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Autore: KingPrat    18/04/2017    0 recensioni
Ambientato dopo l'ultimo capitolo della prima stagione.
Quando Artù scopre di essere nato grazie alla magia decide che è tempo di crescere al di fuori dell'ombra di suo padre. Segreti sono rivelati e Artù impara fino a che punto Uther è disposto ad arrivare nella sua guerra contro la stregoneria. Con Merlino al suo fianco puù costruire il regno che è destinato a creare?
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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NA: Ciao a tutti! Scusate la lunga attesa, ma sono in periodo di esami e molto in sbatti quindi siate pazienti per favore!
Voglio ringraziare tutti quelli che stanno seguendo questa storia e soprattutto King of Prat che mi ha permesso di tradurla.
Godetevi questo nuovo capitolo.
 
Capitolo 4 : La pioggia della fiducia


 
“Sir Leon!” chiamò Artù.
Dalla fine del corridoio, si Leon alzò lo sguardo dalla conversazione con altri due cavalieri, Sir Kay e Sir Bedivere.  Diede loro un cenno di dimissione. Mentre si allontanavano Artù si avvicinò a Leon.
“Cosa desiderate, sire?”
Nonostante le continue insistenze, Leon continuava a chiamare Artù in modo formale.
“Avete già rilasciato gli uomini da voi scelti nei villaggi al confine?” chiese Artù.
Leon si raddrizzò. “ Non ancora, la partenza è tra due giorni.” Assottigliò gli occhi. “ Avete cambiato idea?”
“ No, certo che no. Mi è venuta un’idea. Ho parlato con Jordan, il nostro nuovo fabbro, egli ha vecchie armi che è disposto a regalarci. Voglio che tu dia nuovi ordini ai cavalieri. Devono armare e allenare i civili su come difendere loro stessi.”.
Leon alzò un sopracciglio. “ lo ritenete saggio, maestà?”
Artù era contento che Leon glielo avesse chiesto. Era rischioso. Ma aveva visto uomini e donne di Ealdor sollevarsi e difendere le proprie case. Sapeva anche che rischiava di incoraggiare gli altri ad utilizzare le loro abilità apprese per insorgere contro la corona o tra di loro.
“ Come altro possiamo aspettarci che le persone riescano a difendersi? Insegna mogli a farlo. Diamo loro un’ occasione di combattere.”
“E se decidessero di utilizzare quell’occasione contro i nostri cavalieri, i nostri uomini?” abbassò il tono di voce. “ E se creassimo una armata nemica di Camelot?”
“ Allora dobbiamo soltanto assicurarci che non abbiano ragione di farlo.” Disse Artù incrociando le braccia. Aveva bisogno che Leon lo combattesse su questo. Non era sicuro fosse soltanto l’idea di un idiota.
Tutta la sua vita gli era stato insegnato che soltanto i cavalieri, soltanto i nobili potessero combattere. I plebei che combattevano erano barbari.
Ealdor gli aveva dimostrato il contrario.
Leon aprì la bocca, ma non per protestare. Rimase in silenzio prima di chiedere: “ Volete emanare questo decreto?”
Il cuore di Artù sobbalzò, suo padre lo avrebbe ucciso se lo avesse scoperto. Erano solo passate due settimane. Tutta la logica, tutti gli insegnamenti appresi andavano contro questa decisione. Eppure sentiva fosse giusto. “Sì” si ritrovò a dire. “ Fai in modo che vadano tutti gli uomini che puoi rilasciare dall’allenamento. Qualsiasi arma tu possa dargli, dalla ai cavalieri da portare con loro.”
L’angolo della bocca di Leon si sollevò leggermente.
Artù aveva però bisogno di una risposta. “Disapprovi?”
Leon sembrò restio a rispondere. Si schiarì la gola e disse: “ Mio padre avrebbe approvato. Se questo fosse stato deciso un anno fa, forse mio fratello sarebbe ancora vivo.”
Artù batté le palpebre, non aspettandosi qualcosa di così personale. Si ricordò come una volta Leon gli avesse raccontato da ubriaco che il suo fratello minore era stato disonorato dalla famiglia, Artù non seppe mai i precisi dettagli, ma apparentemente il fratellino di Leon era stato ucciso in un incursione. Aveva offerto all’amico un mese di pausa per essere in lutto.
Eppure Leon gli aveva risposto con, “Nessun uomo merita le tue lacrime”
Artù si pentiva di aver detto ai suoi cavalieri quello. È facile dirlo mentre sei circondato dal massacro e carneficina della battaglia. È più difficile essere d’accordo quando è personale.
“ Scriverò il decreto e te lo darò questo pomeriggio.” Disse Artù. Lo stava davvero facendo. Stava riscrivendo le leggi di suo padre. Era suicida? Uther probabilmente l’avrebbe ritirata appena tornato. Artù nascose un sorrisetto. In quel momento il danno sarebbe già stato fatto.
“Con il vostro permesso.” Chinò il capo Leon.
“ Aspettate un attimo.” Disse Artù. “ Avete forse visto Merlino?”
Il cavaliere scrollò le spalle. “ Alla taverna?”
 
“Merlino” urlò Artù sbattendo la porta contro il muro.
Stivali, magliette e un pezzo dell’armatura crollarono contro il pavimento intorno al letto di Merlino.  Merlino si tirò su a sedere e strinse contro il petto il grosso libro. Si morse il labbro ed assunse un’espressione innocente.
Artù assottigliò gli occhi. “ Cosa stai facendo?”
“Niente.” Rispose rapidamente Merlino.
Artù si mise le mani sui fianchi. “Stavi usando la magia?”
Merlino inclinò la testa da un lato. “No?”
“NO?” Artù fissò il pavimento e vide i suoi stivali e la spazzola, un martello e la sua armatura, un ago col rocchetto vicino alla sua camicia blu. Ispezionò rapidamente il libro in mano a Merlino. Alzò un sopracciglio. “È per caso un libro di magia quello?”
“È un libro di cucina …”
“Come hai fatto a sopravvivere così a lungo?” urlò Artù. “ Stai usando apertamente la magia e non hai nemmeno il buon senso di chiudere la porta a chiave!”
“ Dovresti avere il buon senso di abbassare la voce.” Disse Merlino bisbigliando. “Non sai chi potrebbe ascoltare.”
Artù sbuffò.” E dopo questo ti sei meritato il resto del pomeriggio alla gogna.”
Merlino spalancò gli occhi. “Cosa?Perché?”
“Ti sei dimenticati di dove ti trovi? Solo perché sei amico con il principe non ti permette di essere perdonato.” Rapidamente sfilò il libro dalle mani di Merlino.
“Hey! Ma …”
“Gogna. Adesso.”
  Le spalle di Merlino s’incurvarono verso il basso.
“È solo per il tuo bene. Fortunatamente un paio di pomodori ti faranno acquisire del buon senso.”
“ Ha. Ha.”
“ Quando hai finito vieni a trovarmi, c’è qualcosa che ho bisogno di chiederti.”
