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Autore: Strawbana    17/04/2017    0 recensioni
Raccolta ispirata alla 30 Days OTP Challenge presente su DeviantArt. 30 shot sulla mia attuale OTP, la Sakamaki/Toudou. Sì, il presidente dell'El Dorado con il suo braccio destro.
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I Second Stage Children sono finalmente stati sconfitti e il mondo del futuro sta finalmente tornando alla normalità. Ma per chi è stato cresciuto per occupare cariche a dir poco straordinarie la normalità non è che una mera illusione. Eppure anche nelle vite di chi si occupa della sicurezza del mondo intero ci possono essere dei momenti di semplice normalità: degli attimi dedicati solo alla vita di coppia, dove non c'è spazio per le preoccupazioni o per il lavoro. Piccoli gioielli di vita quotidiana da custodire come dei tesori.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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29 - Doing something sweet

 

Le vie di Chicago nel cuore del mattino erano attraversate da ogni genere di persone: giovani impegnati a recarsi sul loro luogo di lavoro, mogli premurose occupate a svolgere le commissioni necessarie alla felicità del loro marito, operai sporchi e sudati che si spezzavano la schiena per mantenere funzionali le strade della città, monelli che marinavano la scuola e gruppi di protesta che distribuivano volantini per informare i passanti sui danni dell’alcool e sulle punizioni che spettavano a chi lo acquistava. Quando un’attivista di questi gruppi si avvicinò a Sakamaki per lasciargli uno di questi volantini, venne brutalmente scansata dall’uomo che le lanciò un’occhiata piena di disprezzo prima di proseguire sulla sua strada.

Togurou disprezzava fortemente le donne, soprattutto quelle sgallettate che credevano di poter imporre la loro pudica e sobria visione della vita su tutti gli abitanti degli Stati Uniti.

Ma in fondo l’uomo doveva ringraziarle: se quelle bacchettone non avessero spinto tanto per proibire l’alcool in tutta la nazione lui non avrebbe mai potuto creare la sua piccola cellula criminale occupata nel contrabbando di spiriti. Quell’attività, ben mascherata come locale di musica jazz, stava fruttando a Sakamaki una quantità di soldi non indifferente, oltre a portarlo nelle grazie delle famiglie mafiose della città che si rivolgevano a lui per avere liquori di ottima qualità e per far sparire personaggi scomodi alle loro attività.

La reputazione di Sakamaki era però stata recentemente minata da uno sciocco imitatore che aveva iniziato a uccidere malviventi di varia natura seguendo il suo modus operandi

 La cosa lo aveva messo in forte imbarazzo di fronte alle importanti famiglie con cui era in contatto, che non potevano fare a meno di sospettare di lui.

Togurou doveva risolvere il problema al più presto e forse uno dei “lavoretti” che gli era stato commissionato gli aveva dato la possibilità di prendere due piccioni con una fava.

Infilandosi in un vicoletto che passava inosservato agli occhi dei più, l’uomo andò ad aprire la porta che portava al suo locale, al momento chiuso in vista della serata.

Liberatosi dal cappotto e dal cappello, Togurou si avvicinò a suo fratello, intento ad ascoltare e selezionare gli artisti che si sarebbero esibiti nei giorni seguenti.

-Lysandre, come vanno le cose?

-Tutto a posto, sto finendo di organizzare il programma della prossima settimana. Non abbiamo ricevuto visite importanti mentre non c’eri.

-Bene. Dov’è Safran?

-Sta intrattenendo il tuo… Ospite.

Sakamaki annuì e non aggiunse altro. Dopo aver salutato alcuni dei dipendenti impegnati nelle pulizie del locale, l’uomo si diresse nelle camere segrete del palazzo, dove i distillatori da lui creati lavoravano a pieno regime. Controllati i regimi di produzione e lo stato degli ordini che doveva soddisfare, Togurou avanzò ancora verso la parte più nascosta dell’edificio dove si trovavano gli appartamenti privati suoi e della sua famiglia.

La sua meta era una cantina buia, illuminata solo dalla luce di una candela, dove una donna dai lunghi capelli neri legati e trattenuti da innumerevoli trecce immortalava su una tela il ritratto dell’uomo legato su una sedia di fronte a lei.

Di fronte a quello spettacolo Sakamaki non trattenne un sospiro prima di accendere la luce.

