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Autore: InTheMiddleOfNowhere    17/04/2017    1 recensioni
La Loggia si sta riprendendo da ciò che il Conte ha lasciato dietro di sé, dalle sue bugie.
Bugie. E' su queste che l'intero piano del Conte si è basato; ma c'è ancora una bugia da scoprire, ancora una affrontare, riguardante Lucy e Paul.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd, Lucy Montrose, Paul de Villiers, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Dopo gli eventi accaduti la Loggia stava cercando di rialzarsi, di mettere ordine alla propria struttura andata a scombussolarsi dopo la morte del Conte di Saint Germain alias Mr Whitman.

Il colpo infertogli dal Dottor White, prima che quest'ultimo stramazzasse a terra privo di forze, era stato abbastanza forte da ucciderlo: il Conte era sì immortale ma non immune a una ferita mortale.

 

Per la Loggia realizzare che, per secoli, avevano seguito ciecamente e senza mai porsi domande gli ideali folli di un pazzo era un brutto colpo da digerire. Ogni singolo membro si chiedeva come avesse potuto lasciarsi manipolare così liberamente; la risposta era semplice: le motivazioni date dal Conte, convincerli a seguirlo nella sua piccola crociata, erano più che nobili ai loro occhi. Un mondo senza guerre, senza malattie, senza alcun dislivello sociale era un sogno, una visione utopistica a cui avevano creduto subito.

Una vita migliore da cui tutti ne avrebbero giovato e tratto i benefici. Quello e la frase che, appena messo piede dentro l'edificio, imparavano a sentirsi dire e a pronunciare – La missione è segreta e importante. Abbi fiducia nel Conte. -

Peccato che quest'ultimo avesse tralasciato che lui sarebbe l'unico a trarre i benefici così da poter vivere la tanto desiderata immortalità.

 

Avevano iniziato a rileggere tutti i documenti e le ricerche da lui scritte sotto un chiave di compressione diversa e più andavano avanti più si rendevano conto che avevano avuto tutte le risposte sotto il loro naso per anni ma senza mai vederle.

 

Era un sabato pomeriggio e Gwendolyn, dopo aver dato buca a Leslie e Raphael per il cinema, stava esaminando i libri della libreria presente nell'ufficio una volta appartenuto a Mr Whitman per scoprire cosa ancora quell'essere subdolo aveva loro nascosto.

Sulla scala per poter raggiungere l'ultimo scaffale in alto, Gwen stava cercando di estrarre il primo libro della fila che sembrava essere incastrato nel suo posto. Infilando le dita tra il libro e la spalliera della libreria diede un forte strattone e riuscì finalmente a sfilare il libro, ma l'energia usata per estrarlo era stata troppo forte e Gwenny perse l'equilibrio già precario.

All'ultimo riuscì ad aggrapparsi ad uno degli ornamenti che decoravano lo scaffale evitando così di fare un bel volo; cosa che al volume estratto non fu risparmiato atterrando sul pavimento con un tonfo sordo.

- Cosa devo fare con te, me lo spieghi?

Gwendolyn volse la testa verso la porta aperta e vide Gideon appoggiato sullo stipite che la guardava ammiccante.

- Stavo cercando di prendere quel libro. - Rispose lei indicando con la testa il suddetto che era finito per terra.

- Oh, lo vedo. Quello che mi stavo domandando Madame Shepard è come mai Voi non avete richiesto il mio aiuto. -

- Monsieur De Villiers non siate così sfacciatamente arrogante. Posso cavarmela anche senza di Voi, sapete. -

Gideon scuoté la testa divertito e, avvicinandosi, commentò: - La solita testarda. Cosa stavi cercando? -

- Qualsiasi cosa che il Conte abbia lasciato dei suoi studi. Voglio capire se tutto quello che sappiamo è una menzogna o c'è un fondo di verità. -

Sposando l'attenzione allo scaffale per poter muovere le mani e trovare un appiglio più solido Gwen vide che il fianco interno di legno aveva un'angolazione strana. Toccandolo con la mano notò che si spostava e rivelava un sottile scompartimento.

- Gideon, guarda! Uno scompartimento segreto.- mormorò infilando una mano al suo interno.

