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Autore: Freez shad    18/04/2017    4 recensioni
Dopo essersi umiliati, malmenati, regrediti, scambiati d'identità e molto altro ancora, è ormai tempo di mettere fine a questa sfida fatta di battute e ribattute.
Ma sarà molto difficile se nessuno dei due sembra essere disposto ad arrendersi.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E-123 Omega, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic vs Shadow'
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Erano passati ormai diverse settimane da quando, preso da un inusuale spirito di previdenza, Shadow aveva deciso di fare un'improvvisa visita notturna al faker blu; ovviamente, date le bellicose intenzioni con cui si era presentato e che lo avevano portato, prima a sradicare l'albero su cui quest'ultimo stava giacendo, poi tentare la sua eliminazione con ogni mezzo a propria disposizione, non si aspettò di essere accontentato nel rendere l'esecuzione più rapida e semplice possibile. 
D'altra parte Sonic, consapevole del pericolo, dovette dare fondo ad ogni parte della propria energia spendendola con meticoloso equilibrio in velocità, agilità e prontezza fisica per schivare con eccelsa maestria i vari attacchi del Chaos, di cui la sua controparte oscura era nota, che gli venivano continuamente scagliati con la speranza di coglierlo; più volte si era anche rivolto al nero, tra un balzo e uno scatto, domandando quale fosse il motivo che lo aveva spinto ad attaccarlo, ma non aveva mai ottenuto come risposta nulla di più che una varia sinfonia di sbuffi scocciati e borbottii indecifrabili.
Alla fine, come era facilmente prevedibile, quel lungo inseguimento aveva avuto termine a favore di Shadow allorché, utilizzando il teletrasporto col potere del Chaos Control, riuscì a portarsi davanti al suo obbiettivo che, a causa dell'eccessiva velocità, finì per scontrarsi contro il suo pugno dal quale aveva occasionalmente tolto il suo dorato anello inibitore per imprimervi più forza del dovuto.
Il colpo fu tanto violento e inaspettato da riuscire a scaraventare faker oltre la vicina boscaglia e farlo precipitare contro un massiccio costone di roccia, situato ben oltre Apotos e tra le granitiche Red Mountain, tramortendolo; in quello stato poteva risultare quanto mai facile per il nero portare a termine l'impegno che si era prefisso ma, per quanto risultasse impensabile persino per lui, dopo averlo raccolto decise di trasportarlo con la stessa precedente tecnica fin davanti la porta d'ingresso del giallo volpino dove, dopo essersi assicurato di averlo svegliato con svariati colpi al suo portone, si dileguò abbandonando il ferito alle sue cure.
Nonostante tale cambiamento d'intenti potesse sembrare assai strano, conoscendone il fautore, in realtà nel profondo vi era molta più coerenza e logicità di quanto potesse darsi a vedere.
In primo luogo l'eliminazione di un avversario privo di conoscenza e di difesa era un'azione degna solo della più bassa forma di ignominia e disonore al quale un guerriero o combattente sarebbe andato incontro, coprendo di biasimo il suo nome;
Secondo, per quanto fosse insopportabile, infantile, stucchevolmente amichevole e rompiscatole dalla testa piena d'ignoranza, niente avrebbe giustificato l'esecuzione di un personaggio di tale spessore, ricco di gesta altruistiche e nobili, al quale lui stesso aveva deciso di dedicare la vita;
Terzo il proprio era stato solo un sogno e un pugno del genere, per quanto insensato fosse il ragionamento, lo avrebbe comunque messo in pari con lui.
Questo però non voleva assolutamente dire che, se l'interessato fosse venuto a cercarlo, gli avrebbe domandato il suo perdono in quanto, se non in quell'occasione, di motivi per colpirlo ne aveva o ne avrebbe un giorno sicuramente avuti. Poteva considerarlo quindi come un anticipo per una prossima occasione.