Merlino si tirò su. “Puoi sempre chiedermelo ora.”
“Bel tentativo. Merlino. Non sfuggirai così facilmente.”
Merlino s’imbronciò (seriamente aveva quasi la stessa età di Artù eppure metteva il muso come un bambino!)
“Aspetta.” Un sorriso maligno s’instaurò sul viso di Artù. “ Adesso che so che stai barando nel completare i compiti, penso che raddoppierò il lavoro.”
“Babbeo.”
“Non puoi chiamarmi in quel modo.”
“Babbeo Reale”
Artù scosse il capo e sorrise.
Nel tardo pomeriggio, mentre Artù era nelle sue camere scrivendo l’ordine ufficiale per Leon, Merlino entrò, la testa coperta di pomodori.
Artù fece roteare la piuma nella sua mano. “ Hai un pezzo di pomodoro dietro l’orecchio”
Merlino tirò su immediatamente il braccio per tiralo via. Lo lasciò cadere sul pavimento. “ Mi avete chiamato, sire?
Aspro sarcasmo, amava Merlino per questo. Artù si drizzò sulla sedia. “Sbarra le porte.”
Merlino lo fece e si avvicinò alla scrivania di Artù. “Dovrei anche mettere delle sedie contro le porte come precauzione extra?”
Artù scosse il capo divertito. “ Siediti e basta Merlino.”
Artù afferrò il libro di magia di Merlino dalla pila e lo scosse in aria. “ Devi essere molto più cauto con questo.”
“Devi smetterla di entrare senza permesse nelle camere degli altri, e se stessi facendo qualcosa di personale?” sbottò Merlino.
Artù serrò la bocca alle implicazioni. “ Non ho bisogno di sapere cosa fai nel tuo tempo libero, Merlino.”
“Cosa?. No, non mi riferivo a …”
Artù gli gesticolò di lasciar stare. “Comunque …” arricciò le labbra indietro. Poteva chiederlo a Merlino? Sapeva che sarebbe stato contento di farlo in un batter d’occhio. Una cosa e fare magia di nascosto da solo. Un’altra è ricevere l’ordine di farlo. Appoggiò il libro sulla scrivania. “ Cosa ti sto per chiedere …. È considerato tradimento.”
Le spalle di Merlino erano tese, e Artù non riusciva a sapere se fosse per anticipazione o nervosismo.
Artù era ancora perseguitato dallo stregone, Peter, consumato dalle fiamme. Si sentiva un ipocrita di chiedere ciò, come fosse l’ultimo tra gli uomini. Sentiva come stesse tradendo Cian e Anna.
Si strofinò le nocche con il pollice ed ingoiò il groppo in gola. “Puoi permettere che piova?”
Merlino rimase sconvolto. “Co-cosa?”
“ Puoi portare la pioggia sul raccolto di Camelot?” Artù si grattò il retro del collo.”Non so quanto potente sei, o i limiti dei tuoi poteri ma …. “ lasciò in sospeso la frase non sapendo come continuare.
Non poteva crederci di stare chiedendo a Merlino di usare la magia. Un anno fa non lo avrebbe mai fatto.
“Stai … mi stai chiedendo di usare la magia?” disse Merlino.
“Sì”
“Per Camelot?”
“Non so in che modo essere più chiaro.” Disse Artù.
Merlino ghignò. Era uno dei più grandi che Artù avesse mai visto. Si chiese cosa stesse provando Merlino. Nascondere la propria magia tutta la vita e venirgli detto di non usarla, eppure il Principe Ereditario di Camelot gli stava chiedendo di usare i suoi poteri. Era come se avessero vietato ad Artù di utilizzare la spada e finalmente dargli il permesso.
“Non so come, ma troverò un modo Artù. Fidati di me.”
Artù picchiettò il libro.”Presumo abbia a che fare con questo?”
Merlino ebbe la grazia di sussultare. “Sì?”
“Lo chiuderei a chiave qui, ma so che in qualche modo riuscirebbe a tornare nelle tue stanze.” Disse Artù. Conosceva abbastanza bene Merlino da sapere fosse troppo indipendente, e Artù non avrebbe potuto portarglielo via. Non poteva controllare Merlino e obbligarlo a nascondere i suoi poteri, i suoi libri, i suoi segreti.
No. Doveva fidarsi di Merlino di prendersi cura di se stesso.
“C’è qualcos’altro.” Artù aprì un cassetto e tirò fuori il libro di sua madre : Annali della Magia “ Ho letto la maggior parte delle cose, ci sono degli incantesimi, un passaggio sugli elementi della natura qui.” Artù tracciò il dito lungo il dorso. “Ci sono anche delle note qui dentro.” Fece un flebile sorriso.” Era di mia madre, e voglio che tu lo abbia.” Lo allungò a Merlino e sentì come gli stesse porgendo parte del suo cuore.
Merlino spalancò gli occhi. Scosse il capo. “Artù, non posso prenderlo …”
“ Prendilo.” Disse Artù. “Sarà molto più utile a te che a me.”
Merlino lo prese gentilmente dalle mani di Artù e fissò il vecchio libro in pelle. Mise una mano sulla copertina. “ Mi prenderò cura di questo, avete la mia parola.” Proteggerò questo pezzo del tuo cuore, sembravano dire gli occhi di Merlino.
Artù si appoggiò allo schienale della sedia e distolse lo sguardo. “Uh, sì … grazie. Dimmi cosa scopri.”
Merlino si alzò e Artù gli ridiede il suo libro di magia.
“Coprili quelli, non vogliamo che nessuno li veda.” Lo avvertì Artù.
“Sei peggio di Gaius.” Merlino lo fissò, come se volesse aggiungere qualcos’altro. S’incamminò verso la porta.
Artù inghiottì nuovamente il groppo. “Merlino.”
Il suo servitore personale si voltò a guardarlo.
“Se hai qualche altra idea, o trovi qualcosa, sei più che invitato a venirmi a parlare.”
Merlino sorrise nuovamente. “Lo farò.”
Artù osservò come gli occhi dei Merlino brillarono d’oro mentre bisbigliava l’incantesimo ed i libri nelle sue mani cambiarono la rilegatura prima di andarsene.
Artù gemette e si strofinò il viso con le mani. Che cosa stava facendo? Non era ancora re, si stava comportando come reggente mentre suo padre era via. Perché stava improvvisamente cambiando le cose? Decidere nuove leggi e decreti?
Se suo padre lo venisse a sapere, cosa aveva appena ordinato Merlino di fare … non poteva completare quel pensiero. Non aveva mai realizzato quanto controllo avesse Uther contro di lui.
Il suo stomaco si attorcigliò su se stesso. Quando suo padre fosse tornato, annullerebbe tutto il lavoro che Artù aveva fatto.
E Artù sapeva in cuor suo che non sarebbe stato in grado di sedersi a bordo campo e guardare tutto disfarsi. Non avrebbe fatto un passo indietro specialmente dopo tutto quello imparato. Non sarebbe mai più in grado di osservare Uther regnare con il pugno di ferro.