Le sue dita toccarono qualcosa di pelle, sembrava cuoio. Afferrando l'oggetto lo portò alla luce rivelando le sue forme rettangolari.

Non staccando gli occhi da ciò che aveva trovato scese le scale e una volta a terra fu affiancata da Gideon che gli sfilò dolcemente dalle mani l'oggetto e rigirandolo esclamò: - Sembra essere un diario. -

Sfilando i lacci di cuoio che formavano il nodo che tenevano le pagine legate, aprì il taccuino e le date in alto a destra, che si ripetevano dopo poche pagine l'una dalle altre, gliene diedero la conferma.

- E' la scrittura del Conte. - Confermò Gideon porgendolo alla sua compagna di vita in modo che lo studiasse anche lei.

Gwendolyn lo prese e si avviò verso il divano al centro della stanza. Alzò gli occhi dalle pagine puntandoli al volto del suo amato. - Ho paura di quello che c'è scritto qua dentro. - confidò.

- Perché mai dovresti avere paura? - Gli rispose lui avvicinandosi e sedendosi accanto a lei.

- Non lo so. Ci ha nascosto talmente tante cose che ora ho paura di cosa posso trovare scritto qua dentro. E se scoprissimo qualcosa di molto peggiore? - Disse nascondendo il volto nell'incavo tra il collo e la spalla di lui.

Gideon la cullò per un po'. Capiva perfettamente i timori di Gwen: erano gli stessi che aveva lui. Non erano pronti ad affrontare altri problemi. Non dopo tutto quello che avevano passato e che ancora facevano fatica a superare.

Entrambi si svegliavano la notte in preda agli incubi e con il respiro corto come se avessero corso per chilometri e chilometri senza mai fermarsi. Il sogno che si ripeteva era sempre lo stesso, notte dopo notte: Mr Whitman che sparava a Gideon uccidendolo.

Si svegliavano nello stesso momento come se il loro subconscio sapesse che avessero bisogno l'una dell'altro per superare la paura che in quel momento gli attanagliava.

Grace ormai non aveva più nulla da dire della presenza di Gideon nella camera della figlia. Se dormire assieme permetteva a Gwendolyn di dormire almeno due ore la notte invece di una manciata di minuti per paura di rivivere all'infinito quella straziante scena, allora accettava il ragazzo ben volentieri. Le occhiaie marcate dei due giovani ne erano la prova.

Inoltre era preoccupata per Gideon allo stesso modo. Sapeva che anche lui viveva la stessa situazione ed era molto più tranquilla sapendolo sotto il suo stesso tetto che altrove. Molte volte la notte si alzava per controllarli, per avere la conferma che fossero ancora lì: aveva veramente temuto che fossero morti quel giorno. Regolarmente andavano a parlare con uno psicologo appartenente alla Loggia, ma anche così facendo non riuscivano a risolvere il problema. - Ci vuole tempo. - Aveva detto loro il dottore. E loro non potevano far altro che aspettare e sperare che pian piano l'incubo scomparisse.

Anche Raphael si era trasferito a casa di Lady Arisa essendo minorenne ed essendo Gideon il suo tutore. Condivideva la stanza con Nick che era ben felice di avere non una, ma ben due presenze maschili in una casa piena di donne, se non si contava Mr Bernhard, benché amasse incondizionatamente sua madre e le sue due sorelle.

Caroline si disse contenta di avere altre persone con cui giocare. Più volte gli abitanti della casa avevano sorpreso i due fratelli De Villiers a giocare a nascondino con la piccola.

Né Glenda né Charlotte stranamente, avevano avuto da ridire di quella situazione; anzi, Charlotte preparava alla cugina e al suo ex compagno di studi una tisana rilassante in modo tale che riposassero di più senza cadere subito nell'incubo.

Lady Arisa fu, invece, quella che stupì più di tutti. Fu lei a proporre a Gideon il trasferimento suo e di Raphael nella casa dopo una settimana spesa da quest'ultimo ad entrare di nascosto in stanza di Gwen per dormire con lei per poi fare colazione la mattina successiva con tutta la famiglia come se nulla fosse accaduto.

