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Autore: Akane    18/04/2017    0 recensioni
Ci sono storie sotto la superficie, storie non raccontate, storie accennate, storie mostrate solo a metà, storie addirittura nascoste. E spesso queste storie sono importanti per qualcun altro che un giorno si sfiorerà, si intreccerà, si aiuterà in qualche modo. Sono storie che si sviluppano nel tempo come una specie di otto. Perché tutto si ripete, tutto si tocca, tutto si intreccia.
Così come la storia di Gauche e Jiggy con quella di Lag e Zazie.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Goos Suede/Noir, Jiggy Pepper, Lag Seeing, Zazie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la_proporzione_perfetta34 *Ecco un altro capitolo, un giorno di ritardo per via di Pasqua e pasquetta. Comunque siamo in un punto cruciale del manga, quando Lloyd finalmente svela tutta la verità sul sole artificiale. Quel che di cela dentro è agghiacciante ed il piano che presenta lui è molto estremo, ma del resto non sembrano esserci alternative. E su queste verità che ho deciso di descrivere in modo chiaro ma di non soffermarmi troppo perchè sono già ampiamente illustrate nel manga, vediamo la decisione di Lag e Noir che prende piano piano forma. Buona lettura. Baci Akane*

34. CHE TORNI DA ME


lag e zazie
"La luce all'orizzonte ieri era più luminosa con ombre che le sovrastano, Le cicatrici iniziano a scomparire, Abbiamo detto che sarebbe stato per sempre ma poi è scivolato via Siamo alla fine dell'ultimo ballo in maschera"
/Final Masquerade - Linkin Park/


Quella mattina Zazie andò a fare colazione da Lag, come sempre.
Noir lo guardò senza fare una piega, sorridendo dentro di sé per il modo tenero che avevano di stare insieme.
Zazie era molto sicuro di sé e adorava Lag, si vedeva.
Lo chiamava ‘bella gattina’ e Lag arrossiva tutte le volte, però nessuno poteva dire niente a Lag che altrimenti Zazie lo fulminava male.
Non gli importava proprio di nascondere quel che provava, né tanto meno la loro relazione.
Noir li invidiava. Li trovava belli e li invidiava davvero.
Uscirono tutti insieme, il direttore Garrard aveva appena accettato di riprendere Noir come Bee per aiutarli nella ricerca delle persone nate nel giorno del balenio, oltre che per aiutarli con le molte consegne rimaste.
Così la casa si svuotò improvvisamente.
Silvet nel vederli uscire ebbe una strana sensazione. Noir lo notò e le sorrise.
Si incamminò con Lode che battibeccava con Niche, mentre Zazie parlava fitto fitto con Lag mettendogli il braccio intorno al collo tutto allegro per sapere se aveva scoperto qualcosa da Silvet che era nata nel giorno del balenio.
I due fecero una scenetta divertente a riguardo, Lag era disperato e pensava di lasciar perdere Silvet.
- Avanti, troverai sicuramente gli altri! E vedrai che poi Silvet ti permetterà di guardarle dentro! - Zazie era sempre così ottimista quando si trattava di lui. Quella mattina sembrava non volergli restituire il braccio e arrivati all’Alveare a momenti glielo staccò quando vide Jiggy fermo lì con il suo cavallo di ferro.
Si tolse gli occhiali da guida, lanciò uno sguardo penetrante a tutti quanti e si soffermò su Noir, il quale ebbe un gran bel tuffo allo stomaco.
Lag sentì il braccio staccarsi e vide che Zazie era di nuovo perso, così gli diede una gomitata e geloso entrò di corsa senza dire nulla.
Zazie così si distrasse e facendo un segno reverenziale al suo Dio, Jiggy Pepper, inseguì di corsa Lag dentro, inseguiti da Wasiolka e da Niche. Lode rimase un attimo ferma seccata.
- Lode… - Chiese gentilmente Noir.
Lei sbuffò esasperata, suo malgrado con un ‘sì sì’ entrò.
Lode raggiunse le due dingo e rimasero nell’atrio a dare un po’ di spettacolo. Puro allenamento, dopotutto.