Questa consapevolezza lo terrorizzava.
 
Merlino amava il libro di Artù sulla magia. Era molto informativo e aveva molti più dettagli del suo personale. Certo, Gli Annali della Magia non era esattamente un libro di incantesimi, ma Merlino trovò molte più informazione sull’ Antica Religione che da qualsiasi altra parte.
Era stupito che Artù glielo avesse dato. E onorato. C’era così tanta fiducia e fede che Artù provava per lui. Non sapeva cosa Artù vedesse, ma faceva venir voglia a Merlino di sostenere qualsiasi credenza avesse Artù nei suoi confronti.
Girò pagina, leggendo una sezione sugli elementi della terra: Acqua, Fuoco, Aria e Metallo. Non c’erano incantesimi specifici su ogni singolo soggetto, ma indicava come chi invocasse i poteri dell’Antica Religione potesse anche invocare i poteri della Terra.
“Come?” gridò Merlino. Si passò una mano tra i capelli e si afflosciò poggiando i gomiti sul tavolo. Non voleva deludere Artù.
Neanche tra un migliaio di anni si aspettava che Artù che richiedesse a Merlino i utilizzare la magia per Camelot. Certo, l’aveva utilizzata per salvare Camelot dagli incantatori malvagi, ma utilizzarla per rendere il regno forte, questa è la prima volta che l’avrebbe fatto.
Voleva quasi ringraziare Artù per dargli il libro. Fin dall’incidente con Nimueh, Merlino era terrorizzato da come l’avesse uccisa facilmente, come l’equilibrio tra la vita e la morte fosse sulla punta delle sue dita. La paura era cresciuta quando Artù gli aveva rivelato come fosse nato. Era quello il motivo per cui Uther odiava la magia? Utilizzare l’Antica Religione per procreare Artù e perdere la propria moglie nel processo?
Merlino voleva chiedere a Gaius. Eppure le parole gli si bloccavano in gola tutte le volte che voleva iniziare il discorso. Non voleva sapere.
Chiuse il libro e si strofinò gli occhi. Era passata la mezzanotte e Gaius non era ancora tornato dai suoi giri.
Merlino si morse le labbra. C’era qualcun altro cui poteva chiedere.
Era ancora amareggiato. Kilgharrah era pronto a sacrificare le vite di Gaius e di sua madre per Artù.
Può essere infantile e stupido, ma in questi anni ho imparato che se vuoi sapere se puoi o no fidarti di qualcuno … fidati di loro lo stesso.”
Merlino sospirò. Artù dal Cuore Puro. Merlino non aveva idea di come potesse essere cresciuto sotto l’ala di Uther e mantenere lo stesso quel cuore puro.
Quando Merlino aveva incontrato Artù per la prima volta, aveva pensato che il babbeo non avesse un briciolo di bontà dentro di se. Fu solo quando sollevò gli strati delle maschere che Artù indossava che Merlino fu in grado di vedere come Artù avesse più bontà nel suo cuore che la maggior parte delle persone.
Sorrise. Ed era il destino di Merlino si servire al suo fianco.
Pochi minuti dopo Merlino sgattaiolò nelle segrete per incontrare Kilgharrah.
Il drago era mezzo addormentato quando Merlino si avvicinò, sbatté le palpebre e inclinò il capo con derisione. “Cosa c’è? Il grande stregone è venuta ancora una volta a vedermi?”
Merlino decise di arrivare subito al punto. “ Artù vuole che io faccia piovere.”sentenziò.
Kilgharrah tirò indietro il collo, probabilmente sorpreso come lo era stato Merlino quando Artù aveva chiesto tutto quello. “ Già da subito Artù desidera lavorare con la sua altra metà. Dimmi Merlino ti sei mai aspettato che questo giorno arrivasse così presto?”
Merlino ridacchiò. “Sto continuando a darmi dei pizzicotti aspettandomi di svegliarmi e che questo sia tutto un sogno. Dovresti vederlo come reggente, con il popolo …” Affievolì la voce quando un cupo pensiero lo assalì. “E cosa accadrà a tutti i progressi di Artù quando suo padre tornerà?”
“Persino io non posso prevedere quello. Dobbiamo pregare che Artù abbia il coraggio di rimanere se stesso.”
“E se non lo fa?”
Kilgharrah non rispose.
Merlino esalò. “Ho fiducia che lo farà. Deve farlo.”
Era servito tutto il coraggio di Artù per rompere tutte le sue maschere, se Uther avesse ribattuto Artù dietro di esse, sarebbe servito molto di più per Artù per liberarsi nuovamente. Merlino non poteva permettere che accadesse. Non era giusto nei confronti di Artù.
Si chiese se qualcun altro avesse capito che Artù era prigioniero di Camelot, rinchiuso dai legami d’acciaio di Uther. Merlino si sentiva così cieco per non averlo notato prima.
“C’è qualche ragione per cui mi sei venuto a trovare?” chiese il drago, liberando Merlino dai suoi vorticosi pensieri.
“Sì … come faccio piovere? Invocando l’Antica Religione?”
Kilgharrah rise. “Merlino, la tua magia è quella dell’Antica Religione, non hai bisogno di un incantesimo per far piovere. Per te, basta soltanto chiedere.”
“Chiedere?”
Kilgharrah chinò il capo.” Corretto.”
“Per far piovere? È così semplice?”
“Perché voi umani volete sempre avere risposte facili, ma quando ne ricevete una non ci credete? Non lo capitò mai.”
Merlino lo guardò storto. “D’accordo. Perfetto. Proverò così.”
Kilgharrah strinse gli occhi. “ C’è qualcos’altro che ti sta preoccupando, giovane stregone.”
Merlino aggrottò le sopracciglia. Fidati di lui, come Artù ha fatto. “ Artù è nato dalla magia. Posso sentire la magia in lui, diventa più forte ogni giorno che passa, eppure qual è il suo potere?”
“Guardami.  Io sono nato dalla magia, e cos conosci dei miei poteri?”
“Puoi sputare fuoco?” ipotizzò Merlino.
Il drago ridacchiò. “Ci sei andato vicino. Posso utilizzare la magia attraverso le fiamme dentro di me, ma non posso fare quello che tu fai. Ricorda, Merlino, dentro di te giace la magia di un potente stregone. Dentro art
Ù giace la magia di un re, solo quando Artù ricoprirà veramente il suo ruolo di Re del Passato e del Futuro sarà in grado di sfruttare la magia che possiede.”
Merlino scosse il capo. “Sta già imparando a ricoprire quel ruolo.”
“Deve accettarlo nel suo cuore. Artù ha dimostrato di avere le caratteristiche per diventare un grande re, ma non diventerà mai l’uomo di cui abbiamo bisogno finché non accetterà che è quello che vuole.”
Il sudore stava scivolando dal collo di Artù lungo la schiena. I muscoli bruciavano per lo sforzo e il suo cuore picchiava contro il petto. La vecchia ferita nella sua spalla dolorava, ma era attenuato. Stava finalmente guarendo.