Ma in realtà, durante quel lasso di tempo, tali occasioni non vennero mai a crearsi in quanto niente di particolarmente pericoloso era avvenuto che giustificasse una loro nuova forzata alleanza; sembrava come se l'intera Mobius stesse vivendo un periodo di straordinaria calma dove persino Eggman, a parte qualche ottuso Egg Pawn o gracile robottino volante sperduto qua e là, sembrò essere caduto in uno stato di negligenza nel realizzare i suo malvagi scopi, arrivando persino a pensare che li avesse abbandonati perché arreso all'evidenza di una futura e certa sconfitta.
Questo almeno fu il pensiero che lo aveva accompagnato fino a quel momento quando una luce rossa intermittente, proveniente dal suo trasmettitore da polso, non lo avvisò di una comunicazione urgente; stranamente questo non emise alcun suono, come invece avrebbe dovuto fare insieme alla riproduzione olografica dell'immagine del mittente, ma riportò solo poche e incompiute parole dal quale riuscì appena a decifrare “Aiuto!” ed “esercito a Soleanna”.
Benché le informazioni non fossero molte, queste bastarono al riccio nero per attivarsi e teletrasportarsi sulla nota città, situata sul continente di Spagonia, nonostante fosse consapevole della difficoltà che avrebbe potuto incontrare, dato il non definito numero degli invasori e la loro potenza, nell'affrontarli da solo.
Non che la faccenda lo intimorisse, ma sapeva bene di come quella sua decisione avrebbe provocato una serie di seccanti rimproveri da parte dell'affascinante Rouge, al momento impegnata nella noiosa operazione di smistamento di documenti per i G.U.N., alla quale un'uscita simile non avrebbe che fatto piacere e a dei lagnosi borbotti meccanici provenienti da Omega il quale, come tutti erano a conoscenza, aveva fatto della distruzione degli altri robot la ragione della propria vita artificiale.
Fu però con grande meraviglia quando, una vola giunto a destinazione, a parte qualche foro di proiettile sul muro di cinta esterno e qualche albero sradicato, non vi trovò null'altro che confermasse una tale emergenza,
<< Ehi, ragazzo! >> fece il riccio nero, richiamando l'attenzione di un giovane camaleonte intento ad entrare dalle maestose porte della città, << Sai nulla di un attacco da queste parti? >>,
<< Oh, certo signore! Ma è avvenuto ormai venti minuti fa >>,
<< Cosa? Come sarebbe a dire? >>,
<< È così signore, ma come mai le interessa? >> 'Non può essere possibile, ho ricevuto il messaggio solo qualche secondo fa! A meno che.....il trasmettitore non si sia rotto, accidenti!' << Signore? >> ritentò il giovane, destando il nero dalle sue elucubrazioni,
<< Sai dirmi chi fossero? >>,
<< Veramente no! Però erano davvero tantissimi....e molto grandi.....qualcuno persino volava, ma la cosa incredibile è che erano tutti robot >> gli rispose eccitato,
<< Umpf, Eggman! E cosa è successo? Dove sono ora? >>,
<< Non lo so, non ero presente! Però mi hanno raccontato che all'improvviso è comparso uno strano lampo blu che li ha fatti sparire tutti >>. 
Una descrizione piuttosto vaga, ma che aveva paradossalmente reso chiaro chi vi era dietro quel salvataggio; effettivamente vi erano ben pochi, tra le sue conoscenze, che avevano la facoltà di lasciarsi alle spalle solamente una scia del loro rapido passaggio e, tra questi, solo uno con tale colore.
Shadow non seppe dirsi se esserne felice o meno di tale piega poiché, se da una parte gli aveva risparmiato un combattimento inutile e il cui solo risultato a favore degli invasori sarebbe stato il semplice privargli del tempo che avrebbe potuto dedicare ad altro di più importante, dall'altra lo infastidiva parecchio il fatto di essere stato preceduto proprio dal quel riccio che, se lo avesse saputo, lo avrebbe perseguitato a vita rinfacciandoglielo.




Ad interrompere i suoi pensieri fu una nuova comunicazione, fatta nella stessa precedente maniera che gli confermò un sicuro guasto all'apparecchio, comparve sul trasmettitore avvertendolo di un altro bellicoso attacco nei pressi di White Acropolis, nel lontano e gelido continente di Holoska, riportando le medesime frasi frastagliate di cui non riuscì a comprendere nient'altro che una richiesta di soccorso.
Ripetendo lo stesso procedimento, il riccio oscuro si teletrasportò nel luogo indicato nel trasmettitore dove, come in precedenza, non trovò niente, a parte qualche orma ancora visibile sul manto perennemente innevato del terreno, che giustificasse la sua presenza nel luogo,
<< Wow, mamma hai visto? Hai visto cosa ha fatto quel signore? >> domandò eccitata un cucciola di tricheco a sua madre, visibilmente imbarazzata per l'irruenza del figlio, a pochi metri da lui,
<< Sì-si, l'ho visto! >>,
<< Guarda mamma, assomiglia tantissimo al riccio di prima, vero? >>,
<< Ylha non urlare in questo modo, mi fai sempre fare brutte figure! >> fece nuovamente la madre, cercando di allontanarsi con la figlia,
<< Voi due! >> le richiamò solenne il nero << Avete forse detto “l'altro riccio”? >>,
<< Oh sì, ma non ci badi! >>,
<< Eccome! Circa quindici minuti fa è arrivato un riccio blu velocissimo e ha fatto sparire un'armata di bruttissimi robot a forma di uovo che ci volevano attaccare. Mi pare che si chiamasse.... >>,
<< Faker! >> lo interruppe il nero, quasi sputando disgustato tale parola,
<< Non credo, mi pare fosse Tonic, Moric.....forse Cionic! Non ricordo, ma sono sicuro non faker >>.