Lag aveva il broncio, stava andando dritto a prendere le consegne, quando Zazie lo afferrò per la sciarpa e per poco lo strozzò.
- Lag, andiamo! - Lag si girò col broncio.
- Cosa?! - Zazie scoppiò a ridere, cosa che non aiutò per nulla la sua posizione. Lag infatti lo fissò anche peggio e si tolse la sciarpa pur di andarsene. Era arrabbiato. Perché era sempre così svenevole con Jiggy? Non stava con lui?
Zazie con la sua sciarpa in mano riprese ad inseguirlo e gliela mise al volo intorno al corpo, legandogli anche le braccia. Lo voltò su sé stesso per un paio di volte in modo da imbrigliarlo del tutto, poi veloce come un lampo lo trascinò in uno dei famosi angoli dell’edificio.
Poi, al buio e al sicuro, come se poi gli importasse che qualcuno vedesse, gli prese il viso fra le mani e ridendo lo baciò.
- Smettila! Sai perché sono arrabbiato! Tu sei tutto cuori per Jiggy! Ma non è lui il tuo ragazzo! - Zazie scoppiò d’amore e di gioia, adorava quando faceva il geloso ma fu ancor meglio sentire che si definiva il suo ragazzo.
- Amore. Sai che ti amo! - Questo spense subito Lag. Adorava quando glielo diceva.
- È un colpo basso. - Disse sempre col famoso delizioso broncio.
- Sei la mia gattina! - Fece piano appoggiandosi a lui con tutto il corpo. Gli carezzava il viso e gli sfiorava le labbra con le proprie, l’aria sicura di sé, divertita. - Miao! - Concluse poi tornando a baciarlo.
Lag si arrese in fretta e ricambiò il bacio, sperando di essere liberato per poterlo abbracciare. Zazie lo accontentò e quando poté stringergli le braccia intorno al collo, una sensazione stranissima lo invase.
Nostalgia. Quasi paura.
Lag si aggrottò trasformando l’abbraccio ed il bacio in qualcosa di molto sentito, molto più di un semplice saluto giornaliero.
Era come… “se fosse l’ultimo.”
Ebbe un flash, come una voce non sua, una voce dentro di sé, recondita.
Lag spalancò gli occhi spaventato, terrorizzato, lo guardò e Zazie se ne accorse subito, pensando che fosse ancora geloso si affrettò a spiegare per la millesima volta:
- Lag, sai che adoro Jiggy, ma è te che amo! È solo te che desidero! Sei tu la mia gattina! - Era il suo modo impacciato per dire cose dolci e tenere che non era in grado di dire.
Lag scosse il capo ricacciando indietro le lacrime.
- No, non è questo. Lo so. - Sorrise cercando di farsi forza. Sospirò. - È…  - Ma non riusciva proprio a spiegarsi, così scosse il capo e sorrise sperando di essere convincente.
- Ma cos’hai? - Zazie ovviamente non l’avrebbe mai lasciato andare via, così Lag gli cercò le mani, gliele prese e sospirò.
- Ho una strana sensazione. Come se oggi dovesse essere un giorno importante. - Però era più negativo che positivo, solo che non glielo disse. Zazie sorrise e con la sua sicurezza caratteristica, lo strinse tirandolo verso l’ingresso.
- Allora sarà un grande giorno! - Lag non commentò, si tenne stretto a lui e pregò che fosse vero. Pregò che fosse proprio così.
Quando si separarono, si guardarono.
Ognuno la propria missione.
Ognuno il proprio compito.
Lag con una persona legata al giorno del balenio, Zazie altrove.
Uno sguardo. Una sensazione. Una preghiera.
Che quello non fosse l’ultimo sguardo.


Jiggy esitò con Noir prima di entrare, rimase davanti all’ingresso a guardarlo. Aveva deciso che quel giorno sarebbe andato a chiedere a Largo Lloyd cosa sapeva una volta per tutte. Si sarebbe finalmente mosso come si doveva.
Però decise di non dirglielo, se poi era un buco nell’acqua era peggio la speranza che poteva accendere in Gauche e poi spegnerla.
Noir fece un cenno composto senza capire cosa intendesse con quella lunga occhiata ferma, così si mosse per entrare, sapeva che non voleva fare ‘certe cose’ davanti agli altri.
Ma Jiggy, sorprendendolo profondamente, lo fermò per la mano, gliela strinse e si sporse a baciarlo. Un bacio sulle labbra, come uno stampo. Un saluto.
Noir ebbe una strana sensazione.
Molto strana. L’aveva già provata.
Come se quello dovesse essere l’ultimo bacio.
Jiggy non fece una piega, non lasciò trasparire nulla.
Noir rimase lì fermo, la sua bocca veloce, la sua mano esitante.
Un ricordo che non voleva saperne di uscire. Una sensazione inquieta.
Poi Jiggy, senza dire nulla, lo lasciò. Noir rimase inebetito, ma fece per entrare convinto di essere seguito. Quando vide che Jiggy invece si metteva gli occhiali e tornava al cavallo di ferro, si fermò e lo guardò meravigliato, sempre più inquieto.
- Cosa fai, non entri? - Jiggy allora tirò fuori uno dei suoi sorrisi particolari, un po’ un ghigno in realtà. Scosse il capo, salì sul suo mezzo e l’accese facendo un gran chiasso.
- Ho già una missione per oggi. È molto importante. -
Noir rimase incerto.
- Ci vediamo stasera? - Non glielo aveva mai chiesto, non l’aveva davvero mai cercato per primo. Non in quel modo. Jiggy sorrise meglio, più dolcemente, in quel modo che solo Gauche aveva visto.
- Non so… - Una risposta che lasciò l’amaro in Noir che non seppe cosa dire. Non disse nulla.
Lo vide andare con una strana sensazione e si ricordò di una sorta di pensiero già avuto non in modalità uguali, ma forse vagamente simili.
“Che torni da me.”
Una preghiera, una speranza.
La sua scia rimase nell’aria per un po’, poi sparì.
Qualcosa stava cambiando di nuovo, qualcosa non sarebbe mai più stato come prima.
Il tempo stava per scadere.