Roteò la sua spada spuntata nella sua mano mentre con l’altra incalzava Sir Kay di venirgli incontro.
Kay attaccò.
Artù bloccò la spada e immediatamente contro-attaccò.
Kay si ritirò, ma inciampò nei suoi stessi piedi e crollò disteso di schiena.
Artù tenne la punta della spata contro la gola di Sir Kay che trattenne il fiato.
Artù ansimò. “ Hai un pessimo lavoro di gambe per essere un così bravo spadaccino, ed io che pensavo Merlino fosse imbranato.” Ritirò la spada e allungò una mano a Kay.
Il cavaliere l’afferrò ed Artù lo aiutò ad alzarsi in piedi. Kay mugugnò tra se e se. “Ci sto lavorando, lo giuro.”
Artù sapeva essere vero. Aveva visto la testimonianza della convinzione di Kay quando il giovane cavaliere era sempre il primo nel campo di addestramento ed utilizzava ogni momento libero per praticare la spada e le gambe.
“Ci stai pensando troppo Kay. Devi avere più fiducia in te stesso. Non saresti qui se non te lo meritassi.” Diede una pacca sulla spalla a Kay e strinse. “ Mi fido ti te con la vita.”
Kay batté le palpebre sorpreso, abbassò lo sguardo e si strofinò il retro del collo, i capelli gli finirono negli occhi. Sapeva che Artù non regalava complimenti a nessuno.
Artù gli diede un’altra pacca. Aveva avuto le stesse incertezze quando aveva appena iniziato ad allenarsi, c’era una differenza tra esercitarsi ed esagerare con gli allenamenti.”Devi dimezzare le ore di pratica almeno di metà, mi hai sentito?”
Kay impallidì
“Fidati di me, sei un abile combattente. Meglio d tutti gli altri là in fondo.” Artù indicò dietro le sue spalle le nuove reclute che Sir Leon stava allenando-
Kay ride prima di riprendere il controllo. Morsicò iil labbro superiore ed Artù si asciugò il sudore dalla fronte, aspettando che Kay raccogliesse il suo coraggio. Il giovane cavaliere si grattò la guanxia. “Io … io voglio essere uno dei miglioti. Volgio essere bravo quanto lo siete voi. Come sete stato in grado di raggiungere questo livello?”
Artù era sorpreso che Kay glielo avesse chiesto. Molti cavalieri chiedevano soltanto per uni specifico regime di allenamento, come manovrare la pada in un certo modo, un certo gioco di gambe. È passato molto tempo da quando un cavaliere gli ha chiesto consiglio. Molti erano terrorizzati da Artù oppure intimoriti, oppure lo detestavano.
Come è diventato Artù un cavaliere così bravo? Ripensò a tutti gli allenamenti, esercizi,manovre, sacrifici, lividi,ferite e dolori che aveva attraversate per essere uno dei migliori cavalieri a soli quindici anni. Ricordò il suo maestro, Caliburn, e ricordò i suoi consigli ed insegnamenti.
Artù schiaffeggiò a spalla di Kay. “ Il mio vecchio maestro di spada, Caliburn, una volta mi ha detto, finché non conoscerai te stesso, non vincerai mai nessuna battaglia. Conosci le tue forze, le tue debolezze, ma più importante” Artù enfatizzò le sue successive parole così che potessero essere apprese meglio. “ devi avere fiducia in te stesso. Una spada non ha alcuna forza se la mano che la tiene non ha coraggio.”
Kay sembrava aver capito appieno le sue parole.
Il cuore di Artù piangeva ricordandosi del suo vecchio maestro. Morto per un attacco di cuore fra l’altro. Guardò in alto il cielo limpido. Il suo maestro era morto in una giornata simile, umida e calda.
Andò nell’armeria e lasciò giù la spada. Si stava sfilando i guanti quando la testa di Merlino fece capolino dalla porta.
“Artù?”
“Hm?” Artù iniziò a slacciarsi l’armatura.
“Ho capito come fare.”
Artù diresse tutta l’attenzione su Merlino e lo vide ghignare felice. Erano passati quattro giorni da quand aveva chiesto di compiere questo compito e non aveva visto il suo servitore in giro da quel momento. Sentiva come se stesse cercando di evitarlo e si era sentito in colpa per avergli chiesto ciò. Aprì la bocca per parlare.
Merlino lo fermò, dando un cenno con la testa come volesse che lo seguisse. Cosa che fece. Verso le stalle.
Indietreggiò stupefatto qunado vide Eirian, il suo unicorno.
“Merlino” sibilò Artù, “cosa sta ….”
“Non preoccuparti, gli ho fatto un incantesimo. Solo te ed io possiamo vederlo realmente. Per tutti gli altri è soltanto un cavallo.” Disse Merlino gesticolando via con la mano le sue preoccupazioni. “ Adesso, andiamo, coraggio.”
Artù alzò il sopracciglio. “Mi hai appena dato un ordine?”
“Come? Pensavo vi piacesse prendere oridini da umili servitori?”
Artù lo guardò storto.
“Coraggio”, disse Merlino. Shioccò le dita. “Chop, chop.”
Artù montò su Eirian e sentì la connessione magica con l’unicorno il momento in cui gli toccò la criniera. Era mancato ad Eirian. Artù si promesse di portarlo fuori più spesso.
“D’accordo, Eirian. Non so dove il buffone di corte ci stia portando.” Disse Artù. “ Ma preparati.”
Cavalcarono per un ora, allontana dosi dal palazzo. Artù prese tempo per godersi il viaggio, aveva un incontro con il consiglio eppure non gli importava di perderselo. Sciocchi pensieri di fuggire, di cavalcare via e vedere dove il mondo lo avesse portate gli riempirono la mente. Magari si saarebbe comprato della terra e sarebbe diventato un contadino.
Fissò la schiena di Merlino. Sarebbe fuggito con lui?
Quanche volta sentiva come Merlino avesse un grande destino, il suo servitore personale teneva così tanto alle persone, non importa cosa. Merlino era intelligente, rapido nel leggere le persone e vedere oltre gli inganni delle situazioni. Quanlche volte Artù si ritrovava a pensare perché Merlino rimaness a Camelot. Sentiva come se  Merlino fosse destinato a cose maggiori. Sbuffò tra se re se. Merlino sarebbe dovuto nascere nelle monarchia, non Artù.
Merlino decise di fermare il cavallo nella zona della foresta ppiù fitta, le foglie ed  rama bloccavano la maggior parte dei raggi del ssole pomeridiano.
Entrambi guidarono i prorpi cavallli al ruscello vicino loro.
Nerlino si strofinò le mani ansioso. Il suo sguardo si fermò su Artù. “Siete sicuro riguardo a questo?”
Perché farci venire fin qui solo per avere dei dubbi fermarti adesso? “Non dovrei farti io questa domanda?” lo pressò Artù “Non dei farlo per forza, Merlino.”
