei titoli: questi tempi sono sufficientemente crudeli.- Pronuncia le ultime frasi quasi con un sussurro. L'uomo ammutolisce, ma continua a guardarmi con occhi freddi e ostili.

-Se rimarrai a Dunclivo, allora potrai unirti a Rohirrim; saresti comunque libera di scegliere la tua strada.- Riprende parlando più pacatamente. -Ma se decidi di seguirmi, sappi che la via non sarà semplice da percorrere, né ci sarà speranza di giungere alla fine, eppur non abbiamo altra scelta che il sentiero dei morti.- Socchiudo leggermente le labbra e trattengo il respiro: si dice che quella strada non lasci passare alcun mortale, ma Aragorn non avrebbe preso una decisione così drastica se non avesse avuto altra scelta.

-Troppo impressionante per te?- Domanda ancora Foran, senza nascondere un sorrisetto compiaciuto nel notare la mia reazione.

-Non sono preoccupata per me stessa, ma per coloro che amo.- Il mio sguardo d'istinto si posa su Legolas che, intanto, si è avvicinato a noi. Tutti gli uomini hanno gli occhi puntati su di me ed io, per la prima volta, mi sento quasi scomparire tra questi possenti guerrieri. Foran resta interdetto per qualche momento, ma subito sfodera il suo sguardo malizioso e, voltandosi verso Araleth, che fino ad ora è rimasto nascosto tra gli altri, esclama: -Sentito fratello?- Non aggiunge altro, ma il suo silenzio è più tagliente delle parole. Il giovane mi fissa, mortificato da ciò che ha detto suo fratello. Non hanno un singolo carattere in comune: Foran è alto e fosco, con bruni capelli corti e scarmigliati e la pelle scurita dal sole, gli occhi come braci ardenti e la barba lunga, il viso scarno. Il minore, invece, possiede ancora un impercettibile ricordo di fanciullezza in fondo ai suoi occhi azzurri, i lineamenti non si sono del tutto induriti sotto la barba ancora morbida, nonostante la lunghezza, e i capelli, più chiari, scendono quasi morbidamente sulle ampie e fragili spalle. Il giovane arrossisce vistosamente e anche io non posso fare a meno di sentirmi in imbarazzo.

-Se Aglar sarà d'accordo, allora ti seguiremo.- Riprendo a parlare con Aragorn, spostando così l'attenzione su di lui.

-Ha già espresso il desiderio di seguirmi. Potete cambiare idea in qualsiasi momento.-

-Bene.- Concludo allontanandomi dal gruppo che si è formato a causa della discussione. Mentre sistemo i bagagli sulla groppa del mio cavallo, Legolas mi si avvicina: non parla, ma il suo sguardo esprime mille domande.

Cosa è successo?” Mi guarda con apprensione, preoccupato da quanto appena accaduto.

Non adesso...” Rispondo. La mia mano cerca istintivamente la sua, nascosta tra le pieghe del mantello. La stringe, poi se la porta al viso e ne bacia il palmo; rimaniamo così per lunghi attimi, le sue labbra calde contro la mia pelle fredda, forti brividi lungo tutto il corpo, e i suoi occhi brillano quando alza di nuovo il suo sguardo su di me.

Il cielo a occidente si tinge di tenui colori: l'arancione, il rosa e il viola si mescolano all'azzurro, spuntano timide stelle d'oro, e sembra di cavalcare sotto un'immensa volta affrescata iuminata da piccole candele. Ben presto un manto scuro cala sulle nostre teste e solo la luce della luna ci guida per la strada verso Dunclivo.


 

***


 

NOTE DELL'AUTRICE:
Mi scuso con tutti voi se non sono riuscita a pubblicare il capitolo prima di oggi: in questi quattro mesi il tempo che ho avuto di scrivere è stato veramente poco e ho dovuto dare la priorità ad altre cose. Questo è ciò che sono riuscita a tirar fuori, spero che vi piaccia.
Ringrazio Grace18 e solemiosole per aver inserito la mia storia tra le preferite, Gabrielle Pigwidgeon, martina 2906 e Oldhineth00 tra le ricordate e LaPlouie tra le seguite.
Diletta

   
 
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