Zia Maddy commentò solamente che così avrebbe avuto due persone in più a mandare a comprare le sue caramelle preferite al limone nel negozio all'angolo per poi ritornare a sferruzzare dei maglioni tutti colorati.

 

Gideon scostò gentilmente la sua Gwenny dalla spalla e guardandola negli occhi le disse: - Fai un respiro. Non importa cosa troverai in quel diario. Io sarò sempre accanto a te. Sempre. -

Gwendolyn annuì e prendendo un respiro profondo aprì il taccuino alla pagina e iniziò a leggere appoggiando i piedi sulle gambe del suo amato.

Quest'ultimo prese il libro che la sua amata aveva faticato tanto prima per sfilarlo dalla libreria e si immerse anche lui nella lettura.

Erano quasi le sette di sera quando Gideon sentì Gwen trattenere il respiro.

- Cosa? Cosa c'è, principessa? Cosa hai trovato? - Chiese preoccupa.

Gwenny gli passò il diario, che ormai era arrivato alle ultime pagine.

 

Parigi, 13 Maggio 1763

 

Io, Conte di Saint Germain, dopo numerose ricerche ed esperimenti, ho scoperto e sono arrivato alla conclusione che il cronografo può essere trasportato nel passato senza alcuna conseguenza per il viaggiatore o i viaggiatori del tempo che lo portano con sé.

Questa mia scoperta, però, mi pone di fronte ad un problema: se qualcuno dei miei seguaci lo scoprisse, oltre a far perdere il cronografo nel tempo, comprenderebbe i miei piani e manderebbe all'aria il lavoro di decenni di ricerche e di macchinazioni per raggiungere il mio scopo.

Non posso permettere che qualcuno lo scopra. Non ora che ho posto le basi e i pilastri del mio piano. Quegli sciocchi mi seguono fedelmente senza dubitare nulla e così dovrà rimanere.

Dirò loro che la conseguenza di chi vorrà viaggiare nel tempo con il cronografo è di rimanere bloccati nel passato stesso senza poter tornare indietro in alcun modo.

Mi serve il sangue di tutti e dodici i portatori del gene per ottenere l'immortalità.

Per sicurezza questa sarà l'ultima volta che scrivo in questo mio diario.

Scriverò una copia di tutto ciò che ho scritto qua dentro su un altro taccuino tralasciando questa data e nasconderò il primo in un luogo sicuro dove nessuno potrà trovarlo e leggerlo.

 

Conte di Saint Germain, Gran Maestro della Loggia

 

 

I due si guardarono negli occhi stupefatti. Non potevano credere a cosa avevano appena letto.

- Gideon sai cosa significa questo? Paul e Lucy possono ritornare nel presente senza dover subire alcuna conseguenza e, soprattutto, senza temere alcun giudizio da parte della Loggia! - esclamò Gwen incredula.

- Dobbiamo dirlo a Mr George. Subito! - gli rispose altrettanto entusiasta lui.

Gideon prese per mano Gwenny e, correndo come se avessero un tornado alle spalle, raggiunsero l'ufficio di Mr George senza badare a chi travolgevano nel loro percorso.

Senza neanche bussare Gideon aprì la porta stupendosi solo in parte di trovarci dentro anche suo zio, Falk De Villiers.

- Mr George! Mr George! - Esclamò Gwendolyn. - Guardi cosa abbiamo scoperto! E' uno dei diari del Conte da lui nascosto. L'ho trovato per caso in uno scompartimento segreto della libreria dello studio di Mr Whitman mentre cercavo di prendere un altro libro. - Continuò porgendogli il diario.

- Gideon cosa sta succedendo? - Chiese Falk al nipote mentre Mr George prendeva in mano il diario in questione e iniziando a leggere la pagina indicatagli.

Il giovane viaggiatore non sapeva bene cosa rispondere. Tutto era così confuso, instabile: un'altra loro certezza che crollava. Per quanto ancora il loro mondo e le loro convinzioni sarebbero andate a sgretolarsi?

Ma non ci fu bisogno di alcuna risposta. Mr George passò il taccuino al Gran Maestro. - Falk, leggi. - Mormorò stupefatto.

Falk De Villiers alzò lo sguardo da quelle pagine incredulo.