“Volgio farlo!” rispose rapidamente. Abbassò lo sguardo mosse i piedi nervoso. “L’ultima volta che ho usato la magia ed ho fatto piovere ….” Lasciò cadere la frase e strinse le labbra, incerto. Merlino si girò di lato. “Non posso smettere che rivedere quel momento.”
Artù sospirò. “Merlino non ti posso aiutare se non me lo permetti. Hai sentito e mi hai aiutato a sopportare i miei pesi di Principe Ereditario. Fammi ricambiare e fare lo stesso per te, sopportare il peso di essere uno stregone. Voglio dire …” Artù abbassò la voce ad un sussurro. “ non siamo pari?”
La testa di Merlino si girò di scatto verso di lui. “ Credi veramente a questo?”
Il cuore di Artù era addolorato. “ Solo … Fidati di me, Merlino. Dammi almeno una possibilità-“
Gli occhi di Merlino si riempirono di lacrime. Girò la schiena verso Artù e fissò il cavallo e l’unicorno mentre bevevano dal ruscello.
Quindi, è così? Se Merlino non riesci a fidarsi di Artù … non era Artù degno agli occhi di Merlino? Era visto solo come un principe patetico che aveva sempre bisognò di aiuto?
“Sai di Nimueh, vero?” chiese dolcemente Merlino.
Artù si radrizzò. Era questo? Era finalmente Merlino in grado di fidarsi di lui con tutto?
“Mio padre la menzionò una volta di passaggio. Penso che fu lei ad impedirmi di raggiungere il fiore …. Era una maga?”
“Era un alta sacerdotessa dell’Antica Religione, sono andato da lei quando sei stato morso dalla Bestia Errante.”
Artù deglutì, i suoi sospetti erano corretti.
“Sei stato morso da una creatura dell’Antica Religione, e solo l’Antica Religione poteva salvarti. Così ho barattato la mia vita per l vostra.”
“Cosa?Merlino? La tua vita vale mosto più della mia!”
“È tutto finito per il verso giusto, Artù ...” disse Merlino, giocherellando con il fazzoletto attorno al collo.”Mi ha ingannato ed ha tentato di prendere la vita di maia madre invece, e poi quella di Gaius.” Si girò a guardare Artù, la faccia seria. “Ho invocato il potere dell’Antica Religione e la sua vita è stato il prezzo per salvare la vostra.”
 Quante persone sono sono morte così che io potessi vivere?  Si chiese Artù.  È degna di mia madre? Di questa Nimueh? È la mia vita cos’ facilmente barattabile con quella di Hunith, di Gaius o persino di Merlino?
Artù sapeva la risposta a tutto questo.
No. Le loro vite valevano molto più della sua esistenza.
Merlino si strofinò e braccia. “ le cose che sono disposto a fare per voi, Artù, talvolta mi spaventano.”
Spaventano anche me, Merlino.
“Comunque, ho chiamato un fulmine dal cielo ed ho ucciso Nimueh facilmente, non mi è neanche importato. Ero contento.” Merlino scosse il capo a se stesso.” E subito dopo averle detto che non volevo unirmi con crudeli utilizzatori della magia. Solo come loro Artù. Non sono per nulla differente dagli stregoni che tu e tuo padre cacciate. Ho ucciso Nimueh per vendicare l’omicidio di Gaius.”
Merlino strinse le dita in pugni, le braccia cominciarono a tremare.
“Ho il potere di barattare la vita delle persone. Posso scegliere chi vive e chi muore.”
Il potere di un re, realizzò Artù. Allora non era poi così differenti l’uni dall’altro, no?
“Non posso parlare per tutti gli incantatori.” Disse Artù,  “ma non sei come quelli che ricercano vendetta irrompendo a Camelot. Sei Merlino, idiota e imbranato.”
Merlino cercò di farsi più piccolo ritirandosi su se stesso.
Artù gli afferrò entrambe le spalle e sentì la scintilla della magica connessione accendersi. “ Hai salvato la mia vita più e più volte. Sei disposto a lanciarti nel mezzo del fuoco per chiunque. Dei, Merlino, sei umano. Nessuno è perfetto.” Artù deglutì.” Ho fatto cose, impensabili cose, ho abusato del tuo potere sulla vita e sulla morte. Tu non lo farai. Sei molto più forte di me , Merlino. Ed hai un cuore grande. Non soccomberai di nuovo alla vendetta.”
Il corpo di Merlino tremò.
“E sono pronto ad aiutarti e starti al fianco fino al giorno della mia morte.”
“Mi hai rubato questa battuta.” Si lamentò Merlino.
Artù rise.
Merlino sembrò riprendersi, e diede  ad Artù uno sguardo molto intenso. “ C’è qualcosa riguardo a te, Artù.”
“Non mi hai ancora identificato?” lo prese in giro Artù.
“Non sono ancora riuscito a comprenderlo del tutto.” Ribattè Merlino.
La connessione tra loro due crebbe ed Artù sentì una forte emozione provenire da Merlino. Fiducia … le ginocchia di Artù quansi non lo sorressero. Merlino si stava finalmente fidando di lui.
“Devo involcare i poteri dell’Antica Religione per far piovere.” Disse Merlino.
Artù fece cadere le braccia, scollegandosi con Merlino. “Non devi farlo epr forza.”
“Voglio farlo. Non ti devi preoccupare, non c’è bisogno di bilanciare o pagare un prezzo. Dobbiamo solo chiedere.”
“Chiedere?” tutto qui?
Merlino annuì e fece un passo indietro. Alzò gli occhi verso il cielo ed estese il palmo della mano, determinato. Urlò un incantesimo che Artù non riuscì a decifrare, eppure sembrava fosse una supplica che uno farebbe davanti ad un Dio o una Dea.
L’oro riempì le iridi di Merlino.
Nuvole si assemblarono.
Artù rimase a bocca aperta. “Merlino?”
Merlino abbassò il braccio e sorrise ad Artù. “Ho anche fertilizzato il suolo della terra. Assicurerà la crescita del raccolto.”
Spruzzate  di pioggia iniziarono a cadere su di loro.
Artù toccò sulla faccia le bagnate gocce. Pioggia. Era pioggia. Quanto potente era Merlino?
Improvvisamente, la pioggia iniziò ad aumentare, e scese a catinelle inzuppando entrambi.
“Ce l’hai fatta!” esultò Artù.
Merliso sorrise.
Artù afferrò le spalle di Merlino e lo girò introno come un folle impazzito. “Ce l’hai fatta!”
Merlnio si unì alle risate di Artù.
La pioggia batteva rumorosa sopra le due figure che gironzolavano in un buio angolo del castello di Camelot.
“Allora?”
Il servitore, Lee, lanciò un rapido sguardo intorno a loro. “È  stato un successo. Sono riuscito a mandare tre corvi a Uther.”
“Bene,” disse Fyn Hans, unendo tra loro le mani.
“Signore, non riesco a capire, in tutti i messaggi che avete inviato avete lodato Artù. Come farà a fargli ritorcere contro Uther?”