Le cose non andarono come previsto.
Ma le cose non sarebbero mai potute andare come previsto, perché nessuno avrebbe potuto prevedere una cosa simile.
Lag aveva trovato una creatura nata nel giorno del balenio e dopo averli aiutati, si era ritrovato lì con un Jiggy sopraggiunto quasi per caso ed un Noir accompagnato da Lode, versione Bee e Dingo.
Lag era a sua volta con Niche e una nuova Bee, una strana ragazza dai capelli rosa e una coda tonda nascosta dai pantaloni, il suo nome era Chiko.
Il suo carattere non era certo facile e sembrava sospetta.
La creatura nata nel giorno del balenio che avevano aiutato, rivelò un posto quando Lag sparò il proiettile del cuore su di lui. Un posto che aveva già avuto l’occasione di vedere con un’altra ragazza incontrata, nata nello stesso giorno.
Era un posto particolare e specifico, che però non aveva mai visto. Chiaramente un richiamo ad andarci, probabilmente la rivelazione di qualche segreto importante di Amberground.
Quando Jiggy arrivò per puro caso, attratto dai proiettili del cuore sparati da Lag, arrivò a cose fatte e rimase ad osservare l’evolversi delle cose passivamente.
Poco dopo arrivò anche Noir con Lode.
I due si scambiarono uno sguardo particolare, ma non si fecero cenni e non si dissero nulla.
Jiggy non aveva ancora raggiunto Largo, aveva deviato vedendo il proiettile sparare da lì vicino.
Noir, invece, era arrivato proprio cercando Lag.
Gli consegnò una lettera giustificandosi che visto il destinatario, aveva pensato fosse molto importante.
La lettera era proprio di Largo Lloyd, per conto di Reverse.
Era un invito a raggiungerlo nella nuova sede posta a Blue Notes Blues per condividere delle importanti verità.
Lag sparò sulla lettera e rivelò il cuore. Il suo proiettile gli permetteva di mostrare la storia degli oggetti o quel che era riversato in essi.
Così vide Largo mentre rimetteva in piedi Reverse insieme a Lawrence, che metteva insieme tutte le creature che non potevano essere diventate spirito, e trovava proprio Chiko.
La Bee era una delle creature che non potevano essere diventate spirito, ma Largo la trattava con affetto dicendo che lei era molto speciale per la salvezza del mondo.
Lei, infatti, oltre alla coda tonda, aveva anche due orecchie da coniglio.
Nei ricordi comparsi dalla lettera, si sentì anche la voce di Largo che parlava a Lag, conscio che avrebbe usato il proiettile per saperne di più.
La sua voce spiegava che c’era un grande segreto dietro il sole artificiale prodotto dal macchinario imperatrice, e dalla stirpe di Lag.
Il sole, infatti, era un enorme continuo proiettile del cuore sparato nel cielo, ma non a caso. Teneva a bada da secoli un gigantesco gaichu di nome Spiritus pronto ad uscire dall’ambra spirituale che lo intrappolava. Se si sarebbe schiuso e formato completamente, sarebbe diventato il gaichu più grande, feroce e primordiale mai incontrato. Ed esso avrebbe distrutto il mondo intero.
Decisero così di andare subito a Blue Notes Blues da Largo, Jiggy si caricò Lag, mentre Noir e Lode andarono con Chiko in carrozza, come erano arrivati.
Uno scambio di sguardi ulteriore fra Jiggy e Noir, poi nella testa del primo dei due un pensiero.
“Forse è destino che lo facciamo insieme.”
Non si spiegava il motivo per cui proprio il suo Gauche fosse capitato lì in quel momento a fare la stessa cosa per cui era lì lui.
Per il tempo di arrivare a destinazione, ognuno rimase per conto proprio a pensare a quello che il proiettile aveva rivelato.
Un enorme gaichu bestiale sopito dentro un’ambra che stava per liberarlo. Addormentato dal sole artificiale, un enorme proiettile del cuore sparato dall’Imperatrice, tramite un macchinario che portava lo stesso nome, usato dall’Head Bee. Attivato con i cuori delle persone della Capitale.
“Siamo alla fine del mondo?”
Pensò Lag chiedendosi se avesse rivisto Zazie.
“Farò di tutto, di tutto per salvare il posto dove Gauche possa essere ancora felice, almeno un po’. Non lascerò niente di intentato.”
Jiggy ormai era risoluto, era troppo importante. Prima del suo ritorno avrebbe lasciato che le cose andassero passivamente per il loro verso, ma ora che lui era di nuovo lì, non poteva stare fermo a guardare, ad aspettare.
Ed era tutto molto peggio di quel che avrebbe immaginato.