- Non è possibile. - Sussurò. - Quante cose ancora ci ha tenuto nascosto quell'essere ignobile? Quante? - Domande retoriche. Domande rivolte a sé stesso.

- Dobbiamo dirlo a Lucy e Paul! - Esclamò Gideon. - Stanno pagando una condanna che non gli spetta e che non è reale. -

- Per colpa del Conte e delle sue bugie sono stati costretti a rifugiarsi nel passato cercando di combatterlo come potevano e, soprattutto, sono stati costretti ad abbandonarmi senza avere la possibilità di vedermi crescere, di farmi da genitori. - Si intromise Gwen. - Dobbiamo riportarli a casa. - A quest'ultima frase la voce le si incrinò in una preghiera.

Gideon l'abbracciò rassicurandola.

Il Gran Maestro e Mr George si scambiarono uno sguardo. - Ragazzi andate a casa e riposatevi. - Disse Falk. - Date le circostanze ed in via del tutto straordinaria, vi do il permesso di partire domani mattina per comunicare al mio caro fratello e a sua moglie la lieta notizia. - Continuò. - Sono certo che la cerchia interna non farà storie quando spiegheremo la situazione e le ragioni per cui non li abbiamo consultati. Giusto, Thomas?- Finì sorridendo.

Tutti e tre annuirono facendo segno di aver compreso le sue parole.

- Domani mattina torniamo qua e prendiamo il primo cronografo. Poi partiamo in direzione delle highland scozzesi dove si trova il cottage di Lucy e Paul. Lì azioneremo il cronografo e andremo a far loro visita raccontandogli tutto. - Espose Gideon.

- Molto bene. Allora buon riposo ragazzi. Ci vediamo qui nel mio ufficio alle otto in punto. - Concluse Mr George.

Dopo un rapido scambio di saluti i due giovani si diressero alla limousine della Loggia che li avrebbe riportati a casa di Lady Arisa.

 

Entrambi fissavano il traffico londinese assorti nei propri pensieri stringendosi le mani. Non c'era bisogno di parole; non in quel frangente. I pensieri erano i medesimi. - Voglio tenere questo viaggio per noi. - Le parole di Gwenny ruppero il silenzio che si era creato. Gideon voltò a testa verso di lei con uno sguardo che chiedeva spiegazioni.

- Non voglio dirlo alla mia famiglia. - Continuò lei. - Non sappiamo se le parole del Conte siano veritiere benché lui stesso ha ammesso, scrivendo, che avrebbe detto una bugia. Ma non voglio illuderli, capisci? Non voglio vedere mia madre, zia Maddy e nonna Arisa rimanere deluse. Se funziona, voglio che il ritorno dei miei genitori sia una sorpresa. -

Gideon si limitò ad annuire sorridendole. Comprendeva esattamente i sentimenti e le sensazioni che la sua Gwenny provava in quel momento: la gioia di dire alla sua famiglia della scoperta e del possibile ritorno di Lucy e Paul dal passato da una parte e dall'altra la paura di non riuscirci, di scoprire che tutto era una falsità e di dover tornare a casa a mani vuote portando una delusione ai suoi famigliari.

 

Una volta a casa, raggiunsero la famiglia a tavola per la cena. Dissero loro che le ricerche fra i documenti del Conte proseguivano ma a rilento vista l'enorme mole di scritti che l'uomo aveva prodotto nell'arco di quattro secoli. Charlotte si offrì di aiutarli il lunedì seguente dopo scuola. I due sorrisero ringraziandola.

- Siete più taciturni del solito. E' successo qualcosa? - Indagò Glenda. Gwendalyn maledì sua zia. Proprio quella sera doveva prestare più attenzione del solito?

- No, zia. Non è successo nulla. - Rispose. - Siamo solamente stanchi. Sai, gli incubi. - Aggiunse sperando che sua zia le credesse. Difatti quella annuì e ritornò al suo piatto.