Una parte del labbro di Fyn si sollevò verso l’alto.” Pensa, Lee, cosa ti terrorizza di più? Un successore che continua a fare errori? Oppure un successore con molto più calibro di quanto possiedi?” aspetto un momento per far comprendere a Lee le sue parole. “Che messaggi hai inviato?”
“Artù ha ordianto ai cavalieri di allenare i civili nell’arte della spade e altre armi.”
“Perfetto, e?”
“Artù sta vincendo l’amore ed il rispetto del popolo, sta permettendo loro di parlargli da eguali.”
Fyn rise a questo, non capendo perché Artù si sarebbe abbassato a tanto, specialmente un uomo della sua alta nobiltà.
Lee continuò. “Ho anche aggiunto un messaggio di Artù che scommette con i propri cavalieri. Sono dispiaciuto, signore, avevo capito che volevate lodare …”
“No, va bene così. Troppo e sembrerebbe sospetto. Hai fatto bene, Lee. Sfortunatamente non è abbastanza, abbiamo bisogno di qualcosa di più. “
“Ho notato che Artù ha iniziato a passare molto tempo con Merlino, i due stavano sgattaiolando via.”
“Un’ affare romantico?” si chiese Fyn, “ O stanno tramando qualcosa?”
“Li dovrei seguire?”
Fyn fece un sorrisetto. “Sapevo di averti scelto per un motivo. Stagli addosso, abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto, di più grande per far cambiare idea ad Uther.”
“Ho notato che Uther perde del tutto la ragione se è coinvolta la magia.” Disse Lee.
Fyn afferrò le guance di Lee e le strinse forte. “Sei brillante. Ma deve essere legato ad Artù. E dobbiamo essere certi che provi che Artù non sia sotto incantesimo, lo stupido è già stato incantato in passato.”
Fyn detestava Artù. Non capiva come un uomo così debole, che si pensava allo stesso livello del popolo, fosse degno di essere il futuro re. Era cos’ vicino a manipolare Artù convincendolo a bulleggiare i servitori. Ha funzionato. Per un certo periodo.
Se Artù diventasse re, Fyn sapeva che avrebbe dovuto trattare quelli inferiori a lui con rispetto. Era meglio di tutto questo. Era un nobile e puro di sangue, non sarebbe mai stato eguale alla plebe.
Era un futuro molto lontano, ma se fosse diventato re …. Oh tutte le cose che sarebbe stato in grado di fare. Sarebbe stato meglio di Uther. Sarebbe stato degno della corona.
“Troverò prove convincenti, signore.” Promise Lee. L’uomo era così devoto. Tutto perché Fyn aveva salvato la sua patetica vita in passato. Se solo Lee sapesse che Fyn stesso era responsabile della sua esperienza quasi mortale. Le persone erano facilmente manipolabili quando credevano di avere un debito verso di voi.
“Sei un brav’uomo Lee.” Sorrise crudelmente Fyn.
Sarebbe stato responsabile della caduta di Artù. E Fyn sarebbe salito al vertice per creare una Camelot migliore.
Piovve per una settimana.
Questa mattina, quando Artù si alzò, giurò di non aver mai visto Camelot sembrare così verde. Era come se la magia luccicasse da ogni cosa naturale ,le foglie, l’erba, il cielo, la polvere ,i fiori, tutto.
Era una delle migliori viste che Artù avesse mai osservato.
C’erano rapporti di coltivazioni che cominciavano a crescere, e che c’era la possibilità di conservare il cibo per l’inverno.
Sorrise e continuò a guardare fuori dalla finestra, confortato dal calore del sole. Sentiva che questo sarebbe stata una bella giornata.
Il pensiero s’infranse immediatamente il secondo in cui bussarono alla porta.
“Sire?” era Sir Leon. “Siete sveglio?”
Nonostante fosse vestito a metà, Artù marciò verso la porta e la spalancò.
Cenere sporcava il lato del volto di Leon. “C’è un incendio nell’ala est. Siamo riusciti a controllarlo eppure …”
“Mostrami la strada.” Ordinò Artù.
Una folla si era radunata intorno alla scena che i cavalieri avevano barricato.
“Cosa è successo qui?” chiese Artù mentre Leon lo guidava. Ispezionò i danni creati nella torretta. Non toppo male. Non c’erano danni alla struttura, le pietre dei muri erano sporchi da fumo e cenere. Notò che due guardie sembravano pallide e affrante.
“Fred e Willian erano di guardia. È scoppiato un incnedio. Fortunatamente un soffio di vento lo ha spento.”
Merlino. Artù lo cercò con lo sguardo. “Cosa l’ha attivato?”
Leon fece una pausa prima di cominciare. “ Le guardie erano esitanti a raccontare i fatti, sire.”
Artù approcciò Fred e William. Costrinse i cavalieri ad allontanare ancora di più la folla. “cosa è successo?”
Fred e William si cambiarono uno sguardo terrorizzato.
“Sentite, l’onestà ripaga alla fine. Se è stato un incidente, vi assicuro, non ci sarà alcuna punizione.”
“È solo che … non siamo sicuri di cosa abbiamo visto.” Iniziò Fred.
William tremò ed incrociò le braccia.
“Cosa è stato?” li incita Artù. Stava iniziando ad innervosirsi e preoccuparsi.
“ Un’ ombra …” mormorò William.
Una cosa?
Gli occhi di Fred erano spalancati dalla paura. “Un’ ombra che camminava, ricoperta di fiamme.”
“Stava gemendo un nome …” aggiunse William. Gli battevano i denti.
“Il vostro, maestà.” disse Fred, la fronte corrugata.
Questo non va bene. Artù appoggiò le nocche al mento. “E dove è andata quest’ombra in fiamme?”
“Sparita con il vento, sire.” Rispose Fred.
“No,” William scosse il capo. “No… il vento ha spento le fiamme, ma l’ombra camminava ancora. Piangeva ancora per voi. Sta venendo per voi sire.”
Impiegò molto tempo a rassicurarli che sarebbe stato bene prima di lasciare Fred e William per andare a cercare Merlino.
Entrò di improvviso nelle stanze di Gaius e vide Merlino insieme a Gaius, seduti sulla panca che sfogliavano un libro.
Gaius s’irrigidì ne vederlo. Si rivolse a lui. “Maestà?”
“Magia?” chiese mentre si avvicinava rapidamente.
“Probabilmente sì, eppure non ho mai visto una cosa simile.” Disse Gaius.
Artù alzò la testa. “Cosa posso fare per aiutare?”
Gaius sputacchiò. “Beh, ehm, non c’è veramente molto che possiate fare …”
Merlino alzò gli occhi dal libro e realizzò finalmente che Artù era nella stanza. “Hanno detto qualcosa le guardie riguardo all’ombra?”
“Solo che gemeva il mio nome.” Rispose Artù. Incrociò le braccia. “Hai utilizzato lo stesso turbine che utilizzassi in Ealdor per liberarti delle fiamme?”