Da Reverse vennero accolti e condotti nel luogo della rivelazione.
Largo Lloyd e Lawrence tenevano regolarmente dei convegni durante i quali parlavano alla gente che veniva da tutte le parti di Yodaka per conoscere l’acclamata verità, il solo che si prendesse la briga di dirla senza mezzi termini.
E verità fu.
Largo era il figlio del generale del governo che era a capo di tutte le operazioni di Amberground, specie quella che aveva dato vita ad esperimenti umani, i cosiddetti ‘coloro che non potevano essere diventati spirito’.
Largo era uno di quegli esperimenti. In lui il padre aveva impiantato gli organi della madre, dopo aver trasformato lei stessa in una pianta ed averla infine uccisa.
Largo si era ribellato al padre dopo aver trovato tutte le informazioni possibili da reperire.
E fra queste c’era un antico manoscritto che rivelava l’esistenza di un enorme gaichu primordiale, Spiritus, tenuto a bada dal governo con un enorme sole artificiale, un proiettile sparato usando i cuori delle persone, sacrificati lentamente un po’ per volta nel corso degli anni.
La questione era che la vita dell’Imperatrice stava giungendo al termine e non c’era un erede in grado di continuare al suo posto. E comunque non poteva essere quella la soluzione. Prima o poi la gente da sacrificare sarebbe comunque finita e anche se così non fosse stato, non era possibile allevare in seno una bestia simile. Specie se per farlo si dava vita ad un sistema crudele che riduceva all’osso le persone e dava vita alle classi sociali preda di povertà estrema.
La proposta di Largo era quella di sparare un ultimo grande proiettile tramite la ragazza coniglio, Chiko, la più vicina al diventare spirito.
Il progetto originale era chiuso e fallito ma aveva dato vita a lei. Il governo a suo tempo si era ripromesso di creare gli insetti spirituali incrociando persone e cose o animali.
Lei era la più riuscita e la sola in grado di sparare un tale proiettile.
Questo proiettile, però, per essere sufficientemente forte, chiedeva il sacrificio di molte persone che avrebbero dovuto fornire tutto il loro cuore alla ragazza. Questo però avrebbe risolto il problema una volta per sempre, uccidendo il gaichu e mettendo fine al sole artificiale che aveva creato le classi sociali, la piaga di Amberground.
Era un sistema drastico, ma era l’unico per risolvere le cose per sempre.
Al termine della ‘rivelazione’, le persone si dispersero e Largo ricevette in privato Lag e gli altri, chi sconvolto, chi contrariato, chi apparentemente indifferente.
Lag si oppose subito dicendo che non poteva essere quello il modo per salvare il mondo, per quanto quella verità fosse terribile. Non si poteva sacrificare tante persone per salvarne altre, non sarebbe stato molto diverso da quello che aveva fatto per anni il Governo contro cui si combatteva.
Largo rispose calmo che era aperto ad altre soluzioni, quella era la sola che lui aveva trovato.
Lag e Noir non ci misero molto ad andarsene senza dargli il loro appoggio.
Noir se ne era andato da Reverse proprio perché non gli piaceva i loro sistemi troppo drastici.
Lag voleva le stesse cose, ma non a quei costi, perciò Noir si trovava molto più in linea con lui.
Quando i due se ne andarono, si fermarono realizzando che non erano seguiti a ruota da Jiggy, il quale rimase fermo nella stanza con Largo.
Noir si gelò, fermandosi a guardarlo incredulo. Le gambe si irrigidirono, il sangue ribollì nelle orecchie che iniziarono a fischiare forte. Lo sguardo di ghiaccio.
Jiggy non fece una piega. Non un’espressione. Non un solo gesto.
- Non vieni? - Chiese Lag per conto di Noir. Jiggy scosse il capo.