- Provo ad aumentare le dosi delle erbe rilassanti da mettere nella tisana, allora. - Si intromise Charlotte. - Magari così riuscite a riposare qualcosa di più di due ore a notte. -

- Si, magari. Grazie, Charlotte. - Le rispose sorridendole Gideon. Lei gli rispose sorridendogli amichevolmente di rimando. Il resto della cena passò con i racconti di Nick e Caroline di quanto fosse divertente il film che Raphael e Leslie li avevano portati a vedere e i commenti degli altri commensali.

 

Una volta a letto, dopo aver bevuto la tisana, Gideon strinse a sé Gwenny sussurrandole che sarebbe andato tutto bene l'indomani per poi addormentarsi.

 

Il mattino seguente i due si avviarono alla Loggia. Non avevano dormito granché tra l'incubo e l'agitazione per il viaggio.

Alle otto, come precedentemente accordato, l'ufficio di Mr George era pieno delle stesse persone che lo avevano riempito la sera precedente.

- Ecco qui, ragazzi! - Esclamò Falk De Villiers porgendo loro un borsone. - Dentro c'è il cronografo, del denaro per ogni emergenza e un cambio di vestiti per Paul e Lucy così da non dare nell'occhio. Madame Rossini è stata abbastanza ferma su questo punto. Inoltre questi sono i vostri biglietti aerei da Londra ad Edimburgo e ritorno contando quelli per mio fratello e mia cognata. Una macchina vi aspetterà all'uscita dell'aeroporto. In tre ore sarete ad Inverness. - Spiegò.

Gideon e Gwendolyn annuirono facendo segno di aver capito. Presero borsone e biglietti e si avviarono all'uscita.

La strada per l'aeroporto stranamente era poco trafficata e in poco tempo riuscirono a raggiungere il luogo ed ad imbarcarsi in tempi brevi. Il volo durò poco più di un'ora nella quale cercarono di riposare un po' la mente. Dormire era fuori questione. Una volta atterrati raggiunsero la macchina che aveva l'incarico di portarli al cottage.

Dopo poco di tre ore, come previsto, giunsero a destinazione e l'autista disse loro che li avrebbe aspettati all'esterno della casa.

I due si avviarono verso la porta d'ingresso e una volta entrati si guardarono attorno. - E' rimasta proprio come l'ultima volta che sono andata a trovarli nel 1918. - Constatò Gwen dirigendosi in cucina. Gideon la seguì appoggiando sul tavolo da colazione il borsone e tirando fuori il cronografo.

- Sei pronta? - Le chiese una volta sistemato tutto. - Solo se lo sei tu. - Gli rispose lei. Ormai erano diventate un rito quelle due frasi prima di qualsiasi viaggio nel tempo dovessero compiere. Inserirono l'indice nella macchina e scomparvero.

 

Inverness, 15 gennaio 1919

Cottage di Lucy e Paul Bernhard.

 

Gwendolyn e Gideon apparvero in cucina proprio mentre Lucy e Paul stavano pranzando.

- Gwen! Gideon! - Esclamò Paul. - Che magnifica sorpresa. -

- Non vi aspettavamo così presto. - Si aggiunse Lucy. - Non che non ci faccia piacere ricevervi. Oh, sono così contenta di vedervi. - Disse mentre si alzava da tavola, seguita dal marito, e abbracciando i due giovani.

Gwen si beò per alcuni minuti dell'abbraccio dei suoi genitori, le erano mancati. Anche Gideon si permise il lusso di bearsi di quell'affetto che lo faceva sentire a casa. - Sedetevi. - Li fece accomodare Paul. - Come mai qui? - Chiese.

- Ieri abbiamo scoperto una cosa nello studio di Mr Whitman. - Iniziò la figlia. Gideon le strinse la mano per infonderle coraggio. Paul roteò gli occhi alla vista delle mani intrecciate ma non disse niente, specialmente dopo il calcio che la moglie gli aveva tirato da sotto il tavolo. - Stavo cercando di prendere un libro dall'ultimo scaffale in alto della libreria, quando ho notato un piccolo scomparto segreto. Dentro c'era questo. - Continuò porgendo loro il taccuino che si era portata dietro. - E' uno dei diari del Conte. L'aveva nascosto affinché nessuno lo trovasse. Andate alla data 13 maggio 1763. - Aggiunse.