“Non preoccuparti non mi hanno visto.”
“Stavo per dirti rapida pensata.”
Merlino sbuffò. “Ho quasi causato di far piovere nel palazzo.”
Fu in quel momento che Artù realizzò che Gaius era diventato molto pallido e li guardava smarrito.
“Merlino?” disse Artù lentamente.” Hai detto a Gaius che io conosco della tua magia?”
Merlino sussultò e sorrise forzatamente a Gaius. “Artù sa della mia magia?”
“Non gliel’hai detto?” urlò Artù.
“Era impegnato, non volevo aggiungere un peso in più.”
“Il fatto che io sappia è un peso?” Artù indicò col dito Merlino. “Mi dichiaro offeso per questo.”
“Oh non essere una testa di fagiolo.”
Gaius crollò sopra la panca, stringendosi il petto.
Artù lo raddrizzò. “Whoa, Gaius ….”
Gaius fece un respiro profondo e fisso Artù con incertezza.
“Gaius, non lo dirò a mio padre. Il segreto di Merlino, il tuo segreto, è al sicuro con me.”
Il sopracciglio di Gaius si alzò. “È facile a dirsi quando non è presente, cosa  accadrà al suo ritorno? Chi sceglierai allora? Ti conosco Artù, sei un uomo molto leale.”
Non sai quanto sei fortunato, Merlino, ad avere qualcuno che tiene così tanto al te. So che mio padre mi ama, ma non so quanto forte è la sua lealtà verso di me.
“Gaius,” Merlino lo fissava.
Artù alzò una mano per fermarlo. Diede a Gaius un piccolo sorriso. “Ho scelto Merlino rispetto a mio padre ben prima che sapessi che avesse la magia.”
Il giorno in cui Artù aveva disubbidito agli ordini di suo padre per recuperare l’antidoto per Merlino, quello fu il giorno in cui Artù scoprì dove le sue lealtà giacevano. Aveva coperto tutto con la sua costante difesa di suo padre …. Ma non poteva più negare il suo cuore.
Il respiro di Gaius tornò alla normalità e sorrise, contento e orgoglioso, uno sguardo che Artù aveva sempre desiderato da Uther. Lo ricevette invece da Gaius, un uomo che vedeva come fosse uno zio. “Proteggerai Merlino?”
“Con la mia vita.” Disse Artù.
Gaius tremò dal sollievo. Prese una mano di Artù tra le proprie. “Sapevi che eri un bambino molto sensibile quando stavi crescendo?”
Artù batté le palpebre sorpreso.
“Avevi quattro anni quando trovasti un uccellino morto, lo portasti da tuo padre in lacrime chiedendo se avessi potuto dargli un funerale.” Gli occhi di Gaius diventarono tristi.” Ho visto Uther distruggere tutta l’innocenza e la compassione dal tuo animo. Quando compisti sei anni, non avevi più nessuna innocenza infantile rimasta.” Le lacrime stavano riempiendo gli occhi del vecchio. “ ho creduto di averti fallito. Avevo paura del giorno in cui la tua corazza protettiva da arrogante ti avrebbe trasformato il cuore in acciaio.” Un dolce sorriso riempì il viso di Gaius. “Sono grato di vedere la tua compassione vincere le difficoltà create da Uther.”
Un groppo si formò nella gola di Artù. Cosa poteva rispondere dopo questo?
“Er, è lo stesso un babbeo.” Disse Merlino.
Grazie agli Déi per Merlino.”Ritiro quello che ho detto.” Gli disse Artù. “Non m’interessa quello che ti succede.”
“Hai bisogno di me Artù. Chi altro ti aiuterebbe a vestirti la mattina?”
“Posso vestire me stesso …” poi fissò in basso ai suoi pantaloni per accorgersi che stava solo indossando le calze e che non aveva la maglietta. Fissò in Cielo e sospirò. “Gaius, ti prego sii l’adulto qui e dimmi che cosa è successo.”
“Non state indossando una maglietta, sire.” Disse Gaius. “ O stivali.”
Artù lo guardò male. Ritirava quanto affermato. Al diavolo tutto il discorso sull’uguaglianza. Non riceveva alcun rispetto.
    Un piccolo sorrisetto si instaurò nell’angolo della bocca di Gaius prima che battesse la mano su una pagina del libro.”Sospetto essere uno Spettro di qualche genere, ma Merlino ha sottolineato che era corporeo.”
Merlnio diene un cenno serio. “Sembrava che qualcuno avesse preso un’ombra e gli avesse dato libertà di pensiero.” Mise il gomito sul tavolo, “sei sicuro non esista un incantesimo che possa crearlo?”
“L’ombra aveva una volotà,” disse Gaius mentre dirigeva lo sguardo verso il Principe Ereditario, “Artù.”
“I miei cavalieri hanno detto che l’ombra era coperta di fiamme, c’è una ragione pecifica per questo?” chiese Artù.
“Gli incantatori sono bruciati al rogo, può essere un atto simbolico.” Disse Gaius.
“Fred e William sono quasi morti perché questa cosa mi stava cercando.” Disse Artù mentre incrociava le braccia. “Sono volontario ad adescare questa creatura.”
Merlino roteò gli occhi “Certo che lo sei.”
Artù fissò mele il proprio servitore personale prima di sedersi accanto a Gaius.
“Può essere un’ entità spirituale,” suggerì Gaius mentre si strofinava la fronte.
Artù fissò le pagine, lesse quanlche riga del paragrafo che Gaius aveva aperto.
“C’è qualcosa nel libro di mia madre.” Artù si strofinò il labbro. Cos’era? Lo aveva letto d irecente. “L’ombra è l’assenza di luce …” mormorò.
“E chiami me un idiota?” fece come battuta Merlino.
Artù schioccò le dita. “È l’effetto di un’illuminazione bloccata.”
Gaius si drizzò. “ Una convocazione spirituale andata male.”
Artù e Merlino si inclinarono indietro mentre Gaius si lanciò in avanti rovistando tra le sue pile di libri. Tirò fuori uno piccolo con lacci neri. “ Un’Ombra è un’anima che è stata resuscitata e tirata fuori dal suo luogo di riposo, sono solitamente sotto il controllo di un negromante. Un’ Ombra è il tentativo di tirare fuori un’anima dal proprio luogo di riposo, ma resta bloccata nel Mondo degli Spiriti, quindi resta solo il riflesso delle intenzioni del negromante, comunque una creatura terribile …” i suoi occhi incontrarono quelli di Merlino, “ sono resistenti a qualsiasi attacco magico.”
“Qualsiasi?” Merlino arricciò le labbra.
Le sopracciglia si Gaius si aggrottarono quando trovò la pagina che stava cercando. “Ombre possono essere fermate solo se raggiungono il proprio obiettivo, o quando l’evocatore è ucciso.”
Perfetto. L’Ombra è fermata solo se io o il mago è morto. Ci deve essere un’atra possibilità.
“Qualche pensiero su chi possa essere l’evocatore?” chiese Gaius.