- Voglio parlare ancora con Lloyd. - Disse pacato.
Lag molto più espressivo di loro fece per esplodere, pensando alla delusione di Zazie nel vederlo lì che passava dalla parte di Reverse.
- Non puoi accettare i loro metodi, mi rifiuto di credere che si possa fare solo questo! - Jiggy socchiuse gli occhi sfuggendo quelli di Noir zitto che lo fissava furioso, senza proferire parola.
- È l’unico che ha offerto una soluzione concreta. Voglio solo capire bene di cosa si tratta e quanto altro sa. - Disse incerto se fosse il caso di far capire che non era dalla parte di Largo, ma voleva solo sfruttare a fondo ogni sua conoscenza, sicuro che se ne fosse tenuto un paio per sé, com’era nel suo stile.
“Certo se lo dico, Lloyd col cazzo che mi dice tutto. Devo mostrarmi incerto, possibilista… insomma…” E così Largo sorrise meravigliato del fatto che si fermava lì, ma forse non poi così tanto.
Noir vide nel suo sguardo la speranza di quel gesto. In realtà era quello che aveva sperato. Jiggy gli era sempre stato fedele, a modo suo. Averlo dalla sua parte era un bel sollievo.
L’ondata bollente che invase Noir gli fece dimenticare quel vuoto gelido provato per molto tempo. Lì, di freddo, c’era ben poco.
Non disse nulla, non fece nulla.
Solo si girò e se ne andò duro, rigido, pugni stretti e quella delusione, quella bruciante delusione che lo stava distruggendo.
Non aveva mai provato una cosa simile, non la ricordava per lo meno.
Ma se provare sentimenti era quello, non voleva. Preferiva non sapere come si amava, come ci si sentiva bene, come si era felici. Preferiva farne a meno.
Disse a Lag di dover andare a controllare una cosa in un posto lì vicino, mandò Lode con Lag e Niche il quale aveva ricevuto un messaggio dal ragazzo che avevano aiutato proprio prima di andare a Blue Notes Blue, il proprietario della creatura nata nel giorno del balenio che aveva rivelato un certo posto.
Nel messaggio scriveva che si era ricordato dove aveva visto quel posto, sapeva qual era e gli indicò come trovarlo.
Lag decise di andarci subito e sia Chiko, sia Lode lo accompagnarono.
Noir andò nella caverna dove aveva risvegliato il Cabernet per conto di Reverse poco tempo prima. La caverna del Maka, la creatura leggendaria genitore di Niche e di sua sorella.
Andò lì per sapere cosa fare e trovò il Maka morto e lei, la sorella di Niche, sul punto di mollare a sua volta.
Le due creature avevano tenuto a bada molti altri gaichu in fase embrionale come il Cabernet per molti anni. La loro morte avrebbe probabilmente liberato tutti quei gaichu.
Noir andò lì per avere delle risposte su Spiritus visto che il Maka era molto antico, ma vedendo che era morto si trovò a dover rinunciare e si chiese cosa dovesse fare a quel punto: tornare a Central? Cercare Lag?
Il pensiero di Jiggy lo stava uccidendo dentro, non voleva pensarci, voleva essere in grado di cancellarlo, voleva proprio.
Però come? Come faceva se bruciava tanto?
“Lo cancellerò. Se vuole passare dalla parte di Largo Lloyd e di Reverse che faccia. Per me è finito.”
Tornando indietro a Central in attesa di Lag per coordinarsi con un altro piano, la testa non si staccò da lui. La delusione era enorme, non poteva credere che dopo tutte quelle promesse, tutto quello che aveva fatto per tornare con lui, per tirargli fuori quei ricordi, i sentimenti sopiti… lui poi gli voltasse le spalle per le notizie sulla fine del mondo.
Non poteva crederci.
Si rifiutava.
La delusione era così grande da non poter essere digerita facilmente. Forse non l’avrebbe mai, mai accettata.

Eppure lui tornò indietro.
Lag non lo fece.
   
 
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