La faccenda stava cominciando a dargli sui nervi; ora era sicuro cosa dovesse provare per i suoi ripetuti interventi: fastidio.
Come osava anticipare lui, la Forma di Vita Definitiva, in questo modo così sfrontato?
Ma purtroppo per lui quella non sarebbe stata l'ultima volta per quel giorno; nuove misteriose richieste di soccorso si succedettero nei vari angoli della terra.
Da Mazuri ad Adabat, da Chun-nan ad Apotos, compreso il desertico Shamar, tutti i continenti del pianeta e le loro maggiori città non furono in nessun modo risparmiate dalla sgradevole attenzione del folle dottore; ma ancora peggio, in nessuna di queste Shadow riuscì ad anticipare, o almeno a raggiungere, quel disgraziato in blu che sembrava continuamente essere un passo davanti a lui. 
In ultimo toccò anche a Central City, su Empire City, a subire quella strana smania di conquista che si era improvvisamente impossessata della mente di Eggman; ma una volta arrivato, oltre alla solita dannata beffa di un viaggio a vuoto, si ritrovò sollevato da terra da una folla urlante ed eccitata che, portandolo in trionfo per la via principale, continuava ad esultarlo scandendo il nome di Sonic. Un ennesimo scambio che mai, come in quel momento, riuscì a farlo indignare in maniera tanto elevata per quella loro somiglianza.
Infine, sia perché tali richieste smisero di giungere, sia per evitare di ripetere scene simili, Shadow fece ritorno nella vicina base G.U.N. dove, come aveva previsto, dovette sorbirsi le noiose lamentele di Rouge e Omega a cui, semplicemente, non diede ascolto preferendo fare ritorno nella propria stanza.
In realtà aveva ben altri pensieri per la testa come ad esempio domande del tipo:
Come aveva fatto faker ad anticiparlo ovunque? Sapeva di questi attacchi o era stato aiutato da quella stessa fortuna che sembrava sempre giocargli a favore?
Ed infine, dove erano finiti i robot?
Di rottami non ne aveva visti, ne qualche buona anima intenta a raccoglierne i resti; l'unica certezza in suo possesso era che sicuramente, dato il duro lavoro che ne avrebbe richiesto e l'irrefrenabile impulso a non rimanere per troppo tempo nel solito luogo, non sarebbe mai saltato nella testa di Sonic lo svolgere.....un simile servizio di bonifica.
Ma mentre era ancora intento nei suoi “pacifici” pensieri , una volta giunto davanti alla porta della propria stanza, vi trovò attaccata una lettera:


“Yo, Shadow!
Ho saputo che per tutto il giorno hai provato a starmi dietro per l'intera Mobius. Se il tuo intento era quello di raggiungermi.....bhé, mi vedo costretto a ricordarti che io sono Sonic, il riccio più veloce al mondo. Se invece volevi “solamente” renderti utile intervenendo contro quei robot, allora mi dispiace di aver fatto tutto il lavoro, ma non devi preoccuparti, infatti sono felice di comunicarti di aver pensato ad un modo per renderti partecipe del mio trionfo“.





Una lettera certamente strana, ma sopratutto molto preoccupante conoscendo la sfrontata ed insulsa mente che vi era dietro; senza attendere oltre il riccio nero tentò di aprire la porta che, dopo un primo momento in cui sembrò essere stata bloccata, si rivelò essere una vera e propria diga di contenimento per tutti quei rottami misteriosamente scomparsi che ora, come un fiume in piena, si erano riversati su di lui sommergendolo,
<< Okay, a questo punto è chiaro! Faker mi sta PREGANDO di aiutarlo a passare a miglior vita, non vedo altre ragioni! >> esclamò pacato, però enfatizzando quella rivelazione a denti stretti << Per chi mi ha preso? Per un netturbino? >>. 
La risposta non tardò ad arrivare sotto forma di un secondo messaggio attaccato al fondoschiena di un altro robot che gli investì il volto:



“A proposito Shadyno, mentre ripulisci, ricordati che.....LA DIFFERENZIATA SALVA IL MONDO, perciò datti da fare amico mio!”








N.d.A.
Salve, questa volta urge darvi una spiegazione. 
Come giustamente mi ha fatto notare MadogV, la storia precedente non sembrava avere niente a che fare con le altre.....e in effetti è così in quanto ciò che accade è ben diverso dal solito dato che Sonic non fa niente per meritarsi punizioni di sorta.
In verità quella fa parte di una mini-serie da tre (di cui questa è la seconda) che portano al finale dell'intera serie ed è per questo, a risoluzione di tutto, che ho deciso di accorpare queste ultime in una raccolta.
Fattore inoltre che, tra l'altro, ha portato alla decisione di terminare questa serie in quanto le OS che la compongono, e che avrebbero dovuto avere un massimo di tre storie, personalmente non trovo sensate fuori da una vera e propria raccolta.
Vi ringrazio per l'attenzione e per chiunque abbia avuto la volontà di leggerla/recensirla.
Vi aspetto al prossimo e ultimo capitolo.


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