Merlino sopirò profondamente. “ Uno dei tanti stregoni che muore dalla voglia di ottenere vendetta su Camelot?”
Gaius pressò le labbra in una linea sottile, non divertito. Alzò un sopracciglio ad Artù. “Hai ricevuto qualche promessa di morte recentemente?”
Artù stava per dire di no, ma gli si fermò in gola.
“Ti ucciderò.”
“Il ragazzo sparisce per ore a volte.”
Il suo cuore si attorcigliò leggermente. No. Non è Cian. Non può essere. Non quel piccolo ragazzo.
Eppure, come poteva Artù negare la disperazione della vendetta negli occhi del bambino quel giorno? Che è che è stato ad accendere le fiamme per consumare il corpo di Peter? La sua gola si asciugò. Come poteva farne una colpa al ragazzino? Artù meritava di morire.
“Artù?” lo pressò Merlino.
Artù si alzò lentamente in piedi. “So chi è il negromante.”
Merlino sbuffò come se fosse la cosa più semplice del mondo.”Allora andiamo a fermarli.”
“Non possiamo.” Fissò dritto negli occhi Merlino.”Non te lo permetterò.”
Il viso di Merlino esprimeva solo confusione.
Si girò di schiena, pronto ad uscire dalla stanza quando Merlino lo fermò.
“Siamo insieme in tutto qiesto, Artù,” urlò.”Mi hai chiesto di fidarmi di te, adesso ti faccio la stessa domanda.”
Artù chiuse gli occhi, sconfitto. Merlino aveva ragione. Si rigirò a guardarlo.”Cian. Il figlio di Peter.  Il mago io … “ la sua voce si ruppe.
Gaius sussultò. “Oh, cavolo.”
“Sei sicuro che non ci sia un altro modo per sconfiggere questa creatura?” domandò Artù.
“L’evocatore dovrebbe essere in grado di annullare il proprio incantesimo.” Disse.
Un rumore fuori dalla porta li distrassero dalla discussione. Erano urla e grida.
Artù quasi scivolò sul pavimento mentre correva alla porta con Merlino, che si scontrò contro di lui quando Artù si bloccò d’improvviso in mezzo al corridoio.
Al termine c’era un’ombra senza volto, le fiamme lambivano il contorno della persona. Girò la testa verso Artù, e anche senza bocca gemette:”Artù.”
Merlino girò il poso verso l’alto ed Artù gli afferrò il braccio.
Troppi testimoni. I cavalieri,esitanti, picchiettarono con le spade l’ombra,mantenendo le distanze. I servitori e membri della corte di strinsero contro le pareti,terrorizzati.
“Se mi vuoi,” lo sfidò Artù mentre alzava la mano incitandolo con un gesto,” vieni a prendermi.”
Artù si era mezzo aspettato che la creatura avrebbe camminato verso di lui, per cui fu scosso quando in un secondo, l’Ombra si trovasse di fronte a lui.
“Artù!” Merlino lo spinse contro il muro.
Le fiamme lo mancarono di pochissimo.
“Maestà!”
Il cuore di Artù pulsò. No!.
Sir Kay si lanciò davanti ad Artù in modo protettivo, la luce delle fiamme brillava sulla sua armatura e spada.
Un soffio di vento vorticò attorno a loro.
Merlino! Artù lo voleva rimproverare. Non rivelare te stesso.
L’ombra compariva e scompariva a scatti.
“Ar-tù … Ar-tù …”
Kay brandì la spada contro l’ombra. La lama trapassò il torso della creatura. L’ombra allungò il braccio e toccò il petto di Kay.
Kay s’immobilizzò e cadde all’indietro.
Artù lo prese al volo.”Kay!”grido. guardò male la figura che si stava allungando per raggiungerli. Artù si girò e usò il suo corpo come scudo per proteggere Kay.
Un lampo cadde e l’ombra tremò prima di scomparire. Lo stomaco di Artù gli disse che sarebbe tornata.
Merlino fu improvvisamente al capezzale di Artù, lo aiutò ad aggiustare il peso di Kay.
“Merlino,” digrignò tra i denti.
“Ti ho salvato la pellaccia,” gli bisbigliò Merlino.” Inoltre, nessuno mi ha visto.”
Artù riportò l’attenzione su Kay. Il giovane cavaliere aveva un’espressione terrorizzata. Il suo cuore batteva ancora nel petto. Oh, grazie agli dèi.  “Gaius!” chiamò.
Lui e Merlino alzarono il corpo di Kay e lo trasportarono nelle camere di Gaius. Lo sdraiarono sopra una coperta.
Gaius volteggiava intorno al cavaliere, i capelli color crema incollati alla fronte.
“Starà bene, non è vero?” chiese Artù.
“Finché l’ombra cammina, la sua vita si prosciuga.” Disse Gaius, poggiando una mano sulla fronte di Kay. “Merlino, pezza secchio con dell’acqua calda.”
Merlino si mise a fare come richiesto. Alcuni cavalieri si radunarono sulla porta, ognuno con un’espressione preoccupata.
Artù si raddrizzò. “Sto andando a scovare il mago.” Disse con un ringhio.
“Artù …” disse Merlino. Tenne la voce bassa così da non farsi sentire dagli altri. “L’ombra è ancora lì fuori, non andrai da solo.”
Quando mai poteva? Era il Principe Ereditario di Camelot. Il suo gruppo di cavalieri so seguivano d’ovunque, nelle battaglie, nelle investigazioni, durante gli allenamenti. Ovunque.
Artù non aveva bisogno dei suoi cavalieri.
Aveva bisogno del suo stregone e amico.
Artù aspettò e Merlino si affrettò al suo fianco dopo aver dato a Gaius il necessario. Si strofinò le mano e fissò Artù con anticipazione.
Merlino non batté ciglio, era pronto a tuffarsi, a lanciarsi a testa bassa con Artù. Doveva essere uno degli uomini più coraggiosi che Artù conoscesse.
“Stai per incontrare un mago in questo modo?” puntualizzò Merlino osservando l’abbigliamento di Artù.
“Sembro meno intimidatorio in questo odo.” Lanciò indietro Artù.
“Hmmmmmm … non lo so. I tuoi muscoli scolpiti dicono il contrario.”
Artù alzò il sopracciglio. “Sei impressionato da quello che vedi?”
“Whoa,” Merlino alzò le mani,” non hai bisogno che quell’ego davanti ancora più gonfiato.”
Artù ridacchiò. Il suo nervosismo scemò. Merlino gli faceva questo effetto prima che si lanciasse nell’ignoto. Indicò con la testa la porta.”Andiamo,” disse Artù.
Merlino lo seguì fuori dalle stanze del medico e dentro al corridoio nella ricerca di Cian.
Un bambino stregone …
Artù sperava di trovare qualche scelta per sconfiggere l’Ombra, perché se fosse tutto terminato con una delle due scelte che Gaius gli aveva proposto, allora la decisione era soltanto una.
Artù avrebbe dato la prorpia vita in cambio.
 
   
 
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