Lucy sfogliò freneticamente le pagine fino ad arrivare alla data indicata e iniziò a leggere assieme a suo marito. I loro sguardi diventavano sempre più increduli man mano che proseguivano con la lettura. Una volta finito, alzarono lo sguardo esterrefatti. - E' vero? - Chiese Paul. - Non lo sappiamo. - Rispose Gideon. - Ma c'è una forte possibilità che lo sia. Tentar non nuoce. - Continuò.

- Paul. - Disse Lucy richiamando l'attenzione del marito che subito spostò lo sguardo verso di lei. - Se ciò che questo diario dice è vero, allora significa che possiamo ritornare a casa. Non siamo più bloccati nel passato; possiamo rivedere i nostri famigliari, le persone a noi care. - La sua felicità era palpabile e talmente veritiera che stava contagiando tutti. - Vado a prendere il cronografo! - Disse Paul correndo al piano di sopra. - E io scrivo una lettera a Lady Tinley dove gli spieghiamo tutto e la salutiamo. Dovrebbe venire a trovarci tra un paio di giorni, ma non possiamo aspettare. - Esclamò Lucy euforica. Gwendolyn e Gideon si sorrisero: una parte della missione era completata. Ora mancava la parte più rischiosa ed emozionante. Paul era ritornato in cucina con la macchina e Lucy aveva finito di scrivere la lettera, quando i due giovani amanti sentirono le vertigini che preannunciavano l'imminente trasmigrazione. - Mamma, papà. Noi dobbiamo andare. Vi aspettiamo nel presente; la data è 15 gennaio 2017 e l'ora è 14.20. - Fece in tempo a dire Gwen prima di scomparire assieme a Gideon.

 

Un attimo dopo entrambi apparvero nella stessa cucina solo cento anni più tardi. - E adesso aspettiamo. - Commentò il giovane De Villiers. Pieni d'ansia lui apriva e chiudeva cassetti a caso, mentre lei si torturava le mani: erano i cinque minuti più lunghi della loro vita. Non sapevano se sarebbe andato tutto bene o se invece le parole del Conte si sarebbero rivelate l'ennesima bugia; ora tutto era in mano di Lucy e Paul. Quasi non respirarono più quando l'orologio a muro segnò le 14.20.

- Beh! Devo dire a parte qualche oggetto questo luogo non è cambiato affatto negli ultimi cent'anni. - Al suono di quella voce entrambi si girarono di scatto e accanto al lavandino videro le figure di Lucy e Paul sorridenti. Le reazioni furono una l'opposto dell'altra: Gwen si lanciò piangendo fra le braccia dei genitori mentre Gideon ritornò a respirare appoggiandosi al tavolo.

Ce l'avevano fatta. Per una volta le parole del Conte non avevano mentito. Sollevati e felici i due giovani porsero i vestiti dicendo: - Madame Rossini si arrabbierebbe se l'autenticità non venisse rispettata. - Ridendo Paul e Lucy presero gli indumenti e andarono a cambiarsi.

Una volta soli, Gideon e Gwenny si abbracciarono sentendo un enorme peso scivolarli dalle spalle. - Ce l'abbiamo fatta. - Mormorò lei ad occhi chiusi. - Si, ce l'abbiamo fatta. - Le confermò lui. Si concessero di restare per pochi minuti dentro la loro bolla che li escludeva dall'esterno.

Un colpo di tosse li sottrasse dal loro mondo. Sulla soglia erano riapparsi Lucy e Paul: vestiti con gli abiti del XXI secolo ritornavano ad avere la loro età, ad essere adolescenti e non due giovani dovuti crescere in fretta.

- Andiamo. Abbiamo da fare molta strada.- disse Gwendolyn sciogliendo l'abbraccio con Gideon. Riposto il cronografo e gli abiti del 1919 nel borsone si avviarono alla macchina dove gli aspettava l'autista. Per tutto il viaggio fino ad Edimburgo Lucy e Paul, ma soprattutto Lucy, inondarono la figlia e il suo ragazzo con domande sui loro famigliari: vollero sapere tutto quello che si erano persi nei loro sedici anni di latitanza forzata. I due risposero pazientemente a tutte le loro domande e senza fretta, spiegando molte cose. Arrivati in città, sulla strada per l'aeroporto, le domande si interruppero: i due giovani genitori erano troppo impegnati a guardare fuori dal finestrino e a cercare di capire quanto, in quegli anni, il mondo si era evoluto. Anche il viaggio in aereo fu abbastanza tranquillo. Una volta atterrati a Londra e usciti dall'aeroporto presero un taxi.