-Safran, quante volte ti ho detto di non dipingere al buio? Ti rovini la vista…

La donna si girò, posando i suoi occhi violetti e spenti sull’uomo appena entrato.

-Pavot, devi lavorare…?

Togurou avrebbe ucciso pur di non sentire più pronunciare il suo secondo nome, ma per la sua sorellina minore faceva un’eccezione: era forse l’unica donna al mondo che riusciva a sopportare, taciturna e riservata, come lui e Lysandre era stata ripudiata dalla famiglia e non aveva un posto dove andare. Inoltre accettava la sua omosessualità e lo aiutava a nasconderla al pubblico fingendosi la sua fidanzata.

-Sì, ho bisogno che tu vada…

Un lampo di tristezza illuminò per un attimo gli occhi della donna.

-Devi ucciderlo?

Sakamaki si lasciò scappare un sorriso: sua sorella amava davvero la pittura e aveva trovato nell’ultimo prigioniero che aveva portato al locale un soggetto perfetto per le sue opere.

-No Safran, puoi stare tranquilla. Anche se volessi ucciderlo ti lascerei finire prima il suo ritratto.

Rassicurata, la donna si alzò dalla sedia e ripose in un angolo della stanza i suoi strumenti di lavoro, per poi salutare il fratello e lasciare la cantina, chiudendo la porta alle sue spalle.

-Quindi mi tieni in vita solo per far felice la tua compagna?

Prima di rispondere al prigioniero, Togurou andò a sedersi sulla sedia occupata fino a poco prima da Safran.

-Non ho detto questo, ho detto che, anche volessi ucciderti, ti lascerei in vita per farle finire il ritratto. Quindi non voglio ucciderti.

-Non capisco perché ti ostini a tenermi in vita. Ti hanno pagato per eliminarmi, no? Finisci il tuo lavoro.

Con una smorfia, Sakamaki portò avanti e sollevò appena il volto del suo interlocutore, incontrando così le sue iridi scarlatte colme di disprezzo e stanchezza.

-Toudou Heikichi… Desideri così tanto ricongiungerti con la tua famiglia?

Il prigioniero venne scosso da un brivido sentendo quelle parole, poi distolse lo sguardo, arrabbiato.

-Cosa vuoi saperne tu?

Il criminale ghignò soddisfatto, felice di aver messo in difficoltà Heikichi.

-Ho fatto le mie ricerche, signor ispettore capo della polizia. Sei un tipo interessante dopotutto! Lo sa che i suoi amici a Filadelfia hanno fatto uscire tutti quelli che aveva sbattuto dentro a un mese dal suo trasferimento qui a Chicago?

Il poliziotto si trattenne dal ringhiare infastidito.

-Lo so e non mi interessa.

-Strano, dalle informazioni che ho raccolto su di lei non sembra il tipo che se ne frega di queste cose! Uomo di chiesa, capofamiglia esemplare, poliziotto incorruttibile… Mi chiedo come sia possibile che un paladino della giustizia come lei si sia fatto beccare in un vicolo ad ammazzare a sangue freddo un picchiatore della malavita dal sicario che doveva ucciderla.

-Non sono cose che ti riguardano!

Sakamaki ridacchiò soddisfatto davanti a quello scatto di rabbia che aveva cancellato tutto il patimento da fame e la stanchezza dal viso di Toudou.

-Mi riguardano eccome invece. Vedi, il metodo di uccisione che copiavi per non farti beccare è la mia firma, quindi la colpa delle tue scappatelle è ricaduta tutta su di me. Quindi spiegami il perché… Perché hai deciso di copiarmi? Volevi incastrarmi?

Heikichi rimase per un lungo attimo in silenzio: era vero quello che l’altro gli stava dicendo? Lui non aveva premeditato niente di così elaborato, era davvero finito vittima dell’assassino che aveva deciso di imitare per passare inosservato?

-Io… Io ho visto che era un metodo di assassinio comune in parecchi casi irrisolti, ho pensato di sfruttarlo per non far ricadere sospetti su di me. Non avevo idea che fossi tu l’autore degli altri omicidi.

Il sorriso di Togurou si fece più sereno: il mistero era risolto, la sua reputazione era salva. Però quella scoperta gli riempiva la testa di altri pensieri.

