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Autore: Baetris    17/04/2017    0 recensioni
Finiti gli esami di maturità Cristina, 19 anni, una sera esce con le sue migliori amiche per festeggiare ed incontra una donna, Margot, vent'anni più grande di lei. Cristina non si aspetta che da quell'incontro scaturirà una grande amicizia, accentuata dal fatto che la ragazza ha perso la madre quando era ancora piccola.
Un evento però traumatico segnerà di nuovo la sua vita.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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19.7.16

Mi accesi una sigaretta fuori dal locale dove io e le mie amiche eravamo andate a ballare quella sera. Nessuna di loro fuma, o per meglio dire fuma sigarette (Marta da quando è tornata da Amsterdam non passa giorno senza fumare), quindi fui costretta ad uscire da sola. Dentro al locale ci saranno stati come minimo trentacinque gradi e l’odore di sudore e alcol scadente non mi permetteva di respirare quindi per necessità avevo deciso di uscire. Nonostante fossero le tre di notte c’era ancora gente in coda per entrare e il buttafuori sembrava talmente stanco da non controllare neanche più le carte di identità: in fila c’erano ragazzini di massimo quindici anni (forse qualcuno ancora più piccolo a giudicare dall’assenza di barba e dall’altezza) e l’ingresso in teoria sarebbe vietato ai minorenni. Mentre fumavo mi si avvicinò una donna sulla quarantina, molto bella ed elegante: indossava un abito lungo e delle scarpe con un tacco vertiginoso, una collana di diamanti e una tiara posata sui lunghi capelli biondi che le incorniciavano il viso pallido e reso opaco probabilmente dalla cipria sul quale spiccava un rossetto rosso fuoco.

 “Avresti da accendere?” mi chiese, mentre si mise una sigaretta in bocca. “Certo” le allungai l’accendino nero.

Non mi resi conto che stavo continuando a fissarle il vestito rosso e notai uno spacco sul fianco che lasciava intravedere la gamba della donna, lunga e magra.

“Ti piace?” mi chiese, indicandosi il vestito con la sigaretta ancora tra le labbra.

“Moltissimo. È molto elegante, complimenti.”

“Sono contenta che riscuota gusto in una ragazza di vent’anni, mi sbaglio?”

“In verità ne ho diciannove.”

“Pensare che io vent’anni fa ne avevo diciannove. Sed fugit interea fugit…”

Riconobbi il verso latino e lo completai “…irreparabile tempus”

“Complimenti, conosci le Georgiche?” mi chiese lei, con un sorriso gentile ma quasi di sfida.

“Mi sono appena diplomata al liceo classico, conoscere Virgilio è un dovere.”

“Anche io ho fatto il classico, però a Roma. Hai già scelto che università fare?”

“Mi sono immatricolata a lettere moderne, alla statale. Lei che ha fatto?”

“Ti prego, dammi del tu. Anche io ho fatto lettere, però antiche. Mi innamorai del greco e scelsi di continuarlo.”

“Io sono più fan del latino devo dire. Il greco prevede troppe eccezioni, la mia mente è più schematica.”

“Invece io del latino non sopportavo la troppa schematicità, troppe regole ferree. Il greco mi dava modo di interpretare di più. De gustibus non disputandum est.”

Rimanemmo qualche istante in silenzio, ognuna fece un tiro dalla propria sigaretta quando le chiesi: “Sei molto elegante, partecipi a qualche evento?”

“Sono ad una noiosissima cena di beneficenza a Villa Necchi, c’è anche la stampa e mi hanno gentilmente suggerito di andare in un luogo appartato per fumare, non vogliono che riprendano gli invitati mentre fumano. Tu?”

“Sono con delle mie amiche in quel locale- le indicai la discoteca alle nostre spalle- ma fa troppo caldo all’interno.”

“Non frequento più le discoteche da qualche anno, immagino però che non sia cambiato molto l’ambiente.”

“Io so solo che c’è troppa confusione e troppi ragazzi che allungano le mani, però finiti gli esami le mie amiche mi hanno implorato di andare a ballare tutte insieme e non ho avuto scampo.”

“Immagino che siano tanti i ragazzi ad approcciare una ragazza bella come te, da giovane ti assomigliavo, fatta eccezione per i capelli.” Io a differenza sua ho i capelli mossi e castani, color nocciola.

Continuò dopo aver aspirato: “Mi chiamo Margot, non ci siamo ancora presentate.” 

“Piacere, Cristina.”

 

 

  
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