Arrivarono a casa di Lady Arisa che erano quasi le otto di sera. Per andare alla Loggia c'era tempo. - Di sicuro saranno già tutti seduti a tavola per cena. - Constatò Gwen. - Beh, speriamo che alla vostra vista zia Maddy non si soffochi con la carne come una settimana fa. Sarebbe esilarante, ma anche molto dispiacevole. - Disse Gideon e tutti scoppiarono a ridere mentre entravano nell'ingresso. Si diressero al primo piano dove c'era la sala da pranzo. Già dal corridoio si sentivano le voci della famiglia riunita: dalla porta si vedevano che si erano appena seduti poiché Mr Bernhard stava servendo le porzioni. I due viaggiatori più giovani fecero segno ai due più anziani di restare nell'ombra. - Ah! Eccovi qua! Ci stavamo chiedendo che fine aveste tutto il giorno. Nemmeno Falk De Villiers sapeva risponderci. - Esclamò zia Maddy vedendoli entrare e attirando l'attenzione di tutti verso gli ultimi due arrivati. - Già, ecco.. Abbiamo chiesto loro di non dire nulla. Dovevamo verificare una cosa scritta dal Conte e non sapevamo se avrebbe funzionato oppure no. - Si giustificò Gwendolyn.

- Non potevate aspettare domani? Dopotutto oggi è domenica. - Chiese Lady Arisa. - No, non potevamo aspettare Lady Arisa. - Le rispose gentilmente Gideon. - Perché? - S'intromise zia Glenda. A quella domanda i due si scostarono dalla porta e fecero un segno alle due persone rimaste in corridoio. Lucy e Paul fecero il loro ingresso sorridendo e Lucy rispose a Glenda: - Dovevano verificare se potevamo effettivamente ritornare nel futuro, cugina. -

Mr Bernhard fece cadere il vassoio con la cena facendo si che l'intero pasto andasse a sporcare parte del pavimento e parte del tappeto, il resto dei commensali era congelato ai loro posti non credendo a ciò che vedevano. Gwendolyn, Lucy, Paul e Gideon invece sorridevano felici ed emozionati. La prima a riprendersi fu Grace che, in lacrime, corse verso la nipote stringendola a sé e includendo nell'abbraccio l'altro suo nipote acquisito. A quella vista il resto della famiglia si ridestò dalla sorpresa e corse incontro alle due persone che pensavano di non poter rivedere mai più nelle loro vite. Baci, abbracci, domande e risposte si alternavano in confusione, persino Lady Arisa aveva perso la sua aria austera nel rivedere i nipoti. In qualche modo riuscirono tutti a sedersi di nuovo attorno al tavolo ognuno al proprio posto, Lucy e Paul vicini a Gwenny e Gideon. L'unica cosa che si era salvata di quella cena era il tiramisù che tutti stavano gustando mentre Gwendolyn e Gideon raccontavano tutto ciò che era accaduto negli ultimi due giorni: dal ritrovamento del diario al viaggio fino al cottage ad Inverness, dal viaggio nel tempo all'attesa con la speranza che fosse tutto vero, fino al ritorno nel presente di Lucy e Paul. Quest'ultimi raccontarono tutta la loro storia: da quando avevano scoperto i veri piani del Conte, a tutte le avventure che avevano vissuto fino al loro ritorno nel 2017. Era ormai notte fonda quando finirono il loro racconto. Si erano spostati in salotto e Nick e Caroline tentavano con tutte le loro forze di tenere gli occhi aperti. Non c'era stato modo di mandarli a letto, volevano sapere e neanche gli adulti, pur essendo dei bambini, se l'erano sentita di metterli a letto con la forza. Meritavano anche loro di sapere la verità. - Fratello, un altro De Villiers è ritornato a far parte della famiglia. Ora saliamo a quota quattro contando lo zio Falk. - Fu l'unico commento di Raphael alla fine di tutto che spezzò il silenzio mentre tutti stavano digerendo quello che era stato loro rivelato. - A dir la verità Raphael, siamo a quota cinque De Villiers. Gwendolyn è figlia mia e di Lucy. - Lo corresse Paul. A quella notizia tutti coloro che non erano a conoscenza della notizia sgranarono gli occhi increduli. - E adesso cosa? Scopriremo che i marziani esistono veramente? - chiese ironicamente Charlotte. Alcuni ridacchiarono mentre zia Glenda domandò: - Ma come? -