 -Beh, il tuo piano è riuscito alla perfezione. È quasi un peccato che mi avessero commissionato il tuo omicidio, se no l’avresti fatta sicuramente franca.

Nella cantina scese il silenzio per una manciata di secondi, prima che il poliziotto riprendesse la parola.

-Quindi ora mi ucciderai?

Sakamaki scosse la testa per poi abbandonare la sedia e avvicinarsi al prigioniero per scrutarlo meglio. Toudou aveva qualcosa che lo affascinava enormemente: era un uomo dalla bellezza particolare, turbata e allo stesso tempo esaltata dalle difficoltà che Heikichi aveva attraversato, un irreprensibile servo della giustizia che si era abbassato a trucidare i criminali nei vicoli bui della città, nascondendosi come un ratto. Quell’uomo era un mistero che aveva completamente conquistato Togurou.

-No, non ti ucciderò. Anzi, avrei una proposta da farti…

 

-…Beh, direi che per stasera è meglio smetterla, continuiamo domani.

Heikichi mugolò contrariato, strofinandosi assonnato contro il marito.

-Ancora un episodio Togurou, ti prego…

Lo scienziato sorrise intenerito, carezzando il volto del compagno.

-Ti si chiudono gli occhi… Guarda che la serie non scappa mica! Continuiamo a vederla domani!

Toudou sospirò: Sakamaki aveva ragione, stava morendo di sonno, ma si era fatto prendere così tanto da quella storia ambientata nell’America del proibizionismo…

-Un altro episodio, ti prego… Voglio scoprire la proposta che Martin vuole fare a Parker…

Lo scienziato ridacchiò e baciò la fronte del suo amato.

-Lo scopriremo domani, così abbiamo tempo per discuterne e fare delle supposizioni.

Il presidente mugolò contrariato ancora una volta, ma alla fine accettò la cosa. In fondo avevano deciso di iniziare quella serie proprio per aumentare i loro interessi in comune e discutere tra loro della trama, vedere gli episodi tutti in una volta avrebbe eliminato quei piccoli piaceri. Ancora un po’ riluttante, Heikichi abbandonò il calore del divano e si preparò per la notte, mettendosi a riflettere mentre aspettava il compagno.

Quella serie televisiva l’aveva completamente conquistato, riusciva a immedesimarsi perfettamente nel personaggio del capo della polizia, finendo inconsciamente per sostituirsi alla sua figura, cambiando poi il resto dei protagonisti con altre persone a lui vicine.

Vaneggiare romanticamente su un criminale era una cosa poco matura, Toudou lo sapeva, eppure trovava piacevole abbandonarsi a quella fantasia. Sakamaki poi gli rendeva facile la cosa: pur essendo un agente governativo, lo scienziato assumeva molto spesso atteggiamenti da delinquente. Il presidente spesso si domandava come sarebbe stata la sua vita se Togurou avesse scelto la strada della criminalità.

Quando suo marito lo raggiunse a letto, Heikichi lo abbracciò pigramente, accoccolandosi al suo petto.

-Togurou… Tu mi ameresti in qualsiasi situazione?

Intenerito dalla domanda Sakamaki sorrise, accarezzando i lunghi capelli dell’altro.

-Certo, nulla potrebbe cambiare i sentimenti che provo per te.

-Quindi mi ameresti anche se le nostre vite fossero diverse?

-Non basterebbe un intervento divino per cancellare il mio amore per te, figurarsi una sciocchezza simile.

Toudou chiuse gli occhi sorridendo, soddisfatto da quelle risposte. Anche in una vita fatta di crimini e scorribande, suo marito avrebbe trovato il tempo di innamorarsi di lui.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Siete confusi? Vi ho fatto lo scherzetto?

No ok, facciamo i seri. Ho deciso di giocare un po’ con questa shot, la prima parte è una AU che avevo inventato tempo fa, ma alla fine è tutto frutto della fantasia di Heikichi. Il prompt, doing something sweet, gira attorno all’inserire sé stesso e il compagno in una fantasia romantica. Spero che la cosa sia riuscita bene, io mi sono divertita un sacco a scrivere il capitolo. Non credo trasformerò mai questa AU in un progetto reale vista la poca popolarità della coppia nel fandom, ma sono stata comunque felice di proporla in questa forma.

Manca solo una shot a questo punto…

Ci sentiamo la settimana prossima,

 

-Lau

 

   
 
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