- Penso che tu sappia come zia Glenda. - Le rispose Lucy. - Ora finalmente capisco perché tu abbia falsificato il certificato di nascita di Gwendolyn. - Continuò Glenda rivolta verso sua sorella.

- Questo significa che non sei più nostra sorella? - Chiesero timorosi Nick e Caroline a Gwen che si alzò dal divano per andarsi ad inginocchiare davanti a loro e guardandoli dritti negli occhi rispose: - Io sarò sempre vostra sorella, capito? Sempre. - I due sorrisero rassicurati e l'abbracciarono.

- Bene! - Esclamò Lady Arisa. - Sono le due e mezza del mattino. Credo sia appropriato che ognuno di noi vada a riposare. Riprenderemo il discorso domani mattina. Mi sembra superfluo dire che nessuno domani andrà a scuola. - Aggiunse guardando i nipoti. - Mr Bernhard prepari la stanza di Lucy, per favore, così lei e suo, da come ho capito, marito possano dormire. - Ordinò.

- Mi sono preso la libertà di sistemare la stanza prima, Lady Arisa. - Le rispose Mr Bernhard con un inchino. Lei annuì solamente. Stavano tutti per uscire dalla stanza quando Charlotte richiamò Gwen e Gideon: - Ragazzi, la vostra tisana. - I due sorrisero. - Charlotte penso che con tutte le emozioni vissute oggi e l'ora tarda per questa notte faremo a meno della tisana, ma grazie lo stesso. Gli incubi ci faranno lo stesso compagnia. - La ringraziò Gideon, mentre Gwendolyn annuiva alle sue parole.

- Incubi? Quali incubi? - Chiese apprensiva Lucy preoccupata di cosa potesse nuocere a sua figlia. Lo sguardo di Paul esprimeva la stessa preoccupazione della moglie. Gli sguardi di tutti i presenti si fecero cupi. - Ogni notte sogniamo la mia morte per mano del Conte avvenuta all'incirca due mesi fa. Lo psicologo della Loggia ha detto che con il tempo spariranno e la tisana di Charlotte ci aiuta a dormire almeno un paio d'ore. Dobbiamo solo avere pazienza. - Rispose Gideon. I due genitori annuirono preoccupati consapevoli che non potrebbero fare alcunché comunque.

Stanchi di tutti gli avvenimenti ognuno si ritirò nelle proprie stanze per riposare. Appena coricati Paul strinse a sé Lucy. - Siamo a casa, principessa. - Le sussurrò all'orecchio. - Si, siamo a casa. Finalmente. - Rispose lei allo stesso tono e velocemente caddero nel mondo dei sogni sicuri che ora il loro incubo era finito.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

 

Ho scoperto da poco tempo la Trilogia delle Gemme e me ne sono innamorata a tal punto che nel giro di pochi giorni ho letto i libri e guardato i film. Questa OS mi è venuta in mente un paio di giorni fa: “E se il Conte avesse mentito anche per quanto riguarda i viaggi nel passato col cronografo?” ho pensato; e da qui è nata questa mia piccola follia. Ero indecisa tra due titoli: “Back Again” e “Another Lie” ma trovavo il primo più esaustivo alla mia storia. E' vero che il secondo fa riferimento all'intera bugia del Conte che caratterizza l'intera OS, ma il primo racchiude la vera finalità della bugia e della sua scoperta: il ritorno di Lucy e Paul nel presente.

Spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate. Mi farebbe molto piacere. :)

P.S.: Ho volutamente messo il mio commento alla fine di tutto per non spoilerarvi nulla.

  
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